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LABIRINTI

Published by Carmen Spigno Pittrice, 2022-01-28 18:46:40

Description: LABIRINTI

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Labirinti

Ente Promotore Circolo Artistico “Amici nell’Arte” Castello Costa-Del Carretto tel. 0182.582351 cell. 338.8504478 17033 Garlenda (SV) E-mail: [email protected] Sito Web: www.amicinellarte.it Patrocinio Comune di Garlenda Catalogo a cura di Carmen Spigno Pasquale Meli Grafica copertina Pasquale Meli Testi di Walter Accigliaro Silvia Bottaro Ugo Ronfani Carmen Spigno Stampa Tipografia Bolla - Finalborgo Consorzio Artigiano Castel Govone © Copyright 2006 - “Amici nell’Arte”

Provincia di Savona Comune di Garlenda Golf Club Garlenda Circolo Artistico “Amici nell’Arte” no profit Labirinti 22 luglio - 31 agosto 2006 Castello Costa-Del Carretto - Garlenda

Il perché della mostra Dopo il “Mito di Orfeo” del 2004, che tanto successo ha riscosso fra pubblico e critica, gli “Amici nell’Arte” attingono nuovamente al ricco mondo del mito, consci che in esso siano racchiuse molte risposte ai problemi esistenziali dell’Uomo, che si ripropongono sempre uguali in ogni luogo e in ogni tempo. Come scrisse Mircea Eliade, nel mito si assiste ad un “eterno ritorno” nel quale il “tempo” è costituito da un susseguirsi di eternità periodicamente recuperabili. Il tema del 2006 sarà “Labirinti”, argomento vasto ed affascinante presente nei miti di ogni tempo, dall’Asia all’Africa, dall’America all’Europa. Il labirinto rappresenta un vero e proprio mistero ed ha assunto valore di simbolo, di archetipo, nella cultura di tutta l’umanità. Infatti quello di Creta è solo il più famoso di tutta una serie di labirinti che, dai tempi più antichi, ha accompagnato l’evoluzione della civiltà umana e a tutt’oggi resta inspiegabile come abbia avuto origine e si sia diffuso in terre remote e lontanissime fra loro. “Labirinto” non è soltanto quello del Minotauro o della Casa degli Specchi dei Luna Park, nè quello verdeggiante dei Giardini all’Italiana, ma quello disumanizzante delle grandi periferie metropolitane, fino a giungere ai meandri dell’inconscio, “labirinto” astratto, mentale, onirico, pregno delle nostre fobie, ansie, incertezze, dei vizi e peccati di ogni tempo. Lo scopo di una ricerca così profonda nel mondo del mito non è trasporre tematiche di tempi remoti nel mondo contemporaneo, il che sarebbe anacronistico e riduttivo, quanto quello di attingere nel passato a fonti eternamente valide, in grado di infonderci sicurezza, speranza e gioia di vivere. Nell’organizzazione logistica dell’iniziativa, sarà riprodotto nel Parco del Castello un labirinto luminoso di grandi dimensioni, nei cui meandri il pubblico sarà invitato ad entrare, in modo da essere coinvolto fisicamente ed emotivamente nell’atmosfera misteriosa dell’evento artistico, nel quale si potranno ammirare le opere inedite di un folto gruppo di pittori, scultori, ceramisti e fotografi, italiani e stranieri. Infine, com’è consuetudine per gli eventi proposti in seno a “Ginevra-Arte&Musica”, anche “Labirinti” avrà un notevole supporto di spettacoli musicali, di teatro e di danza, che si susseguiranno nell’arco del periodo di mostra ed avranno come protagonisti giovani artisti emergenti, poiché è soprattutto per loro, per i giovani, che noi artisti operiamo. L’anno prossimo, a Dio piacendo, la nostra ricerca culturale prenderà in esame un altro archetipo del mito, l’“Enigma”, e anche per questo promettiamo uno spettacolo indimenticabile Mi piace concludere con questa riflessione: “Labirinti” sarà un luogo dove potremo cercare insieme il sottile filo d’Arianna che ci permetta di ritrovare l’uscita… Garlenda, 22 luglio 2006 Carmen Spigno presidente “Amici nell’Arte” Garlenda

Labirinti Ugo Ronfani Nel labirinto di un’estate ligure Nell’ambito di una tematica e nell’Africa, nelle Americhe e in ideologiche, degli schemi sociali, pluriennale sul “Mito” (per Europa. delle usuali comunicazioni e il mito affondare le radici del pensiero e del Labirinto torni in metafora per dell’arte negli archetipi di un’antica Fino a diventare diversione esprimere ancora, nell’eternel memoria comune, a correggere la galante nei giardini all’italiana retour degli archetipi di cui tendenza della società tecnologica dell’aristocrazia di Versailles, scriveva Mircea Eliade, la ricerca, a dimenticare valori, sentimenti e l’altrove di Alice nel Paese delle l’avventura, la passione emozioni che sono patrimonio Meraviglie e – tanto persistente la dell’ignoto. inalienabile e necessario del suggestione della metafora – genere umano), il dinamico dispositivo della psicologia Non siamo più Circolo Artistico “Amici nell’Arte” di sperimentale: dove i “percorsi (fortunatamente) chiusi nelle Garlenda, di cui è animatrice appassionata ciechi” sono sfide vitali per cogliere fortezze di verità Carmen Spigno, pone le il senso e il mistero della vita. definitive, di certezze sue ormai tradizionali gestite dal potere. Nella manifestazioni dell’estate E’ sintomatico il fatto che nella filosofia e nelle scienze, 2006 all’insegna di un cyber-società in cui viviamo, nell’arte e nelle politica il progetto denominato immersi come siamo in un ordine Labirinto è oggi, in questo “Labirinti”. tecnologico e mediatico, una volta metaforico ritorno, il scoperti i limiti delle costruzioni percorso incerto sì, ma Per l’Occidente erede fecondo, che riduce gli della cultura greca il errori e gli orrori di cui è Labirinto per antonomasia stato disseminato il è quello cretese del passato dell’umanità. Minotauro: frontiera estrema del coraggio e Chi negli spazi dell’avventura umani “problematici” del varcata affidandosi al filo “labirinto” del castello di d’Arianna della fedeltà Garlenda, oasi alla ragione, contro i mediterranea di un mostri della parte buia del turismo estivo intelligente, mondo. Il cercare la luce incontrerà opere di artisti, nei percorsi dell’ignoto momenti musicali, (per seguire, dirà Dante, “virtude e frammenti di teatro e di conoscenza”: Odissea di ogni poesia adunati nell’unicum del uomo negli spazi del mondo in cui volonteroso progetto degli “Amici ci è dato di vivere) è una nell’Arte”, potrà dare corso a misteriosa, ineludibile avventura emozioni rigeneranti, a impulsi che sempre si è ripetuta nel tempo libertari, a pensieri dove il passato e nello spazio, dalle civiltà e il futuro s’incontrano in uno stare arcaiche a quelle evolute, in Asia insieme nell’impresa non stop della vita.

Labirinti del mito, labirinti dell’anima, labirinti d’arte Labirinti Walter Accigliaro «... Mentre lavoravo, mi sembrava che l’immagine prodotta evocasse questo “riflesso” della “totalità delle cose che includono tutte le forme riunite”, qualcosa che non potevo comprendere e neppure visualizzare senza far ricorso alla geometria, o ad un paesaggio spazio-temporale, un campo di trasformazione in cui le forme assumevano gradualmente un nuovo significato. ...». Patrick Conty (L’esprit du labyrinthe, 1996) L’intricato cammino entro Gerusalemme celeste oppure la pure la “costruzione” del nostro cui ciascuno di noi si muove nel meta dell’evocato pellegrinaggio in corpo è in parte labirintica: con le corso della propria esistenza, di Terra Santa. Altre forme di circonvoluzioni del cervello, con il per sé può evocare la complicata religiosità ci mostrano i labirinti degli groviglio delle vene, con la rete forma labirintica. È una delle indiani hopi od i buddisti mandala del sistema nervoso. Da lì è considerazioni elementari da cui tibetani. pressoché immediato riferirsi ai probabilmente deriva la quasi meandri della nostra mente, facile universale “fortuna emblematica” Nondimeno l’architettura a smarrirsi nei sogni e nei che tale figura geometrica ha civile, la decorazione murale ed i pensieri. Così, pure da queste riscosso nel corso dei secoli, giardini più ricercati dal osservazioni possiamo rivolgerci dall’antichità remota al Medioevo, Rinascimento all’Ottocento al labirintico intreccio fra abitare e dalle citazioni in epoca (secondo i disegni del Filarete nel vivere, tra strutture e rapporti rinascimentale ai settecenteschi XV secolo, fino alle opere grafiche umani. Insomma, molte civiltà, in trattati umanistici. Sempre ricorre di Escher) hanno talvolta ripreso la ogni tempo, hanno rappresentato il riferimento, mitico o rituale, a forma geometrica del labirinto od adottato labirinti per finalità questa configurazione. Anche la (quadrata o circolare), come ci emblematiche; come ognuno può sua rappresentazione sui indicano i testi di Francesca riscontrare in se stesso analogie pavimenti di molte chiese antiche Romana Lepore (Dentro e fuori il anatomiche o cerebrali con quelle (ad esempio, in S. Vitale a labirinto, 2002) e di altri studiosi. forme. Tuttavia qui ci interessa Ravenna nel VI secolo, nelle Dalla mitica dimora del re Minosse un’altra traccia di lettura. L’antica cattedrali medievali di Chartres, a Creta (costruita da Dedalo per scienza degli intrecci dedalici può Amiens, Reims, nella chiesa di S. rinchiudervi il Minotauro) e da quella volgerci ad osservare quanto dal Michele Maggiore a Pavia ecc.) con 3000 stanze presso le piramidi mito e dalla ritualità possiamo intende simboleggiare la vita egiziane citata da Erodoto, sino al trarre per una sensibile analisi umana con tutte le sue prove, con Giardino Zen, nel tempo la interiore. Così come l’artista le difficoltà e le possibili realizzazione di intricate strutture ricerca con difficoltà la “via”, il deviazioni. Cosicché, per la regolari ha contraddistinto percorso ottimale per la propria religione cristiana, il suo centro di particolari e significative creatività, gli antichi misteri ci solito significa l’attesa della conformazioni colte delle abitazioni mostrano strade tortuose della salvazione nella forma della oppure delle sedi cultuali. In fondo, «poetica dell’universo».

Labirinti Molti sentono il bisogno di Sovente prevale la rinuncia. tecniche e culturali, connesse alla conoscere meglio se stessi, di Allorché l’incomprensione è pari alle ricerca espressiva. Soltanto il suo capire quali siano i meccanismi banalità quotidiane, vale volgersi estro, le sue convinzioni che inducono le reazioni altrove. concettuali, le sue capacità individuali, di intravedere un senso possono condurlo alla meta più profondo per l’esistenza Fermarsi o procedere agognata, attraversando ostacoli, umana. Però non è facile, anzi, è risolutamente, tentare di superare le deviazioni, scoramenti. Chi giunge più agevole fermarsi alla incertezze, rischiare di perdere all’arte vera ha compiuto un lungo superficialità oppure accontentarsi l’orientamento eppure proseguire “iter periglioso”, ha riconosciuto la di risposte preconcette o sino alla meta. Arduo è trovare il “giusta via”, perciò ha seguito rinunciare del tutto. bandolo della matassa. Come risolutamente il filo di Arianna che Emblematicamente, l’antica scrive Mircea Eliade, «... Un porta all’anelato fine. Il tramite a scienza degli intrecci e dei nodi labirinto è la difesa a volte magica tutto ciò, la struttura che accoglie manifesta una «scienza dello di un centro, di una ricchezza, di un ma che confonde, è il labirinto spirito». In tal senso, cercare la significato. Penetrare in esso può esistenziale in cui egli può chiave che apre e disvela l’enigma essere un rituale iniziatico, come si perdersi oppure andare oltre per del labirinto «significa penetrare in vede grazie al mito di Teseo. giungere all’ideale “mondo delle un sapere iniziatico che conduce Questo simbolismo costituisce il idee”. Da lì scaturisce la linfa al centro di se stessi, punto stabile modello di qualsiasi esistenza la essenziale che nutre la creatività, per orientarsi nel mondo», come quale, attraverso una quantità di che agevola quel particolare afferma Patrick Conty (Labirinti, prove, avanza verso il proprio collegamento per l’azione 1997). centro, verso se stes- esecutiva. Da lì anche le oscure sa ...» (L’épreuve du labyrinthe, pareti del labirinto potranno Occorre andare oltre, 1978). Queste ed altre sono le dotarsi di vivide immagini per ogni transitare nel mistero, svelare eventualità che prospetta la trama tempo. intimi percorsi. Dapprima ognuno dedalica. Come un complicato potrà scorgere il segnale forte che cammino iniziatico, andare al centro Alba, marzo 2006 rivela il labirinto, che ne manifesta oppure raggiungere l’uscita verso la l’emblematica essenza. Anche luce nuova significa volgersi verso l’elemento naturale più massiccio, di sé, migliorarsi, ottenere infine la forte, elevato può svelarci la propria completezza. propria entità. «... Nella montagna nasce il dio, al centro del labirinto Quindi, bisogna superare i splendono i suoi due volti come limiti e le banalità della condizione fuoco raggiante ...», così evoca superficiale. Andare oltre il labirinto Michelangelo Castello (L’estetica contingente può equivalere ad degli anelli, 1991). Anche la operare, con saggezza riflessiva, caverna primordiale è assimilabile una conversione dello sguardo per a questa misteriosa volgerlo all’interiorità: dal visibile conformazione. Avvicinarsi, all’invisibile. Anche l’artista percorre scegliere di inoltrarsi oppure no? il dedalo delle problematiche,

Enigmi intriganti nei Labirinti esposti nel Castello a Garlenda Labirinti Silvia Bottaro La mostra collettiva incentrata di problemi contemporanei e la Coser, Carlè, Lorenzini e va dato sul tema di quest’anno – Labirinti voglia di ricercarne le fonti per atto a chi ha organizzato questa – offre l’occasione di entrare guardare ad un futuro preferibile. edizione della mostra collettiva nuovamente nell’antico Castello “Labirinti” di aver fatto un grande Costa Del Carretto, vero baluardo Forme, colori, tecniche, tagli sforzo per offrirci tali opportunità. delle radici storiche del territorio di interpretativi, dimensione delle Mi resta, però, alquanto difficile, in Garlenda, infatti, l’Associazione opere, materiali usati sono i un contesto, talmente, “Amici nell’Arte” di Garlenda non è “percorsi” che i vari pittori e gli disomogeneo, poter parlare in nuova a realizzare annualmente scultori presenti hanno indicato, modo compiuto del percorso un incontro culturale legato al mito vissuto, sperimentato con il proprio artistico di simili Personalità che visto attraverso la sensibilità stile personale per entrare ed uscire hanno definito e contraddistinto la artistica contemporanea. dal “palazzo della doppia scure”, strada dell’arte dei nostri tempi, ovvero il labirinto (dal greco labrys = anche in campo internazionale. Creatività ed idee la fanno da bipenne), ossia ognuno di loro ha padrone grazie all’estro di dato la propria interpretazione di Al fine di non perdermi personalità talmente differenti tra tale argomento così intricato, nell’intrico del tema in discorso, mi loro da originare da sé il mistero misterioso, complicato. E’ nato un limiterò a tracciare, seguendo del “labirinto”: un tema che è “labirinto” espressivo, plasmato di semplicemente l’ordine alfabetico, passato dal mito, alla letteratura lessici alquanto diversi tra loro una brevissima annotazione (fino a Borges ed al suo labirinto (dalla fotografia alla piccola scultura relativa ad ogni opera, sperando, verde già realizzato a San Rafael su ardesia) dove il simbolo, il in tal modo, di offrire lo spunto per in Argentina), all’architettura. graffito del labirinto diviene il motivo un “pellegrinaggio” (nelle cattedrali di ricerca per trovare, in qualche medievali, i labirinti erano intesi, in La mostra intende sondare tale modo, sé in rapporto con le cose e quanto chemins à Jèrusalem narrazione nella contemporaneità gli altri, lo spazio, il tempo, l’animo, come sostitutivi del pellegrinaggio per vedere se l’arte, nelle sue più il paesaggio. in Terra Santa) a Garlenda per varie forme e nei suoi diversi visitare questa singolare e linguaggi, riesca a trovare, oppure E’ difficile, in poco spazio a peculiare vetrina della creatività no, la via per uscire dal labirinto, disposizione, o meglio è stata, contemporanea: un canto non quello costruito da Dedalo su anche, una scelta oculata quella di moderno a più registri. incarico di Minosse per lasciar “parlare” le opere rinchiudervi il Minotauro, ma selezionate e, quindi, ridurre al Le opere e gli artisti quello del nostro tempo, della minimo le “definizioni”, i lemmi del protagonisti della mostra routine quotidiana, della mio commento: chi avrà la pazienza burocratizzazione della vita, degli di considerare tale mostra troverà Walter Accigliaro con una enigmi e della solitudine, spunti di valutazione degni di tavolozza alquanto silente, dell’isolamento di oggi. Il mistero, attenzione grazie alla presenza di laconica, tacitiana ma serrata (i l’arcano dell’uomo moderno sono, “voci” più o meno giovani e già suoi bianchi e grigi con accenti in un certo senso, i temi ed i confermate nel panorama della arte azzurri) crea un’ambientazione contenuti di questa rassegna contemporanea italiana e straniera. incantata dove le tracce della artistica e culturale. leggenda dell’eroe che percorre i Certamente eclatanti sono le segni grafici di una danza, quasi, Il buon numero di partecipanti presenze di levatura “speciale” quali dimostra l’interesse per il dedalo quelle di Picasso, Tilson, Corpora,

Labirinti cultuale ci fanno scoprire il senso Ennio Bestoso con il suo “toro”, “segretezze”, ovvero nelle psicologico della “ricerca del simbolo di una forza penetrante, ambiguità. centro”. originaria, che incarna la “vis” capitale con la potenza virile, ci Leonilde Carabba gioca con Carlotta Alessandri propone rimanda ai culti dell’antica Creta la luce di Wood per penetrare, un articolato lavoro in più parti ove, pare, sia ambientato in quanto ancora di più, l’enigma del legate tra loro dall’angoscia attraversa con vigore e con il suo labirinto, proposto in quattro dell’uomo moderno, afflitto e lavoro il perimetro del labirinto: è un versioni di colore (rosso, giallo, vittima, in un certo senso, dal simbolo di solidità e di vitalità. verde, blu) e nella grafica più nota, labirinto burocratico della pure guardando al labirinto della quotidianità: dai biglietti del treno, Luisa Bonello compone dei tomba del re etrusco Porsenna al bancomat. Carte, numeri, code mondi intricati, spaccati tra loro, una presso Chiusi: quella particolare da farsi che oggi sono i percorsi sorta di scudi dove la spirale luce mette in evidenza una obbligati della potestà tecnologica individua un sistema dinamico che, luminosità insita che è la voglia di labirintica, ovvero l’intrico della a seconda di come lo si consideri, si trovare la strada verso l’obiettivo. burocratizzazione del rapporto tra avvolge, oppure si “s-volge”. il cittadino ed il “potere”. Rita Carelli Feri si interessa L’ambientazione può essere non solo al labirinto mitologico, ma Didi Armellin propone un quella del cosmo dove tali parte dall’osservare la potenza del fondale blu, con molti cambi tonali, manifestazioni possono ricordare le messaggio del legno di rovere dove delle maglie, più o meno nebulose, ovvero si notano “cerchi fossile col quale descrive il volto larghe, lasciano trasparire guizzi ad onde”: grafia che già nella umano che si dischiude alla luce vivaci, sfuggenti eppure evocativi preistoria apparve nei sepolcri. della verità, lasciando da parte un di magmatico colore rosso: l’uomo Opere, quindi, originali e ricche di dedalo di fili che erano l’origine di che intraprende un percorso richiami dove è silente l’idea della un primitivo bozzolo oppressivo, iniziatico, forse, alla ricerca della “morte” e della “rinascita” e, pure, vessatorio, angosciante.. libertà dalle coartazioni e dalle un ricordo ludico e non sopraffazioni. propriamente simbolico riferito, Carlos Carlè fa parlare, anche all’idea del “difficile percorso predicare, annunciare e discettare Romy Barrile ci presenta una per entrare e poi uscire” dal labirinto il suo grés (materiale scabro, raffigurazione emblematica dei della vita. concettoso, tecnologico e nello pensieri dell’uomo contemporaneo stesso tempo reso espressivo). La che si avviluppano nella sua testa Francesca Bonfanti nel suo stele ancestrale che si verticalizza in un dedalo di domande che “universo” fatto di visioni, di colore, e si fessura con una sorta di ferita cercano risposte e confutazioni. E’ di zone, in questo caso, ancora labirintica attraverso la quale il di notevole interesse la sua probabilmente da indagare e da sangue della civiltà si cauterizza inclinazione alla ricerca di completare, ci mostra la tensione ad con la potenza del sole, con il interiorizzazione dei miti archetipi, “uscire” dalla confusione moderna calore della parola, con la poesia descritti dalla narrazione per trovare un colloquio più vero ed della naturalità dei luoghi, con la tradizionale rivestita, però, di intimo anche con la natura scrupolosità dei gesti, con la immagine rilevabile e tangibile. circostante, al fine di non offenderla religiosità dei canti e delle e di comprenderla nelle sue

Labirinti leggende, con la conoscenza delle Milly Coda quale fine letterata, labirinto nel quale il Minotauro saghe alla incessante ricerca di un oltre che artista, rivisita il racconto intendeva farlo perire, è il significato “altro”: questo in sintesi di avventura di “Pinocchio” alla “racconto, la traccia, il canovaccio è fare arte per lo scultore ricerca del senso della vita: i suoi che si svolge sul corpo senza argentino, savonese/albisolese paesaggi di mare, intensi di tempo di questa figura che si d’adozione dal 1973. azzurrità, di trasparenza, di libera dai legami, dalle limitazioni perspicuità, di candore ed, in un e dalle suggestioni del mondo Bruno Cassaglia vista la certo senso, di moralità, ci narrano odierno, ovvero da una sorta di peculiarità del suo segno grafico storie simboliste, spesso oniriche, camicia di forza avvilente, particolarmente sensibile, certamente emblematiche nelle opprimente. fenomenico, significativo ed quali l’uomo moderno cerca le efficace compone con i colori risposte ai suoi, a volte, confusi e Paolo Dolzan è colpito, come rosso e giallo “testi” visivi, disorganici interrogativi e dubbi. altri, dalla figurazione del “toro”, corrosivi nella loro semplicità, ovvero la forza penetrante della ricchi di humus anche poetico Anna Corti inserisce un lieve fertilità, della morte e della (così la sua produzione di mail art) volto di donna nel groviglio del resurrezione spesso collegate tra incentrando l’attenzione sulla senso della vita, scandito dalla luce loro nella iconografia della bestia comunicazione. e dal buio, dal sole e dalla luna: la – mostro. Una immagine di metafora è quella di cercare di non potenza, quasi sacrale che l’uomo Pietrina Cau è colpita dal restare prigioniera nel viluppo, nel sfida ancora nella corrida: non ludi “racconto” tramandato da Creta ad labirinto delle non verità, delle sportivi ma un vero e proprio oggi di un mostro mezzo uomo e imposture, dei conformismi rituale contro l’animale temuto mezzo toro, nato dal connubio di cercando sempre la luminosità, quale rappresentante Pasifae col toro mandato da ovvero la vita, il dinamismo, il dell’incoercibilità delle forze Poseidone a Minosse: l’opera temperamento. naturali. possente, poderosa, potente ed energica nel modellato e nella Ruth De Boer allude, Co Dorgelo con la sua foggiatura mette in luce la forza, la probabilmente, ad Arianna che con “grafica” elegante e ricca di brutalità, l’efficacia del mito che il proprio filo dato a Teseo riesce a rimandi culturali, narra il trascende il tempo. salvarlo dal Minotauro ed a farlo misterioso intreccio delle forme uscire dal labirinto: la scultrice con della natura (le penne, forse Sandra Cavalleri ha ideato il vigore ed eleganza mette al centro quelle fabbricate da Dedalo per sé suo “uomo” che vive nel labirinto del dedalo architettonico la donna e Icaro al fine di sfuggire dal delle sue vene, nel dedalo dei che deve cercare di non essere labirinto), della voglia di libertà neuroni e delle sinapsi, nei solchi imprigionata lei stessa dalle vicende dell’uomo con la traccia del e nelle cicatrici intrigati e che le accadono, ma essere faro, cavallo bianco, personificazione compromessi del quotidiano e luce, strada maestra. simbolica della forza e vitalità a della verità, nei nessi aggrovigliati livello più alto del toro. della storia: la ceramica, ancora Enzo Dente il dramma di una volta, aiuta l’homo faber a Arianna, la donna che con il suo Flavio Furlani inventa con la raccontarsi. acume ha salvato l’amato dal terracotta un “pezzo” di labirinto

Labirinti (forme architettoniche pure) che si rosso, pulsante di richiami sì rinascimentale “trittico” traccia un duplicano, si ampliano, si dilatano mitologici ma, pure, il rimando corre percorso concettuale dove la nello specchio creando un vero agli intrecci, ai nodi culturali e di numerologia sostituisce, in un gioco di rimandi, ovvero la sopraffazione che anche l’uomo certo senso, la parola e diviene la corrispondenza magica tra la cosa moderno ha creato (pensiamo ai chiave d’accesso privilegiata e vera (l’intrico della vita) e la sua luoghi di costrizione) cercandone di favorita per comprendere e copia; tale riflessione induce alla venirne fuori con la speranza di un travalicare le leggi armoniche prudenza, alla verità. volto umano. dell’universo. Lorenzo Giusto Acquaviva Bruno Liberti ci regala una Rosa Mammola usa il vetro pensa, immagina, sogna e…poi nuova prova, se ce ne fosse ancora quale materia di per sé già magica crea con la tonalità vibrante, bisogno, della sua pittura di per giungere alla trasparenza, al appassionante del rosso, rosso estrazione neo figurativa che come lemma, alla voce della selenio con grani d’oro: il suo una musica poetica ed intima si testimonianza di Ulisse che sono, “labirinto” è geometricamente accorda con il registro e l’ampiezza ormai, la trama sottile ma contenuto nel forno, in espressionista, a volte, simbolista ineliminabile della storia della abbandono, di un originario figulo. della sua grandissima capacità di civiltà: è un invito a non essere Le forme quadrate lasciano narratore visivo. Garbo, eleganza e come Narciso, non ci dobbiamo scoprire, in prospettiva, la rosa musicalità, padronanza non smarrire ma dobbiamo essere che ci riporta al buon gusto, comune della tecnica espressiva, maturi. all’armonia della natura che si una tavolozza alquanto sensibile ravviva e si rincuora di fiducia con mettono in risalto la sua vasta Ferdinando Marchese la luce riverberata dal plexyglass cultura e la sua particolare intreccia, lega, ordisce alcune partecipazione esistenziale al tema figure semplici geometriche con le Franco Grassi inventa una di questa rassegna espositiva. semisfere nel tentativo di maschera contemporanea, tratta costruite, oppure di demolire, dal mito, che cerca di districarsi Sandro Lorenzini si esprime l’architettura del labirinto dal groviglio e dall’accozzaglia esclusivamente e per scelta con la “irrisolvibile”, dimostrando una delle idee, degli accadimenti che ceramica che diviene il medium notevole perizia nella gli frullano intorno alla testa. Il della sua interpretazione dei composizione e nella tecnica con tratto originale, i colori delicati contenuti intimi, interiori e sinceri velature e colori tersi, ma creano un’aura di tensione della cultura, anche popolare, con coinvolgenti, calati in un’atmosfera psicologica dove la testa diviene, una singolare vocazione, passione trascinante. quasi, una “medusa” i cui capelli alla narrativa, con impressioni sono i “serpentelli” del labirinto drammatiche e di rigore Mauro Marchiano torna alla della quotidianità, così feconda di monumentale nella composizione forza del mito classico con il toro problematiche. plastica, pur mettendo in rilievo una significante la vita, ma anche il non comune, originale ed autentica lavoro della terra. Un animale che Caroline Keyn costruisce il attitudine e sagacia creativa. ha nel mantello la grafia, il “suo” labirinto magmatico e carattere, l’impronta del labirinto materico con il classico graffito Stefano Lubatti nell’uso del per comunicare e divulgare, in

Labirinti certo senso, la fatica, la solidità e labirinto per parlarci di come tale anche, al negativo che porta la capacità dell’uomo di “dettaglio” l’abbia sedotta, tanto da indietro la mente al gioco tragico addomesticare la bestia per mitigare il rigore della tecnica con la del labirinto: l’uomo di oggi deve metterla al suo servizio. seduzione della materia attraverso trovare il filo di Arianna per uscire la ricerca di forme le più semplici dal groviglio dei propri dubbi, Sabrina Marchiano pone possibili e, quindi, più comunicanti grazie, anche, alla luce che può centralmente l’espressione gli interni contenuti semantici. far vedere la traccia, l’orma da figurata, il simbolo, il traslato seguire. dell’universo (la sfera) e dell’uomo Caterina Massa prende spunto che cresce nel luogo deputato a dalla cultura cretese per un vaso Giovanni Mazza segue il filone ciò, ovvero il “giardino” (il paese “da scavo” ricco di suggestioni di chi ha riflettuto ed indagato florido), con la sua costruzione ancestrali e così la creazione di l’uomo odierno soffocato, in un architettonica che cerca tante placche cadenzate dal ballo certo senso, dal rumore, dal un’armonia interna alla rituale del nero e del rosso, in una clamore, dalla vorticosa ritmica coltivazione dei fenomeni interiori sorta di pentagramma su cui della vita quotidiana, da un senso della vita. comporre armonie: una scelta netta, di solitudine interiore dovuto ad ardita, osata, ludica, piena di una sorta di incomunicabilità con Nene Martelli ci stupisce personalità, di voglia di scardinare i la massa: questo è il labirinto da sempre attraverso la precisione e limiti, sia quelli oggettivi sia quelli cui si deve uscire ed evadere a l’essenzialità, quasi orientale, con soggettivi. tutti i costi. la quale descrive, indaga il quotidiano nella lettura, pressoché Veronique Massenet dimostra, La Galleria Galliata - Gian metrica, esistenziale del fluire ancora una volta, di essere una Pietro Menzani presenta temporale. Cercando con l’ausilio scultrice dotata di una “interna” un’opera di Joe Tilson, che trova di “segni significanti” peculiari, il armonia: così come il labirinto si nel tema di questa collettiva nucleo di una poetica sviluppa in geometrie intriganti ed (“Labirinti”) una giusta contemporanea, così prossima incuneate tra loro, la sua opera collocazione, infatti, la sua ricerca, all’esistenzialismo. Verde, nero, lignea è assolutamente facente da sempre, è inserita in una rosso giocano con il rombo della partecipe, straordinariamente dimensione mitico - magica, quotidianità, inserito dentro la accattivante, attraente nella trama attraverso il riferimento diretto agli “geometria”, anche limitativa dello di linee, di luci e di ombre che non elementi primordiali (acqua, terra, spazio quotidiano. Mi pare di poter sottendono alcun imbroglio od fuoco, aria e il suo lavoro rientra in dire che la Martelli prima di fare impedimento. tale gioco alchemico) ed ai segni immagina …sogna, per poi ed ai simboli di culture arcaiche, raccontare. Lorenzo Massobrio e Luigi quali il labirinto, la ziqqurat. La sua Pittaluga hanno realizzato un presenza è, quindi, un vero Antonella Martinetto lavoro a quattro mani, ovvero una arricchimento linguistico e creativo nell’essenzialità della verità del installazione dove la difficoltà di per l’osservatore, essendo Tilson materiale usato (l’ardesia), così trovare sé è il nesso del gioco dei una delle voci internazionali più legato all’architettura ligure, cerca differimenti e dei richiami, in una eclatanti del panorama dell’arte la forza della grafica illustrativa del sorta di film in bianco e nero visto, non solo inglese.

Labirinti La Galleria d’arte Vincenzo sentimento, inserite nell’inusuale Picasso: una piastrella dipinta del Merchionne ha presentato un idea grafica del buco della 1956 (“Tete d’homme barbue”). opera di Antonio Corpora, un serratura: un ceramista alquanto Tale opera ci conferma l’attività di arricchimento di grande levatura, creativo ed, in questo caso, allusivo ceramista del pittore spagnolo per la verità non è il solo, di forse verso l’universo femminile iniziata a Vallauris (intrecciata, in questa esposizione. Il suo troppo complicato oppure un certo senso, con quella di astrattismo, non soltanto ostacolato da certa cultura? Una Albisola e di Tullio d’Albisola), geometrico, basato sempre su un domanda alla quale ogni operosità copiosa come quella di vivace, esuberante, comunicativo osservatore potrà dare la propria grafico. Gli echi del cubismo (una e vitale cromatismo è ancora risposta. quasi completa riduzione del protagonista di questo intenso colore alla gamma dei grigi, la acquerello dove il “suo mare”, una Gianni Ravera ha simulato una scomposizione dell’oggetto in ogni sorta di canne d’organo rosse e sorta di “vetrata” composta da un dove, cercando di collegarlo magmatiche che violentemente caleidoscopio di tasselli cromatici e all’ambiente circostante, la s’infrangono nel tormentoso blu magmatici di colore acceso, acido a collaborazione con Braque) cupo dei fondali, ci parla della volte, forse intesi quale un portano alla ricerca del ricerca impegnativa che Corpora improbabile martinetto per sollevare dinamismo, anche, interno. dagli anni Trenta del Novecento la figura (nera) imprigionata in non ha mai abbandonato, quello sfavillio abbacinante di Questa figura è autonoma scrivendo “pagine” visive davvero cromie: la figura sembra chiusa in nell’alveo della sua penetranti, lancinanti ed originali. una sorta di bozzolo circondato da personalissima rielaborazione dei migliaia di tessere di “seta”, in dati della cultura antica (molta Gabriella Piazzolla attesa di divenire farfalla, importanza ebbero i suoi studi modulando da una certa ricerca di smagliante e libera. sulla cultura africana): il tema antica matrice futurista, considera raffigurato appare nella sua realtà le parole, le frasi, i titoli che La Galleria Ristori presenta fisica, ma lasciato da parte ogni compongono le pagine dei un’opera di Coser alquanto tentativo imitativo, viene ricostruito quotidiani (dalla cronaca nera a problematica nella scelta della cera liberamente nello spazio del quella sportiva) il dedalo, l’intrico e del bitume su legno per “narrare” quadro, della piastrella, fattisi di voci, di pensieri, di immagini, di il mito che diviene il tema spazi reali sui quali si può agire gesti in cui, oggi, dover trovare il concettuale sviluppato: sparisce senza limiti, vincoli e bandolo del proprio libero l’oggetto, l’uomo e si accentua il condizionamenti giungendo, pensiero. valore primario dell’idea che diventa anche, al cubismo orfico, ovvero a il motore della conoscenza, a sfumature poetiche. Gianni Piccazzo cerca il scapito dell’immagine. Si può dire senso del labirinto partendo che siamo di fronte ad una ricerca Carlo Rovelli ci permette di dall’iconografia dell’utero, che della dimensione mentale. avvicinarci alla forte espressione, rimanda a tale ideazione alla locuzione che la fotografia è architettonica, volendolo scoprire La stessa Galleria ci offre una capace di offrire, intervenendo su con la ceramica e le sue silenti non troppo facile opportunità di di essa. Creando, in tal modo, non cristalline di terse profondità di visionare un’opera di Pablo una semplice riproduzione di un evento ma inserendo un gesto

Labirinti originale ed autentico, un segno piena di personalità: i segni colpisce, che induce ad una inequivocabile del proprio estro e ricorrenti sulla ruvidezza porosa attenta considerazione ed della propria percettività. della materia lasciano trasparire un introspezione sul valore della insieme, forse una scala di valori, quotidianità in rapporto con la Arturo Santillo usa il “suo” da cui la seduzione del vero, scienza, le sue conquiste e la loro linguaggio apparentemente non dell’intimo travalica la paura della applicazione. facile, lacerato dalla problematica confusione delle idee per uscir fuori contemporanea con una con la propria sincerità ed Danilo Viviani è colpito riflessione del tutto personale, autenticità. dall’architettura dell’ambiente, in articolata e scissa in una questo caso dalle foglie che figurazione metaforica ed Giovanna Usai ci mostra, quale composte tra loro instaurano un esistenziale, modulata da una artista tessile, la malia dell’arte del rapporto labirintico con il tutto: la tavolozza altamente silente, “tessere”: la scrittura ferma sulla natura non parla attraverso false misteriosa, arcana. In questo carta le idee, il telaio oppure il note, ignora la mancanza di gusto modo nasce il suo “uomo/ ricamo su un canovaccio, permette e lo si evince dalla fine ed demone” che dentro di sé macera di eseguirle come l’artista le ha elegante trama che i reticoli delle il labirinto della incomunicabilità, pensate intarsiate con la gamma fronde stabiliscono da soli, dell’isolamento con una cromatica accesa e con i segni di creando una sorta di mappa dell’ sospensione ed un’ansietà un “viaggio dentro” l’intreccio delle innocenza, della freschezza del metafisica. credenze, delle riflessioni. creato. Carmen Spigno considera il Laura Vegas, una straordinaria Jochen Wolfart con la sua labirinto una sorta di vero “luogo artista argentina, una donna sensibilità, tangibilità e la sua dell’anima”: un rifugio per l’uomo creativa che ha fatto del tessere, raffinata tecnica fotografa il odierno e trae linfa ispiratrice, oltre dell’uso dei materiali poveri e paesaggio, la città per cogliere che dalla letteratura peculiari della donna (i fili di lana) il degli spunti dove, per esempio, i contemporanea, dalla natura, suo personale alfabeto. Il telaio filari degli alberi diventano un inno considerata poetica nella sua diviene il suo pentagramma su cui alla libertà, un cuneo di luce che diversità espressiva. Nel suo comporre armonie, eufonie, trafigge l’ombra bruna, fosca, polittico appare una “ricerca di simmetrie in una ludica ricerca di adombrata di un pensiero segni” nella materia prima, la archetipi, piene di personalità, di costretto nel labirinto di una terra, che riconducono a intimi estro, di comunicazione, di territorio urbano, percepito e labirinti, positivi o magici, sempre partecipazione, di relazione con la rilevato quale nemico e minaccia eleganti, attraenti, evocativi. Nella storia del vissuto. per la salute psicofisica dell’uomo sua lettura, evocativi di una civiltà di oggi. antica, la cretese, che rinchiuse il Mauro Venturino incentra la mostro Minotauro nel gigantesco sua attenzione sull’uomo, ormai, labirinto solo perché “diverso”. spersonalizzato, quasi robotizzato completamente e, avvolto nella sua Bruno Tosi, da par suo, ci tuta asettica, solo tra molti: questo è induce a guardare una creazione il “labirinto” di incomprensibilità che

Labirinti OPERE DI MAESTRI Pablo PICASSO Antonio CORPORA Joe TILSON

Labirinti pabloPICASSO Tete d'homme barbue 1956 piastrella dipinta cm. 20 x 20 Galleria Ristori - Albenga Pablo Picasso nasce a Malaga nel 1881. Nel 1895 si trasferisce a Barcellona, dove si iscrive all'Accademia di Belle Arti.Nel 1900 realizza il primo viaggio a Parigi. Qui conosce Max Jacob. Sono momenti difficili, che nel suo lavoro trovano riscontro nel cosiddetto \"periodo blu\" (1901-1904), simbolista e disperato. Si stabilisce definitivamente a Parigi nel 1904. Nel 1905 incontra Fernand Olivier, che diviene sua compagna. Le nuove frequentazioni e il grande interesse nei confronti del circo scaturiscono nel cosiddetto \"periodo rosa\" (1905-1906), malinconico, ma dalle tinte più chiare e pastello. Il 1907 è un anno di svolta. Profondamente colpito dall'opera tarda di Cézanne e dalla scultura africana, realizza Les demoiselles d'Avignon, che in qualche modo segnano la nascita del Cubismo. Conosce Georges Braque, con il quale instaura un lungo periodo di sodalizio artistico. Nel 1909 soggiorna a Horta de Ebro, dove porta avanti la ricerca che nel 1910 sfocerà nel cosiddetto \"cubismo analitico\" (1910-1912). A contatto di gomito con Braque, elabora una nuova concezione della composizione, definita \"cubismo sintetico\" (1912-1914). Sulla tela fanno la loro apparizione inserti di materiali diversi dal colore ad olio, fino alla punta estrema dei \"papiers collés\". Nel 1917 incontra Jean Cocteau, e con lui incontra il coreografo russo Djaghilev. L'anno dopo sposa Olga Koklova, una delle ballerine, da cui avrà un figlio, Paulo. Dall'impressione del viaggio scaturisce il \"periodo classicista\". Nel 1923 si avvicina al surrealismo e prende parte alla prima mostra surrealista presso la Galerie Pierre. Nel 1927 incontra Marie-Thérèse Walter, che diviene sua compagna. Dalla metà degli anni '20 manifesta un interesse crescente per la scultura e la grafica. Nel 1931 illustra le Metamorfosi di Ovidio, e nel 1935 il ciclo sulla Minotauromachie. Sempre nel '35 nasce la figlia Maïa. Su commissione del Governo spagnolo Picasso realizza Guernica (1937), grande dipinto dedicato alla cittadina basca, distrutta dai bombardamenti tedeschi. Nel 1943 incontra Françoise Gilot, da cui ha 2 figli. A partire dal 1947, a Vallauris, realizza le prime ceramiche. Sempre a Vallauris, nel 1952, realizza i grandi affreschi sulla Guerre e la Paix. Nel 1954 incontra Jacqueline Roque, che sposerà nel 1961. Negli anni '50 rielabora opere di grandi artisti del passato. Nel 1955 realizza la serie delle 15 varianti sul tema Femmes d'Alger di Delacroix. Nel 1957 le 58 varianti da Meniñas di Velasquez. Nel 1959 è la volta di Le déjeuner sur l'herbe di Manet. Nel 1963 comincia a dedicarsi al tema del \"pittore e la modella\". Tra le ultime opere va ricordato il ciclo di 347 acqueforti, realizzate nel 1968. Picasso muore a Mougins nel 1973.

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Labirinti antonioCORPORA Il mare di una volta acquarello cm. 36 x 51 Galleria Merchionne - Loano Nato a Tunisi nel 1909. Arriva a Firenze nel 1929 e nel 1930 tiene una mostra a Palazzo Bardi. Si trasferisce a Parigi dove risiede fino al 1939. La sua educazione pittorica si forma nel clima della tradizione moderna da Monet a Cezanne, Picasso, Matisse. Tornato in Italia, collabora alla Fiera Letteraria e nel 1934 entra in contatto con gli artisti della Galleria Il Milione. Scrive saggi sull'arte astratta e la propone con le sue opere in mostre all'estero. Si lega di amicizia con Lucio Fontana, Soldati, Licini, Reggiani. Nel 1939 tiene una sua personale alla Galleria II Milione. Nel 1945 è profugo a Roma e Guttuso (conosciuto nel 1939) gli offre il suo studio. Alla Biennale di Venezia del 1952 a Corpora viene assegnato il Premio della Giovane Pittura Italiana. Sempre contrario a qualunque regola, fu uno dei primi a staccarsi da un'idea programmatica di pittura astratta, o astratta-concreta. Nel 1951 una giuria di critici e artisti francesi gli assegna insieme a Music il “Prix de Paris”. Nel 1955 gli viene assegnato il primo premio della Quadriennale di Roma. Alla Biennale di Venezia del 1956 gli viene attribuito il I° Premio per la litografia. È invitato alla Biennale anche nel 1958-1960-1966. Due grandi opere di Corpora sono al Museum of Modern Art di New York. Nel 1959 è presente nella II° Documenta a Kassel. Le Musée National d'Art Moderne acquista una sua opera e nel 1970-71 espone al Grand-Palais di Parigi, in una collettiva dove figurano tutti i nomi prestigiosi dell'arte moderna: Picasso, Bracque, Matisse, mostra in omaggio a Yvonne e Christian Zervos. Sue opere figurano nei più importanti musei del mondo.

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Labirinti joeTILSON Labyrinthos opera su carta cm. 21 x 30 Galleria Galliata-Menzani - Alassio Joe Tilson è nato a Londra nel 1928. Dal 1949 al 1952 frequenta la Martin's School of Art, insieme a Frank Auerbach e a Leon Kossoff, e dal 1952 al 1955 il Royal College of Art, con Peter Blake e Richard Smith. Nel 1955, dopo aver vinto il Premio Roma, lavora e vive a Roma. Conosce Joslyn Morton all'Accademia di Brera a Milano e la sposa nel 1956. Insegna come professore universitario alla Slade School, all'University College di Londra e al Kings College, quindi all'Università di Durham a Newcastle-upon-Tyne, alla School of Visual Arts di New York e alla Staatliche Hochschule für Bildende Kunste di Amburgo. Tiene la sua prima mostra personale alla Galleria Marlborough di Londra nel 1962 e nel 1964 viene invitato alla XXXII Biennale di Venezia e al Padiglione inglese alla Triennale di Milano. Per oltre quarant'anni il lavoro di Tilson si è svolto attraverso grandi costruzioni e rilievi, dipinti e sculture, grafiche e multipli. I temi scelti da Tilson per esprimere \"il sacro in Natura\", trascendono il tempo e attraversano varie culture, con particolari riferimenti alle mitologie preclassiche (le civiltà indiane d'America o il \"tempo dei sogni\" degli aborigeni australiani o le ricerche alchemiche). Segni strutturali e modulari - le lettere dell'alfabeto, i giorni della settimana, i simboli alchemici riferiti ai punti cardinali o ai quattro elementi-base, le quattro stagioni, il mese lunare, il labirinto, la scala, gli enigmi, il gioco, le parole… Nel 2006 espone opere di grande formato nella mostra \"Terra, Acqua, Aria, Fuoco\" a Palazzo Doria di Loano, con la collaborazione della Galleria Galliata-Menzani di Alassio.

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Labirinti ARTISTI PARTECIPANTI Walter ACCIGLIARO Sandro LORENZINI Carlotta ALESSANDRI Stefano LUBATTI Rosa MAMMOLA Didi ARMELLIN Romy BARRILE Ferdinando MARCHESE Ennio BESTOSO Mauro MARCHIANO Luisa BONELLO Sabrina MARCHIANO Francesca BONFANTI Nene MARTELLI Leonilde CARABBA Rita CARELLI FERI Antonella MARTINETTO Carlos CARLE' Caterina MASSA Bruno CASSAGLIA Véronique MASSENET Pietrina CAU Lorenzo MASSOBRIO Sandra CAVALLERI Luigi PITTALUGA Milly CODA Giovanni MAZZA Anna CORTI Gabriella PIAZZOLLA Luca COSER Gianni PICCAZZO Ruth DE BOER Gianni RAVERA Enzo DENTE Carlo ROVELLI Paolo DOLZAN Arturo SANTILLO Co DORGELO Carmen SPIGNO Flavio FURLANI Lorenzo GIUSTO Bruno TOSI Franco GRASSI Giovanna USAI Caroline KEYN Laura VEGAS Bruno LIBERTI Mauro VENTURINO Danilo VIVIANI Jochen WOLFART

Labirinti walterACCIGLIARO Sulle remote tracce del labirinto perduto tecnica mista su tela cm. 100 x 120 (fotografia di Pierangelo Vacchetto) Walter Accigliaro è nato ad Alba (CN) nel 1950, dove risiede. Ha studiato al Liceo Artistico di Torino ed all’Accademia Albertina delle Belle Arti, principalmente con Paulucci, Saroni, Calandri e Franco. Dal 1980 è docente di Discipline Pittoriche all’Istituto Statale d’Arte di Asti. Inoltre, dal 1970 egli si occupa della salvaguardia e dello studio dei beni culturali ad Alba, nelle Langhe, nel Roero. In questo ambito ha curato svariate esposizioni, scritto libri e saggi qualificati. Va pure considerata la sua parallela attività di consulente, di redattore di cataloghi e di organizzatore di rassegne d’arte moderna. Per quanto concerne l’attività artistica, Accigliaro dal 1969 ha partecipato ad esposizioni collettive oppure allestito mostre personali in Italia ed all’estero. Documentano la sua ricerca espressiva pubblicazioni, cataloghi ed articoli, nonché fervidi contatti con artisti, critici d’arte, scrittori. Fra coloro che si sono occupati delle opere di Walter Accigliaro vanno segnalati, tra gli altri: Giuseppe Andreani, Roberto Baravalle, Maria Teresa Barolo, Luca Beatrice, Miche Berra, Massimo Centini, Andrea Cogoi, Edoardo Di Mauro, Eraldo Di Vita, Marida Faussone, Giovanni Cordero, Ida Isoardi, Pino Mantovani, Gian Giorgio Massara, Angelo Mistrangelo, Filippo Mollea Ceirano, Carlo Morra, Carlo Pellegrino, Jolanda Pietrobelli, Otello Soiatti, Elisabetta Tolosano, Antonio Visconti, Oscar Visentin.

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Labirinti carlottaALESSANDRI Alcun lieu nulle part inchiostro, carboncino e acrilico su carta cm. 50 x 70 Carlotta Alessandri è un’artista italo-belga arrivata in Italia nel 2003 per approfondire il suo percorso personale e la natura del suo sradicamento. I suoi nonni, nati in Veneto, sono emigrati in Belgio nel 1932 per lavorare in miniera a Marcinelle, detto “il paese nero”. Carlotta, da adulta, ha scelto di trasferirsi in Italia, in Liguria, per approfondire la ricerca delle sue radici. Da ragazza ha seguito la scuola di Belle Arti a Namur (Belgio) sotto la guida della pittrice Simone e del ritrattista Grunhard. In seguito, ha studiato filosofia e psicologia all'Université Libre de Bruxelles e si è laureata in giornalismo. Contemporaneamente, ha continuato a coltivare il disegno in diversi laboratori. Dopo aver lavorato alla televisione lussemburghese come presentatrice del telegiornale nazionale, si trasferisce a Parigi dove tuttora lavora scrivendo in rubriche culturali di teatro e di cinema. Appare sul Canale televisivo franco-tedesco “Arte”, su FR3, il terzo canale televisivo francese, con un appuntamento quotidiano nel quale presenta libri per bambini. Nello stesso tempo lavora alla radio “Radio Classique” come giornalista effettuando interviste a celebrità del mondo del teatro, della pittura, della canzone in merito al loro rapporto con la musica, e partecipa al montaggio della trasmissione stessa. Nello stesso tempo partecipa a mostre personali e collettive.

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Labirinti didiARMELLIN Anima mia tecnica mista su tela cm. 90 x 90 Nata a Brescia, ora vive ed opera in Liguria Fin dalla giovane età ha manifestato una spiccata vocazione per il disegno e la pittura. Per approfondire questa passione segue per anni gli insegnamenti di vari maestri potendo così sperimentare ed acquisire varie tecniche pittoriche (olio, acquarello, pastello, tecniche miste). Per ampliare la propria creatività frequenta corsi di ceramica e scultura presso lo studio di un’artista bresciana. Dal 1993 inizia a partecipare a concorsi e collettive nazionali ed internazionali in varie città italiane (Roma, Bologna, Milano). Nel 1997 tiene la prima mostra personale presso il Centro Esposizioni Continental Art di Tirrenia. Nel 1996 e 1998 consegue due premi partecipando al premio Moretto di Brescia. Premiata nel 1998 alla IX Biennale Enore Campanini a Canossa, nel 2000 tiene un’altra personale presso la Galleria Studio d’Arte a Brescia con successo di critica. Trasferita da poco in Liguria, inizia ad ampliare il proprio orizzonte espositivo con una personale presso la galleria UCAI di Albenga nel 2004, e collettive nel 2004 e 2005 al Castello di Garlenda con l’Associazione Amici nell’Arte.

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Labirinti romyBARRILE Labirinto ceramica – monocottura con ossidi h. cm. 32 Nata a Caltanisetta, dall’età di 6 anni vive a Genova, dove ha frequentato il Civico Liceo Artistico “N. Barabino” sotto la guida del pittore Aldo Bosco, del ceramista Guglielmo Bozzano, dello scultore Michelangelo Barbieri. E’ socia di vari circoli culturali tra cui l’Associazione Culturale Satura di Genova e il Circolo degli artisti ad Albisola. Ha esordito al Palazzo delle Esposizioni di Roma nel 1964 partecipando in seguito a numerose collettive e personali presso il Centro d’arte Villa Gropallo Genova (2000), la Pinacoteca Civica A. Martini Savona (2001), il Circolo degli Artisti Pozzo Garitta Albisola, la Biennale Nazionale della Ceramica Albisola, il Palazzo Ducale (Ceramisti Liguri) Genova (2003), il Palazzo Impellizzeri Siracusa(2004), la XVII Rassegna Assoc. Incisori Liguri Genova 2005. la XVII Rassegna Assoc. Incisori Liguri Genova 2006. Hanno scritto di lei L. Caprile, G. Beringheli, G. Daccomi, G. Scorza, A. Gianti

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Labirinti ennioBESTOSO Toro fusione in bronzo a cera persa cm. 30 x 22 x 18 Ennio Bestoso nasce ad Albenga nel 1965. Autodidatta, nutre fin da piccolo una grande passione per la scultura. Autonomamente apprende le tecniche di fusione del bronzo e di altri metalli. Ha frequentato per anni gli studi di numerosi artisti di talento, ove ha messo a frutto le tecniche più raffinate della propria arte collaborando con loro. Attualmente coadiuva Giulio Moirano, Antionia Dovicchi e Luigi Canepa. Vive e lavora a Casanova Lerrone, ove ha lo studio in frazione Ranco.

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Labirinti luisaBONELLO Il labirinto via iniziatica tecnica mista su tela cm. 60 x 80 Luisa Bonello è nata a Savona nel 1961 e ivi risiede. Laureata in Medicina e Chirurgia è specialista in Medicina del Lavoro. Ha cominciato a dipingere da giovane frequentando lo studio del pittore Carlo Bossi, amico del padre. Più tardi scopre il filone esoterico-iniziatico, che diventa studio e la porta a tenere conferenze su tali argomenti. Non ha mai partecipato in passato a mostre perché dipingeva esclusivamente per se stessa. Attualmente espone presso la Galleria Ristori di Albenga. Lo studio delle Cattedrali gotiche inziatiche (XII-XIII sec.), dell’architettura cistercense, comacina e templare, e quindi dei segni e simboli lasciati dai Maestri costruttori, stimola la sua creatività ed il suo impegno stilistico permettendole di realizzare opere dense di messaggi esoterici.

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Labirinti francescaBONFANTI Energia vitale tecnica mista su tela cm. 100 x 100 Nata a Pietra Ligure nel 1963, vive e lavora a Borgio Verezzi. Autodidatta, si dedica da anni alla pittura, frequentando corsi di olio e acquarello sotto la guida dei pittori Donorà e Mariani, che le hanno consentito di esprimere liberamente le sue capacità creative. Sotto la guida del pittore Rudy Mascheretti ha frequentato i corsi di Nudo e Figura organizzati dal Circolo “ Amici nell’Arte” di Garlenda. Attualmente, dopo un lungo percorso figurativo, la sua pittura si sta evolvendo verso un’astrazione onirica. Ha partecipato a numerose mostre e concorsi.

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Labirinti leonildeCARABBA Labirinto delle quattro stagioni polittico su tela in luce di Wood 4 x cm. 60 x 60 LeoNilde Carabba, nata a Monza il 28 Novembre 1938 ed attualmente residente a Sesto San Giovanni (Milano) comincia, durante gli studi al Liceo Internazionale, ad interessarsi di poesia e di pittura. Si forma nella Milano artistica degli anni 50-60. Nel 1961 fa la sua prima personale alla Numero di Firenze. Gli anni seguenti la vedono sempre più coinvolta nel mondo dell’arte, soprattutto a Milano, Roma e Firenze, e può godere del supporto e dell’influenza formativa di artisti come Hsiao Chin, Enrico Bay, Roberto Crippa, Castellani, Turcato, Bonalumi, Cristo, Tancredi, Fautrier, Piero Manzoni, Pino Pascali, Accardi. Lucio Fontana stesso presenta una delle sue prime esposizioni. Nel 1966 comincia gli esperimenti sulla rifrazione della luce giungendo ad ottenere, mediante l’uso di microsfere di vetro, una superficie ad intensità luminosa variabile secondo l’angolo di visuale del fruitore, senza bisogno di mezzi meccanici. Nel 1968 si interessa di critica d’arte e pubblica saggi e recensioni sulle riviste “GALA” e “AL-2”. Nel 1982 comincia a lavorare su legno. Si trasferisce a Bolinas (California) dove resterà per cinque anni. Del suo lavoro parla Pierre Restany: Nel 1988 si ristabilisce a Milano. In questi ultimi anni il suo lavoro si fa sempre più raffinato e centrato sui simboli del profondo. Sue opere si trovano in numerose collezioni pubbliche e private in Italia e all’estero.

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Labirinti ritaCARELLI FERI Percorso apofatico scultura in legno e rame (rovere fossile). cm. 65 x 30 x 37 Rita Carelli Feri ha seguito corsi di nudo a Brera e di affresco a Caprese Michelangelo con il prof Saldarelli dell’Accademia di Firenze. Ha frequentato a Milano lo studio dell’artista che le è stato maestro, Luigi Lomanto. Nel 1993 fonda con altre quattro artiste il Gruppo Artemisia, col quale presenta numerose esposizioni. La sua pittura predilige la figura umana, osservata di preferenza in una condizione di immobilità, ferma, statica quasi per conservare una specie di mistero dell'espressione. Vive e lavora alle porte di Pavia, nella cittadina di Valle Salimbene

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Labirinti carlosCARLÈ Doppia colonna grès cm. 140 x 45 x 14 Nasce in Argentina nel 1928. I suoi iniziali contatti con la ceramica avvengono nella fabbrica di refrattari del padre e da cui il suo interesse per le alte temperature, per il grés. Verso la fine degli anni Quaranta intraprende, a Buenos Aires, lo studio sistematico della ceramica, del disegno e della scultura e aderisce ad “Artesanos”, primo gruppo di avanguardia in Argentina per la ceramica d'arte. Nel 1959 è tra i fondatori del Centro de Arte Ceramica. Si cimenta inoltre nell’uso del bronzo, del ferro e della pietra. Opera in Brasile, Olanda, Danimarca, Germania, Francia, Italia, dove si stabilisce nel 1963 e decide di dedicarsi esclusivamente alla scultura in grés. Le sue opere gli hanno valso, dagli anni cinquanta in poi, riconoscimenti e premi in tutto il mondo, e si trovano in numerosi musei, tra i quali l’Hetiens Museum di Düsseldorf, il Musée des Arts Decoratifs dì Parigi, il Museo Sìvori di Buenos Aires, il Museo delle Ceramiche di Faenza, il Museo di Arte Contemporanea di Shigaraki, in Gíappone, dove nel 1998 ha realizzato una scultura monumentale dietro invito dello stesso Museo. Vive a Savona, ove ha lo studio in via Famagosta. Fra i critici che hanno scritto delle sue opere si ricordano L. Lambertini, E. Biffi Gentili, L. Caramel, M. Shibatsuji...

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Labirinti brunoCASSAGLIA Primo labirinto della parola tecnica mista su carta cm. 30 x 40 Bruno Cassaglia, nato a Vado Ligure nel 1949, vive e lavora a Quiliano. Autore di racconti e testi poetici, per la sua ricerca poetico-visiva passa dalle carte povere alla fotografia, dalle tavolette alle grandi tele. Noto anche per la mail-art, è attivo dal 1978 ed ha partecipato a centinaia di esposizioni in Italia, Germania, Brasile, Australia, Russia, Spagna, Olanda, Egitto, Finlandia, Belgio, Inghilterra, Portogallo, in spazi pubblici e privati. Ha opere in permanenza al Centro Culturale Il Gabbiano alla Spezia e alla Galleria d’Arte Ghiglieri a Finale Ligure; è presente con un’opera al Museo Villa Groppallo a Vado Ligure, e al Museo Palazzina delle Arti alla Spezia. Nel 2005 fonda e conduce con l’artista Renato Cerisola e l’Assessore alla Cultura Alberto Ferrando Il “S.A.C.S.”, Spazio Arte Cont. Sperimentale del Comune di Quiliano, in collaborazione col Museo Villa Groppallo di Vado Ligure.

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Labirinti pietrinaCAU Vittima creta patinata cm. 48 x 24 x 30 Nata ad Olbia il 24 /11/ 1946, risiede ad Alassio dal 1958. Sin da giovanissima si dedica all’arte da autodidatta, esprimendo la sua vena creativa attraverso varie tecniche pittoriche. É particolarmente attratta dal modellato ed ha perfezionato la sua tecnica seguendo corsi di disegno e scultura. La tecnica Raku, che apprende nel 2002, le permette di sperimentare l’uso del colore in modo inusuale, ottenendo risultati che la soddisfano e le consentono di esprimere al meglio originalità e fantasia. Ha partecipato a varie collettive in Francia e in Italia.

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Labirinti sandraCAVALLERI Labirinto cm. 100 x 120 refrattari e ossidi Sandra Cavalleri vive e lavora ad Andora in Liguria. Ha insegnato nelle scuole superiori e contemporaneamente ha coltivato i suoi interessi per l'arte, la ceramica e la pittura. Ha esposto le sue opere in numerose mostre collettive e personali in Italia ed all'estero. Nell’agosto 2004 è stata invitata in Cina a Jingdezhen Sanbao per festeggiare i mille anni della porcellana. Con altri artisti ha inaugurato ed esposto in una mostra nella sede cinese del Centro Culturale Paraxo.


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