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SardegnaImmaginare N6

Published by Sardegna Immaginare, 2017-07-14 06:25:16

Description: Sesto numero della rivista Sardegna Immaginare
Il viaggio di Sardegna immaginare prosegue. Un viaggio lento e paziente per scoprire gli angoli più nascosti dell’isola. Senza immaginazione. La Sardegna non si deve immaginare.
In questo numero: Le torri spagnole delle coste sarde; il Lido Iride quando la movida animava Platamona; l'isola, l'uomo e i cavalli, una passione senza fine; i murales di Orgosolo; le miniere di Buggerru; i riflessi di Chia; il Tempio di Antas, Bardili, Atzara, Ales, Asinara e tanto altro...

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Edizioni Archetypeinn • Sardegna Immaginare • Periodico semestrale n°6 • anno VI • Marzo 2017 • Prima immissione 15.03.2017 •€€ 4,80 in Italia SARDEGNA, TERRA DI LUNGA VITA ALGHERO IN TINTA ROSA La Riviera del Corallo apre il 100° Giro d’Italia VENAFIORITA, STORIA DI UN MITO Il vecchio aeroporto VIP di Olbia GAVINO SANNA Mesa, la Sardegna che ho nel cuore SANT’ANTIOCO Storia di un’isola, di un martire e di reliquie contese EMOZIONI ROMANICHE Tour tra le chiese medievali immerse nel verde L’ARTE DI NIVOLA Alla scoperta del museo di Orani DESTINAZIONE URZULEI Nel cuore della grotta più lunga d’Italia





Sardegn aCala Goloritzé-BauneiUn consorzio di alti servizi per la nautica e il turismo nel Mediterraneo.Con i suoi quasi 2000 chilometri di costa,spiagge finissime e scogliere, la Sardegnaresta a pieno titolo uno dei più bei scenaridel mondo per chi desidera fare del turi-smo nautico. Forte anche della presenzadi diverse isole minori, di parchi, riservemarine e aree protette, questa terra non haeguali nell’offerta turistica del Mediterraneo.Oggi la Sardegna dispone di circa 16.850posti barca, fino a poco tempo fa a carat-tere disomogeneo, soprattutto riguardoalla quantità e qualità dei servizi offerti.In questo quadro di frammentazione dell’offerta è maturata la necessità di costituireun’associazione fra i gestori delle struttureportuali turistiche, che ha assunto la formaconsortile e la denominazione di Rete PortiSardegna. Nata nel 2001, fra quattro sogget-ti pubblici, oggi il Consorzio rete porti Sar-degna, associa 19 fra le principali struttureportuali lungo tutta la costa della Sardegnacon circa 6000 posti barca e persegue l’obiet-tivo di associare tutti i porti turistici (ora nefanno parte circa il 40% del totale) elevan-done lo standard dei servizi, limitando laconcorrenza interna, stabilendo piattaformegestionali comuni e cercando di conquistarenuove fette del mercato dei flussi diportistici. StinCtinasotelsardo La Maddalena Cala BittaFertilia Alghero Porto Rotondo Bosa Punta Marana S.M Navarrese Baunei Arbatax Porto Scuso CagliariCarloforte Capitana Perd’e Sali [email protected] www.retedeiporti.it Foto Massimiliano Maddanu- Grafica BeU4

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foto di Mauro Mendula - Cala Luna



foto di Mauro Sanna - Farfalle



foto di Gabriele Doppiu - Giulia Casu

EditorialePPer prima cosa desidero parlare di voi lettori che in questi anni ci avete sostenuto e incoraggiato. Grazie di cuore. Il vostro affetto è tangibile e sincero. Una forza incredibile che la redazione ha fin qui percepito netta, chiara e costante. È il motore che ci spinge in ogni numero a cer- care di migliorare, di crescere, di maturare. Con la consapevolezza di avere ancora tantissimo da imparare. Non mi piacciono e non ci piacciono le autocelebrazioni, neppure quando i dati sulle vendite potrebbero portare all’euforia. Riteniamo invece sia importante vivere questo mo- mento molto positivo come una responsabilità e un impegno, assunti con chi, dopo l’uscita di ogni numero, si reca in edicola o davanti al computer per acquistare o scaricare la nostra rivista cartacea o digitale. Questo numero 6 è andato in stampa in un periodo in cui il panorama socio economico della nostra isola - come già evidenziato nel numero scorso - resta per certi aspetti disarmante. Anzi, va via via peggiorando. La Sardegna riesce sempre a far parlare di sé e resta ancora il sogno proibito per la maggioranza di quegli italiani che associano l’idea della vacanza al nostro splendido mare. Questa, almeno sulla carta, è una certezza. La vera sfida del futuro però si gioca in fase di programmazione, du- rante la bassa stagione, specie nei mesi più freddi, quando l’isola, da sempre, va inspiegabilmen- te in letargo e, anno dopo anno, perde tante occasioni. Eppure sono molti gli appassionati che capitano per caso in Sardegna, durante l’inverno, e restanoi ammaliati da un fascino travolgen- te. Restano però casi ancora isolati. Siamo lontano anni luce dal modello turistico di Maiorca o di Las Palmas. Meno male per certi versi, ma con tutte le conseguenze che ciò comporta. Non la definirei arretratezza, ma perenne incertezza!!! La Sardegna, continuiamo a ripetercelo, ha scelto di tutelare il proprio territorio. In realtà la Sardegna non ha scelto un bel niente. Come l’Italia. A Roma non si fanno scelte, si sta a guar- dare, affacciati alla finestra, così nell’isola. Non si vogliono le industrie perché inquinano, non si vuole il cemento perché non alteri il paesaggio, non si vuole il turismo di massa perché stressa l’ecosistema costiero, non si vogliono le élite perché la Sardegna deve essere una terra per tutti. Ma allora, qual è la strada da percorrere? I sardi devono ridursi a rappresentare una sorta di riserva indiana in cattività? L’ora della svolta è arrivata da tempo, forse però non è chiaro a tutti, preoccupati come siamo ad aprire dispute sui fatti americani e sulle “sparate” del nuovo presidente, Donald Trump. Qui invece dobbiamo dormire sonni tranquilli, perché le cose vanno a gonfie vele? La realtà è un’altra. A chi ci vuole convincere che i diritti alla mobilità siano stati raggiunti, ricordiamo che mantenere in vita tre aeroporti (qualcuno dimentica volutamente Alghero!) non 11

foto di Enzo Cossu - Uri, tomba dei giganti di Sa Pedra Longa è un capriccio ma un diritto e un dovere. Anche perché la Corsica, la nostra cugina francese, ne fa funzionare quattro a pieno regime per servire una popolazione cinque volte inferiore a quella sarda. Spostarsi in nave deve essere più semplice per fare circolare mezzi e persone più velocemente a costi competitivi. A proposito, della famosa zona franca si sa qualcosa o è l’ennesima bugia raccontata per raccogliere qua e là qualche voto? L’isola riparta da una consapevolezza: ha un potenziale inespresso da far urlare di rabbia. E la mag- gior parte delle persone non lo ha capito e attende che da Roma possa arrivare la svolta. L’inversione di rotta è dentro i sardi, quelli che vogliono lavorare, che desiderano mettersi in gioco per dare un’im- pronta nuova a quella che deve ritornare a essere un gioiello, al centro del Mediterraneo, non alla periferia dell’Italia. Per questo è necessario mettere da parte le vecchie carte geografiche che relegano la Sardegna in una posizione remota. Una visione che per decenni ci ha allontanato dalla Spagna, dalla Francia e dal nord Africa. E non ci sono politica o colore di bandiera che possano interrompere un percorso al cui centro devo- no essere contemplati come elementi predominanti l’affermazione e il riscatto di una terra da sogno, ancora poco conosciuta e schiava di vecchi stereotipi. Queste cose noi le sappiamo bene, iniziamo a spiegarle a chi invece le ignora. Piccoli gesti per cam- biare la prospettiva delle cose e soprattutto il modo di sentire noi stessi. Sempre che si sia pronti ad abbandonare una volte per tutte la mediocrità e a mettere da parte la politica dell’orticello sotto casa. Gabriele Sardu12

Foto di Copertina Periodico semestraleLa Basilica di Saccargia - Gabriele Doppiu Anno VI - Numero 6 - Marzo 2017Stampa Edizioni ArchetypeinnLa Grafica Srl via Palladio, 11 - 07046 Porto Torres - SS - ItalyVia Pigafetta, 41 www.sardegnaimmaginare.it07046 Porto Torres - SS - Italy Registrazione presso il Tribunale di SassariNuove Grafiche Puddu N°1 del 28/02/2013Via del Progresso, 6 Iscritta al ROC con il numero 2414809040 Ortacesus - CA - Italy ISSN 2283-3862Coordinamento logistico e organizzativo Direttore ResponsabileSardinia Press srl Gabriele SarduRegione Santa Barbara 72 [email protected] Sassari In redazioneEditore Eugenia Da BoveArchetypeinn di Juri Masoni Rachele Falchivia Palladio, 11 Laura Fois07046 Porto Torres - SS - Italy Eleonora MadedduTel. +39 349 4628691 Daniela Morocuttiwww.sardegnaimmaginare.it Elisabetta PoetaProgetto Editoriale Chiara PorquedduJuri Masoni Piera Eleonora PorquedduMarco Fiori [email protected] info e contatti Progetto Grafico e [email protected] Juri MasoniCopyright Archetypeinn 2017 www.jurimasoni.com Responsabile marketing e relazioni esterne Scopri i numeri precedenti Giuseppe Piras di Sardegna Immaginare Hanno collaborato a questo numero www.sardegnaimmaginare.it Giovanni Dessole Maria Fiori Alberto Fozzi Fabio Isman Gianni Olandi Enzo Pace Marcello Polastri Gavino Sanna Fotografi e agenzie Marco Corda Enzo Cossu Giulia Cestaro Gabriele Doppiu Oliviero Olivieri Franco Pireddu Giovanni Porcu Mauro Sanna Ivan Sgualdini Giancarlo Trevisan

Indice 26 Venafiorita, storia di un mito Il vecchio aeroporto Vip di Olbia 36 48 Gavino Sanna Sant’Antioco Mesa, la Sardegna che ho nel cuore Storia di un’isola, di un martire e di reliquie contese 76 84 L’arte di Nivola La Costa Rossa Alla scoperta del museo di Orani Dove il sole tramonta fra il mare e i graniti14

EMOZIONI ROMANICHE Tour tra le chiese medievali immerse nel verde62 foto di Mauro Sanna - Saccarg1ia5

94 DESTINAZIONE URZULEI NEL CUORE DELLA GROTTA PIÙ LUNGA D’ITALIA16

110 Immaginare 6 Cartoline dalla Sardegna102 Editoriale 11 di Gabriele Sardu 20Carnevale di passione ItinerarioTra sogno e realtà Paolo Curto Alghero in tinta rosa 20 Storie fotografiche dal mondo La Riviera del Corallo apre il 100° Giro d’Italia Il trafficante d’arte 55 124 Sant’Antioco 56 L’arcipelago del Sulcis L’uomo e il mare 134 118 I percorsi di Trekking 138 Monte TorruFarmAsinara Sardegna a10 gradi Personaggi da scoprire 144Le officine cosmetiche dell’Asinara Istantanee insolite dall’isola Jacopo Scassellati delle vacanze Un maestro dell’arte contemporanea 166 Tradizione e idee innovative, i gioielli senza tempo di 148 Antonello Delogu132 Arrogalla 152 Viaggio alal scopertaIl Parco di Porto Conte del paesaggio sonoro in Sardegna170 Mirtò Moda in Sardegna La Sardegna in vetrina Greta Tulipani di Emanuela Mura 174 Colore e geometrie 156 per donne dinamiche Letture 178Shardana Challenge Chef in Sardegna Clelia Bandini 17

itinerario asinara cala reale la costa rossa castelsardo Venafiorita Parco di porto conte monte torru orani urzulei Baunei tortolì arbatax UTA Sant’Antioco Sant’Anna arresi18

Lux Villa Sardinia - Agenzia Immobiliare di Nuova GenerazioneSiamo partiti da emozioni e desiderio, abbiamo aggiunto professionalità e tecnologie moderne,abbiamo unito la mentalità locale a quella straniera e siamo arrivati ad una qualità di servizi chesoddisfa richieste più esigenti della gente da tutte le parti del mondo.Dott.ssa Irina Pushkova - Associato FIAIP+39 334 5920018 [email protected] luxvillasardinia.ru luxvillasardinia.com

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ALGHEROIN TINTA ROSA LA RIVIERA DEL CORALLO APRE IL 100° GIRO D'ITALIA di Gabriele Sardu Servizio fotografico di Gabriele Doppiu

LLa Riviera del Corallo da qualche mese si è tinta di rosa. Il profumo del mare catalano e i colori di Alghero sono pronti ad aprire la centesima edizione del Giro d’Italia. E al mondo non c’è competizio- ne ciclistica più famosa per le storie, le battaglie e le vittorie che in un secolo hanno coinvolto milioni di appassionati. E proprio la passione per i pedali in Sardegna è cosa ben nota, dai tempi di Fausto Coppi e Gino Bartali. L’isola e tutta l’Italia uscivano malconce dalla Seconda Guerra Mondiale e sulle gesta dei due campioni riversavano quell’entusiasmo e la gioia di rinascita, sopiti per troppo tempo, durante il conflitto. Immagini in bianco e nero che con orgoglio si ammirano oggi per onorare il primo secolo di vita del Giro d’Italia. Da Alghero a Milano passando per tappe a cronometro, scalate e volate all’ultimo secondo. La torre del Sulis affacciata sul mare, nel pieno centro di Alghero da mesi è illuminata col colore rosa della Gazzetta dello sport. La città è in fermento e sarà il piazzale della Pace, lungo la passeggiata, a ospitare il quartier generale del popolo sportivo a pedali. A qualche decina di metri le mura antiche che custodiscono il cuore pulsante di un centro capace di conservare le sue origini, aprirsi alla gente e in grado di diventare negli anni la capitale sarda del turismo. Inconfondibile il profilo della città coi due bei campanili del uomo di Santa Maria e di San Francesco insieme al cupolino dai mille colori di San Michele. Alghero è come una donna dal fascino travolgente, bella d’estate e irresistibile anche nei mesi inverna-22

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li. Perché il clima nella Riviera del Corallo non è mai troppo rigido e una passeggiata nelle innumere- voli spiagge è una salutare attività, sempre praticabile. Da San Giovanni a Maria Pia, dalle Bombarde a Mugoni, passando per il Lazzaretto fino all’estremità di Porticciolo. Tanta natura intervallata qua e là dalla grande storia e dall’archeologia. Testimonianze di un passato molto antico sono il nuraghe Palmavera lungo la strada che conduce al mare e la necropoli di Anghelu Ruju, a due passi dallo scalo aeroportuale di Fertilia. Un aperitivo al tramonto sui bastioni è d’obbligo per dominare il mare, con lo sguardo rivolto al Gigante sdraiato di Capo Caccia e al suo faro e al grande porto turistico, costellato da una distesa di piccole e grandi imbarcazioni. Tra queste i traghetti che quotidianamente conducono migliaia di turisti nella baia di Porto Conte e nelle spettacolari grotte di Nettuno. E quando del sole non è rimasto che il ricordo, per i vicoli è un inseguirsi di aromi che s’incontrano e si mischiano nel dedalo di vie della città vecchia. Sono i ristorantini e le pizzerie, già pronti a servire la cena nel menù non possono mancare l’aragosta alla catalana o i ricci di mare che, ad Alghero, sono una vera e inconfondibile specialità. Le notti estive sono molto lunghe e tutte le strade, tra una passeggiata e un gelato, sono animate da un brulicare di vacanzieri, giovani e meno giovani, che danno vita ad una gioiosa movida catalana. La vetrina del Giro d’Italia non può che porre l’accento su una meraviglia del Mediterraneo, cono- sciuta in tutta Europa, anche se Alghero non si può raccontare o spiegare, si deve vivere.24

TUTTO IL ROSA DELLA VITE. Rosa come l’alba sulle dune bianche di Porto Pino, come i fenicotteri dei suoi stagni; rosa come la prestigiosa maglia e la carovana che attraverseranno borghi, cime, sugherete, vigneti di Sardegna. Dedichiamo a tutti gli appassionati,gli sportivi e i protagonisti di questa meravigliosa gara la nostra “rosa”: un Carignano in purezza con cui celebrare la bellezza di una competizione unica come la nostra Isola e i suoi vini. Bentornato in Sardegna caro Giro.MESA. LA CANTINA DI GAVINO SANNA. 25

Notizie dall’aria VENAFIORITA STORIA DI UN MITO IL VECCHIO AEROPORTO VIP DI OLBIA di Gabriele Sardu26

Piazzale aeromobili Venafiorita - ph Giancarlo Trevisan 27

IIl piazzale degli aeromobili è praticamente Con questa prerogativa mosse i primi passi la integro, come la pista di volo del vecchio Costa Smeralda e iniziò l’avventura gallurese aeroporto di Olbia Venafiorita. È là che nella realtà del trasporto aereo. ha mosso i primi passi la compagnia aerea A dire il vero, ad Olbia di aerei se n’erano già Meridiana, nata in quel piccolo scalo con lo visti: nell’idroscalo, intitolato a Fausto Noce. storico nome di Alisarda. Dopo la fine del secondo conflitto mondiale Fu grazie all’intuizione del principe Karim fu proprio Venafiorita ad affermarsi con una Aga Khan che vide in quel tratto di terra tra corta pista in terra battuta su cui atterrò la Terranova e la Costa una possibilità di sviluppo compagnia Airone che copriva la tratta diretta con un modello turistico, sconosciuto fino ad Olbia-Roma e operava sempre su Olbia, come allora, sull’isola. tappa intermedia, nelle tratte che da Cagliari Far conoscere la Sardegna in tutto il mondo. arrivavano a Pisa e a Milano. Lo scalo gallurese28

Fokker 27 e Fokker 28 parcheggiati di fronte all’hangar di Venafiorita - ph Giancarlo TrevisanL’hangar oggi - ph Gabriele Sardu 29

Fokker 27 Alisarda con i nuovi colori - ph Giancarlo Trevisan fu poi inserito nella rotta: Cagliari-Alghero- tecnici da risolvere, visto che la strada che da Olbia-Roma-Napoli. Olbia conduceva a Loiri lambiva (e lambisce Nato come aeroporto militare nella Seconda ancora) la pista di volo. Un solo muretto a secco Guerra Mondiale, Venafiorita sorse su un separava la strada dal sedime aeroportuale e fu terreno paludoso che strideva di sicuro col suo necessario installare dei semafori per regolare nome. Fu costruito dai tedeschi, venne utilizzato il traffico automobilistico e gli avvicinamenti più come aeroporto di appoggio e rifornimento a bassissima quota dei velivoli. Se a questo si che come base vera e propria. aggiungevano gli “sconfinamenti” di qualche Il 1964 fu di sicuro l’anno della svolta. Il gregge di pecore, l’atterraggio con brivido era principe Aga Khan intuì l’importanza di basare assicurato. la nascente compagnia Alisarda, proprio in quel Sono tante le immagini in bianco e nero, specie piccolo aeroporto dove posò per la prima volta di archivi privati, che ritraggono personaggi le sue ruote il Beechcraft da otto posti. come Ringo Star in transito a Venafiorita. Un Da subito si rese necessario l’allungamento sogno, un miraggio, una favola quell’aeroportino della pista. E non pochi furono i problemi che, pochi anni dopo, sarebbe stato mandato in30

Fokker 27 - ph Giancarlo TrevisanPersonale manutentivo a Venafiorita - ph Giancarlo Trevisan 31

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Fokker 28 durante le fasi di sbarco a Venafiorita - ph Giancarlo Trevisan

Hangar dei Carabinieri 10° nucleo elicotteri di Olbia Venafiorita - ph Gabriele Sardu pensione dal più moderno e funzionale Costa generale che in Gallura ha un peso economico Smeralda. L’entrata in linea dei Dc9 Alisarda molto importante: il Costa Smeralda, in estate, segnò irrimediabilmente le sorti di Venafiorita. si attesta infatti tra i principali scali italiani per Negli anni la struttura dello scalo si è mantenuta numero di movimenti tra decolli e atterraggi. La inalterata, anche se sono sparite le scritte e le soluzione fu poi scartata e tutti gli investimenti insegne di Alisarda che, fino a qualche anno vennero orientati proprio sul principale fa, coloravano i bassi caseggiati e l’hangar aeroporto olbiese. grigio di ferro e lamiera. Una passeggiata nel Oggi Venafiorita ospita il 10° nucleo degli piazzale aeromobili in asfalto, disseminato elicotteristi dei Carabinieri. Appartengono ormai di buche più o meno grandi, consente di all’Arma il grande hangar per gli aeromobili ad avere una visione totale dell’intero complesso ala rotante e la caserma che ospita i militari. aeroportuale. Ancora percorribile la bretella di rullaggio su cui gli aerei procedevano per Un ringraziamento va all’Arma dei Carabinieri e in particolare al raggiungere la pista di volo. capitano Rosario Scaffidi, comandante del 10° nucleo elicotteri di Oltre dieci anni or sono fu condotto uno Olbia Venafiorita, a Giancarlo Trevisan per la disponibilità delle studio, nel quale si ipotizzava il trasferimento foto d’epoca e a Luca Granella, scrittore e storico dell’aviazione, per sul Venafiorita di tutto il traffico dell’aviazione la supervisione dell’articolo.34

Cosmetici Naturali prodotti nel Parco Nazionale dell’Asinara Dalle piante della Sardegna, Ricerca scientifica e Cosmetici di qualità Località Cala Reale - Isola dell’Asinara



MESALA SARDEGNA CHE HO NEL CUORE di Gavino Sanna Foto archivio Mesa

Gavino Sanna e la moglie Lella 38

CCosa mi ha spinto dopo cinquanta anni di La cantina MESA vista dallo Stagno di Maestrale felice e gratificante carriera pubblicitaria a reinventarmi vigneron nel profondo Sud della Vermentino e Cannonau in quell’angolo di Sardegna? La risposta è molto semplice: l’amore paradiso che è - ancora - la valle di Porto Pino per la mia terra. Nessun motivo economico, né dove è nata la Cantina MESA di mia proprietà. attitudine “modaiola”, ma l’affetto profondo E la location non è casuale. Questa porzione e sincero di un figlio che dopo molti anni di Sardegna sud-occidentale è un luogo che di lontananza, torna alla sua terra-madre e mi affascina e ricorda - a me “settentrionale” le tributa un’ultima grande e meravigliosa di Porto Torres - là mia Sardegna, quel luogo avventura. Se parlate con chi produce vino vi meraviglioso che rappresenta le mie origini, la dirà che è cosa faticosa e tutt’altro che foriera dove sono radicati i miei affetti e ricordi. di facili ed immediati guadagni. È un’arte più Un luogo del cuore più che fisico, una terra che un business che richiede umiltà e pazienza. difficile ora da ritrovare, a causa dello sviluppo E fatica, in primis per me, bevitore occasionale edilizio e dell’eccessiva antropizzazione di gran - e in particolare di vini dolci - e all’oscuro di parte delle coste; del mutamento di valori e tutto ciò che possa riguardare aspetti enologici costumi che ha interessato l’isola nell’ultimo e agronomici basilari. Eppure saggiamente trentennio, e - forse - anche perché gli occhi con ritiratomi a coltivare il mio orto dopo tante cui guardo ora l’isola non sono più quelli del avventure in campo pubblicitario, eccomi giovanissimo ragazzo che vedeva allontanarsi la qui novello Candide a produrre Carignano, costa per recarsi nella grande Milano, città così distante e diversa dal paese della mia gioventù di bainzino, come siamo chiamati noi di Porto Torres. 39

Un particolare della cantina Nello splendido territorio di Sant’Anna Arresi colline e mese verdissime dove ancora sopravvive dove ha sede la cantina, ritrovo un po’ della la tradizionale pastorizia, dove cervi e cinghiali mia isola che si è persa con l’avanzare del non sono un semplice richiamo turistico, progresso e dei tempi. Luogo affascinante il terra solcata dalle tracce visibili della fatica di Sulcis, per alcuni versi con suggestioni ancora generazioni di uomini che ne hanno scavato le arcaiche, terra in cui sopravvive una tradizione viscere per trarne prezioso carbone. Qui oltre di magia e riti popolari profondi ed ancestrali, al profumo di ginestra, rosmarino selvatico angolo dalle mille ricchezze paesaggistiche ed e mare con cui il vento avvolge il visitatori; umane: richiami africani fatti di vento caldo qui ho respirato ancora il “calore” autentico che porta sabbia ed eleganti fenicotteri che della mia terra. Rapito da tanta bellezza volano in piccole lagune, ardite falesie su mari ho voluto omaggiare l’Isola dove sono nato color smeraldo, turchese e cobalto; spiagge con ultima campagna pubblicitaria che ne di dune bianchissime ed oasi di secolari pini esaltasse le ricchezze e la bellezza, la generosità d’Aleppo; un entroterra dolce e amaro di rocce ed i tesori naturali ed umani che da sempre e macchia che ricorda il miele di corbezzolo, genera, accoglie e nutre con affetto materno.40

Gavino Sanna 41

Il portale e la grande parete esterna ricreano le suggestioni delle etichette dei vini Mesa

Il portale d’ingresso 43

Una campagna che non avesse come media Vinificatori giornali, radio o TV ma il vino; uno dei più autentici ed antichi gioielli di questa terra. terra profondamente matriarcale, donne forti E volevo che i miei vini portassero che nei secoli ne hanno incarnato e tramandato orgogliosamente per il mondo il nome del i valori autentici, donne fulcro dell’oikos sardo territorio dove sono nati, e raccontassero al e protagoniste della vita al di là dell’immagine mondo che la Sardegna di oggi è molto di più che le vuole sacrificate alla balentia maschile. di tanti stereotipi che la confinano a luogo di Allo stesso modo le mie bottiglie devono portare vacanze balneari. nel mondo le qualità della loro patria, narrarne il E per creare questo racconto ho tradotto cuore attraverso il sapore deciso del Carignano, in linguaggio moderno tradizioni antiche e o la freschezza marina del Vermentino. simboli che sono parte dell’anima più profonda Ho poi ornato queste scure bottiglie con piccoli dell’Isola. Le bottiglie nerovestite ed austere cammei, etichette minimali che, sopra un punto sono un tributo alla dignità delle donne di questa di colore, riproducono in uno stile moderno i tradizionali arazzi sardi. Come retro etichette infine non ho voluto semplici indicazioni44

Un particolare interno della cantina 45

La cantina MESA - Vitigno di Carignano del Sulcis46

Vinificatoridi servizio e doverose informazioni di leggi del successo di mercato e di critica registrati,ma piccole poesie che raccontano in modo amo pensare che chi sorseggia un calice delsognante i caratteri del vino e della terra da cui nostro Vermentino possa sinceramente, insiemenasce. Ho disegnato quindi per il prezioso vino ai profumi e sapori cogliere anche l’anima ed ilche andavano a custodire un vestito raffinato e valore della terra in cui è nato questo Vermentino,bello come solo i costumi da festa isolani sanno sappia in qualche modo “sentire” un po’ dellaessere. Questo mio tributo filiale alla mia terra, bellezza naturale ed unica di quest’Isola.“madre” che ho sempre portato nel mio cuore Così quando dalla cantina osservo i filari cosìcon orgoglio. Un omaggio che ritengo sia stato ordinati che sembrano pettinati, le colline checapito e gradito se in poco tempo ha visto crescere al tramonto si colorano di rosa ed il vento chela cantina MESA e registrare un successo ed dalla vicina baia porta profumo di mare; in queiuna crescita incredibile, se ha portato la nostra momenti ho il piacere di credere che la mia isolaproduzione ad esordire con il primo premio voglia dirmi «Bentornato a casa figlio mio».assoluto per la corporate image. Ma al di là Ecco questa è la Sardegna che ho nel cuore. 47

SANT’ANTIOCO STORIA DI UN’ISOLA, DI UN MARTIRE E DI RELIQUIE CONTESE di Fabio Isman48

Servizio fotografico Oliviero Olivieri 49

SSant’Antioco è isola irripetibile. Conserva, Il santo che viene dal mare intonsa, la stratigrafia di oltre trenta secoli di storia. Dalle necropoli puniche, di cui poi quattordici capolavori, dal museo di Cleveland, parecchie riabitate («nel 1976, vi vivevano quaranta anni dopo essere stato trafugato ancora 10 famiglie», dice il sindaco Mario dall’antica Sulky. Ma il luogo è anche il teatro Corongiu), a un castello sabaudo, passando di una singolare querelle, che, per l’importanza, per l’acropoli con il suo tophet; e due immensi travalica i suoi undicimila e rotti abitanti: la lotta leoni guardiaporta, un ponte, anfiteatro e strade tra due città, nel nome di un santo. Ovviamente, romane; perfino rarissime catacombe di ebrei quello che lo ha dato all’isola nell’isola. (una donna, Beronice, giace accanto a una Sant’Antioco arriva forse dalla Mauritania, menorah, il candelabro sacro per gli israeliti, il dove nasce verso il 95. E, logicamente, era nero cui primo esemplare Mosè forgia in oro appena di carnagione. Si celebra tre volte all’anno: disceso dal monte Sinai e ricevute le Leggi); e quindici giorni dopo Pasqua per Sa festa manna, dal 2006, possiede anche uno stupendo museo, la più importante; il primo agosto data in cui allestito da Piero Bartoloni, allievo di Sabatino gli fu dedicata la chiesa; e il 13 novembre Moscati e ordinario all’Ateneo di Sassari, tra dies natalis per il Martirologio. Era fratello i cui vanti c’è l’Arciere del IX secolo a.C.: un di un altro martire, San Platano. Molteplici bronzetto nuragico più grande del normale, le versioni sulla sua vita; la più accreditata, scavato clandestinamente, passato per le mani dopo decenni di studi, la offre forse Roberto di uno dei grandi trafficanti, italiano ma con Lai, già sottufficiale dei Carabinieri per la negozio e depositi a Basilea, venduto sul mercato tutela del patrimonio culturale, e che ormai si internazionale e restituito, nel 2009 con altri è votato proprio ad Antioco, “il santo venuto dal mare”. Il quale, fin dal Seicento, era considerato, dicono molti documenti, il patrono50


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