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PRESS of THE POPE HAD TO DIE by Antonio Preziosi

Published by calcatrapola, 2021-05-24 14:33:53

Description: PRESS of THE POPE HAD TO DIE At the Heart of One of the Most Dramatic Moments of Recent History book by Antonio Preziosi, published by San Paolo Edizioni Milano, March 2021

Rassegna stampa
Il Papa doveva morire di Antonio Preziosi

Keywords: THE POPE HAD TO DIE,Antonio Preziosi

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11/04/2021 08:50 https://spettacolomusicasport.com/feed/ Sito Web \"A Sua Immagine\" la festività della Divina Misericordia La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato francy279 Spettacoli Lascia un commento Domenica 11 aprile si celebra la festività della Divina Misericordia voluta da San Giovanni Paolo II che l'ha istituita nel 2000, durante la canonizzazione di suor Faustina Kowalska, nella domenica dopo Pasqua, la cosiddetta \"Domenica in albis\". Lorena Bianchetti ne parlerà su Rai1 alle 10 con il giornalista e scrittore Antonio Preziosi, autore del libro \"Il Papa doveva morire\" che racconta dell'attentato a San Giovanni Paolo II quarant'anni fa, e con il teologo don Armando Matteo. Filo conduttore della puntata sarà la Misericordia alla quale Papa Francesco ha dedicato l'ultimo Anno Santo e suor Faustina Kowalska che consacrò la sua vita alla Divina Misericordia dopo le apparizioni di Gesù. Quest'anno, tra l'altro, è stata celebrato il novantesimo anniversario della prima apparizione avvenuta il 22 febbraio 1931, nel convento di Plock, in Polonia. Alla religiosa - beatificata nel 1993 e canonizzata nel 2000 da San Giovanni Paolo II - Gesù affidò la missione di proclamare al mondo la Divina Misericordia, di diffondere la Sua immagine come le era apparsa, con la scritta \"Gesù confido in te!\", e di trasmettere nuove forme di culto della Divina Misericordia. Condividi: LIBRI SAN PAOLO - Rassegna Stampa 18/03/2021 - 20/05/2021 101

11/04/2021 11:24 la-notizia.net Sito Web Anticipazioni per \"A Sua Immagine\" dell'11 aprile alle 10.30 su Rai La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato 1: la Domenica in Albis, la SS. Messa e l'Angelus dal Vaticano Anticipazioni per \"A Sua Immagine\" dell'11 aprile alle 10.30 su Rai 1: la Domenica in Albis, la SS. Messa e l'Angelus dal Vaticano Anticipazioni per \"A Sua Immagine\" dell'11 aprile alle 10.30 su Rai 1: la Domenica in Albis, la SS. Messa e l'Angelus dal Vaticano \"A Sua Immagine\": La festività della Divina Misericordia Domenica 11 aprile si celebra la festività della Divina Misericordia voluta da San Giovanni Paolo II che l'ha istituita nel 2000, durante la canonizzazione di suor Faustina Kowalska, nella domenica dopo Pasqua, la cosiddetta \"Domenica in albis\". Lorena Bianchetti ne parlerà su Rai1 alle 10 con il giornalista e scrittore Antonio Preziosi, autore del libro 'Il Papa doveva morire' che racconta dell'attentato a San Giovanni Paolo II quarant'anni fa, e con il teologo don Armando Matteo. Filo conduttore della puntata sarà la Misericordia alla quale Papa Francesco ha dedicato l'ultimo Anno Santo e suor Faustina Kowalska che consacrò la sua vita alla Divina Misericordia dopo le apparizioni di Gesù. Quest'anno, tra l'altro, è stata celebrato il novantesimo anniversario della prima apparizione avvenuta il 22 febbraio 1931, nel convento di Plock, in Polonia. Alla religiosa - beatificata nel 1993 e canonizzata nel 2000 da San Giovanni Paolo II - Gesù affidò la missione di proclamare al mondo la Divina Misericordia, di diffondere la Sua immagine come le era apparsa, con la scritta 'Gesù confido in te!', e di trasmettere nuove forme di culto della Divina Misericordia. www.asuaimmagine.rai.it [email protected] LIBRI SAN PAOLO - Rassegna Stampa 18/03/2021 - 20/05/2021 102

16/04/2021 diffusione:23650 Pag. 18 tiratura:69727 Zibaldone La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato ANTONIO SOCCI LA STORIA SONO LORO Siamo al 25 aprile e Repubblica (11/4) intervista lo storico Giovanni De Luna, autore di una storia del Partito d'Azione. Nel titolo esalta quella formazione politica la cui classe dirigente - dice il quotidiano - fu «capace di ricostruire il Paese». Il sommario ribadisce che «furono capaci di risuscitare una nazione in macerie». Le precise parole dello storico sono queste: «Seppero trasformarsi da intellettuali a combattenti e poi furono capaci di guidare la ricostruzione». Ma è davvero così? Il Partito d'Azione ebbe la presidenza del Consiglio con Parri per soli 5 mesi (dal 21 giugno 1945 al 10 dicembre 1945) in un governo largamente dominato dai grandi partiti popolari: Dc, Pci e Psi. Il PdA fu del tutto marginale nel Paese e visse lo spazio di un mattino: alle elezioni del 1946 prese l'1,45 per cento. Nel 1947 si sciolse e alle decisive elezioni del 18 aprile 1948 non c'era già più, né è mai rinato. Fu certamente significativo il contributo dell'azionismo alla Resistenza. Questo va giustamente valorizzato. Ma dire che guidò la ricostruzione, che fu «capace di ricostruire il Paese», è obiettivamente surreale. ROGHI Il ministro Franceschini annuncia la fine della censura cinematografica, che però era già una cosa del passato. Giulio Meotti osserva: «Via la censura di stato. Ora ci sono la censura e l'autodafé politicamente corretti. Il ministro Franceschini dice che \"l'arte torna libera\". Ma in tutta la cultura occidentale si è imposto un vero regime su quel che si può dire o scrivere. Tolgono persino Peter Pan dalle biblioteche pubbliche». Peraltro viene da chiedersi quanti, fra coloro che hanno esultato per l'annuncio di Franceschini, hanno protestato per la censura di Trump da parte dei social in gennaio e quanti l'hanno invece giustificata o applaudita. LA SUORA MISTERIOSA A40 anni esatti dall'attentato a Giovanni Paolo II si torna a parlare di un enigma relativo a quel 13 maggio 1981. Alì Agca, che era un professionista e da breve distanza non poteva fallire, spiegò al giudice Ilario Martella che aveva sparato solo due colpi perché «accanto a me c'era una suora che ad un certo momento mi ha preso il braccio destro, per cui non ho potuto continuare a sparare. Altrimenti avrei ucciso il Papa». Antonio Preziosi ha appena pubblicato il libro Il Papa doveva morire (San Paolo) e anche lui ha verificato che questa suora non era quella suor Letizia Giudici che in seguito sbarrò la strada all'attentatore in fuga, perché stava molti metri indietro: «Non sono stata io ad abbassargli il braccio». Preziosi conclude: «Quel giorno in piazza San Pietro dovevano esserci due suore. Una è certamente suor Letizia Giudici. L'altra non si sa: frutto della fervida fantasia di Alì Agca? O forse c'era davvero una seconda suora? La risposta non la sapremo mai». In realtà da molti anni si parla della religiosa in questione che risulta essere suor Rita Montella (al secolo Cristina Montella), agostiniana morta in fama di santità il 26 novembre 1992 nel monastero di clausura di Santa Croce sull'Arno, in Toscana. Suor Cristina, che era legata a padre Pio, aveva grandi doni mistici e la Chiesa sta oggi valutando l'apertura del processo di beatificazione. Fu un caso di bilocazione. Così fu sventato l'attentato che avrebbe cambiato la storia della Chiesa e del mondo. La testimonianza diretta di suor Cristina su questa vicenda è stata riportata dal suo biografo, il padre passionista Franco D'Anastasio, e poi in altre pubblicazioni (di Arcangelo Aurino, di Cristina Siccardi e anche dell'autore di questa rubrica. www.antoniosocci.com LIBRI SAN PAOLO - Rassegna Stampa 18/03/2021 - 20/05/2021 103

19/04/2021 La Difesa del Popolo.it Sito Web \" Il Papa doveva morire \". L'attentato a Giovanni Paolo II oltre la La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato cronaca nel libro di Preziosi \"Il Papa doveva morire\". L'attentato a Giovanni Paolo II oltre la cronaca nel libro di Preziosi Il giornalista offre anche una chiave di lettura, incentrata sulla fede, dei fatti che avrebbero inciso profondamente sul pontificato di Karol Wojtyla. Gli eventi ripercorsi anche attraverso testimonianze e dettagli poco conosciuti o inediti 19/04/2021 Due, forse tre colpi di pistola: Giovanni Paolo II si accascia nella campagnola bianca in piazza San Pietro. Erano le 17.17 del 13 maggio 1981. Un momento che resterà nella storia, per Karol Wojtyla, per la Chiesa, per l'Europa e il mondo. Il Papa sopravvive, forse miracolosamente, e l'attentatore, Ali Agca, non se lo spiega: \"Ho sparato da quattro metri, non potevo sbagliare\". Nel suo nuovo libro dal titolo \"Il Papa doveva morire\" (edizioni San Paolo), il giornalista Antonio Preziosi, a 40 anni di distanza analizza quel fatto, con la cronaca minuziosa di quel giorno, la storia di ciò che avvenne dopo, soprattutto l'incontro tra la realtà, che si può provare, e quel lato mistico, connesso alla fede. Da quel momento, infatti, il Pontefice resterà convinto, per tutta la vita, di essere stato salvato dalla misericordia di Dio, per intercessione di Maria che avrebbe materialmente deviato il proiettile. E Preziosi su questo punto racconta che fu lo stesso chirurgo Francesco Crucitti, primario del Policlinico Gemelli che operò Wojtyla d'urgenza per salvargli la vita, a non riuscire a spiegarsi la \"strana traiettoria\" del proiettile: un percorso a zig-zag, entrato dall'addome, uscito dal bacino, che evitò tutti gli organi vitali e l'arteria principale, di pochi millimetri. Oltre la cronaca del 13 maggio 1981. Le fasi concitate del soccorso in piazza, la corsa al Gemelli con un'ambulanza senza sirena, che si era rotta, l'angoscia del mondo e la preghiera nelle ore dell'operazione. Ecco i primi fatti scritti nella storia di quel giorno. E, poi, il perdono che Giovanni Paolo II, già pochi istanti dopo l'attentato, concede al killer dei Lupi Grigi, per poi ribadirlo quando lo va a trovare in carcere. Le diverse versioni date da Agca. Preziosi racconta tutto con il piglio del cronista, ma con uno sguardo al mistero di Dio. I riflettori si accendono, dunque, sulla fede profonda di Karol Wojtyla, che si affida alla Madonna con il suo motto \"Totus tuus\", che un anno dopo l'attentato si reca a Fatima e fa incastonare il proiettile che lo ha colpito nella corona della statua di Maria. Fatima, da dove tutto ha inizio, con il \"Terzo Segreto\" che, il Papa ne era convinto, parlasse del suo assassinio. Tra le questioni rimaste aperte l'improbabile errore di Agca, killer professionista, che, sparando da meno di quattro metri, non riesce a uccidere il Pontefice. E, poi, il mistero della seconda suora (oltre a quella che materialmente bloccò con energia la fuga del killer) che avrebbe trattenuto il braccio di Agca, facendolo sbagliare. Non si seppe mai chi fosse. Tutti segni che - ne era convinto il Papa santo - hanno a che fare con la misericordia di Dio. Che ha voluto risparmiarlo, perché da quel momento, per lui, aveva un disegno particolare. Le testimonianze. Nella sua ricostruzione dell'agguato a Giovanni Paolo II Preziosi indica dettagli poco conosciuti o inediti. Analizza le ragioni e le conseguenze del gesto, evidenziando tutte le implicazioni di cronaca, storiche e spirituali dell'attentato. L'autore racconta alcune testimonianze dirette, come quelle di suor Letizia Giudici che fermò il terrorista Ali Agca e del professor Renato Buzzonetti, il medico del Papa. Tantissimi, poi, i dettagli ricordati dal card. Stanislao Dziwisz, già segretario personale del Papa, e da diversi altri testimoni. \"Il racconto coinvolge il lettore come in un 'film' che ha una duplice regia - si legge nella presentazione -: una umana (i mandanti ancora oscuri dell'attentato) e una soprannaturale (la mano che deviò il proiettile salvando la vita al Papa)\". \"Molte sono le zone LIBRI SAN PAOLO - Rassegna Stampa 18/03/2021 - 20/05/2021 104

19/04/2021 La Difesa del Popolo.it Sito Web d'ombra e di mistero che ancora giacciono non chiarite\", scrive Preziosi. \"E forse non sarà La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato facile, nemmeno per gli storici, venire a capo del 'garbuglio' (Wojty?a lo definì così in una conversazione con Indro Montanelli) che con grande probabilità si celava e si cela ancora dietro l'attentato. Una cosa ci è apparsa certa: quel giorno, in piazza San Pietro, il Papa doveva morire\". La \"rinascita spirituale\". Il presidente del Pontificio Consiglio per la promozione della nuova evangelizzazione, mons. Rino Fisichella, nella prefazione, sottolinea un particolare aspetto del volume di Antonio Preziosi. \"Questo libro ha il merito di porre l'attentato come una chiave di lettura dell'intero pontificato, per evidenziare quanto Giovanni Paolo II abbia visto in quel fatto una 'rinascita spirituale'\". \"Preziosi si rivela un eccellente interprete: analizza i dati, li mette in relazione e cerca di trovare una via per uscire dal labirinto in cui è racchiusa la drammatica vicenda che ancora ai nostri giorni mostra aspetti inediti e spesso contraddittori\". Infine, mons. Fisichella ribadisce che \"aprire di nuovo questo capitolo a quarant'anni di distanza può aiutare a mantenere viva quella memoria storica che ha bisogno di essere sempre alimentata, perché non venga perduto il ricordo e il significato che ha posseduto non solo per la generazione che ha sperimentato il dramma di quel giorno, ma soprattutto per quanti non l'hanno vissuto\". Filippo Passantino Copyright Difesa del popolo (Tutti i diritti riservati) Fonte: Sir LIBRI SAN PAOLO - Rassegna Stampa 18/03/2021 - 20/05/2021 105

19/04/2021 Madre Pag. 56 N.4 - APRILE 2021 In cammino verso la salvezza La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Anche quest'anno la Settimana santa è segnata dalle norme anti-contagio. Possiamo, però, vivere e approfondire la passione e la Resurrezione di Gesù supportati da nuove pubblicazioni e dalle riflessioni di papa Francesco . P A S Q U A di Francesco Antonio Grana to contro, ma ci spalanca le mani. Le sue piaghe sono aperte per noi e da quelle piaghe siamo stati guariti. Baciamole e capiremo che proprio lì, nei buchi più dolorosi della vita, Dio ci aspetta con la sua misericordia infinita. Perché lì, dove siamo più vulnerabili, dove ci vergogniamo di più, lui ci è venuto incontro. E ora che ci è venuto incontro, ci invita a ritornare a lui, per ritrovare la gioia di essere amati». Bergoglio ha indicato ai fedeli il senso autentico della Pasqua cristiana, i cui riti si svolgeranno, anche quest'anno, nel rispetto delle regole anti-contagio per evitare la diffusione della pandemia. Sia la Congregazione per il culto divino e la disciplina dei sacramenti che la Conferenza episcopale italiana hanno, infatti, già emanato delle norme per partecipare alle celebrazioni della Settimana santa in sicurezza, incentivando le dirette streaming dei riti che ricordano la passione, morte e Resurrezione di Gesù. Proprio per aiutare i fedeli a vivere intensamente la prossima Pasqua, la Libreria editrice vaticana (Lev) ha pubblicato diversi sussidi. Innanzitutto la Via crucis curata da Luciano Marotta, con le meditazioni delle quattordici stazioni tratte dai testi di papa Francesco . Poi un libretto, realizzato da monsignor Giuseppe Merola, che racchiude la lettera apostolica di Bergoglio, Patris corde, pubblicata in occasione del 150° anniversario della dichiarazione di san Giuseppe quale patrono della Chiesa universale. Il testo contiene un'utile appendice con le preghiere al santo ed è impreziosito da una ricca sezione con il magistero sul padre putativo di Gesù degli ultimi Pontefici, dal beato Pio IX, che proclamò san Giuseppe patrono della Chiesa universale, a Francesco. «Oggi come allora», scrive Merola, «la comunità dei credenti si trova a fronteggiare un grave momento storico. Oggi il nemico è un essere invisibile che semina pandemia, sofferenza e in molti casi anche morte. Il Pontefice rileva, però, che ciò nonostante tante persone comuni si stanno adoperando, in silenzio e senza ostentazione, nel servizio caritatevole di fratelli e sorelle in difficoltà, sul modello di san Giuseppe». Anche il cardinale Lorenzo Baldisseri, segretario emerito del Sinodo dei vescovi, ha pubblicato una Via crucis, edita sempre dalla Lev, arricchita da quattordici tele di pittori contemporanei. «La maestra di catechismo», scrive il porporato, «ci insegnava con la sua semplice sapienza popolare che la Via crucis è come il treno che si ferma alle stazioni per far salire e scendere i passeggeri. Sono quattordici le scene che narrano la passione e l'amore di Gesù. Supportano ciascuna una crocetta e tutte, l'una dopo l'altra, con un numero e un titolo, intorno alle pareti della Chiesa, fanno corona alla grande croce che si innalza sull'altare». Le edizioni San Paolo hanno raccolto in due preziosi volumi, In cammino verso Gerusalemme e Ti racconto la Pasqua, le riflessioni di Francesco rispettivamente su Quaresima e su Settimana santa e Pentecoste. «Il Signore», ha affermato il Papa, «ci promette che, con la potenza della sua Resurrezione, può far risorgere noi e le nostre comunità dalle macerie causate dall'ingiustizia, dalla divisione e dall'odio». E ha aggiunto: «Con gli occhi della fede, riconosciamo la presenza del Signore crocifisso e risorto in mezzo a noi, impariamo ad accogliere la sua sapienza liberatrice, a riposare nelle sue ferite e a trovare guarigione e forza per servire il suo regno che viene nel nostro mondo. Dalle sue piaghe siamo stati guariti; nelle sue piaghe, cari fratelli e sorelle, troviamo il balsamo del suo amore misericordioso; perché egli, buon samaritano dell'umanità, desidera ungere ogni ferita, guarire ogni ricordo doloroso e ispirare un futuro di LIBRI SAN PAOLO - Rassegna Stampa 18/03/2021 - 20/05/2021 106

19/04/2021 Madre Pag. 56 N.4 - APRILE 2021 pace e di fraternità». La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Foto: Cristo, buon samaritano dell'umanità, desidera ungere ogni ferita, guarire ogni ricordo doloroso e ispirare un futuro di pace. LIBRI SAN PAOLO - Rassegna Stampa 18/03/2021 - 20/05/2021 107

19/04/2021 00:15 Servizio Informazione Religiosa Sito Web \" Il Papa doveva morire \". L'attentato a Giovanni Paolo II oltre la La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato cronaca nel libro di Preziosi La ricostruzione \"Il Papa doveva morire\". L'attentato a Giovanni Paolo II oltre la cronaca nel libro di Preziosi 19 aprile 2021 Il giornalista offre anche una chiave di lettura, incentrata sulla fede, dei fatti che avrebbero inciso profondamente sul pontificato di Karol Wojtyla. Gli eventi ripercorsi anche attraverso testimonianze e dettagli poco conosciuti o inediti (Foto: ANSA/SIR) Due, forse tre colpi di pistola: Giovanni Paolo II si accascia nella campagnola bianca in piazza San Pietro. Erano le 17.17 del 13 maggio 1981. Un momento che resterà nella storia, per Karol Wojtyla, per la Chiesa, per l'Europa e il mondo. Il Papa sopravvive, forse miracolosamente, e l'attentatore, Ali Agca, non se lo spiega: \"Ho sparato da quattro metri, non potevo sbagliare\". Nel suo nuovo libro dal titolo \"Il Papa doveva morire\" (edizioni San Paolo), il giornalista Antonio Preziosi, a 40 anni di distanza analizza quel fatto, con la cronaca minuziosa di quel giorno, la storia di ciò che avvenne dopo, soprattutto l'incontro tra la realtà, che si può provare, e quel lato mistico, connesso alla fede. Da quel momento, infatti, il Pontefice resterà convinto, per tutta la vita, di essere stato salvato dalla misericordia di Dio, per intercessione di Maria che avrebbe materialmente deviato il proiettile. E Preziosi su questo punto racconta che fu lo stesso chirurgo Francesco Crucitti, primario del Policlinico Gemelli che operò Wojtyla d'urgenza per salvargli la vita, a non riuscire a spiegarsi la \"strana traiettoria\" del proiettile: un percorso a zig-zag, entrato dall'addome, uscito dal bacino, che evitò tutti gli organi vitali e l'arteria principale, di pochi millimetri. Oltre la cronaca del 13 maggio 1981. Le fasi concitate del soccorso in piazza, la corsa al Gemelli con un'ambulanza senza sirena, che si era rotta, l'angoscia del mondo e la preghiera nelle ore dell'operazione. Ecco i primi fatti scritti nella storia di quel giorno. E, poi, il perdono che Giovanni Paolo II, già pochi istanti dopo l'attentato, concede al killer dei Lupi Grigi, per poi ribadirlo quando lo va a trovare in carcere. Le diverse versioni date da Agca. Preziosi racconta tutto con il piglio del cronista, ma con uno sguardo al mistero di Dio. I riflettori si accendono, dunque, sulla fede profonda di Karol Wojtyla, che si affida alla Madonna con il suo motto \"Totus tuus\", che un anno dopo l'attentato si reca a Fatima e fa incastonare il proiettile che lo ha colpito nella corona della statua di Maria. Fatima, da dove tutto ha inizio, con il \"Terzo Segreto\" che, il Papa ne era convinto, parlasse del suo assassinio. Tra le questioni rimaste aperte l'improbabile errore di Agca, killer professionista, che, sparando da meno di quattro metri, non riesce a uccidere il Pontefice. E, poi, il mistero della seconda suora (oltre a quella che materialmente bloccò con energia la fuga del killer) che avrebbe trattenuto il braccio di Agca, facendolo sbagliare. Non si seppe mai chi fosse. Tutti segni che - ne era convinto il Papa santo - hanno a che fare con la misericordia di Dio. Che ha voluto risparmiarlo, perché da quel momento, per lui, aveva un disegno particolare. Le testimonianze. Nella sua ricostruzione dell'agguato a Giovanni Paolo II Preziosi indica dettagli poco conosciuti o inediti. Analizza le ragioni e le conseguenze del gesto, evidenziando tutte le implicazioni di cronaca, storiche e spirituali dell'attentato. L'autore racconta alcune testimonianze dirette, come quelle di suor Letizia Giudici che fermò il terrorista Ali Agca e del professor Renato Buzzonetti, il medico del Papa. Tantissimi, poi, i dettagli ricordati dal card. Stanislao Dziwisz, già segretario personale del Papa, e da diversi altri testimoni. \"Il racconto coinvolge il lettore come in un 'film' che ha una duplice regia - si legge nella presentazione -: una umana (i mandanti ancora oscuri dell'attentato) e una soprannaturale (la mano che deviò il proiettile salvando la vita al Papa)\". LIBRI SAN PAOLO - Rassegna Stampa 18/03/2021 - 20/05/2021 108

19/04/2021 00:15 Servizio Informazione Religiosa Sito Web \"Molte sono le zone d'ombra e di mistero che ancora giacciono non chiarite\", scrive Preziosi. La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato \"E forse non sarà facile, nemmeno per gli storici, venire a capo del 'garbuglio' (Wojtya lo definì così in una conversazione con Indro Montanelli) che con grande probabilità si celava e si cela ancora dietro l'attentato. Una cosa ci è apparsa certa: quel giorno, in piazza San Pietro, il Papa doveva morire\". La \"rinascita spirituale\". Il presidente del Pontificio Consiglio per la promozione della nuova evangelizzazione, mons. Rino Fisichella, nella prefazione, sottolinea un particolare aspetto del volume di Antonio Preziosi. \"Questo libro ha il merito di porre l'attentato come una chiave di lettura dell'intero pontificato, per evidenziare quanto Giovanni Paolo II abbia visto in quel fatto una 'rinascita spirituale'\". \"Preziosi si rivela un eccellente interprete: analizza i dati, li mette in relazione e cerca di trovare una via per uscire dal labirinto in cui è racchiusa la drammatica vicenda che ancora ai nostri giorni mostra aspetti inediti e spesso contraddittori\". Infine, mons. Fisichella ribadisce che \"aprire di nuovo questo capitolo a quarant'anni di distanza può aiutare a mantenere viva quella memoria storica che ha bisogno di essere sempre alimentata, perché non venga perduto il ricordo e il significato che ha posseduto non solo per la generazione che ha sperimentato il dramma di quel giorno, ma soprattutto per quanti non l'hanno vissuto\". Tags LIBRI SAN PAOLO - Rassegna Stampa 18/03/2021 - 20/05/2021 109

19/04/2021 13:39 toscanaoggi.it Sito Web ' Il Papa doveva morire '. L'attentato a Giovanni Paolo II oltre la La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato cronaca nel libro di Preziosi 'Il Papa doveva morire'. L'attentato a Giovanni Paolo II oltre la cronaca nel libro di Preziosi Il giornalista offre anche una chiave di lettura, incentrata sulla fede, dei fatti che avrebbero inciso profondamente sul pontificato di Karol Wojtyla. Gli eventi ripercorsi anche attraverso testimonianze e dettagli poco conosciuti o inediti Percorsi: Giovanni Paolo II - libri - Papa - Vita Chiesa 19/04/2021 di Filippo Passantino Due, forse tre colpi di pistola: Giovanni Paolo II si accascia nella campagnola bianca in piazza San Pietro. Erano le 17.17 del 13 maggio 1981. Un momento che resterà nella storia, per Karol Wojtyla, per la Chiesa, per l'Europa e il mondo. Il Papa sopravvive, forse miracolosamente, e l'attentatore, Ali Agca, non se lo spiega: 'Ho sparato da quattro metri, non potevo sbagliare'. Nel suo nuovo libro dal titolo 'Il Papa doveva morire' (edizioni San Paolo), il giornalista Antonio Preziosi, a 40 anni di distanza analizza quel fatto, con la cronaca minuziosa di quel giorno, la storia di ciò che avvenne dopo, soprattutto l'incontro tra la realtà, che si può provare, e quel lato mistico, connesso alla fede. Da quel momento, infatti, il Pontefice resterà convinto, per tutta la vita, di essere stato salvato dalla misericordia di Dio, per intercessione di Maria che avrebbe materialmente deviato il proiettile. E Preziosi su questo punto racconta che fu lo stesso chirurgo Francesco Crucitti, primario del Policlinico Gemelli che operò Wojtyla d'urgenza per salvargli la vita, a non riuscire a spiegarsi la 'strana traiettoria' del proiettile: un percorso a zig-zag, entrato dall'addome, uscito dal bacino, che evitò tutti gli organi vitali e l'arteria principale, di pochi millimetri. Oltre la cronaca del 13 maggio 1981. Le fasi concitate del soccorso in piazza, la corsa al Gemelli con un'ambulanza senza sirena, che si era rotta, l'angoscia del mondo e la preghiera nelle ore dell'operazione. Ecco i primi fatti scritti nella storia di quel giorno. E, poi, il perdono che Giovanni Paolo II, già pochi istanti dopo l'attentato, concede al killer dei Lupi Grigi, per poi ribadirlo quando lo va a trovare in carcere. Le diverse versioni date da Agca. Preziosi racconta tutto con il piglio del cronista, ma con uno sguardo al mistero di Dio. I riflettori si accendono, dunque, sulla fede profonda di Karol Wojtyla, che si affida alla Madonna con il suo motto 'Totus tuus', che un anno dopo l'attentato si reca a Fatima e fa incastonare il proiettile che lo ha colpito nella corona della statua di Maria. Fatima, da dove tutto ha inizio, con il 'Terzo Segreto' che, il Papa ne era convinto, parlasse del suo assassinio. Tra le questioni rimaste aperte l'improbabile errore di Agca, killer professionista, che, sparando da meno di quattro metri, non riesce a uccidere il Pontefice. E, poi, il mistero della seconda suora (oltre a quella che materialmente bloccò con energia la fuga del killer) che avrebbe trattenuto il braccio di Agca, facendolo sbagliare. Non si seppe mai chi fosse. Tutti segni che - ne era convinto il Papa santo - hanno a che fare con la misericordia di Dio. Che ha voluto risparmiarlo, perché da quel momento, per lui, aveva un disegno particolare. Le testimonianze. Nella sua ricostruzione dell'agguato a Giovanni Paolo II Preziosi indica dettagli poco conosciuti o inediti. Analizza le ragioni e le conseguenze del gesto, evidenziando tutte le implicazioni di cronaca, storiche e spirituali dell'attentato. L'autore racconta alcune testimonianze dirette, come quelle di suor Letizia Giudici che fermò il terrorista Ali Agca e del professor Renato Buzzonetti, il medico del Papa. Tantissimi, poi, i dettagli ricordati dal card. Stanislao Dziwisz, già segretario personale del Papa, e da diversi altri testimoni. 'Il racconto coinvolge il lettore come in un 'film' che ha una duplice regia - si legge nella presentazione -: una umana (i mandanti ancora oscuri dell'attentato) e una soprannaturale (la mano che deviò LIBRI SAN PAOLO - Rassegna Stampa 18/03/2021 - 20/05/2021 110

19/04/2021 13:39 toscanaoggi.it Sito Web il proiettile salvando la vita al Papa)'. 'Molte sono le zone d'ombra e di mistero che ancora La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato giacciono non chiarite', scrive Preziosi. 'E forse non sarà facile, nemmeno per gli storici, venire a capo del 'garbuglio' (Wojtya lo definì così in una conversazione con Indro Montanelli) che con grande probabilità si celava e si cela ancora dietro l'attentato. Una cosa ci è apparsa certa: quel giorno, in piazza San Pietro, il Papa doveva morire'. La 'rinascita spirituale'. Il presidente del Pontificio Consiglio per la promozione della nuova evangelizzazione, mons. Rino Fisichella, nella prefazione, sottolinea un particolare aspetto del volume di Antonio Preziosi. 'Questo libro ha il merito di porre l'attentato come una chiave di lettura dell'intero pontificato, per evidenziare quanto Giovanni Paolo II abbia visto in quel fatto una 'rinascita spirituale''. 'Preziosi si rivela un eccellente interprete: analizza i dati, li mette in relazione e cerca di trovare una via per uscire dal labirinto in cui è racchiusa la drammatica vicenda che ancora ai nostri giorni mostra aspetti inediti e spesso contraddittori'. Infine, mons. Fisichella ribadisce che 'aprire di nuovo questo capitolo a quarant'anni di distanza può aiutare a mantenere viva quella memoria storica che ha bisogno di essere sempre alimentata, perché non venga perduto il ricordo e il significato che ha posseduto non solo per la generazione che ha sperimentato il dramma di quel giorno, ma soprattutto per quanti non l'hanno vissuto'. LIBRI SAN PAOLO - Rassegna Stampa 18/03/2021 - 20/05/2021 111

19/04/2021 14:48 La Difesa del Popolo.it Sito Web \" Il Papa doveva morire \". L'attentato a Giovanni Paolo II oltre la La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Presepi \"Il Papa doveva morire\". L'attentato a Giovanni Paolo II oltre la cronaca nel libro di Preziosi Il giornalista offre anche una chiave di lettura, incentrata sulla fede, dei fatti che avrebbero inciso profondamente sul pontificato di Karol Wojtyla. Gli eventi ripercorsi anche attraverso testimonianze e dettagli poco conosciuti o inediti 19/04/2021 Due, forse tre colpi di pistola: Giovanni Paolo II si accascia nella campagnola bianca in piazza San Pietro. Erano le 17.17 del 13 maggio 1981. Un momento che resterà nella storia, per Karol Wojtyla, per la Chiesa, per l'Europa e il mondo. Il Papa sopravvive, forse miracolosamente, e l'attentatore, Ali Agca, non se lo spiega: \"Ho sparato da quattro metri, non potevo sbagliare\". Nel suo nuovo libro dal titolo \"Il Papa doveva morire\" (edizioni San Paolo), il giornalista Antonio Preziosi, a 40 anni di distanza analizza quel fatto, con la cronaca minuziosa di quel giorno, la storia di ciò che avvenne dopo, soprattutto l'incontro tra la realtà, che si può provare, e quel lato mistico, connesso alla fede. Da quel momento, infatti, il Pontefice resterà convinto, per tutta la vita, di essere stato salvato dalla misericordia di Dio, per intercessione di Maria che avrebbe materialmente deviato il proiettile. E Preziosi su questo punto racconta che fu lo stesso chirurgo Francesco Crucitti, primario del Policlinico Gemelli che operò Wojtyla d'urgenza per salvargli la vita, a non riuscire a spiegarsi la \"strana traiettoria\" del proiettile: un percorso a zig-zag, entrato dall'addome, uscito dal bacino, che evitò tutti gli organi vitali e l'arteria principale, di pochi millimetri. Oltre la cronaca del 13 maggio 1981. Le fasi concitate del soccorso in piazza, la corsa al Gemelli con un'ambulanza senza sirena, che si era rotta, l'angoscia del mondo e la preghiera nelle ore dell'operazione. Ecco i primi fatti scritti nella storia di quel giorno. E, poi, il perdono che Giovanni Paolo II, già pochi istanti dopo l'attentato, concede al killer dei Lupi Grigi, per poi ribadirlo quando lo va a trovare in carcere. Le diverse versioni date da Agca. Preziosi racconta tutto con il piglio del cronista, ma con uno sguardo al mistero di Dio. I riflettori si accendono, dunque, sulla fede profonda di Karol Wojtyla, che si affida alla Madonna con il suo motto \"Totus tuus\", che un anno dopo l'attentato si reca a Fatima e fa incastonare il proiettile che lo ha colpito nella corona della statua di Maria. Fatima, da dove tutto ha inizio, con il \"Terzo Segreto\" che, il Papa ne era convinto, parlasse del suo assassinio. Tra le questioni rimaste aperte l'improbabile errore di Agca, killer professionista, che, sparando da meno di quattro metri, non riesce a uccidere il Pontefice. E, poi, il mistero della seconda suora (oltre a quella che materialmente bloccò con energia la fuga del killer) che avrebbe trattenuto il braccio di Agca, facendolo sbagliare. Non si seppe mai chi fosse. Tutti segni che - ne era convinto il Papa santo - hanno a che fare con la misericordia di Dio. Che ha voluto risparmiarlo, perché da quel momento, per lui, aveva un disegno particolare. Le testimonianze. Nella sua ricostruzione dell'agguato a Giovanni Paolo II Preziosi indica dettagli poco conosciuti o inediti. Analizza le ragioni e le conseguenze del gesto, evidenziando tutte le implicazioni di cronaca, storiche e spirituali dell'attentato. L'autore racconta alcune testimonianze dirette, come quelle di suor Letizia Giudici che fermò il terrorista Ali Agca e del professor Renato Buzzonetti, il medico del Papa. Tantissimi, poi, i dettagli ricordati dal card. Stanislao Dziwisz, già segretario personale del Papa, e da diversi altri testimoni. \"Il racconto coinvolge il lettore come in un 'film' che ha una duplice regia - si legge nella presentazione -: una umana (i mandanti ancora oscuri dell'attentato) e una soprannaturale (la mano che deviò il proiettile salvando la vita al Papa)\". \"Molte sono le zone d'ombra e di mistero che ancora giacciono non chiarite\", scrive Preziosi. \"E forse non sarà LIBRI SAN PAOLO - Rassegna Stampa 18/03/2021 - 20/05/2021 112

19/04/2021 14:48 La Difesa del Popolo.it Sito Web facile, nemmeno per gli storici, venire a capo del 'garbuglio' (Wojtya lo definì così in una La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato conversazione con Indro Montanelli) che con grande probabilità si celava e si cela ancora dietro l'attentato. Una cosa ci è apparsa certa: quel giorno, in piazza San Pietro, il Papa doveva morire\". La \"rinascita spirituale\". Il presidente del Pontificio Consiglio per la promozione della nuova evangelizzazione, mons. Rino Fisichella, nella prefazione, sottolinea un particolare aspetto del volume di Antonio Preziosi. \"Questo libro ha il merito di porre l'attentato come una chiave di lettura dell'intero pontificato, per evidenziare quanto Giovanni Paolo II abbia visto in quel fatto una 'rinascita spirituale'\". \"Preziosi si rivela un eccellente interprete: analizza i dati, li mette in relazione e cerca di trovare una via per uscire dal labirinto in cui è racchiusa la drammatica vicenda che ancora ai nostri giorni mostra aspetti inediti e spesso contraddittori\". Infine, mons. Fisichella ribadisce che \"aprire di nuovo questo capitolo a quarant'anni di distanza può aiutare a mantenere viva quella memoria storica che ha bisogno di essere sempre alimentata, perché non venga perduto il ricordo e il significato che ha posseduto non solo per la generazione che ha sperimentato il dramma di quel giorno, ma soprattutto per quanti non l'hanno vissuto\". Filippo Passantino Copyright Difesa del popolo (Tutti i diritti riservati) Fonte: Sir La Difesa del popolo del 18 aprile 2021 Ecclesia archivio notizie 19/04/2021 Focolari. Margaret Karram: \"Andiamo laddove si alza più forte il grido della disunità per portare pace e fraternità\" Intervista a Margaret Karram, presidente del Movimento dei Focolari. Araba, cristiana-cattolica, nata ad Haifa, in Terra Santa, 59 anni fa, è alla guida di un'Opera che conta un milione e mezzo di aderenti in 182 Paesi del mondo. \"Il fatto di essere silenziosi - confida - non mi mette in discussione. Non è un caso che il Movimento sia chiamato 'Opera di Maria' perché Maria con il suo silenzio ha agito nell'umanità. Anche Chiara diceva sempre che lo spirito del Movimento non sta tanto nel fare le cose ma nel testimoniare con la vita\" 17/04/2021 Al via un percorso in tre incontri, promosso dal Settore giovani dell'Ac di Padova, per andare \"dritti al punto\" su alcune questioni socio-politiche di questo tempo 17/04/2021 Sono a disposizione, sul sito pastoralevocazionale.diocesipadova.it, i materiali per l'animazione della 58° Giornata Mondiale di preghiera per le vocazioni del 25 aprile, che si celebra, come ogni anno, all'interno della IV domenica di Pasqua. 17/04/2021 \"Le ragioni del custodire le terre sono molteplici\". E \"la prima ragione è che 'Dio pensa in modo semplice': Dio 'dice' e mentre dice 'crea' e 'vede'\". Vaticano il territorio 19/04/2021 Cosa ci dice la pagina di Luca, si chiede Francesco; ci dice che \"Gesù non è un fantasma ma una persona viva\". 19/04/2021 Focolari. Margaret Karram: \"Andiamo laddove si alza più forte il grido della disunità per portare pace e fraternità\" Intervista a Margaret Karram, presidente del Movimento dei Focolari. Araba, cristiana- cattolica, nata ad Haifa, in Terra Santa, 59 anni fa, è alla guida di un'Opera che conta un milione e mezzo di aderenti in 182 Paesi del mondo. \"Il fatto di essere silenziosi - confida - non mi mette in discussione. Non è un caso che il Movimento sia chiamato 'Opera di Maria' perché Maria con il suo silenzio ha agito nell'umanità. Anche Chiara diceva sempre che lo spirito del Movimento non sta tanto nel fare le cose ma nel testimoniare con la vita\" 14/04/2021 Papa Francesco ha dedicato l'udienza di oggi alla Chiesa come \"scuola di preghiera\". \"Non si può crescere senza momenti di crisi\", ha spiegato, mettendo in guardia dalla \"preghiera pagana\" 12/04/2021 Come l'incredulo Tommaso, \"tocchiamo con mano che Dio ci ama fino in fondo, che ha fatto sue le nostre ferite, che ha portato nel suo corpo le nostre fragilità\". Ultim'ora LIBRI SAN PAOLO - Rassegna Stampa 18/03/2021 - 20/05/2021 113

20/04/2021 23:16 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Sito Web Il Papa doveva morire di Donatella Salambat La storia dell'attentato a Giovanni Paolo II La vita di Giovanni Paolo II è stranamente legata al numero 13, il suo attentato avviene il 13 Maggio 1981 alle ore 17.17 così come l'apparizione della Madonna ai tre pastorelli di Fatima avviene il 13 maggio 1917. Nel libro \"Il Papa doveva morire\" (edizioni San Paolo 224 pp, 22,00 euro), l'autore il giornalista Antonio Preziosi, a 40 anni dall'attentato di piazza San Pietro, analizza con dovizia di particolari il giorno in cui si compì l'attentato a San Giovanni Paolo II. L'autore nella sua opera spiegherà come il Pontefice rimarrà profondamente convinto che la sua salvezza fu dovuta dalla Misericordia di Dio per intercessione di Maria che avrebbe deviato il proiettile. Nel libro oltre a riportare una fedele cronaca del 13 Maggio dalla corsa all' ospedale Gemelli, le diverse versioni fatte dall'attentatore, vengono riportati dettagli non conosciuti e testimonianze dirette come quella di suor Letizia Giudici eroina suo malgrado che fermò il terrorista Ali Agca e del professor Renato Buzzonetti, il medico del Papa, i dettagli ricordati dal card. Stanislao Dziwisz, già segretario personale del Papa. Il racconto ben dettagliato che compie l'autore coinvolge il lettore fin dalle prime pagine, ma cosa più importante getta una luce sulla profonda fede e devozione di Karol Wojtyla alla Vergine Maria, alla quale si affida totalmente con il suo motto \"Totu tutus\". Nel libro sono percorsi i ventisette anni di pontificato di San Giovanni Paolo II, che hanno attraversato scenari differenti e importanti: dalla guerra fredda, alla globalizzazione; dallo sgretolamento dell'Unione Sovietica ad un diverso ruolo della Chiesa a stare nel mondo. Il progetto apostolico era ben presente, fin dall'inizio del suo pontificato, in papa Wojtyla. Nell'Europa dell'Est le parole pronunciate da san Giovanni Paolo II nella Messa del 22 Ottobre 1978 ebbero un effetto dirompente \"Non abbiate paura! Aprite, anzi, spalancate le porte a Cristo! Alla sua salvatrice potestà aprite i confini degli Stati, i sistemi economici come quelli politici, i vasti campi di cultura, di civiltà, di sviluppo. Non abbiate paura!\". Parole che hanno segnato la storia del Novecento in modo indelebile e che hanno trovato la loro piena attuazione lungo tutto il cammino di Wojtyla, non a caso fatto santo pochi anni dopo la sua morte; un evento rarissimo nella storia della Chiesa. LIBRI SAN PAOLO - Rassegna Stampa 18/03/2021 - 20/05/2021 114

21/04/2021 diffusione:45227 Pag. 20 tiratura:95398 A QUARANT'ANNI DALL'ATTENTATO La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Così la fede di Wojtyla vinse i proiettili di Agca In « Il Papa doveva morire » Antonio Preziosi ricostruisce l'agguato al pontefice nei dettagli RABBIA Il turco è stato solo il più noto dei molti che hanno attentato a Sua Santità PERDONO Già sull'ambulanza disse parole di perdono verso il suo sparatore Matteo Sacchi Tredici maggio del 1981, mercoledì pomeriggio. Sono le 17 e 30 circa, una ambulanza con la sirena rotta cerca a fatica di farsi strada nel traffico caotico di Roma. L'autista suona il clacson. Accanto a lui un infermiere si sbraccia a più non posso. Alla fine riesce a farsi largo tra le auto, verso il policlinico Gemelli. Nessuno dall'esterno potrebbe immaginare che sdraiato sulla barella all'interno c'è un uomo vestito di bianco ma macchiato di sangue: è Giovanni Paolo II. Pochi minuti prima, alle 17 e 17, mentre attraversava piazza San Pietro sulla «Papa mobile» è stato bersagliato dai proiettili di Mehmet Ali Agca, che ha aperto il fuoco contro di lui con una Browning Hp calibro 9 Parabellum, arma famosa per affidabilità e letalità. È proprio mentre viaggia su quell'ambulanza che la vita del pontefice appare legata al filo più sottile. Ma, alla fine, gli sforzi umani, o la divina provvidenza per chi è credente, riusciranno ad aver ragione dell'insano progetto di morte che ha condotto Agca sino a Roma. Il Papa polacco, uomo dalla tempra fisica e morale adamantina, si salverà e l'attentato diventerà per lui una ulteriore occasione per dar forza al suo pontificato. Parte proprio dalla corsa verso il policlinico Gemelli il saggio di Antonio Preziosi che, a quasi quarant'anni di distanza, ricostruisce con grande precisione quegli eventi: Il Papa doveva morire. La storia dell'attentato a Giovanni Paolo II (San Paolo, pagg. 240, euro 22). Preziosi, giornalista radiotelevisivo (è direttore di Rai Parlamento), molto attento alle vicende vaticane, ha il merito in questo testo di inserire la narrazione della cronaca in un contesto molto più ampio. Il saggio, con la prefazione di Monsignor Rino Fisichella, rende ben chiaro al lettore, anche a quello troppo giovane per averne memoria diretta, la dinamica del fatto. Dalla maniacale determinazione di Agca a sparare al pontefice, maturata sin dalla visita di quest'ultimo in Turchia, sino ai dettagli del disperato intervento chirurgico iniziato sfondando la porta bloccata della sala operatoria, passando dall'incredibile coraggio della suora (o delle suore, questo è uno dei misteri della vicenda) che si lanciarono contro l'attentatore bloccandolo. Ma la parte più interessante del lavoro è quella in cui, attraverso moltissime testimonianze, Preziosi ricostruisce il percorso di fede che Wojtyla ha approfondito a partire dal momento stesso in cui è stato colpito. Ancora a bordo dell'ambulanza, e quasi moribondo, il Papa parlando al suo segretario don Stanislao, ma rivolgendosi al suo attentatore di cui non sapeva ancora nulla, disse: «Io ti perdono ed offro tutto questo che mi è capitato per la Chiesa e per il mondo». Su questa vocazione al perdono, legata al culto mariano, si è poi innestata una profonda riflessione sul terzo segreto di Fatima che Wojtyla ha deciso di rendere pubblico nel Duemila. Insomma, Preziosi offre a chi compulsa il volume la lettura specifica che di quell'episodio dette colui che ne fu protagonista e vittima, san Giovanni Paolo II, che «non cessò mai di dare di quell'episodio una lettura mistica e spirituale coerente con il suo pensiero e la sua fede». Il Papa polacco associò immediatamente all'attentato, avvenuto nell'anniversario della prima apparizione a Fatima nel 1917, l'adempimento del \"terzo segreto\" rivelato dalla Madonna e attribuì la sua salvezza all'intervento diretto della Vergine, alla quale fin da giovane si era sempre rivolto con l'espressione latina «totus tuus». Il libro ovviamente fornisce anche al lettore tutte le informazioni necessarie a valutare bene anche quello che Wojtyla definì, parlando con Montanelli, il «garbuglio» relativo a come e perché Agca arrivò in piazza San LIBRI SAN PAOLO - Rassegna Stampa 18/03/2021 - 20/05/2021 115

21/04/2021 diffusione:45227 Pag. 20 tiratura:95398 Pietro e se fosse solo. Nel corso degli anni il killer turco ha fornito un numero impressionante La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato di versioni contrastanti. Preziosi da professionista dell'informazione qual è non si mette a fare inutili sensazionalismi, a quelli ci ha pensato già Agca che ha cambiato versione sull'attentato 52 volte. Nei suoi deliri ha accusato come mandante persino Khomeyni (ha anche sostenuto di essere Gesù). Preziosi semplicemente segnala le zone d'ombra e le prove che gli inquirenti hanno trovato su quella che è apparsa come la pista più ragionevole: quella bulgara. Alla fine anche in questo caso Wojtyla si disinteressò rapidamente delle indagini. Pensava fosse in atto una grande lotta mistica tra il bene e il male e in quel contesto il killer da lui perdonato, e poi personalmente incontrato in carcere, fosse solo «un poveretto» bisognoso di grande pietà cristiana. Pietà che dal pontefice Agca ricevette ma non chiese, pare che ad ossessionarlo fosse solo il fatto di non spiegarsi come avesse fallito, lui che si riteneva il killer perfetto. Del resto non fu il solo tentativo di uccidere Wojtyla andato a vuoto, contro il pontefice si ricordano almeno 5 veri e propri attentati e svariate aggressioni di mitomani. In più di un caso si trattava di attacchi pensati con cariche esplosive, come in Bosnia nel 1997. Che sia stata fortuna o divina provvidenza non sta a noi dirlo. Wojtyla aveva però a riguardo un'idea precisa. Foto: PAURA Il 13 maggio 1981, qualche minuto dopo essere entrato in piazza San Pietro per l'udienza generale del mercoledì, mentre si trovava a bordo della «Papamobile» scoperta, Giovanni Paolo II, subito dopo aver abbracciato una bambina, fu ferito da due proiettili sparati a breve distanza dal killer turco Ali Agca con una pistola Browning HP 9mm Parabellum LIBRI SAN PAOLO - Rassegna Stampa 18/03/2021 - 20/05/2021 116

21/04/2021 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Pag. 5 Ed. Milano IL SAGGIO DI ANTONIO PREZIOSI Quarant'anni fa l'attentato a Papa Wojtyla: cronaca e fede Due, forse tre colpi di pistola: Papa Giovanni Paolo II si accascia nella sua auto. Sono le 17.17 del 13 maggio 1981 in piazza San Pietro e Karol Wojtyla è appena stato ferito dal terrorista turco Ali Agca. Antonio Preziosi, direttore di Rai Parlamento, nel Il Papa doveva morire 40 anni dopo analizza la cronaca minuziosa, le indagini, il carcere di Agca e la fede. Da quel momento, infatti, il Pontefice resterà convinto di essere stato salvato dalla misericordia di Dio, per intercessione di Maria che avrebbe materialmente deviato il proiettile. Antonio Preziosi, Il Papa doveva morire, San Paolo, 240 p, 22 euro LIBRI SAN PAOLO - Rassegna Stampa 18/03/2021 - 20/05/2021 117

21/04/2021 Leggo.it Sito Web Papa Wojtyla, 40 anni fa l'attentato: cronaca e fede La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Due, forse tre colpi di pistola: Papa Giovanni Paolo II si accascia nella sua auto. Sono le 17.17 del 13 maggio 1981 in piazza San Pietro e Karol Wojtyla è appena stato ferito dal terrorista turco Ali Agca. Antonio Preziosi, direttore di Rai Parlamento, nel Il Papa doveva morire 40 anni dopo analizza la cronaca minuziosa, le indagini, il carcere di Agca e la fede. Da quel momento, infatti, il Pontefice resterà convinto di essere stato salvato dalla misericordia di Dio, per intercessione di Maria che avrebbe materialmente deviato il proiettile. Antonio Preziosi, Il Papa doveva morire, San Paolo, 240 p, 22 euro Ultimo aggiornamento: Mercoledì 21 Aprile 2021, 10:29 © RIPRODUZIONE RISERVATA LIBRI SAN PAOLO - Rassegna Stampa 18/03/2021 - 20/05/2021 118

21/04/2021 vareseinluce.it Sito Web Il Papa doveva morire La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato La vita di Giovanni Paolo II è stranamente legata al numero 13, il suo attentato avviene il 13 Maggio 1981 alle ore 17.17 così come l'apparizione della Madonna ai tre pastorelli di Fatima avviene il 13 maggio 1917. Nel libro \"Il Papa doveva morire\" (edizioni San Paolo 224 pp, 22,00 euro), l'autore il giornalista Antonio Preziosi, a 40 anni dall'attentato di piazza San Pietro, analizza con dovizia di particolari il giorno in cui si compì l'attentato a Giovanni Paolo II. L'autore nella sua opera spiegherà come il Pontefice rimarrà profondamente convinto che la sua salvezza fu dovuta dalla Misericordia di Dio per intercessione di Maria che avrebbe deviato il proiettile. Nel libro oltre a riportare una fedele cronaca del 13 Maggio dalla corsa all' ospedale Gemelli, le diverse versioni fatte dall'attentatore, vengono riportati dettagli non conosciuti e testimonianze dirette come quella di suor Letizia Giudici eroina suo malgrado che fermò il terrorista Ali Agca e del professor Renato Buzzonetti, il medico del Papa, i dettagli ricordati dal card. Stanislao Dziwisz, già segretario personale del Papa. Il racconto ben dettagliato che compie l'autore coinvolge il lettore fin dalle prime pagine, ma cosa più importante getta una luce sulla profonda fede e devozione di Karol Wojtyla alla Vergine Maria, alla quale si affida totalmente con il suo motto \"Totu tutus\". Nel libro sono percorsi i ventisette anni di pontificato di San Giovanni Paolo II, che hanno attraversato scenari differenti e importanti: dalla guerra fredda, alla globalizzazione; dallo sgretolamento dell'Unione Sovietica ad un diverso ruolo della Chiesa a stare nel mondo. Il progetto apostolico era ben presente, fin dall'inizio del suo pontificato, in papa Wojtyla. Nell'Europa dell'Est le parole pronunciate da san Giovanni Paolo II nella Messa del 22 Ottobre 1978 ebbero un effetto dirompente \"Non abbiate paura! Aprite, anzi, spalancate le porte a Cristo! Alla sua salvatrice potestà aprite i confini degli Stati, i sistemi economici come quelli politici, i vasti campi di cultura, di civiltà, di sviluppo. Non abbiate paura!\". Parole che hanno segnato la storia del Novecento in modo indelebile e che hanno trovato la loro piena attuazione lungo tutto il cammino di Wojtyla, non a caso fatto santo pochi anni dopo la sua morte; un evento rarissimo nella storia della Chiesa. LIBRI SAN PAOLO - Rassegna Stampa 18/03/2021 - 20/05/2021 119

21/04/2021 comolive.it Sito Web Il Papa doveva morire La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato 0 Como, 21 aprile 2021 | LIBRI IN VETRINA Il Papa doveva morire La storia dell'attentato a Giovanni Paolo II PAPA MORIRE La vita di Giovanni Paolo II è stranamente legata al numero 13, il suo attentato avviene il 13 Maggio 1981 alle ore 17.17 così come l'apparizione della Madonna ai tre pastorelli di Fatima avviene il 13 maggio 1917. Nel libro \"Il Papa doveva morire\" (edizioni San Paolo 224 pp, 22,00 euro), l'autore il giornalista Antonio Preziosi, a 40 anni dall'attentato di piazza San Pietro, analizza con dovizia di particolari il giorno in cui si compì l'attentato a San Giovanni Paolo II. L'autore nella sua opera spiegherà come il Pontefice rimarrà profondamente convinto che la sua salvezza fu dovuta dalla Misericordia di Dio per intercessione di Maria che avrebbe deviato il proiettile. Nel libro oltre a riportare una fedele cronaca del 13 Maggio dalla corsa all' ospedale Gemelli, le diverse versioni fatte dall'attentatore, vengono riportati dettagli non conosciuti e testimonianze dirette come quella di suor Letizia Giudici eroina suo malgrado che fermò il terrorista Ali Agca e del professor Renato Buzzonetti, il medico del Papa, i dettagli ricordati dal card. Stanislao Dziwisz, già segretario personale del Papa. Il racconto ben dettagliato che compie l'autore coinvolge il lettore fin dalle prime pagine, ma cosa più importante getta una luce sulla profonda fede e devozione di Karol Wojtyla alla Vergine Maria, alla quale si affida totalmente con il suo motto \"Totu tutus\". Nel libro sono percorsi i ventisette anni di pontificato di San Giovanni Paolo II, che hanno attraversato scenari differenti e importanti: dalla guerra fredda, alla globalizzazione; dallo sgretolamento dell'Unione Sovietica ad un diverso ruolo della Chiesa a stare nel mondo. Il progetto apostolico era ben presente, fin dall'inizio del suo pontificato, in papa Wojtyla. Nell'Europa dell'Est le parole pronunciate da san Giovanni Paolo II nella Messa del 22 Ottobre 1978 ebbero un effetto dirompente \"Non abbiate paura! Aprite, anzi, spalancate le porte a Cristo! Alla sua salvatrice potestà aprite i confini degli Stati, i sistemi economici come quelli politici, i vasti campi di cultura, di civiltà, di sviluppo. Non abbiate paura!\". Parole che hanno segnato la storia del Novecento in modo indelebile e che hanno trovato la loro piena attuazione lungo tutto il cammino di Wojtyla, non a caso fatto santo pochi anni dopo la sua morte; un evento rarissimo nella storia della Chiesa. LIBRI SAN PAOLO - Rassegna Stampa 18/03/2021 - 20/05/2021 120

21/04/2021 08:27 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Sito Web Il Papa doveva morire di Donatella Salambat La storia dell'attentato a Giovanni Paolo II La vita di Giovanni Paolo II è stranamente legata al numero 13, il suo attentato avviene il 13 Maggio 1981 alle ore 17.17 così come l'apparizione della Madonna ai tre pastorelli di Fatima avviene il 13 maggio 1917. Nel libro \"Il Papa doveva morire\" (edizioni San Paolo 224 pp, 22,00 euro), l'autore il giornalista Antonio Preziosi, a 40 anni dall'attentato di piazza San Pietro, analizza con dovizia di particolari il giorno in cui si compì l'attentato a San Giovanni Paolo II. L'autore nella sua opera spiegherà come il Pontefice rimarrà profondamente convinto che la sua salvezza fu dovuta dalla Misericordia di Dio per intercessione di Maria che avrebbe deviato il proiettile. Nel libro oltre a riportare una fedele cronaca del 13 Maggio dalla corsa all' ospedale Gemelli, le diverse versioni fatte dall'attentatore, vengono riportati dettagli non conosciuti e testimonianze dirette come quella di suor Letizia Giudici eroina suo malgrado che fermò il terrorista Ali Agca e del professor Renato Buzzonetti, il medico del Papa, i dettagli ricordati dal card. Stanislao Dziwisz, già segretario personale del Papa. Il racconto ben dettagliato che compie l'autore coinvolge il lettore fin dalle prime pagine, ma cosa più importante getta una luce sulla profonda fede e devozione di Karol Wojtyla alla Vergine Maria, alla quale si affida totalmente con il suo motto \"Totu tutus\". Nel libro sono percorsi i ventisette anni di pontificato di San Giovanni Paolo II, che hanno attraversato scenari differenti e importanti: dalla guerra fredda, alla globalizzazione; dallo sgretolamento dell'Unione Sovietica ad un diverso ruolo della Chiesa a stare nel mondo. Il progetto apostolico era ben presente, fin dall'inizio del suo pontificato, in papa Wojtyla. Nell'Europa dell'Est le parole pronunciate da san Giovanni Paolo II nella Messa del 22 Ottobre 1978 ebbero un effetto dirompente \"Non abbiate paura! Aprite, anzi, spalancate le porte a Cristo! Alla sua salvatrice potestà aprite i confini degli Stati, i sistemi economici come quelli politici, i vasti campi di cultura, di civiltà, di sviluppo. Non abbiate paura!\". Parole che hanno segnato la storia del Novecento in modo indelebile e che hanno trovato la loro piena attuazione lungo tutto il cammino di Wojtyla, non a caso fatto santo pochi anni dopo la sua morte; un evento rarissimo nella storia della Chiesa. LIBRI SAN PAOLO - Rassegna Stampa 18/03/2021 - 20/05/2021 121

21/04/2021 10:45 don Gino Oliosi Sito Web La storia sono loro La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato LA SUORA MISTERIOSA A 40 anni esatti dall'attentato a Giovanni Paolo II si torna a parlare di un enigma relativo a quel 13 maggio 1981. Alì Agca, che era un professionista e da breve distanza non poteva fallire, spiegò al giudice Ilario Martella che aveva sparato solo due colpi perché \"accanto a me c'era una suora che ad un certo momento mi ha preso il braccio destro, per cui non ho potuto continuare a sparare. Altrimenti avrei ucciso il Papa\". Antonio Preziosi ha appena pubblicato il libro \"Il Papa doveva morire\" (San Paolo) e anche lui ha verificato che questa suora non era quella suor Letizia Giudici che in seguito sbarrò la strada all'attentatore in fuga, perché stava molti metri indietro: \"Non sono stata io ad abbassargli il braccio\". Preziosi conclude: \"Quel giorno in piazza San Pietro dovevano esserci due suore. Una è certamente suor Letizia Giudici. L'altra non si sa: frutto della fervida fantasia di Alì Agca? O forse c'era davvero una seconda suora? La risposta non la sapremo mai\". In realtà da molti anni si parla della religiosa in questione che risulta essere suor Rita Montella (al secolo Cristina Montella), agostiniana morta in fama di santità il 26 novembre 1992 nel monastero di clausura di Santa Croce sull'Arno, in Toscana. Suor Cristina, che era legata a padre Pio, aveva grandi doni mistici e la Chiesa sta oggi valutando l'apertura del processo di beatificazione. Fu un caso di bilocazione. Così fu sventato l'attentato che avrebbe cambiato la storia della Chiesa e del mondo. La testimonianza diretta di suor Cristina su questa vicenda è stata riportata dal suo biografo, il padre passionista Franco D'Anastasio, e poi in altre pubblicazioni (di Arcangelo Aurino, di Cristina Siccardi e anche dell'autore di questa rubrica). LIBRI SAN PAOLO - Rassegna Stampa 18/03/2021 - 20/05/2021 122

25/04/2021 AGI Libri: ' Il papa doveva morire ', Preziosi racconta il miracolo La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Libri: 'Il papa doveva morire', Preziosi racconta il miracolo 11:30 (AGI) - Roma, 25 apr. - L'attentato è riuscito, la vittima vive. È riuscito, l'attentato realizzato durante l'udienza generale del 13 maggio 1981: l'arma da guerra usata a distanza ravvicinata dal killer professionista dei Lupi Grigi Ali Aca, ha sparato due colpi che sono andati a segno. Il corpo di Karol Wojtyla, papa Giovanni Paolo II, è stato raggiunto e squassato da due colpi - forse tre, questo rimane uno dei misteri di quell'episodio - che hanno percorso una traiettoria tutt'altro che lineare tra gli organi vitali del Pontefice, sfiorandoli tutti senza centrarne nessuno. La corsa in ambulanza da piazza San Pietro al policlinico Gemelli mentre il Papa, dissanguandosi, si affidava alla Vergine cui ha dedicato il suo pontificato e la sua vita, il perdono immediatamente concesso all'attentatore, l'intervento umano o forse miracoloso di una religiosa che afferrandola ha deviato la mano del killer. È un viaggio nella cronaca e nel miracolo, il libro che Antonio Preziosi, direttore di Rai Parlamento, ha dato alle stampe per San Paolo nel quarantesimo anniversario dell'attentato a Papa Wojtyla. (AGI) SP5/COP LIBRI SAN PAOLO - Rassegna Stampa 18/03/2021 - 20/05/2021 123

25/04/2021 AGI libri: ' Il papa doveva morire ', Preziosi racconta il miracolo (3) La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Ibri: 'Il papa doveva morire', Preziosi racconta il miracolo (3) 11:30 (AGI) - Roma, 25 apr. - Che sia stato miracolo o caso - e chi ha fede sa che il caso ha nome Provvidenza - a Giovanni Paolo II fu concesso un lungo pontificato per dire e per fare tanto, attraversando le epoche, e segnandole. Doveva ancora maledire le mafie dalla Valle dei Templi di Agrigento, doveva ancora vedere il Muro di Berlino liberare il blocco sovietico nel quale lui, religioso, aveva vissuto e testimoniato la fede da clandestino: aveva da fare, Karol Wojtyla, in quel 1981. Qualcuno, qualcosa, o nulla, ha semplicemente permesso che lo facesse. Antonio Preziosi, memore di un lungo percorso giornalistico che lo ha portato a dirigere per la Rai tra le altre cose i giornali radio e l'informazione parlamentare, mostra in questo lavoro la competenza acquisita nei tanti anni di cronache vaticane, lasciando trasparire l'interesse per la carismatica figura di Giovanni Paolo II, già protagonista di un suo precedente volume, Immortale. Esiste, sul fondo del libro, un filo rosso che accomuna lungo la storia i tre ultimi pontefici: la misericordia divina, cui Francesco ha dedicato un Giubileo straordinario, Benedetto XVI l'enciclica Deus Caritas est, e a cui Giovanni Paolo II tributava la propria sopravvivenza. Per il resto delle trame umane - quelle trame oscure che oscure rimangono, tanto che l'attentatore Agca cambierà decine di volte versione dei fatti, senza mai permettere una ricostruzione certa della dinamica - non c'è altra spiegazione che quel saluto che il papa polacco rivolse al suo gregge, nel giorno dell'elezione: Non abbiate paura. (AGI) LIBRI SAN PAOLO - Rassegna Stampa 18/03/2021 - 20/05/2021 124

28/04/2021 23:13 Sito Web \" Il Papa doveva morire \". Nel libro di Preziosi l'attentato a Giovanni La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Paolo II Pubblicato il 28 aprile 2021 \"Il Papa doveva morire\". Nel libro di Preziosi l'attentato a Giovanni Paolo II Il giornalista ripercorre uno degli episodi che hanno segnato la storia d'Italia Invia tramite email Giovanni Paolo II con il suo attentatore, Ali Agca Firenze, 28 aprile 2021 - Partiamo da una domanda. Perché? Perché, quarant'anni dopo, ripescare dalla memoria collettiva quell'evento e ripercorrerlo in un libro. Il testo in questione è \"Il Papa doveva morire . La storia dell'attentato a Giovanni Paolo II\", scritto dal giornalista Antonio Preziosi e pubblicato da San Paolo Edizioni. I fatti, per chi c'era, ma anche per chi li ha sempre visti solo in televisione, sono noti: alle 17.17 di mercoledì 13 maggio 1981 Giovanni Paolo II attraversa piazza San Pietro a bordo di un'automobile aperta prima della tradizionale udienza generale. Improvvisamente, tra le acclamazioni di migliaia di persone, si sentono risuonare alcuni colpi di pistola: due, tre. Il Papa, colpito, si accascia. Il libro ripercorre le fasi concitate dei soccorsi, la corsa in ospedale, che sembra quasi un film: Karol Wojtyla viene caricato su un'ambulanza senza sirena (rotta), che sfreccia verso il Policlinico Gemelli senza scorta, perché questa aveva sbagliato ingresso in Piazza. Proprio lì dove un incredulo attentatore, Ali Aca, veniva prima fermato da una suora e poi arrestato, sconvolto per aver fallito inspiegabilmente la sua missione: \"Ho sparato da quattro metri, non potevo sbagliare\". Quello di Preziosi è un racconto minuzioso e attento degli eventi di quel giorno e di ciò che accadde dopo, del vissuto e dei pensieri di Giovanni Paolo II, che trasferisce sulle pagine con uno stile giornalistico anche quando, inevitabilmente, entra in gioco il misticismo. Da quel momento in poi, infatti, il Pontefice sosterrà la tesi del miracolo grazie all'intercessione di Maria, che avrebbe materialmente deviato il proiettile. Non è una fredda cronaca dei fatti ma piuttosto un'analisi dettagliata, come un film - a dirlo lo stesso autore -, che vuole riportare alla luce i dati ancora controversi e trovare il bandolo della matassa di una vicenda drammatica che ancora oggi rivela aspetti contraddittori o poco noti. Tra le questioni ancora aperte l'improbabile errore del killer, la traiettoria a zig zag - come la definì lo stesso chirurgo che operò il Papa - del proiettile, il mistero della seconda suora che avrebbe trattenuto il braccio del terrorista turco ma non si è mai scoperto chi fosse. Preziosi prova insomma a sciogliere quel 'garbuglio' (Wojtyla stesso lo definì così) che si cela dietro l'attentato. E lo fa servendosi delle testimonianze di chi, allora, fu suo malgrado coinvolto nell'attentato: suor Letizia Giudici che bloccò il terrorista, il cardinale Stanislao Dziwisz, già segretario personale del Papa, e molti altri. La fede e il misticismo permeano le pagine senza però trascendere quel limite implicito che permette anche ai non credenti di poter apprezzare il testo. La prefazione, affidata al presidente del Pontificio Consiglio per la nuova evangelizzazione, monsignor Rino Fisichella, sottolinea un particolare aspetto del volume: \"Questo libro ha il merito di porre l'attentato come una chiave di lettura dell'intero pontificato, per evidenziare quanto Giovanni Paolo II abbia visto in quel fatto una 'rinascita spirituale'\". Allora ecco che, alla fine del libro, c'è la risposta che cerchiamo: quella al perché. Sicuramente celebrare la ricorrenza dell'evento. Ma poi, e forse ancora di più, perché quello è un fatto di cui \"le persone della mia età ma anche i miei genitori, hanno una memoria molto forte\" spiega Preziosi. È stato un fatto segnante, uno di quelli che non solo, per noi giornalisti, sono degni di finire in cronaca, ma piuttosto uno dei pochissimi fatti che diventano Storia. L'attentato a Papa Giovanni Paolo II rimane scolpito nella memoria collettiva di chi l'ha vissuto, ma era giusto ripercorrerlo con LIBRI SAN PAOLO - Rassegna Stampa 18/03/2021 - 20/05/2021 125

28/04/2021 23:13 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Sito Web questo libro per far sì che, anche per le generazioni future, possano comprenderne il significato storico. Nel 1981, in un Paese come l'Italia, molto cattolico e ancora molto conservatore, cosa ha significato l'attentato al Capo della Chiesa nel suo cuore pulsante, in piazza San Pietro? Forse a questa domanda non daremo mai risposta, ma una cosa è certa. Quel giorno il Papa doveva morire. © Riproduzione riservata LIBRI SAN PAOLO - Rassegna Stampa 18/03/2021 - 20/05/2021 126

29/04/2021 diffusione:203166 Pag. 36 N.18 - 2 maggio 2021 tiratura:253309 ATTENTATO AL PAPA 1981 • 2O21 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato «WOJTYLA ERA CERTO MI SALVO LA VERGINE\"» «RACCONTO LA STORIA DI UN UOMO CONDANNATO A MORTE, DELLA SUA SALVEZZA E DEI MISTERI CHE CIRCONDANO QUELL'EVENTO, A PARTIRE DALLA SUORA CHE STRATTONÒ PROVVIDENZIALMENTE IL KILLER MENTRE SPARAVA, MAI TROVATA» Antonio Sanfrancesco L' unica certezza è che il Papa ^ doveva essere ucciso. Parte * da questo punto fermo Antonio Preziosi, giornalista radiotelevisivo di lungo corso, attuale direttore di Rai Parlamento e da sempre attento alle vicende vaticane, che nel volume Il Papa doveva morire - La storia dell ' attentato a Giovanni Paolo II (San Paolo, 240 pagine, 22 euro) ricostruisce nei dettagli la giornata del 13 maggio 1981 quando Giovanni Paolo II, che a bordo della papamobile scoperta stava salutando i fedeli in piazza San Pietro prima dell'udienza generale, fu colpito da Ali Agca. Due colpi di pistola. Il turco era un cecchino infallibile. Sparò da vicino. Eppure fallì. Il primo colpo ferì il Papa all'addome, il secondo gli fratturò l'indice della mano sinistra, sfiorandogli il braccio destro. Proseguendo la loro traiettoria, i colpi raggiunsero anche due turiste americane: Anne Odre subì l'asportazione della milza, Rose Hall venne ferita al braccio sinistro Il racconto intrigante di Preziosi si apre con l'immagine di un'ambulanza con la sirena rotta che avanza a colpi di clacson nel traffico caotico di Roma, diretta al Policlinico Gemelli, quello che Wojtyla, con gustosa ironia, definirà il \"Vaticano III\" per via dei suoi sempre più frequenti ricoveri. Nessuno immagina che a bordo ci sia il Papa, con la veste sporca di sangue, che si affida alla Madonna di Czestochowa. L'autore dà conto delle implicazioni geopolitiche dell'attentato, evidenziando anche le (molte) zone d'ombra connesse alle varie ricostruzioni emerse dalle indagini. Il solo Ali Agca ha dato cinquantadue versioni diverse del suo gesto, arrivando a tirare in ballo come mandante anche l'ayatollah Khomeini. Tuttavia, ciò che preme a Preziosi è raccontare l'agguato dal punto di vista del protagonista, quel Papa polacco dalla tempra dura e dalla fede rocciosa, amato dalle folle e temuto dai leader del Patto di Varsavia, soprattutto da Breznev e dalla nomenklatura sovietica, che guardano con sospetto a quell'uomo «venuto da lontano», che appoggia il nascente sindacato polacco Solidarnosc e il cui ritorno in patria, un anno dopo l'elezione, è uno strepitoso successo. Lo stesso Wojtyla, in una conversazione con Indro Montanelli, definirà un «garbuglio» tutta la vicenda. Preziosi spiega bene questa definizione, perché nell'agguato si sovrappongono, fino a diventare quasi inestricabili, due piani: quello della realtà, che si può provare come hanno tentato di fare le inchieste giudiziarie, e quello mistico, legato alla fede, più difficile da dimostrare. Per esempio, Preziosi racconta che fu lo stesso chirurgo Francesco Crucitti, primario del Policlinico Gemelli che operò Wojtyla d'urgenza per salvargli la vita, a non riuscire a spiegarsi la «strana traiettoria» di uno dei due proiettili: un percorso a zig-zag, entrato dall'addome, uscito dal bacino, che evitò tutti gli organi vitali 4 4 e l'arteria principale, di pochi millimetri. O il mistero della seconda religiosa, mai rintracciata, che insieme a suor Letizia Giudici, tuttora vivente, bloccò fisicamente Ali Agca consegnandolo alla Polizia e salvandolo dal linciaggio della folla. «Ma non sono stata io ad abbassargli il braccio», ha raccontato la religiosa a Preziosi, «anche perché ero addirittura convinta che quel signore stesse scattando delle foto. Invece non aveva in mano una macchina fotografica, ma una pistola». Allora chi era l'altra suora? L'autore racconta il legame di £ £ papa Wojtyla con suor V w Faustina Kowalska, l'apostola della Divina Misericordia che canonizzerà durante il Giubileo del 2000, e con Madre Speranza di Gesù, al secolo Maria josefa Alhama Valera, che ha fondato a pochi santuario dell'Amore Misericordioso di Collevalenza, alla quale si attribuiscono numerosi LIBRI SAN PAOLO - Rassegna Stampa 18/03/2021 - 20/05/2021 127

29/04/2021 diffusione:203166 Pag. 36 N.18 - 2 maggio 2021 tiratura:253309 miracoli e che aveva con il Papa polacco un legame spirituale molto profondo. Il fil rouge La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato seguito da Preziosi, e questo è un altro merito del libro, non si esaurisce con i mesi successivi a quel 13 maggio, ma conduce al Giubileo del 2000, quando venne svelato integralmente il Terzo segreto di Fatima con il messaggio affidato dalla Madonna ai tre veggenti-pastorelli (Giacinta e Francesco Marto e Lucia dos Santos) durante la prima apparizione del 13 maggio 1917. Giovanni Paolo II in quella misteriosa deviazione del proiettile che doveva ucciderlo vide l'intervento di Maria, e giunto alla Cappella dell'apparizione, a Fatima, per incastonarlo nella corona della Vergine dove tuttora si trova disse: «Non ci sono semplici coincidenze nei disegni della Provvidenza». • Un approfondimento su WWW.FAMIGLIACRISTIANA.IT GIOVANNI PAOLO II; ANDRE FROSSARD; IN UN LIBRO SAN PAOLO, IL DIRETTORE DI RAI PARLAMENTO IN DUE COLPI RAVVICINATI Il turco Ali Agca, oggi 63 anni, nel cerchio, si accinge a sparare due colpi contro Giovanni Paolo II (1920-2005), in piazza San Pietro. Sono le 17.19 di mercoledì 13 maggio 1981, festa della Madonna di Fatima. In alto a destra, Wojtyla, ferito, viene sorretto dal segretario personale, Stanistaw Dziwisz, oggi cardinale, S2. COSÌ LE TESTATE SAN PAOLO A lato, l'editoriale del mensile Jesus Mi (giugno 1981) e, più a sinistra, la copertina di Famiglia Cristiana dedicata all'evento. Sotto, il servizio interno. TRECCIA I FATTI E LA LETTURA CHE NE DIEDE IL PONTEFICE, BEATIFICATO 10 ANNI FA Foto: Il volume San Paolo disponibile in libreria e, dal 13 maggio, in edicola e in parrocchia con Famiglia Cristiana (a soli 9,90 euro in più). Per averlo, telefonare allo 02/48.02.75.75 o consultare www. edicolasanpaolo.it LIBRI SAN PAOLO - Rassegna Stampa 18/03/2021 - 20/05/2021 128

01/05/2021 diffusione:51750 Pag. 26 tiratura:72371 EDITO DA SAN PAOLO EDIZIONI La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato ' Il Papa doveva morire . La storia dell'attentato' Il drammatico racconto come la sequenza di un film Nel libro di Antonio Preziosi i tanti misteri irrisolti FIRENZE Quarant'anni dopo quell'episodio che sconvolse il mondo, il giornalista Antonio Preziosi (nella foto) torna alle 17.17 di mercoledì 13 maggio 1981, quando in piazza San Pietro avviene l'attentato al pontefice e pubblica il libro Il Papa doveva morire. La storia dell'attentato a Giovanni Paolo II, edito da San Paolo Edizioni. I fatti, per chi c'era, ma anche per chi li ha sempre visti solo in televisione, sono noti: Giovanni Paolo II attraversa piazza San Pietro a bordo di un'automobile aperta prima della tradizionale udienza generale. Improvvisamente, tra le acclamazioni di migliaia di persone, si sentono risuonare alcuni colpi di pistola: due, tre. Il Papa, colpito, si accascia. Il libro ripercorre le fasi concitate dei soccorsi, la corsa in ospedale, che sembra quasi un film: Karol Wojtyla viene caricato su un'ambulanza senza sirena (rotta), che sfreccia verso il Policlinico Gemelli senza scorta, perché questa aveva sbagliato ingresso in piazza. Proprio lì dove un incredulo attentatore, Ali Aca, veniva prima fermato da una suora e poi arrestato, sconvolto per aver fallito inspiegabilmente la sua missione: «Ho sparato da quattro metri, non potevo sbagliare». Quello di Preziosi è un racconto minuzioso e attento degli eventi di quel giorno e di ciò che accadde dopo, del vissuto e dei pensieri di Giovanni Paolo II, che trasferisce sulle pagine con uno stile giornalistico anche quando, inevitabilmente, entra in gioco il misticismo. Da quel momento in poi, infatti, il Pontefice sosterrà la tesi del miracolo grazie all'intercessione di Maria, che avrebbe materialmente deviato il proiettile. Non è una fredda cronaca dei fatti ma piuttosto un'analisi dettagliata, come un film - a dirlo lo stesso autore -, che vuole riportare alla luce i dati ancora controversi e trovare il bandolo della matassa di una vicenda drammatica che ancora oggi rivela aspetti contraddittori o poco noti. Tra le questioni ancora aperte l'improbabile errore del killer, la traiettoria a zig zag - come la definì lo stesso chirurgo che operò il Papa - del proiettile, il mistero della seconda suora che avrebbe trattenuto il braccio del terrorista turco ma non si è mai scoperto chi fosse. Marianna Grazi © RIPRODUZIONE RISERVATA LIBRI SAN PAOLO - Rassegna Stampa 18/03/2021 - 20/05/2021 129

02/05/2021 09:30 sardegnareporter.it Sito Web Antonio Preziosi : \"Quel Papa doveva morie, vi spiego perché\" La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Antonio Preziosi: \"Quel Papa doveva morie, vi spiego perché\" Di La Redazione - 2 Maggio 2021 Antonio Preziosi: \"Quel Papa doveva morie, vi spiego perché\" Il 13 maggio 1981, in un'affollatissima piazza san Pietro, Papa Giovanni Paolo II doveva morire. Ma il colpo fallì. Miracolo o semplice fortuna? Ne parliamo, a pochi giorni dal 30esimo anniversario dell'attentato, con il noto giornalista Rai Antonio Preziosi \"Alla fine della mia indagine sull'attentato a Giovanni Paolo II, ho riscontrato una certezza: quel giorno il Papa doveva morire. Agca era un killer professionista, ha sparato da tre metri con un'arma da guerra potentissima, e voleva uccidere. Ma il colpo non riuscì\". Cosa successe quel 13 maggio 1981 in un'affollatissima piazza san Pietro? Miracolo o semplice fortuna? Ne parliamo, a pochi giorni dal 30esimo anniversario dell'attentato, con un'esperto, il noto giornalista Rai Antonio Preziosi . Una breve biografia Antonio Ciro Patrizio Preziosi (Taranto, 16 marzo 1967) è giornalista, scrittore ed esperto di comunicazione. Attualmente dirige Rai Parlamento. Ha diretto il Giornale Radio, Radio1 e Gr Parlamento. E' stato editorialista del Tg2 e corrispondente del servizio pubblico da Bruxelles. Ha tenuto corsi di giornalismo in diverse università italiane ed è apprezzato scrittore di libri e saggi. Ha vinto il premio Amalfi di giornalismo per la radiofonia. Il presidente della repubblica Napolitano lo ha nominato Commendatore della Repubblica Italiana. Papa Benedetto XVI lo ha nominato consultore del pontificio consiglio delle Comunicazioni Sociali. Lo scorso marzo ha pubblicato il suo nuovo libro, \"Il Papa doveva morire. La storia dell'attentato a Giovanni Paolo II\", per l'editore San Paolo. advertisement Il direttore di Rai Parlamento, Antonio PreziosiL'attentato al Papa Il 13 maggio 1981, in piazza San Pietro a Roma, alle ore 17.17 si consuma uno degli attentati più gravi e conosciuti della nostra storia recente: un sicario, forse incaricato da mandanti ancora oggi non identificati, spara a distanza ravvicinata a papa Giovanni Paolo II per ucciderlo. L'attentatore era Mehmet Ali Agca, un killer professionista turco, che gli sparò quattro colpi di pistola ferendolo gravemente. Giovanni Paolo II fu colpito due volte, perdendo molto sangue. Il sicario fu arrestato immediatamente e poi condannato all'ergastolo dalla magistratura italiana. Mesi dopo, il Papa perdonò il terrorista; ricevette successivamente anche il perdono del Presidente della Repubblica Italiana, Carlo Azeglio Ciampi, e fu infine estradato in Turchia nel giugno del 2000. Il perdono del Papa al AgcaUn libro che fa riflettere A quarant'anni da quel tragico avvenimento, Antonio Preziosi ricostruisce quel giorno con dettagli poco conosciuti o addirittura inediti, analizza le ragioni e le conseguenze del gesto, evidenziando tutte le implicazioni di cronaca, storiche e spirituali dell'attentato. L'Autore racconta alcune testimonianze dirette (come quelle di suor Letizia Giudici che \"arrestò\" il terrorista Ali Agca o del professor Renato Buzzonetti, il medico del Papa) e tantissimi dettagli ricordati dal cardinale Stanislao Dziwisz - già segretario personale del Papa - e da tanti altri testimoni. Il racconto coinvolge il lettore come in un \"film\" che ha una duplice regia: una umana (i mandanti ancora oscuri dell'attentato) e una soprannaturale (la mano che deviò il proiettile salvando la vita a quel Papa che quel giorno \"doveva morire\"). L'intervista al direttore Antonio Preziosi Direttore Preziosi, prima di parlare del suo ultimo libro, partiamo dall'inizio. Come è nata la sua passione per il giornalismo? \"E' stata una vocazione precocissima. Alle scuole elementari il maestro ci faceva realizzare, con un vecchio ciclostile, un giornalino di classe che si chiamava \"Il Campanello\". Ho iniziato a scrivere i miei primi articoli su quel giornalino e mi sono appassionato. Poi, sempre giovanissimo, ho iniziato a collaborare con LIBRI SAN PAOLO - Rassegna Stampa 18/03/2021 - 20/05/2021 130

02/05/2021 09:30 sardegnareporter.it Sito Web una radio privata: erano gli anni 70, quelli delle \"radio libere\". La mia passione per il La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato giornalismo è nata presto e non mi ha più lasciato\". Lei ha seguito i principali eventi politici istituzionali del nostro Paese: formazione e cambio di governi, il lavoro delle istituzioni europee e importanti vertici internazionali. Quali sono le regole fondamentali per fare un buon giornalismo? Il giornalista è un testimone. Racconta i fatti che vede ed è chiamato a farlo con onestà, verificando le fonti, nel rispetto della verità sostanziale dei fatti, rappresentando con rigore la posizione di tutti. Tra le \"regole fondamentali\" aggiungerei anche l'umiltà. Ripeto, siamo testimoni e non protagonisti dei fatti. Se ci si avvicina ai fatti senza superbia, con il desiderio di conoscerli ed approfondirli, poi si riesce a raccontarli con chiarezza a chi ci legge o a chi ci ascolta. C'è un ricordo più forte di altri nella sua vita professionale? \"In trent'anni di giornalismo i ricordi sono tanti....in generale mi ha molto emozionato la radiocronaca con la quale ho raccontato l'elezione di Papa Francesco nel 2013. Ed ho un ricordo molto forte di alcuni episodi di cronaca, come quando a Gerusalemme, al termine di una visita di Stato, mi sono trovato a raccontare un attentato kamikaze su un autobus di linea accaduto pochi minuti prima, praticamente quasi sotto ai miei occhi\". Il giornalismo è una missione, quello politico- istituzionale ancora di più. Perché? \"Più che una missione, il giornalismo è una professione con regole precise e precisi doveri da rispettare. Nel giornalismo politico-istituzionale è richiesta, a mio modesto avviso, una dose di rigore in più. Raccontiamo ai cittadini le decisioni della politica e delle istituzioni. E per farlo dobbiamo metterci dalla parte dei cittadini. E' a loro che dobbiamo parlare con l'obiettivo di aiutare ogni lettore a capire i fatti e a costruirsi la propria libera opinione\". Direttore di Radio1 e del Giornale Radio Rai, corrispondente per la Rai da Bruxelles, direttore di Rai Parlamento. Docente di giornalismo, scrittore. Consultore per le comunicazioni sociali per Papa Benedetto XVI e Papa Francesco. C'è una sfida professionale che ancora insegue? \"Lei è gentile a ricordarmi le cose che ho fatto. Ma tutte queste attività professionali si riconducono ad un unico denominatore che è una autentica passione: quella per il giornalismo. Mi sento un testimone che racconta dei fatti. Ed è quello che mi piacerebbe continuare a fare nel futuro\". Accanto al racconto della politica, c'è la sua attività di scrittore ed esperto di questioni Vaticane. Anche in questo caso ha raccontato e commentato i più importanti avvenimenti della storia recente della Chiesa. In questi giorni è uscito il suo ultimo libro \"Il papa doveva morire. La storia dell'attentato a Giovanni Paolo II\" (ed. San Paolo). Perché ha deciso di scrivere questo libro? \"Intanto perché mi interessava l'idea di raccontare un fatto di cronaca che è entrato nella storia. Poi perché sono passati quarant'anni ed ho voluto ricordare un avvenimento che nel 1981 ha colpito tantissimo l'opinione pubblica di tutto il mondo. Avevo quattordici anni e ricordo ancora la signora che da una finestra di una strada del mio paese urlava incredula: \"hanno sparato al Papa in piazza san Pietro!\". Dalla rigorosa indagine giornalistica di quell'avvenimento sono emersi tanti fatti nuovi, tanti dettagli, tanti misteri ancora da chiarire su ciò che avvenne quel giorno. A mio avviso, l'attentato al Papa Giovanni Paolo II rimane uno dei più conosciuti fatti di cronaca del XX secolo\". \"Una mano ha sparato e un'altra ha guidato la pallottola\" disse lo stesso Giovanni Paolo II. Nel suo libro si ripropone questa doppia regia umana e mistica: la cronaca, l'indagine minuziosa dei fatti, che si intreccia con il soprannaturale. E' stato difficile intraprendere questa narrazione? \"Ho consultato molte fonti e la tesi della \"doppia regia\" è ben presente in diverse testimonianze. Quella di chi ha indagato sull'attentato, come il giudice Ilario Martella, per il quale l'attentatore turco Alì Agca non era da solo, il 13 maggio 1981, in piazza San Pietro e sostiene che vi furono mandanti, coperture e complici che agirono nell'ombra con lui. L'altra regia è quella divina, di cui era fermamente convinto Giovanni Paolo II, sempre poco LIBRI SAN PAOLO - Rassegna Stampa 18/03/2021 - 20/05/2021 131

02/05/2021 09:30 sardegnareporter.it Sito Web interessato al \"garbuglio\" umano che si muoveva dietro l'attentato, ma invece misticamente La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato sicuro che la sua salvezza dall'attentato fosse dovuta all'intervento diretto della Vergine e alla realizzazione del famoso \"terzo segreto di Fatima\". Alla fine dell'indagine, ho riscontrato una certezza: quel giorno il Papa doveva morire. Agca era un killer professionista, ha sparato da tre metri con un'arma da guerra potentissima, e voleva uccidere. Ma il colpo non riuscì. Il Papa si salvò dopo un intervento di oltre cinque ore in sala operatoria. Ognuno leggendo le testimonianze potrà farsi una propria idea\". Il momento dell'attentato. Nel cerchio, Agca che punta la pistola contro il Papa Cosa resta oggi di quell'attentato? \"Restano la forza di un fatto di cronaca che apparve subito incredibile e di grandissimo effetto emotivo in tutto il mondo, e la curiosità giornalistica di indagare, a distanza di quarant'anni, nelle pieghe di quell'avvenimento che conserva molti aspetti ancora misteriosi\". E' il suo secondo libro su Giovanni Paolo II. Il primo fu: \"Immortale. Da Lolek a San Giovanni Paolo, la grande storia di un uomo 'venuto da lontano'\" (2015, Rai Libri). Che cosa l'affascina di questo Papa divenuto Santo? \"Di Giovanni Paolo II ho iniziato ad interessarmi da giovanissimo, collaborando a testi e pubblicazioni anche durante il suo pontificato. E' stato certamente uno dei protagonisti del XX secolo, molto amato dai giovani, conosciuto in tutto il mondo da credenti e non credenti. Basti ricordare la marea umana di persone che arrivò a Roma nell'aprile del 2005 in occasione della sua morte e che poi partecipò ai suoi funerali\". Giovanni Paolo II e non solo. Lei ha scritto su Jose Bergoglio il libro \"Il giubileo di Papa Francesco\" (2015, Newton Compton Editori) e su Giovanni Paolo I \"Indimenticabile. I 33 giorni di Papa Luciani\" (2019, Cantagalli). Da dove nasce la passione per i papi e a chi sarà dedicato il prossimo libro? \"Non saprei come rispondere a questa sua domanda. Forse perché mi incuriosiscono le storie di persone che sono molto importanti e famose, cercando di entrare nella loro umanità. Non so a chi, o a che cosa, sarà dedicato il prossimo libro, sinceramente non ci ho ancora pensato. Scrivo libri per rispondere ad una mia curiosità giornalistica o ad una passione. Sarà certamente su qualcosa o qualcuno capace di soddisfare queste mie due necessità. Le idee ed i progetti sono tanti. Per iniziare a scrivere aspetto di seguire una intuizione\". Lei è un giornalista ed un direttore. Il 3 maggio ricorre la giornata mondiale della libertà di stampa. E nei prossimi giorni si svolgerà la Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali. Cosa l'ha colpita di più del messaggio di Papa Francesco? \"Papa Francesco riesce sempre a parlare a tutti, credenti e non credenti, con argomentazioni concrete e di straordinaria utilità. Quando scrive che \"nulla sostituisce il vedere di persona\" coglie l'essenza stessa del nostro lavoro e ci ricorda che la realtà non si racconta soltanto attraverso lo schermo di un pc o di uno smart phone. Inoltre quando esorta a \"consumare la suola delle scarpe\" usa una frase antica del nostro lavoro, ma incredibilmente attuale e concreta: il giornalismo non è un mestiere \"sedentario\". Bisogna \"andare a vedere\" prima di raccontare i fatti che vediamo\". Milea Castigli Fonte: www.interris.it LIBRI SAN PAOLO - Rassegna Stampa 18/03/2021 - 20/05/2021 132

04/05/2021 Pag. 148 N.45 - maggio 2021 REGIMENTAL La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato DALLO SCHERMO ALLA CARTA I VOLTI TV IMPUGNANO LA PENNA Da Bruno Vespa a Mara Venier, da Annalisa Cuzzocrea a Manila Nazzaro: il fascino del libro non risparmia nessuno... così dai salotti televisivi a quelli editoriali è un attimo a cura di Monica Setta MAGGIO, TEMPO DI LIBRI VIP NEL SALOTTO ROMANO GIORNALISTICO E TELEVISIVO. Apre le danze il nuovo libro di Bruno Vespa dedicato ai ritratti dei presidenti della Repubblica alla vigilia della scadenza del mandato di Sergio Mattarella (Quirinale), pubblicato da Rai Libri che edita anche il volume di Daniela Ferolla (Un attimo di respiro) dedicato al wellness post covid 19. Ma è ormai un must avere un libro da lanciare, soprattutto se si fa Tv o si scrive nei giornali. Annalisa Cuzzocrea , firma di Repubblica, ha dato alle stampe un testo per le edizioni Piemme, \"Che fine hanno fatto i bambini\", e lo ha presentato con successo in quasi tutte le trasmissioni Rai. Richiestissimo il libro di Antonio Preziosi , \"Il Papa doveva morire, storia dell'attentato a Wojtyla del 13 maggio 1981\", con prefazione di monsignor Rino Fisichella . Scrive pure Mara Venier , regina della Domenica In di Rai 1, che sta preparando con Rai Libri un romanzo sulla mamma e la malattia che l'ha colpita prima della morte. Sulla rampa di lancio, per i tipi Rai, pure Sabina Donadio , giornalista e moglie del direttore del settimanale Oggi, Umberto Brindani . Già volto Mediaset, Sabina prepara un libro che dovrebbe uscire in autunno, ma che ha già scatenato la curiosità di molti dirigenti di viale Mazzini. Ha appena pubblicato il suo primo romanzo, dedicato all'amore in tutte le sue sfaccettature, Lucilla Agosti , conduttrice televisiva che ricordiamo qualche anno fa a Sanremo. «Spesso si raccontano nei libri emozioni o storie che non riescono ad arrivare alla dimensione verbale», spiega lo psicologo Stefano Pieri , uno dei nomi di Uno mattina in famiglia, «ma in tempo di pandemia e di lockdown scrivere fa comunque bene all'anima». Scrivono tutti quelli che sentono di aver qualcosa da dire o da confessare, come l'ex miss Italia Manila Nazzaro . Reduce dal successo di Tempation Island, programma di Maria de Filippi a cui aveva partecipato con il compagno L orenzo Amoruso , Manila sta per fare il suo debutto come scrittrice mentre in tanti se la contendendono per il prossimo palinesto 2021/22. La pandemia ha tagliato budget e fantasia, e chi lavora in Tv deve affinare la creatività, inventandosi mille modi per \"fare notizia\" sui social. E se il mercato televisivo si restringe, molti resteranno fuori al prossimo giro, giusto? Del resto, in Rai è tempo di rinnovo del Cda, e anche a Mediaset dovrebbero cambiare equilibri e volti già dal prossimo settembre. Elisa Isoardi per ora non ha scritto un libro, ma è uno dei nomi più gettonati in Tv. Dopo aver bucato lo schermo a Ballando con le stelle, Elisa sta sbancando all'Isola dei famosi mentre si prepara a nuovi impegni Tv dopo l'estate. Si parla di lei per sostituire Federica Panicucci , o addirittura per una serie di prime serate. Elisa non parla, ma a Cologno Monzese sono in molti a scommettere sul fatto che sarà lei il volto simbolo del Biscione nella prossima stagione. Speriamo, a questo punto, che dopo aver conquistato il nuovo programma - qualunque esso sia - ceda anche lei al vezzo di scrivere e di raccontare di sé. Talentuosa e poliedrica, Elisa avrebbe davvero molto da raccontare. Siete d'accordo? P.S.: anche l'autrice di questa rubrica, Monica, ha appena pubblicato un libro, di divulgazione economica \"di qualità\". S'intitola \"Quadrare i conti - manuale di economia per le famiglie\" (Rai Libri, euro 18). E si occupa di mutui, bollette, risparmio, assicurazioni, casa e mercati raccontati attraverso una o più storie che fanno della narrazione economica, storicamente ostica, un argomento non solo \"commestibile\" ma persino accattivante. Non se lo poteva \"scrivere da sola\", in questa sua rubrica, e allora lo abbiamo aggiunto noi. E quanto LIBRI SAN PAOLO - Rassegna Stampa 18/03/2021 - 20/05/2021 133

04/05/2021 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Pag. 148 N.45 - maggio 2021 prima ne faremo una recensione più approfondita: il tempo di leggerlo! (s.l.) Foto: DANIELA FEROLLA Foto: MARA VENIER Foto: MANILA NAZZARO Foto: ELISA ISOARDI LIBRI SAN PAOLO - Rassegna Stampa 18/03/2021 - 20/05/2021 134

05/05/2021 Il Popolo on line Sito Web Le due mani su Giovanni Paolo II La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Le due mani su Giovanni Paolo II Le 17.17 del 13 maggio 1981 il mondo si è fermato, immobile su un urlo: \"Hanno sparato al papa!\". Dell'attentato a Giovanni Paolo II si sono dette e scritte molte parole, fornite diverse spiegazioni a partire dagli stessi protagonisti. Ali Agca, l'attentatore, ha cambiato la sua versione 52 volte. Il Papa non ha mai cambiato la sua: \"Una mano ha voluto uccidere; una mano ha deviato il colpo mortale\". 05/05/2021 di Simonetta Venturin Le 17.17 del 13 maggio 1981 il mondo si è fermato, immobile su un urlo: \"Hanno sparato al papa!\". E il papa era il primo straniero dopo 455 anni di papi italiani; era Wojtyla: il primo papa polacco nella lista dei papi, il primo dall'Est, il primo di una lingua slava. \"Hanno sparato al papa!\" e le edizioni speciali dei tg hanno scritto la storia trasmettendo le immagini di una piazza San Pietro affollata e attonita di fronte al forte e giovane Karol accasciato sulla jeep bianca, il volto in una smorfia di dolore, la mano sull'addome. \"Hanno sparato al papa!\": un gesto impensabile, inaudito, blasfemo, verrebbe da dire, ma si trattava di un gesto politico contro l'uomo e non contro la divinità: la volontà di fermare chi si temeva capace di cambiare una storia lunga decenni. In quegli spari c'era il tentativo del blocco orientale di fermare il processo libertario innescato dal movimento di Solidarno?? a cui Wojtyla guardava con simpatia. Dell'attentato a Giovanni Paolo II si sono dette e scritte molte parole, fornite diverse spiegazioni a partire dagli stessi protagonisti. Da una parte l'attentatore, il turco Ali Agca: la sua fuga fermata da un inciampo fuori programma sui sanpietrini e dal coraggio di una religiosa bergamasca, suor Letizia, che come un attaccante lo placcò e bloccò, sedendocisi sopra. Quell'Agca che cambiò 52 volte la sua versione dei fatti, mentre una fu la prima dichiarazione: \"Only, only\", a sancire che era e agiva da solo. Sebbene giovanissimo, 23 anni, non era sconosciuto alla giustizia del suo paese anzi, affiliato all'organizzazione turca dei Lupi Grigi, era appena stato rilasciato da prigione. Eppure lui, considerato un killer infallibile - armato di una altrettanto infallibile Browning calibro 9 Parabellum - sbagliò. Fallì l'obiettivo per il quale era in quella piazza: colpire a morte il papa. Dall'altra parte c'è la vittima designata, Giovani Paolo II, che invece non cambiò mai versione e, da subito e per sempre, non badando a piste e scoperte, con inscalfibile coerenza sostenne che a salvarlo era stata la mano di Maria, quella che a Fatima, alla stessa ora di 64 anni prima, era apparsa a tre pastorelli. Tanto è vero che nella corsa disperata verso il Gemelli, con l'ambulanza che si trovò bloccata nel traffico di Roma senza scorta e senza sirena (si ruppe nel tragitto), andava bisbigliando nella sua lingua: \"Maria, Madre mia\". E il fidato don Stanislao che gli era accanto confermò che subito dopo lo sparo, pur soffrendo parecchio, il papa perdonò il suo attentatore: \"Io ti perdono e offro tutto questo che mi capita per la Chiesa e per il mondo\". Giovanni Paolo II ribadì più volte: \"Una mano ha voluto uccidere; una mano ha deviato il colpo mortale\". Lo stesso medico che lo operò, il chirurgo Crucitti, non seppe trovare logica umana in quel che accadde. Lui che era a casa in ferie, nel pomeriggio - una delle tante coincidenze del giorno -, tornò in reparto, spinto da una necessità indefinita. Dichiarò sempre di non spiegarsi la anomala traiettoria del proiettile che si era mosso a zig zag nell'addome del papa, quasi ad evitare - sia pur di millimetri - aorta e organi vitali. Per questo, pur avendo perso oltre 3 litri di sangue, il papa si salvò. Se il fisico non si riprese mai completamente, l'anima si votò a Fatima. La devozione a Maria era in lui fin da Wadovice (al cui museo si conserva la pistola di Agca), fin dal santuario di Cz?stochowa (cui fece devoto ritorno), fin dallo scapolare della Madonna del Carmine che indossava da LIBRI SAN PAOLO - Rassegna Stampa 18/03/2021 - 20/05/2021 135

05/05/2021 Il Popolo on line Sito Web quanto aveva dieci anni - lui orfano di madre a nove - e che non gli fu tolto neppure in sala La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato operatoria. Una devozione che volle scritta nel motto, lui giovanissimo vescovo (a 38 anni) e cardinale (47 anni), non si separò da quel \"Totus tuus\" neppure da papa e anzi, lo arricchì di uno stemma con una grande M in un campo azzurro come un manto.La Madre celeste era nel suo cuore come nei suoi scritti, nei suoi atti di devozione, nelle sue lunghissime preghiere, nell'edicola con l'immagine di Maria \"Mater Ecclesiae\" che per suo volere accoglie i pellegrini in piazza San Pietro dal 7 dicembre 1981. Ed è la ragione dei suoi tre viaggi a Fatima dopo l'attentato.Il primo ad un anno esatto di distanza, il 13 maggio 1982, durante il quale scampò a un secondo attentato. C'era andato per portare a Maria il proiettile uscito dal suo corpo: lo volle incastonato al centro della corona della statua della Bianca signora: un lavoro che fece tremare l'orafo incaricato, il quale si stupì di come invece si adattasse al manufatto a tal punto da sembrare predisposto per accoglierlo. Un secondo viaggio fu nel 1991 quando fece atto di affidamento a Maria del mondo intero. Un terzo nel 2000 quando, il 13 maggio, beatificò i due pastorelli Giacinta e Francesco.Pur con un pontificato lungo oltre ventisei anni, con il record dei viaggi ad ogni latitudine del pianeta, pur nei bagni di folla e di giovani che lo accompagnarono, il suo fisico non trovò la forza né la salute di prima, sperimentando più volte la necessità dei ricoveri. Già un paio di mesi dopo l'attentato subì un secondo intervento e da lì proseguì la via crucis cominciata il 13 maggio 1981 e terminata il 2 aprile 2005, quando un quasi irriconoscibile Giovanni Paolo II si spense, accompagnato da una piazza san Pietro lacrimante e in preghiera per lui, come era già successo ventiquattro anni prima, la sera dell'attentato.(Molto di più si può leggere nel recente volume di Antonio Preziosi, Il Papa doveva morire, San Paolo editore). Da una parte l'attentatore, il turco Ali Agca: la sua fuga fermata da un inciampo fuori programma sui sanpietrini e dal coraggio di una religiosa bergamasca, suor Letizia, che come un attaccante lo placcò e bloccò, sedendocisi sopra. Quell'Agca che cambiò 52 volte la sua versione dei fatti, mentre una fu la prima dichiarazione: \"Only, only\", a sancire che era e agiva da solo. Sebbene giovanissimo, 23 anni, non era sconosciuto alla giustizia del suo paese anzi, affiliato all'organizzazione turca dei Lupi Grigi, era appena stato rilasciato da prigione. Eppure lui, considerato un killer infallibile - armato di una altrettanto infallibile Browning calibro 9 Parabellum - sbagliò. Fallì l'obiettivo per il quale era in quella piazza: colpire a morte il papa. Dall'altra parte c'è la vittima designata, Giovani Paolo II, che invece non cambiò mai versione e, da subito e per sempre, non badando a piste e scoperte, con inscalfibile coerenza sostenne che a salvarlo era stata la mano di Maria, quella che a Fatima, alla stessa ora di 64 anni prima, era apparsa a tre pastorelli. Tanto è vero che nella corsa disperata verso il Gemelli, con l'ambulanza che si trovò bloccata nel traffico di Roma senza scorta e senza sirena (si ruppe nel tragitto), andava bisbigliando nella sua lingua: \"Maria, Madre mia\". E il fidato don Stanislao che gli era accanto confermò che subito dopo lo sparo, pur soffrendo parecchio, il papa perdonò il suo attentatore: \"Io ti perdono e offro tutto questo che mi capita per la Chiesa e per il mondo\". Giovanni Paolo II ribadì più volte: \"Una mano ha voluto uccidere; una mano ha deviato il colpo mortale\". Lo stesso medico che lo operò, il chirurgo Crucitti, non seppe trovare logica umana in quel che accadde. Lui che era a casa in ferie, nel pomeriggio - una delle tante coincidenze del giorno -, tornò in reparto, spinto da una necessità indefinita. Dichiarò sempre di non spiegarsi la anomala traiettoria del proiettile che si era mosso a zig zag nell'addome del papa, quasi ad evitare - sia pur di millimetri - aorta e organi vitali. Per questo, pur avendo perso oltre 3 litri di sangue, il papa si salvò. Se il fisico non si riprese mai completamente, l'anima si votò a Fatima. La devozione a Maria era in lui fin da Wadovice (al cui museo si conserva la pistola di Agca), fin dal santuario LIBRI SAN PAOLO - Rassegna Stampa 18/03/2021 - 20/05/2021 136

05/05/2021 Il Popolo on line Sito Web di Cz?stochowa (cui fece devoto ritorno), fin dallo scapolare della Madonna del Carmine che La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato indossava da quanto aveva dieci anni - lui orfano di madre a nove - e che non gli fu tolto neppure in sala operatoria. Una devozione che volle scritta nel motto, lui giovanissimo vescovo (a 38 anni) e cardinale (47 anni), non si separò da quel \"Totus tuus\" neppure da papa e anzi, lo arricchì di uno stemma con una grande M in un campo azzurro come un manto.La Madre celeste era nel suo cuore come nei suoi scritti, nei suoi atti di devozione, nelle sue lunghissime preghiere, nell'edicola con l'immagine di Maria \"Mater Ecclesiae\" che per suo volere accoglie i pellegrini in piazza San Pietro dal 7 dicembre 1981. Ed è la ragione dei suoi tre viaggi a Fatima dopo l'attentato.Il primo ad un anno esatto di distanza, il 13 maggio 1982, durante il quale scampò a un secondo attentato. C'era andato per portare a Maria il proiettile uscito dal suo corpo: lo volle incastonato al centro della corona della statua della Bianca signora: un lavoro che fece tremare l'orafo incaricato, il quale si stupì di come invece si adattasse al manufatto a tal punto da sembrare predisposto per accoglierlo. Un secondo viaggio fu nel 1991 quando fece atto di affidamento a Maria del mondo intero. Un terzo nel 2000 quando, il 13 maggio, beatificò i due pastorelli Giacinta e Francesco.Pur con un pontificato lungo oltre ventisei anni, con il record dei viaggi ad ogni latitudine del pianeta, pur nei bagni di folla e di giovani che lo accompagnarono, il suo fisico non trovò la forza né la salute di prima, sperimentando più volte la necessità dei ricoveri. Già un paio di mesi dopo l'attentato subì un secondo intervento e da lì proseguì la via crucis cominciata il 13 maggio 1981 e terminata il 2 aprile 2005, quando un quasi irriconoscibile Giovanni Paolo II si spense, accompagnato da una piazza san Pietro lacrimante e in preghiera per lui, come era già successo ventiquattro anni prima, la sera dell'attentato.(Molto di più si può leggere nel recente volume di Antonio Preziosi, Il Papa doveva morire, San Paolo editore). LIBRI SAN PAOLO - Rassegna Stampa 18/03/2021 - 20/05/2021 137

05/05/2021 22:21 SIR Sito Web Le due mani su Giovanni Paolo II La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Le due mani su Giovanni Paolo II 6 maggio 2021 Simonetta Venturin (*) Le 17.17 del 13 maggio 1981 il mondo si è fermato, immobile su un urlo: \"Hanno sparato al papa!\". E il papa era il primo straniero dopo 455 anni di papi italiani; era Wojtyla: il primo papa polacco nella lista dei papi, il primo dall'Est, il primo di una lingua slava. \"Hanno sparato al papa!\" e le edizioni speciali dei tg hanno scritto la storia trasmettendo le immagini di una piazza San Pietro affollata e attonita di fronte al forte e giovane Karol accasciato sulla jeep bianca, il volto in una smorfia di dolore, la mano sull'addome. Le 17.17 del 13 maggio 1981 il mondo si è fermato, immobile su un urlo: \"Hanno sparato al papa!\". E il papa era il primo straniero dopo 455 anni di papi italiani; era Wojtyla: il primo papa polacco nella lista dei papi, il primo dall'Est, il primo di una lingua slava. \"Hanno sparato al papa!\" e le edizioni speciali dei tg hanno scritto la storia trasmettendo le immagini di una piazza San Pietro affollata e attonita di fronte al forte e giovane Karol accasciato sulla jeep bianca, il volto in una smorfia di dolore, la mano sull'addome. \"Hanno sparato al papa!\": un gesto impensabile, inaudito, blasfemo, verrebbe da dire, ma si trattava di un gesto politico contro l'uomo e non contro la divinità: la volontà di fermare chi si temeva capace di cambiare una storia lunga decenni. In quegli spari c'era il tentativo del blocco orientale di fermare il processo libertario innescato dal movimento di Solidarno a cui Wojtyla guardava con simpatia. Dell'attentato a Giovanni Paolo II si sono dette e scritte molte parole, fornite diverse spiegazioni a partire dagli stessi protagonisti. Da una parte l'attentatore, il turco Ali Agca: la sua fuga fermata da un inciampo fuori programma sui sanpietrini e dal coraggio di una religiosa bergamasca, suor Letizia, che come un attaccante lo placcò e bloccò, sedendocisi sopra. Quell'Agca che cambiò 52 volte la sua versione dei fatti, mentre una fu la prima dichiarazione: \"Only, only\", a sancire che era e agiva da solo. Sebbene giovanissimo, 23 anni, non era sconosciuto alla giustizia del suo paese anzi, affiliato all'organizzazione turca dei Lupi Grigi, era appena stato rilasciato da prigione. Eppure lui, considerato un killer infallibile - armato di una altrettanto infallibile Browning calibro 9 Parabellum - sbagliò. Fallì l'obiettivo per il quale era in quella piazza: colpire a morte il papa. Dall'altra parte c'è la vittima designata, Giovani Paolo II, che invece non cambiò mai versione e, da subito e per sempre, non badando a piste e scoperte, con inscalfibile coerenza sostenne che a salvarlo era stata la mano di Maria, quella che a Fatima, alla stessa ora di 64 anni prima, era apparsa a tre pastorelli. Tanto è vero che nella corsa disperata verso il Gemelli, con l'ambulanza che si trovò bloccata nel traffico di Roma senza scorta e senza sirena (si ruppe nel tragitto), andava bisbigliando nella sua lingua: \"Maria, Madre mia\". E il fidato don Stanislao che gli era accanto confermò che subito dopo lo sparo, pur soffrendo parecchio, il papa perdonò il suo attentatore: \"Io ti perdono e offro tutto questo che mi capita per la Chiesa e per il mondo\". Giovanni Paolo II ribadì più volte: \"Una mano ha voluto uccidere; una mano ha deviato il colpo mortale\". Lo stesso medico che lo operò, il chirurgo Crucitti, non seppe trovare logica umana in quel che accadde. Lui che era a casa in ferie, nel pomeriggio - una delle tante coincidenze del giorno -, tornò in reparto, spinto da una necessità indefinita. Dichiarò sempre di non spiegarsi la anomala traiettoria del proiettile che si era mosso a zig zag nell'addome del papa, quasi ad evitare - sia pur di millimetri - aorta e organi vitali. Per questo, pur avendo perso oltre 3 litri di sangue, il papa si salvò. Se il fisico non si riprese mai completamente, l'anima si votò a Fatima. La devozione a Maria era in lui fin da Wadovice (al cui museo si conserva la pistola di Agca), fin dal santuario di Czstochowa (cui LIBRI SAN PAOLO - Rassegna Stampa 18/03/2021 - 20/05/2021 138

05/05/2021 22:21 SIR Sito Web fece devoto ritorno), fin dallo scapolare della Madonna del Carmine che indossava da quanto La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato aveva dieci anni - lui orfano di madre a nove - e che non gli fu tolto neppure in sala operatoria. Una devozione che volle scritta nel motto, lui giovanissimo vescovo (a 38 anni) e cardinale (47 anni), non si separò da quel \"Totus tuus\" neppure da papa e anzi, lo arricchì di uno stemma con una grande M in un campo azzurro come un manto. La Madre celeste era nel suo cuore come nei suoi scritti, nei suoi atti di devozione, nelle sue lunghissime preghiere, nell'edicola con l'immagine di Maria \"Mater Ecclesiae\" che per suo volere accoglie i pellegrini in piazza San Pietro dal 7 dicembre 1981. Ed è la ragione dei suoi tre viaggi a Fatima dopo l'attentato. Il primo ad un anno esatto di distanza, il 13 maggio 1982, durante il quale scampò a un secondo attentato. C'era andato per portare a Maria il proiettile uscito dal suo corpo: lo volle incastonato al centro della corona della statua della Bianca signora: un lavoro che fece tremare l'orafo incaricato, il quale si stupì di come invece si adattasse al manufatto a tal punto da sembrare predisposto per accoglierlo. Un secondo viaggio fu nel 1991 quando fece atto di affidamento a Maria del mondo intero. Un terzo nel 2000 quando, il 13 maggio, beatificò i due pastorelli Giacinta e Francesco. Pur con un pontificato lungo oltre ventisei anni, con il record dei viaggi ad ogni latitudine del pianeta, pur nei bagni di folla e di giovani che lo accompagnarono, il suo fisico non trovò la forza né la salute di prima, sperimentando più volte la necessità dei ricoveri. Già un paio di mesi dopo l'attentato subì un secondo intervento e da lì proseguì la via crucis cominciata il 13 maggio 1981 e terminata il 2 aprile 2005, quando un quasi irriconoscibile Giovanni Paolo II si spense, accompagnato da una piazza san Pietro lacrimante e in preghiera per lui, come era già successo ventiquattro anni prima, la sera dell'attentato. (Molto di più si può leggere nel recente volume di Antonio Preziosi, Il Papa doveva morire, San Paolo editore). (*) direttrice \"Il Popolo\" (Pordenone) LIBRI SAN PAOLO - Rassegna Stampa 18/03/2021 - 20/05/2021 139

06/05/2021 Credere diffusione:60000 Pag. 24 N.19 - 9 maggio 2021 tiratura:80000 13 MAGGIO 1981-2021 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Quando la Madonna salvò il Papa Paolo Rappellino Sono trascorsi 40 anni ma ancora molti misteri aleggiano sull'attentato a Giovanni Paolo II. Come ha ricostruito il giornalista Antonio Preziosi , quel che è certo è che il Papa doveva morire ma la Vergine di Fatima deviò il proiettile. E da quel momento il pontificato non fu più lo stesso... San Pietro, 13 maggio 1981. Sono da poco passate le 17 e la folla riempie l'emiciclo del colonnato del Bernini. Giovanni Paolo II, prima di tenere la catechesi del mercoledì, che allora si svolgeva al pomeriggio, inizia a salutare i fedeli girando tra la folla a bordo di un'auto scoperta. Il Papa che incontra direttamente la gente fino a farsi toccare è una delle novità introdotte dal Pontefice polacco. Un giovane dai capelli corvini cerca di farsi largo, veste una giacca grigia e ha in mano una macchina fotografica. Sgomitando un po' riesce ad arrivare fin quasi alle transenne. La Fiat Campagnola del Papa si avvicina. Si ferma: Wojtyla prende in braccio una bambina dai riccioli biondi, la bacia. Gli uomini della Gendarmeria vaticana lo aiutano a riconsegnarla ai genitori. Proprio in quel mentre l'uomo estrae dalla cintura una pistola, la punta verso il Papa e spara: uno, due, forse tre colpi. Due proiettili raggiungono il Pontefice che si accascia sul sedile, sostenuto dal suo segretario, don Stanislao Dziwisz. Sono le 17.19. L'autista riparte, veloce. Tutti i presenti sono attoniti. Molti piangono. Due donne - una turista americana e una giovane giamaicana - giacciono a terra, colpite a loro volta dai proiettili che hanno trapassato il corpo del Papa. Si salveranno. Da allora sono passati esattamente 40 anni. Quelle immagini drammatiche fanno parte nella memoria collettiva come il fungo della bomba atomica di Hiroshima, la caduta del Muro di Berlino e il crollo delle Torri gemelle... Eppure le verità accertate nei tribunali lasciano ancora punti oscuri che non è stato possibile illuminare con le inchieste. Come è noto, dell'attentato c'è un esecutore materiale accertato. Si chiama Ali Agca. All'epoca dei fatti aveva 23 anni. Di nazionalità turca, era un militante del movimento terroristico di estrema destra dei Lupi grigi. Il Tribunale italiano che lo ha condannato per direttissima nel luglio del 1981 ha accertato che non era un pazzo ma un killer addestrato. Chi lo abbia mandato a sparare al Papa non si è capito. IL GRANDE \"GARBUGLIO\" Le dichiarazioni di Agca che si sono susseguite nei decenni sono sempre state contraddittorie: chi si è preso la briga di contarle sostiene che abbia cambiato versione 52 volte. Ha detto di aver agito da solo e poi ha parlato di complici; ha sostenuto di aver sparato per uccidere e poi ha affermato di non aver mirato volutamente alla testa; ha farneticato che l'attentato fosse un atto dimostrativo contro l'imperialismo ma poi ha affermato di essere stato inviato dai Servizi segreti bulgari per fare fuori il Pontefice polacco che avrebbe potuto danneggiare i regimi comunisti. Agca ha anche accennato a un possibile legame tra l'attentato e la sparizione di Emanuela Orlandi, ma di fatto le sue sembrano affermazioni studiate ad arte per creare confusione e attirare su di sé l'attenzione mediatica. Come quando, nel 2014, oramai scontata la pena, portò un mazzo di fiori sulla tomba di Giovanni Paolo II. Lo stesso Wojtyla, in un'intervista con Indro Montanelli, aveva parlato di un vero «garbuglio» che si celava dietro l'attentato. Ciò che invece era ben chiaro a Giovanni Paolo II, come dichiarò ancora convalescente, è che «una mano ha voluto uccidere; un'altra mano ha deviato il colpo mortale». La mano era quella della Madonna. Lo conferma anche il giornalista Antonio Preziosi, direttore di Rai Parlamento, che alla vicenda ha dedicato un libro appena uscito (Il Papa doveva morire. La storia dell ' attentato a Giovanni Paolo II, San Paolo ) che propone un'attenta ricostruzione con un occhio di riguardo all'interpretazione LIBRI SAN PAOLO - Rassegna Stampa 18/03/2021 - 20/05/2021 140

06/05/2021 Credere diffusione:60000 Pag. 24 N.19 - 9 maggio 2021 tiratura:80000 provvidenziale che ne diede lo stesso Pontefice. UNA MANO CHE SALVA «Il Papa polacco», La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato scrive Preziosi, «associò immediatamente all'attentato, avvenuto nell'anniversario della prima apparizione della Vergine di Fatima, l'adempimento del cosiddetto \"terzo segreto\" e attribuì la sua salvezza da una morte che considerava certa all'intervento diretto della Vergine». In effetti, all'arrivo al Policlinico Gemelli su un'ambulanza cui si era rotta la sirena, Giovanni Paolo II appariva in condizioni gravissime. Aveva perso conoscenza e i parametri vitali erano in picchiata, tanto che il medico personale, il professor Renato Buzzonetti, suggerì a don Stanislao di impartirgli l'Unzione degli infermi. Anche il chirurgo che eseguì l'operazione, il professor Francesco Crucitti, disse che il proiettile penetrato nell'addome aveva provocato una emorragia potenzialmente letale, ma aveva percorso una traiettoria inspiegabile, a zig-zag, senza ledere organi vitali, passando a pochi millimetri dall'aorta e scheggiando la spina dorsale. «Giovanni Paolo II mostrò più volte di non appassionarsi» alle ricostruzioni \"tecniche\", afferma ancora Preziosi. «Per lui la \"spiegazione\" dell'attentato era solo ed esclusivamente mistica, quella di un'azione diabolica contro di lui, una mano armata - forse da qualcuno che per il Papa non ha rilevanza alcuna - e un'altra mano che devia il proiettile». Nel primo anniversario, il 13 maggio 1982, andò infatti pellegrino a Fatima e offri il proiettile alla Madonna. Oggi è incastonato nella corona della statua. «Il 13 maggio 1981», conclude Preziosi, «venne considerato da Giovanni Paolo II una sorta di \"rinascita spirituale\" per lui e per la Chiesa. Nella visione del Papa, insomma, l'attentato si trasformò da atto di morte a gesto redentivo, capace di guidare la Chiesa alle porte del terzo millennio. E ciò che sarebbe successo nei dieci anni successivi confermerà nella mente e nel cuore del Papa la \"vitalità\" di quella causa efficiente di novità: dalla nascita di Solidarnosc fino alla caduta del muro di Berlino». La terza parte del segreto di Fatima, rivelata nel 2000, ha impressionanti somiglianze con quanto accaduto in piazza San Pietro quarant'anni fa e con il resto della vita di Wojtyla: si parla del Santo Padre che cammina «mezzo tremulo, con passo vacillante» e viene «ucciso da un gruppo di soldati che gli spararono vari colpi di arma da fuoco e frecce». Quel messaggio, spiegò l'allora cardinale Joseph Ratzinger, non deve spaventare ma serve per «mobilitare le forze del cambiamento in bene». Anche per noi, oggi. • Foto entrate nella storia Sopra: Antonio Preziosi, 54 anni, autore di un libro sulla storia dell'attentato. A sinistra: Giovanni Paolo II (1920-2005) appena colpito è sostenuto da don Stanislao Dziwisz, oggi 82 anni, e dall'ispettore dalla Gendarmeria, Francesco Pasanisi. Nella pagina accanto: Ali Agca mentre sta per sparare. Sotto: la statua della Madonna di Fatima. Nella corona è incastonato il proiettile. Il libro L'attentato e la Provvidenza Hè uno stretto legame tra l'attentato del 1981 e la fede del Papa nella Vergine, nella Provvidenza e nella Divina Misericordia. Si muove su questo filone il giornalista Antonio Preziosi nel libro che ricostruisce la storia dell'attentato con nuovi dettagli e, soprattutto, rileggendo la vicenda all'interno della storia spirituale del pontificato. Il libro II Papa doveva morire (San Paolo) sarà distribuito la prossima settimana con Famiglia Cristiana a 9,90 euro oltre il prezzo della rivista. Info: tel. 02/48.02.75.75. Sotto la protezione di Maria Sopra: Giovanni Paolo II pellegrino a Fatima nel primo anniversario dell'attentato. Pochi lo ricordano, ma quel giorno subì una nuova aggressione: un prete squilibrato anticonciliare tentò di accoltellarlo e riuscì a ferirlo lievemente al fianco. Sotto: il Papa ricoverato al Gemelli e al carcere di Rebibbia per incontrare Ali Agca. Foto: «Per il Papa, la \"spiegazione\" era solo ed esclusivamente mistica, quella di un'azione diabolica contro di lui» LIBRI SAN PAOLO - Rassegna Stampa 18/03/2021 - 20/05/2021 141

06/05/2021 Credere diffusione:60000 Pag. 60 N.19 - 9 maggio 2021 tiratura:80000 Tutto ci parla di Dio / LE VIE DELL'ETERE La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato L'attentato a Giovanni Paolo II e il proiettile \"deviato da Maria\" In occasione dei 40 anni dall'accaduto uno speciale su ricordi e testimonianze di un giorno drammatico a cura di Eugenia Gallesio In occasione dei 40 anni dall'attentato a Giovanni Paolo II in piazza San Pietro, Tv2000 mercoledì 12 maggio alle 21.40 trasmette in diretta lo speciale 13 maggio 1981. Il proiettile deviato (secondo lo stesso Papa fu salvato dalla Vergine Maria). Conduce Paola Saluzzi. Tra le testimonianze: il fotografo Arturo Mari, sempre al fianco di Karol Wojtyla, e di Mario Scipioni, agente in servizio in piazza San Pietro il pomeriggio di quel giorno di maggio. Nel corso dello speciale anche un servizio sugli abiti che Giovanni Paolo II indossava quel giorno: suor Beatrice Priori racconta la devozione attorno alla maglia che è conservata nella cappella della Casa Regina Mundi a Roma. Intervengono monsignor Rino Fisichella, presidente del Pontificio Consiglio per la promozione della nuova evangelizzazione; il vaticanista Gian Franco Svidercoschi, profondo conoscitore del pontificato di Wojtyla, e il giornalista Antonio Preziosi, autore del libro Il Papa doveva morire per la San Paolo. In studio anche la testimonianza di Luca Buzzonetti, figlio del professore Renato Buzzonetti, medico personale del Pontefice, accanto a lui nelle ore concitate dopo l'attentato. TV2000 Foto: 13 maggio 1981: il proiettile deviato Foto: MERCOLEDÌ 12 MAGGIO ORE 21.40 - T V 2 0 0 0 LIBRI SAN PAOLO - Rassegna Stampa 18/03/2021 - 20/05/2021 142

06/05/2021 diffusione:203166 Pag. 4 N.19 - 9 maggio 2021 tiratura:253309 LE INIZIATIVE SPECIALI DI FAMIGLIA CRISTIANA La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato IN PARROCCHIA E IN EDICOLA ^QUÉSTASSTÌMANAX rCARLO TOSCO ANDARE PER LE ABBAZIE CISTERCENSI a soli 6,90 euro in più NAPOLEONE E I SUOI DUE PAPI a soli 9,90 euro in più RIMEDI E SUGGERIMENTI IN CASA, AL LAVORO, IN VIAGGIO a soli 8,90 euro in più ^SEHIMANAPRÓSSjMA^ I SEGRETI DELLA NONNA PAOLA BIANCHI ANDARE PER FORTEZZE E CITTADELLE a soli 6,90 euro in più ANTONIO PREZIOSI IL PAPA DOVEVA MORIRE a soli 9,90 euro in più LIBRI SAN PAOLO - Rassegna Stampa 18/03/2021 - 20/05/2021 143

06/05/2021 diffusione:172659 Pag. 72 N.19 - 13 maggio 2021 tiratura:312054 ANNIVERSARI IL 13 MAGGIO 1981 IL PONTEFICE RISCHIÒ LA VITA La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato I SEGRETI DELL'ATTENTATO A GIOVANNI PAOLO II 40 anni e tanti misteri sul dramma di Wojtyla CI SONO QUELLI DI ALI AGCA , CHE SPARÒ E CHE HA CAMBIATO MOLTE VOLTE VERSIONE (SE NE CONTANO PIÙ DI 50). E QUELLI DELLA FEDE, CHE PORTANO A FATIMA . «UNA MANO HA SPARATO, UN'ALTRA HA GUIDATO LA PALLOTTOLA», HA DETTO LO STESSO PAPA POLACCO Maria Giuseppina Buonanno Il sole sbuca tra le nuvole bianche del pomeriggio e segue la jeep che si muove tra ali di folla. Giovanni Paolo II si offre all'abbraccio dei fedeli che riempiono piazza San Pietro, come in ogni udienza del mercoledì: sorride, tende le mani, prende in braccio una bambina, si aggiusta lo zucchetto. All'improvviso, due colpi di pistola rompono l'armonia. Sono le 17.17 (o, forse, le 17.19) del 13 maggio 1981, giorno in cui la Chiesa ricorda la prima apparizione della Madonna a Fatima, in Portogallo, nel 1917, e Karol Wojtyla, eletto Papa nel 1978, cade all'indietro. Lo sorregge il suo segretario, don Stanislao Dziwisz. Un proiettile lo ferisce all'addome, lacerando l'intestino, un altro gli frattura l'indice della mano sinistra. Sono colpite anche due turiste, un'americana e una giamaicana: a una viene asportata la milza, l'altra rimane ferita a un braccio. Pochi metri più in là, un uomo ha ancora in mano la pistola, una Browning calibro 9: è il terrorista turco dei Lupi Grigi Ali Agca. Una suora misteriosa lo strattona, gli impedisce di continuare a sparare. Il Papa è colpito, la gente urla e lui scappa, cade, perde la pistola. Una donna lo blocca, è suor Letizia Giudici, che oggi vive a Genova. «La suora si assicura che Agca non sfugga, lo tiene energicamente tra le sue braccia e non lo consegna alle forze dell'ordine fino a quando i militari in borghese vengono raggiunti da quelli in divisa. Addirittura strattona e colpisce con vigore qualcuno dei militari in borghese, scambiandoli per possibili complici», scrive il giornalista Antonio Preziosi nel libro Il Papa doveva morire , appena pubblicato da San Paolo. Nell'ambulanza che corre verso il Policlinico Gemelli, Giovanni Paolo II prega in polacco, invoca Gesù e Maria, la chiama «Madre mia». La situazione è drammatica. Prima di essere operato, il medico personale del Pontefice, il professor Renato Buzzonetti, chiede a don Stanislao di dargli l'estrema unzione. E quasi l'una di notte quando l'intervento viene considerato riuscito. IL PROIETTILE EX VOTO «Una mano ha sparato, un'altra ha deviato la pallottola», dirà poi Wojtyla. In effetti, ha sfiorato l'aorta e la spina dorsale. A Francesco Crucitti, il chirugo che lo ha operato, sembra che quella pallottola sia stata guidata per non provocare danni. Come in un miracolo. Lo pensa subito Wojtyla e chiede di vedere il fascicolo con la terza parte del segreto di Fatima, che sarà rivelato poi nel 2000: descrive il martirio dei cristiani e contiene la visione di sangue di «un vescovo vestito di bianco», un Papa. L'anno dopo, nel 1982, Giovanni Paolo II va in pellegrinaggio nel santuario portoghese. E decide di far incastonare nella corona della Madonna la pallottola che lo aveva colpito. Oltre le ragioni della fede, restano le ombre e i misteri sul gesto compiuto da Ali Agca, che ha cambiato molte volte versione (se ne contano oltre 50). E che è stato subito perdonato da Giovanni Paolo II. Già il 17 maggio, a pochi giorni dal'attentato, il Papa, recitando l'Angelus dall'ospedale, disse: «Prego per il fratello che mi ha ferito, al quale ho sinceramente perdonato». Pregò anche per le persone ferite con lui. E poi, il 27 dicembre 1983 Wojtyla incontrò nel carcere romano di Rebibbia il terrorista. Agca ha ricevuto il perdono di Giovanni Paolo II, ma non ha mai chiesto perdono. UN PESO SUL CUORE A questo proposito, lo scrittore, vicedirettore del quotidiano L'Osservatore Romano dal 1983 al 1985, Gian Franco Svidercoschi, autore del libro Un Concilio e sei papi , dice: «Pochi mesi prima di morire, Wojtyla mi confidò che gli pesava sul LIBRI SAN PAOLO - Rassegna Stampa 18/03/2021 - 20/05/2021 144

06/05/2021 diffusione:172659 Pag. 72 N.19 - 13 maggio 2021 tiratura:312054 cuore il non aver mai sentito una parola di pentimento sulla bocca del suo attentatore». E La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato continua: «Giovanni Paolo II non amava parlare dell'attentato, ma era convinto che la responsabilità appartenesse ai servizi segreti russi, al Kgb», sostiene Svidercoschi. «In Vaticano, era spiato. Anche da un alto prelato della Segreteria di Stato, monsignor Janusz Bolonek, polacco, collaboratore dei servizi segreti comunisti». Il Papa nato in Polonia, nazione aggredita dalla Germania nazista e Stato satellite dell'Unione sovietica dopo la Seconda guerra mondiale, il Papa che si opponeva al totalitarismo dei Paesi dell'Est, il Papa che sosteneva Solidarnosc, il sindacato polacco, era temuto. Nell'incontro in carcere, Agca disse a Giovanni Paolo II: «Ma perché lei non è morto, io so di aver mirato come dovevo». Chi l'aveva assoldato? «Alle prime avvisaglie di un intervento sovietico in Polonia, Giovanni Paolo II, nel 1980, aveva inviato a Bréžnev, capo dell'Urss dal 1964 al 1982, una lettera molto dura, richiamandosi all'aggressione hitleriana del 1939. Non c'era stata nessuna risposta scritta, ma qualcun altro si era incaricato di rispondere. Qualcuno che, attraverso una serie infinita di scatole cinesi, era riconducibile molto probabilmente al Kgb o a schegge impazzite dei servizi segreti», sostiene nel suo libro Svidercoschi. I misteri sull'attentato, dopo 40 anni restano. Wojtyla, in una conversazione con Indro Montanelli, aveva definito un «garbuglio» le questioni a esso legato. Ali Agca, che aveva 23 anni quando sparò al Papa, il 22 luglio 1981 viene condannato all'ergastolo. Nel 2000 gli viene concessa la grazia e torna in Turchia, dove va in carcere per l'omicidio di un giornalista - avvenuto prima dell'attentato - e ne esce nel 2010. Di versioni sull'attacco al Papa, si diceva, ne ha cambiate molte. Dopo l'arresto spiegava agli inquirenti di aver agito da solo: « Only, only », ripeteva. Poi ha tirato in ballo la mafia turca e i servizi segreti bulgari. Nel 1982 s'indaga sulla pista bulgara. Il terorista a un certo punto aveva indicato come complici Serghei Antonov, funzionario della sede di Roma della compagnia aerea Balkan Air, Jelio Vassilev e Todor Ajvazov, che lavoravano nell'ambasciata bulgara a Roma. Nel 1986 \"i bulgari\" furono assolti per insufficienza di prove. Lo stesso Ali Agca ritrattò. Intanto, il fotografo americano Lowell Newton, subito dopo l'attentato, documenta la fuga di un giovane dicendo di averlo visto con una pistola in mano, ma di non averlo fotografato con l'arma in pugno per paura. Nell'elenco dei responsabili, di volta in volta, finiscono quindi i servizi segreti russi (ipotesi analizzata anche dalla commissione Mitrokhin del nostro Parlamento, nel 2004), il Vaticano (tirato in mezzo nel 1994, da Oral Celik, esponente dei Lupi Grigi indicato da Agca come secondo attentatore, che ne parlò al giudice Rosario Priore), la mafia (fece questo riferimento un pentito sempre a Priore, nel 1997). E ancora, nel 2010, Agca promise rivelazioni a Pietro Orlandi, fratello di Emanuela, figlia di un dipendente vaticano, scomparsa a 15 anni nel 1983; e nel 2013, indicò come mandante morale dell'attentato l'ayatollah Khomeini, morto in Iran nel 1989. Infine, Agca è comparso in Italia il 27 dicembre 2014, in San Pietro: ha visitato la tomba di Giovanni Paolo II e, prima di essere espulso per irregolarità sui documenti, ha dichiarato di averlo fatto per ricordare il miracolo di Fatima e l'incontro con Wojtyla, avvenuto lo stesso giorno, in carcere, nel 1983. «Qua fu compiuto il terzo Priore, nel 1997). E ancora, nel 2010, segreto di Fatima. Io con l'attentato al Papa ho compiuto un miracolo», diceva in San Pietro. E rilasciava un'intervista a Oggi . I misteri restano. Come restano negli occhi le foto di quel drammatico 13 maggio. E quelle del Papa convalescente al Gemelli. «Mi sono uscite le lacrime nel vederlo. Il mirino della macchina era appannato e non so come ho fatto quelle foto», dice il fotografo Arturo Mari, al fianco di Wojtyla per l'intero pontificato. Mari sarà ospite dello speciale di Tv2000 intitolato 13 maggio 1981 - Il proiettile deviato , condotto da Paola Saluzzi (in prima serata mercoledì 12). Ci sarà anche Antonio Preziosi: il direttore di Rai Parlamento, scrivendo LIBRI SAN PAOLO - Rassegna Stampa 18/03/2021 - 20/05/2021 145

06/05/2021 diffusione:172659 Pag. 72 N.19 - 13 maggio 2021 tiratura:312054 nel suo libro di suor Letizia e dell'altra suora presente accanto ad Agca in piazza San Pietro La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato quel 13 maggio, ricorda la devozione di Wojtyla per la mistica polacca, suor Maria Faustina Kowalska, morta a 33 anni, nel 1938, e canonizzata nel 2000 da Giovanni Paolo II. Era lei la suora misteriosa che impedì all'attentatore di sparare ancora? E qui i misteri della fede si affiancano a tutti gli altri. Foto: e due colpi e due colpi Un'arma Foto: LE FERITE E I SOCCORSI Città del Vaticano. Il 13 maggio 1981, in piazza San Pietro, due spari feriscono papa Wojtyla, che viene subito soccorso. Foto: con il suo attentatore con il suo attentatore L'incontro Foto: IN CARCERE Wojtyla durante l'incontro con il suo attentatore, Ali Agca, oggi 63 anni, nel carcere romano di Rebibbia, nel 1983. Foto: chi voleva ucciderlo chi voleva ucciderlo Ha perdonato SANTO DAL 2014 Karol Wojtyla, nato a Wadowice, in Polonia, il 18 maggio 1920, è morto il 2 aprile 2005. Eletto Papa il 16 ottobre 1978, col nome di Giovanni Paolo II, è stato beatificato il 1° maggio 2011 e canonizzato il 27 aprile 2014. Le apparizioni di Fatima coinvolsero Lucia dos Santos (1907- 2005), Francesco (1908-1919) e Giacinta Marto (1910-1920) Foto: del Lupo Grigio del Lupo Grigio La cattura AGCA FU SUBITO PRESO In alto l'arresto di Ali Agca, in piazza San Pietro. La prima persona a fermarlo è suor Letizia Giudici, 70 anni (a destra). Sopra, in un articolo di Oggi del 1983. lo bloccò per prima lo bloccò per prima Suor Letizia SE NE PARLA IN DUE LIBRI Da sinistra, le cover di Un Concilio e sei Papi , di Gian Franco Svidercoschi (Edizioni Dehoniane Bologna), e Il Papa doveva morire , di Antonio Preziosi, edito da San Paolo. Foto: La devozione mariana di Wojtyla è espressa anche dal suo motto latino: Totus Tuus (tutto tuo) Foto: «MI SONO USCITE LE LACRIME NEL VEDERLO. NON SO COME HO FATTO LE FOTO » LIBRI SAN PAOLO - Rassegna Stampa 18/03/2021 - 20/05/2021 146

06/05/2021 tiratura:14000 Pag. 1 Editoriale La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Le due mani su Giovanni Paolo II SIMONETTA VENTURIN (dalla prima) a devozione a Maria era in lui fin da Wadovice (al cui museo si conserva la pistola di Agca), fin dal santuario di Czestochowa (cui fece devoto ritorno), fin dallo scapolare della Madonna del Carmine che indossava da quanto aveva dieci anni - lui orfano di madre a nove - e che non gli fu tolto neppure in sala operatoria. Una devozione che volle scritta nel motto, lui giovanissimo vescovo (a 38 anni) e cardinale (47 anni), non si separò da quel \"Totus tuus\" neppure da papa e anzi, lo arricchì di uno stemma con una grande M in un campo azzurro come un manto. La Madre celeste era nel suo cuore come nei suoi scritti, nei suoi atti di devozione, nelle sue lunghissime preghiere, nell'edicola con l'immagine di Maria \"Mater Ecclesiae\" che per suo volere accoglie i pellegrini in piazza San Pietro dal 7 dicembre 1981. Ed è la ragione dei suoi tre viaggi a Fatima dopo l'attentato. Il primo ad un anno esatto di distanza, il 13 maggio 1982, durante il quale scampò a un secondo attentato. C'era andato per portare a Maria il proiettile uscito dal suo corpo: lo volle incastonato al centro della corona della statua della Bianca signora: un lavoro che fece tremare l'orafo incaricato, il quale si stupì di come invece si adattasse al manufatto a tal punto da sembrare predisposto per accoglierlo. Un secondo viaggio fu nel 1991 quando fece atto di affidamento a Maria del mondo intero. Un terzo nel 2000 quando, il 13 maggio, beatificò i due pastorelli Giacinta e Francesco. Pur con un pontificato lungo oltre ventisei anni, con il record dei viaggi ad ogni latitudine del pianeta, pur nei bagni di folla e di giovani che lo accompagnarono, il suo fisico non trovò la forza né la salute di prima, sperimentando più volte la necessità dei ricoveri. Già un paio di mesi dopo l'attentato subì un secondo intervento e da lì proseguì la via crucis cominciata il 13 maggio 1981 e terminata il 2 aprile 2005, quando un quasi irriconoscibile Giovanni Paolo II si spense, accompagnato da una piazza san Pietro lacrimante e in preghiera per lui, come era già successo ventiquattro anni prima, la sera dell'attentato. ( Molto di più si può leggere nel recente volume di Antonio Preziosi,\"Il Papa doveva morire\", San Paolo editore). LIBRI SAN PAOLO - Rassegna Stampa 18/03/2021 - 20/05/2021 147

06/05/2021 tiratura:15100 Pag. 14 13 MAGGIO 1981 - QUARANT'ANNI FA L'ATTENTATO A GIOVANNI PAOLO II IN PIAZZA SAN La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato PIETRO PER MANO DI ALI AGCA. UN NUOVO SAGGIO RIPERCORRE ORA Q UEI FATTI CON RIGORE GIORNALISTICO E AUTOREVOLEZZA STORICA ue colpi sparati in piazza San Pietro rompono la festa di quanti si trovano Il libro di Antonio Preziosi ricostruisce i momenti di una vicenda drammatica: il duplice sparo, la corsa all'ospedale, l'operazione, le indagini. Ma soprattutto rievoca il viaggio interiore del Pontefi ce polacco, che a quell'evento a Karol Wojtyla il Papa che doveva morire il Papa che doveva morire Insieme al delitto Kennedy, uno degli accadimenti più conosciuti e più drammatici del XX secolo dato che l'evento ha luogo nel giorno della ricorrenza della prima apparizione della Madonna ai tre pastorelli portoghesi. Il Papa, certo che fu la mano della Madonna a deviare il colpo di pistola, chiese che il bossolo del proiettile fosse inserito nella corona della statua della Vergine a Fatima. Un nuovo saggio ripercorre i fatti con rigore giornalistico e autorevolezza storica. Antonio Preziosi, noto giornalista Rai, in «Il Papa deve morire. Storia dell'attentato a Giovanni Paolo II» (San Paolo Edizioni) ripercorre tutti i momenti di una vicenda drammatica: l'attentato, la corsa all'ospedale, l'operazione, le indagini. Ma soprattutto ripercorre il viaggio interiore di san Giovanni Paolo II, che a quell'attentato attribuì fi n da subito un signifi cato che andava oltre il puro episodio di cronaca e della stessa pagina di storia che pure venne scritta con il sangue di un Papa versato in piazza San Pietro. Il Papa polacco, come detto, associò imm e d i a t a m e n t e all'attentato, avvenuto nell'anniversario della prima apparizione della Vergine di Fatima, l'adempimento del cosiddetto «terzo segreto» rivelato dalla Madonna apparsa ai tre pastorelli portoghesi nel 1917 e attribuì la sua salvezza da una morte che considerava certa all'intervento diretto della Vergine, alla quale fi n da giovane si era sempre rivolto con l'espressione latina Totus Tuus . Come ricorda nella prefazione del volume mons. Rino Fisichella «è arduo dimenticare la data del 13 maggio 1981. Come un fulmine a ciel sereno la notizia dell'attentato a Giovanni Paolo II arrivò in un attimo in tutti gli angoli della Terra. Pensare di uccidere un Papa non è un fatto irrilevante. Certo, la storia ha conosciuto molti papi martiri, ma nell'epoca moderna nessuno si è mai azzardato a ricalcare le orme di Nerone e Diocleziano, per citare i più famosi. Al massimo, ci si incontra con l'arroganza di Napoleone e di Hitler che, pur nella gravità dei fatti, non si sono spinti a uccidere il Papa. Come si sa, il primo portò in esilio prima Pio VI e non contento fece altrettanto con il suo successore Pio VII. Il secondo aveva intenzione di fare prigioniero Pio XII , il quale rispose che il Führer avrebbe portato in esilio Eugenio Pacelli, non certamente il Papa». Nella minuziosa ricostruzione dei fatti, alcuni dei quali ancora poco conosciuti al grande pubblico, di ciò che avvenne quel giorno e nei giorni successivi, sono messi insieme tutti i tasselli e il 'fi lmato' di un episodio che, insieme al delitto Kennedy, costituisce uno dei casi di cronaca più conosciuti e più drammatici del XX secolo. Quel fatto fu sconvolgente per l'intera umanità e, come si evince dalla lettura del volume di Preziosi, emerge la santità di un uomo straordinario, che cadde sotto i colpi di una micidiale arma da guerra puntata contro di lui da uno spietato killer turco e che non cessò mai di dare di quell'episodio una lettura mistica e spirituale coerente con il suo pensiero e la sua fede. Il 27 dicembre del 1983 Wojtyla si recò nel carcere di Rebibbia per incontrare e perdonare A ca: «Ho parlato con lui come si parla con un fratello, al quale ho perdonato e che gode della mia fi ducia». A ca è ricomparso a Roma nel 2014, come un semplice turista, senza visto di entrata, per depositare dei fi ori sulla tomba del Papa, ormai santo, ma è stato allontanato. Luca ROLANDI LIBRI SAN PAOLO - Rassegna Stampa 18/03/2021 - 20/05/2021 148

06/05/2021 19:54 Sito Web Il papa doveva morire : \"Un piano più ampio di quello descritto dalle La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato cronache\" A- A+ Libri & Editori Giovedì, 6 maggio 2021 - 17:05:00 Il papa doveva morire: \"Un piano più ampio di quello descritto dalle cronache\" Antonio Preziosi ripercorre nel nuovo libro la storia dell'attentato a Giovanni Paolo II, tra dettagli inediti e una nuova analisi di fatti e di testimonianze Guarda la gallery Il 13 maggio 1981, in piazza San Pietro a Roma, alle ore 17.17 si consuma uno degli attentati più gravi e conosciuti della nostra storia recente: un sicario, forse incaricato da mandanti ancora oggi non identificati, spara a distanza ravvicinata a papa Giovanni Paolo II per ucciderlo. A quarant'anni da quel tragico avvenimento, Antonio Preziosi ricostruisce quel giorno con dettagli poco conosciuti o addirittura inediti, analizza le ragioni e le conseguenze del gesto, evidenziando tutte le implicazioni di cronaca, storiche e spirituali dell'attentato. L'autore racconta alcune testimonianze dirette (come quelle di suor Letizia Giudici che \"arrestò\" il terrorista Ali Ag? ca o del professor Renato Buzzonetti, il medico del Papa) e tantissimi dettagli ricordati dal cardinale Stanislao Dziwisz - già segretario personale del Papa - e da tanti altri testimoni. Il racconto coinvolge il lettore come in un \"film\" che ha una duplice regia: una umana (i mandanti ancora oscuri dell'attentato) e una soprannaturale (la mano che deviò il proiettile salvando la vita a quel Papa che quel giorno \"doveva morire\"). Editore: San Paolo Edizioni Collana: Attualità e storia In commercio dal: marzo 2021 Pagine: 240 EAN: 9788892224629 L'autore Antonio Preziosi Nato a Taranto nel 1967, laureato con lode in Giurisprudenza, è giornalista professionista dal 1995. Inizia a collaborare con la Rai nel 1991 come programmista-regista a Radio2. L'anno successivo vince il concorso pubblico per il primo master della Scuola di Giornalismo Radiotelevisivo di Perugia, e nel 1994 è, per un anno, alla direzione Commerciale Rai. Nel 1997 è chiamato a Roma alla redazione politico parlamentare del Giornale Radio, per il quale, quattro anni dopo, è inviato speciale con l'incarico di seguire l'attività della Presidenza del Consiglio dei Ministri. Nel dicembre 2018 viene nominato Direttore della Testata Rai Parlamento radiofonica e televisiva. Ha tenuto corsi di comunicazione politica, di giornalismo e di teoria e tecnica della comunicazione, in diverse università italiane. È autore di numerosi libri e pubblicazioni su media, comunicazione e attualità. Ha ricevuto diversi riconoscimenti per l'attività giornalistica, tra cui il Premio Amalfi di Giornalismo e il Premio \"Mimmo Castellano\" alla carriera. È Commendatore dell'Ordine al merito della Repubblica Italiana. LEGGI UN ESTRATTO DEL LIBRO SU AFFARITALIANI.IT Il papa doveva morire: la storia dell'attentato a Giovanni Paolo II Prefazione Di Mons. Rino Fisichella \" nell'istante stesso in cui cadevo in piazza San Pietro, ho avuto il vivo presentimento che mi sarei salvato. Questa certezza non mi ha mai lasciato, nemmeno nei momenti peggiori, sia dopo la prima operazione, sia durante la malattia virale. Una mano ha sparato, un'altra ha guidato la pallottola \" (Giovanni Paolo II ad André Frossard, Non abbiate paura, 1983) È arduo dimenticare la data del 13 maggio 1981. Come un fulmine a ciel sereno la notizia dell'attentato a Giovanni Paolo II arrivò in un attimo in tutti gli angoli della terra. Pensare di uccidere un Papa non è un fatto irrilevante. Certo, la storia ha conosciuto molti papi martiri, ma nell'epoca moderna nessuno si è mai azzardato a ricalcare le orme di Nerone e Diocleziano, per citare i più famosi. Al massimo, ci si incontra con l'arroganza di Napoleone e di Hitler che, pur nella gravità dei fatti, non si sono spinti a uccidere il Papa. Come si sa, il primo portò in esilio prima Pio VI e non contento fece altrettanto con il suo successore Pio VII. Il secondo aveva intenzione di fare prigioniero Pio XII LIBRI SAN PAOLO - Rassegna Stampa 18/03/2021 - 20/05/2021 149

06/05/2021 19:54 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Sito Web , il quale rispose che il Führer avrebbe portato in esilio Eugenio Pacelli non certamente il Papa. L'elezione a successore di Pietro del polacco Karol Wojtya aveva suscitato grande allarme nei diversificati centri del potere dittatoriale dell'allora URSS. Ricordo in proposito un particolare che mi venne raccontato dal Prof. S. Grygiel, grande amico di Giovanni Paolo II perché era stato suo studente all'Università di Lublino e che lo stesso Papa aveva voluto come docente all'Istituto Giovanni Paolo II per studi su matrimonio e famiglia, fondato proprio il giorno dell'attentato. Mi raccontò il professore che dopo alcuni mesi dall'elezione, in una conversazione con il Papa lo aveva informato di strani movimenti sospetti che si erano verificati. Il Papa disse semplicemente: «Sono già arrivati? Non hanno perso tempo». Chi fossero è facile immaginarlo. D'altronde, il cardinale arcivescovo di Cracovia era tenuto ben sotto controllo, come la maggioranza dei suoi sacerdoti e fedeli, dai servizi segreti del suo Paese. Le pagine che abbiamo tra le mani sono il desiderio di non far dimenticare i drammatici momenti dell'attentato. Tanto si è scritto in proposito, e molto si dovrà ancora scrivere per giungere a delle conclusioni coerenti. Questo libro di Antonio Preziosi ha il merito di porre l'attentato come una chiave di lettura dell'intero pontificato, per evidenziare quanto Giovanni Paolo II abbia visto in quel fatto una \"rinascita spirituale\". Preziosi si rivela un eccellente interprete: analizza i dati, li mette in relazione e cerca di trovare una via per uscire dal labirinto in cui è racchiusa la drammatica vicenda che ancora ai nostri giorni mostra aspetti inediti e spesso contraddittori. Ci si incontra con le versioni più strampalate, costruite di volta in volta da Ali Aca, create intenzionalmente per portare fuori pista e per offrire ai suoi maniacali interventi un palcoscenico su cui recitare ancora come protagonista, senza rendersi conto che per lui il sipario è chiuso da tempo. Le parole di perdono pronunciate da san Giovanni Paolo II sono come una pietra tombale perché portano con sé l'obbligo a dimenticare l'odio che ha mosso la mano omicida. pagina successiva >> Commenti Ci sono altri 0 commenti. Clicca per leggerli LIBRI SAN PAOLO - Rassegna Stampa 18/03/2021 - 20/05/2021 150


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