07/05/2021 diffusione:7 Sito Web Rai Due Sulla Via di Damasco, \"Il Papa che (non) doveva morire\" La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Rai Due. Sulla Via di Damasco, \"Il Papa che (non) doveva morire\" venerdì 7 maggio 2021 La puntata di domenica 9 maggio alle 8.40 torna a quel 13 maggio 1981 di 40 anni fa, quando Wojtyla fu ferito Storia, cronaca e segreti dell'attentato a Giovanni Paolo II, l'evento che sconvolse la storia e la Chiesa. La prossima puntata di Sulla Via di Damasco, in onda domenica 9 maggio, ore 8.40, su Rai Due, torna a quel 13 maggio 1981 di 40 anni fa, giorno in cui \"il papa doveva morire\", ripercorrendo coincidenze, retroscena, ma soprattutto come questo evento abbia cambiato Giovanni Paolo II ed il suo pontificato. In studio con Eva Crosetta, Antonio Preziosi, giornalista e direttore di Rai Parlamento, che a quel momento miracoloso ha dedicato un libro-inchiesta, evidenziando le implicazioni storiche e mistiche di quegli spari. \"Quell'episodio, siamo nel mezzo della guerra fredda, - dice Preziosi - dette a Giovanni Paolo II un coraggio in più nell'andare avanti; consideriamo, poi, che lui portò sulla sua pelle i segni di quell'attentato per tutta la vita\". All'interno del programma di Vito Sidoti, anche un'intervista di Preziosi a suor Letizia Giudici, la suora che in quei momenti concitati afferrò il terrorista Ali Agca in fuga. A seguire, i segni profetici di quella ferita che orientò il pontificato, con la riflessione del Card. Angelo Comastri e di Mons. Slawomir Oder, postulatore della causa di canonizzazione. Regia di Alessandro Rosati. © Riproduzione riservata LIBRI SAN PAOLO - Rassegna Stampa 18/03/2021 - 20/05/2021 151
07/05/2021 09:30 ildecoder.com Sito Web Rai, weekend con Pino Strabioli La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Rai, weekend con Pino Strabioli Pubblicato alle 11:30, 07 05 2021 Nuovo weekend in compagnia di Pino Strabioli. Si comincia domattina alle 6, con il Caffè di Rai1, presentato con Roberta Ammendola. Domani ci saranno nomi importanti dello spettacolo e della cultura ad impreziosire il programma. Come sempre ci saranno artisti e intellettuali che presenteranno il loro mondo creativo. Tra gli ospiti di Pino Strabioli e Roberta Ammendola: il giornalista, accademico e direttore di Rai Parlamento, Antonio Preziosi, autore del libro \"Il papa doveva morire. La storia dell'attentato a Giovanni Paolo II\". E ancora, Walter Siti, uno degli scrittori italiani più celebrati, critico letterario e vincitore del Premio Strega nel 2013, in libreria con \"Contro l'impegno\". Ospite al \"Caffè\" in veste di scrittore anche Luca Barbarossa, autore del libro \"Non perderti niente\" e, infine, il cantautore fiorentino Marco Masini, che ripercorrerà i suoi 30 anni di carriera. Domenica su Rai Radio2, dalle 12, ci sarà il gradito ritorno della trasmissione Grazie dei fiori. E' il classico programma Strabioli-style fatto di musica e racconti. Nella prossima puntata ascolterete Simone Cristicchi e tornerà Marco Masini. LIBRI SAN PAOLO - Rassegna Stampa 18/03/2021 - 20/05/2021 152
07/05/2021 11:20 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Sito Web Attentato a Giovanni Paolo II: parla la suora che bloccò il terrorista Attentato a Giovanni Paolo II: parla la suora che bloccò il terrorista 07/05/2021 Domenica 9 maggio 2021 alle 8.40 il programma di Rai 2 \"Sulla via di Damasco\" si occupa dell'attentato del 13 maggio 1981. Il giornalista Antonio Preziosi ha scritto un libro inchiesta dal titolo \"Il papa doveva morire\" (Edizioni San Paolo) e intervista suor Letizia Riduci carattere Ingrandisci carattere Stampa la pagina Storia, cronaca e segreti dell'attentato a Giovanni Paolo II, l'evento che sconvolse la storia e la Chiesa. La prossima puntata di Sulla Via di Damasco, in onda domenica 9 maggio, ore 8.40, su Rai Due, torna a quel 13 maggio 1981 di 40 anni fa, giorno in cui \"il papa doveva morire\", ripercorrendo coincidenze, retroscena, ma soprattutto come questo evento abbia cambiato Giovanni Paolo II ed il suo pontificato. In studio con Eva Crosetta, Antonio Preziosi, giornalista e direttore di Rai Parlamento, che a quel momento miracoloso ha dedicato un libro-inchiesta dal titolo Il papa doveva morire (Edizioni San Paolo) , evidenziando le implicazioni storiche e mistiche di quegli spari. \"Quell'episodio, siamo nel mezzo della guerra fredda, - dice Preziosi - dette a Giovanni Paolo II un coraggio in più nell'andare avanti; consideriamo, poi, che lui portò sulla sua pelle i segni di quell'attentato per tutta la vita\". All'interno del programma di Vito Sidoti, anche un'intervista di Preziosi a suor Letizia Giudici, la suora che in quei momenti concitati afferrò il terrorista Ali Agca in fuga. A seguire, i segni profetici di quella ferita che orientò il pontificato, con la riflessione del Card. Angelo Comastri e di Mons. Slawomir Oder, postulatore della causa di canonizzazione. Regia di Alessandro Rosati Il papa doveva morire. La storia dell'attentato a Giovanni Paolo II € 22,00 € 20,90 -5% Editore: San Paolo Edizioni Collana: Attualità e storia Pubblicazione: 19/03/2021 Pagine: 240 Formato: Libro rilegato ISBN: 9788892224629 Il 13 maggio 1981, in piazza San Pietro a Roma, alle ore 17.17 si consuma uno degli attentati più gravi e conosciuti della nostra storia recente: un sicario, forse incaricato da mandanti ancora oggi non identificati, spara a distanza ravvicinata a papa Giovanni Paolo II per ucciderlo. A quarant'anni da quel tragico avvenimento, Antonio Preziosi ricostruisce quel giorno con dettagli poco conosciuti o addirittura inediti, analizza le ragioni e le conseguenze del gesto, evidenziando tutte le implicazioni di cronaca, storiche e spirituali dell'attentato. Tag: LIBRI SAN PAOLO - Rassegna Stampa 18/03/2021 - 20/05/2021 153
07/05/2021 13:17 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Sito Web Antonio Preziosi , Attentato a Papa Giovanni Paolo II/ \"Doveva morire ma...\" Antonio Preziosi, Attentato a Papa Giovanni Paolo II/ \"Doveva morire ma...\" Pubblicazione: 07.05.2021 - Hedda Hopper Attentato a Papa Giovanni Paolo II, cosa è successo quel giorno? A tornare sull'argomento è Antonio Preziosi che, 40 anni dopo, rimette insieme i pezzi di quella misteriosa vicenda Sono passati quaranta anni da quel 13 maggio 1981 quando in piazza San Pietro a Roma, alle ore 17.17 Papa Giovanni Paolo II fu colpito a fuoco con il tentativo di ucciderlo. Si consumò proprio quel giorno uno degli attentati più discussi, e se vogliamo ancora misteriosi, della nostra storia recente. A tornare sulla questione è il giornalista Antonio Preziosi, nel pomeriggio ospite a Oggi è un altro giorno, per cercare di dare la sua chiave di lettura a quello che, a tutti gli effetti, sembra ancora un caso irrisolto. Da una parte la mano di Dio che sembra aver salvato la vita al Papa destinato a morte certa, dall'altra una serie di omissioni e di segreti, che sembrano aver velato da sempre la verità sul palco, sull'attentato ma, soprattutto, sui mandati e sulle cause. Giuseppina Gherardini, madre Carmen Russo/ Morta a 89 anni: \"Era una guerriera\" Attentato a Papa Giovanni Paolo II, cosa è successo quel giorno? Il racconto di Antonio Preziosi Il giornalista ha provato a ricostruire quel giorno grazie ad una serie di testimonianza dirette, come quelle del medico del Papa Giovanni Paolo II, il dottor Renato Buzzonetti, e anche di suor Letizia Giudici che si gettò addosso all'attentatore, il terrorista finito poi in carcere, Alì Agca. Nel suo libro dal titolo 'Il Papa doveva morire' ha messo insieme dettagli poco conosciuti e inediti analizzando anche quelle che sono state le implicazioni storiche e spirituali di quel gesto regalando così a chi lo leggerà, qualcuno ripercorrendo quelle ore vissute grazie alla cronaca televisiva e altri scoprendone i dettagli per la prima volta, una doppia regia. Da una parte quindi le ragioni storiche e i dettagli dell'attentato e dall'altra la parte divina. Cos'altro scopriremo su quel 13 maggio? LEGGI ANCHE: LIBRI SAN PAOLO - Rassegna Stampa 18/03/2021 - 20/05/2021 154
07/05/2021 14:35 Radiotelevisione Italiana Sito Web Torna ''Il Caffè di Raiuno'' con Roberta Ammendola e Pino Strabioli - La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato RAI Torna \"Il Caffè di Raiuno\" con Roberta Ammendola e Pino Strabioli Tra gli ospiti Luca Barbarossa, Marco Masini e Antonio Preziosi Sabato 8 maggio, alle 6.00 su Rai1, torna \"Il Caffè di RaiUno\" tra cultura, musica, libri, arte e attualità. Tra gli ospiti di Pino Strabioli e Roberta Ammendola: il giornalista, accademico e direttore di Rai Parlamento, Antonio Preziosi , autore del libro \"Il papa doveva morire. La storia dell'attentato a Giovanni Paolo II\". E ancora, Walter Siti, uno degli scrittori italiani più celebrati, critico letterario e vincitore del Premio Strega nel 2013, in libreria con \"Contro l'impegno\". Ospite al \"Caffè\" in veste di scrittore anche Luca Barbarossa, autore del libro \"Non perderti niente\" e, infine, il cantautore fiorentino Marco Masini, che ripercorrerà i suoi 30 anni di carriera. LIBRI SAN PAOLO - Rassegna Stampa 18/03/2021 - 20/05/2021 155
08/05/2021 09:57 https://spettacolomusicasport.com/feed/ Sito Web A \"Sulla Via di Damasco\" l'attentato a Giovanni Paolo II La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato francy279 Spettacoli Lascia un commento Storia, cronaca e segreti dell'attentato a Giovanni Paolo II, l'evento che sconvolse la storia e la Chiesa. La prossima puntata di Sulla Via di Damasco, in onda domenica 9 maggio alle 8.40, su Rai2, torna a quel 13 maggio 1981 di 40 anni fa, giorno in cui \"il Papa doveva morire\", ripercorrendo coincidenze, retroscena, ma soprattutto come questo evento abbia cambiato Giovanni Paolo II ed il suo pontificato. In studio, con Eva Crosetta, Antonio Preziosi, giornalista e direttore di Rai Parlamento, che a quel momento miracoloso ha dedicato un libro-inchiesta, evidenziando le implicazioni storiche e mistiche di quegli spari. \"Quell'episodio, siamo nel mezzo della guerra fredda, - dice Preziosi - dette a Giovanni Paolo II un coraggio in più nell'andare avanti; consideriamo, poi, che lui portò sulla sua pelle i segni di quell'attentato per tutta la vita\". All'interno del programma di Vito Sidoti, anche un'intervista di Preziosi a suor Letizia Giudici, la suora che in quei momenti concitati afferrò il terrorista Ali Agca in fuga. A seguire, i segni profetici di quella ferita che orientò il pontificato, con la riflessione del Cardinale Angelo Comastri e di Monsignor Slawomir Oder, postulatore della causa di canonizzazione. Condividi: LIBRI SAN PAOLO - Rassegna Stampa 18/03/2021 - 20/05/2021 156
08/05/2021 17:29 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Sito Web Rai Due: Sulla via di Damasco, domani storia, cronaca e aspetti inediti dell'attentato a Giovanni Paolo II Rai Due: Sulla via di Damasco, domani storia, cronaca e aspetti inediti dell'attentato a Giovanni Paolo II 8 maggio 2021 @ 17:39 Storia, cronaca e segreti dell'attentato a Giovanni Paolo II, l'evento che sconvolse la storia e la Chiesa. La prossima puntata di Sulla Via di Damasco, in onda domani, domenica 9 maggio, alle 8.40, su Rai Due, torna a quel 13 maggio 1981 di 40 anni fa, giorno in cui \"il Papa doveva morire\", ripercorrendo coincidenze, retroscena, ma soprattutto come questo evento abbia cambiato Giovanni Paolo II ed il suo pontificato. In studio con la conduttrice Eva Crosetta, Antonio Preziosi, giornalista e direttore di Rai Parlamento, che a quel momento miracoloso ha dedicato un libro-inchiesta, evidenziando le implicazioni storiche e mistiche di quegli spari. \"Quell'episodio, siamo nel mezzo della guerra fredda, - dice Preziosi - dette a Giovanni Paolo II un coraggio in più nell'andare avanti; consideriamo, poi, che lui portò sulla sua pelle i segni di quell'attentato per tutta la vita\". All'interno del programma di Vito Sidoti, anche un'intervista di Preziosi a suor Letizia Giudici, la suora che in quei momenti concitati afferrò il terrorista Ali Agca in fuga. A seguire, i segni profetici di quella ferita che orientò il pontificato, con la riflessione del card. Angelo Comastri e di mons. Slawomir Oder, postulatore della causa di canonizzazione. (F.P.) LIBRI SAN PAOLO - Rassegna Stampa 18/03/2021 - 20/05/2021 157
10/05/2021 Sito Web « Il Papa doveva morire ». Quaranta anni fa l'attentato a Giovanni La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Paolo II in Piazza San Pietro «Il Papa doveva morire». Quaranta anni fa l'attentato a Giovanni Paolo II in Piazza San PietroUn libro del giornalista Antonio Preziosi ripercorre la vicenda e ricostruisce gli eventi che sono seguiti, fino alla diffusione del terzo segreto di Fatima di Carlo Marroni 10 maggio 2021 (Ansa) I punti chiave La corsa al Gemelli con l'ambulanza vecchia e la sirena che si rompe L'aggressione un anno dopo a Fatima, il Papa viene ferito Sono da poco passate le 17.17, siamo al 13 maggio 1981. Da poco il turco Mehmet Ali Aca ha sparato a Giovanni Paolo II, in piazza San Pietro. L'auto scoperta, la celebre Fiat Campagnola bianca (oggi esposta ai Musei Vaticani), scompare in velocità sotto l'Arco delle Campane e arriva al pronto soccorso vaticano, dalla parte opposta della Basilica. Lì, per caso in quel momento, c'è il medico personale del Papa, \"l'Archiatra\" professor Renato Buzzonetti, che lo fa stendere su una barella e cerca di tamponare la ferita all'addome. Karol Wojtyla è molto grave, deve essere subito portato all'ospedale. Da quel momento inizia una serie infinita di decisioni prese all'istante, molte delle quali si riveleranno temerarie e spesso inspiegabili. Come quella di portare il Pontefice in fin di vita al Policlinico Gemelli, e non al ben più vicino Ospedale Santo Spirito. A decidere è monsignor Stanistalo Dziwisz, il suo onnipotente segretario. Il Gemelli è lontano, di solito c'è traffico, specie a quell'ora di chiusura degli uffici. Ma si decide per il Policlinico, dove c'è sempre una stanza lasciata libera sempre per il Pontefice. La corsa al Gemelli con l'ambulanza vecchia e la sirena che si rompe Ma l'ambulanza riservata al Papa, nuova di zecca e con le migliori attrezzature mediche installate a bordo, è bloccata dalla folla all'Arco delle Campane, tarda ad arrivare. Allora si decide di usare quella vecchia, che è immediatamente disponibile. Il tempo stringe, sono passati già dieci minuti dall'attentato. E così parte la corsa, dalla porta Sant'Anna. A bordo ci sono l'autista, il cameriere pontificio Angelo Gugel, l'archiatra Buzzonetti, il chirurgo dottor Fedele, don Stanislao, il direttore del servizio sanitario e naturalmente il Papa. L'ambulanza si infila nel traffico, ma mentre sale verso la Balduina la sirena si rompe, e così l'autista suona disperatamente il clacson, il tutto senza una scorta della polizia. Fa sempre una certa impressione ripercorrere la dinamica dell'attentato a Giovanni Paolo II, le sue dinamiche e anche le decisioni prese. A quarant'anni da quel 13 maggio arriva ora in libreria \"Il Papa doveva morire\" (edizioni San Paolo, 234 pagine, 22 euro), scritto dal giornalista e saggista Antonio Preziosi, direttore di Rai Parlamento. L'aggressione un anno dopo a Fatima, il Papa viene ferito Il libro ripercorre i momenti-chiave della storia di quella vicenda, mai davvero chiarita nei suoi contorni, che ha segnato la storia del pontificato del papa polacco. Nella prefazione l'arcivescovo Rino Fisichella , oggi a capo del Pontificio Consiglio per la Nuova Evangelizzazione, ricorda quei momenti e nel suo ruolo di allora di assistente dei giovani dell'Azione Cattolica romana, che organizzò rapidamente una veglia di preghiera in Piazza San Pietro assieme ad altri gruppi cattolici. Molti sono gli spunti nel libro di Preziosi, come il \"mistero\" della due suore (lasciamo al lettore la possibilità di indagare su questo aspetto, mai chiarito sulla presenza di una religiosa di cui non si sono mai trovate tracce), o quanto accaduto esattamente un anno dopo a Fatima nel pellegrinaggio del Papa per il ringraziamento per lo scampato pericolo. Un evento poco ricordato, ma sconcertante. La sera del 12 maggio, vigilia dell'anniversario, mentre stringeva le mani dei fedeli, il Papa venne avvicinato da un uomo che si scagliò contro di lui armato di una lama lunga quanto una baionetta, al grido \"abbasso il Papa, abbasso il Vaticano LIBRI SAN PAOLO - Rassegna Stampa 18/03/2021 - 20/05/2021 158
10/05/2021 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Sito Web Secondo!\". Era un prete tradizionalista, che fu bloccato dalla sicurezza. L'evento fu minimizzato, ma solo nel 2008 don Stanislao ammise che Wojtyla era stato ferito. Nel racconto dettagliato e incalzante di Preziosi ampio spazio è dedicato a Fatima, che si intreccia con l'attentato e con le decisioni future di Giovanni Paolo II di rendere noto il terzo segreto nel 2000. Scopri di più Riproduzione riservata © LIBRI SAN PAOLO - Rassegna Stampa 18/03/2021 - 20/05/2021 159
10/05/2021 AGI LA STORIA = 13 maggio 1981: la pallottola di Papa Wojtyla La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato (AGI) - CdV, 8 mag. - (di Nicola Graziani) - Il confronto con la teoria della \"pallottola magica\" che uccise John Fitzgerald Kennedy viene spontaneo, e niente te lo toglie piu' dalla testa. Una dei due proiettili che attraversarono il corpo di Papa Wojtyla, il 13 maggio di quarant'anni fa, segui' un andamento che lascio' stupefatti i medici che presero in cura il Pontefice. Si contorse, quella traiettoria, cambio' direzione e raggiunse un fianco dove non avrebbe dovuto passare. Risultato: l'intestino perforato cinque volte ma nessun organo vitale compromesso; la colonna vertebrale che avrebbe potuto finire in pezzi e invece venne appena sfiorata. Ancora adesso non si trova spiegazione scientifica, perche' lo sanno anche gli studenti al primo anno di medicina che i tessuti molli dell'organismo umano non hanno la consistenza per deviare una pallottola. Quelle che Ali Agca sparo' al Papa, poi, erano munizioni da guerra. La pistola era fatta per non fallire, in mano ad un killer professionista. Figuriamoci. Resta cosi' aperto uno dei tanti misteri su quell'attentato, che nel 1981 parve a tutti essere l'attacco del socialismo reale ad un reale pericolo per quello che allora Ronald Reagan chiamava l'Impero del Male.(AGI)Nic (Segue) = LA STORIA = 13 maggio 1981: la pallottola di Papa Wojtyla (2)= (AGI) - CdV, 8 mag. - Giovanni Paolo II, che quel sistema lo conosceva bene essendoci trovato in mezzo per la maggior parte della vita, non fece mai sua la definizione. Ugualmente senza di lui e' difficile immaginare che l''89 sarebbe stato quello che e' stato. E tutto comincio', o almeno entro' nella sua fase piu' acuta, quella giornata di maggio in cui la Chiesa ricordava, tra l'altro, la prima delle apparizioni a Fatima. Antonio Preziosi, che e' stato consigliere del Papa (Benedetto XVI, in questo caso) per i temi della comunicazione, ricostruisce allora quella giornata. Sarebbe meglio dire: quelle ore. Ancora meglio: quei minuti. Perche' tutto si gioco' sul filo dei secondi. Ne e' scaturito un libro, \"Il Papa doveva morire\", edito da San Paolo, che ricostruisce e spiega lo spiegabile, narra e lascia in sospeso l'inspiegabile. E quest'ultimo e' tanta parte della vicenda, in cui equilibri internazionali, testimonianze di fede, messaggi profetici e attese messianiche si toccano e si incrociano lasciando in fondo il dubbio: ma sara' mai stato possibile?(AGI)Nic (Segue) = LA STORIA = 13 maggio 1981: la pallottola di Papa Wojtyla (3)= (AGI) - Roma, 8 mag. - Possibile lo e' stato, perche' e' avvenuto. \"Vere resurrexit\" proclama la Chiesa nel pieno del meno credibile, ma piu' autentico, degli annunci. Tutto e' possibile, appunto, soprattutto se esistono circostanze su cui ne' la verita' processuale, ne' la futura ricerca storica sembrano essere in grado di soddisfare anche il piu' ben disposto dei pubblici. Del resto Preziosi, che di comunicazione come si e' visto se ne intende, ha la sapienza per lasciar le cose in sospeso, a discrezione cioe' della predisposizione di chi legge a scegliersi una spiegazione, oppure l'altra. Essendo egli stato anche un cronista di quelli che corrono dietro alle volanti, sa bene che in fondo per capire il come mai degli accadimenti basta mettere le cose una in fila all'altra, e il quadro appare chiaro. La semplice cronologia che e' la narrazione piu' esauriente. Ecco allora che il suo libro puo' apparire in qualche modo minimalista, mentre in realta' fa calare nel paradosso di un pomeriggio (di nuovo: poche ore, tra le 17 e le 22) in cui sembro' che tutto fosse rovesciato e che la lotta degli uomini per gestire la Storia sia destinata a sembrare quella delle formiche contro il tapiro.(AGI)Nic (Segue) = LA STORIA = 13 maggio 1981: la pallottola di Papa Wojtyla (4)= (AGI) - CdV, 8 mag. - Si avvicina un uomo al Papa: e' il migliore killer dell'estrema destra turca ed ha in mano una pistola da guerra. Dovrebbe sparare 12 proiettili, ne partono solo due, forse tre (anche qui: nessuno e' in grado di dire quanti, come a Dallas). LIBRI SAN PAOLO - Rassegna Stampa 18/03/2021 - 20/05/2021 160
10/05/2021 AGI Fugge, lo bocca una suora, indietreggia e cade a terra inciampando in un sampietrino come La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato un inetto. Il Papa e' grave, l'ambulanza nuovissima consegnata al Vaticano appena il giorno prima non riesce ad arrivare. Per puro caso pero' il suo medico personale sta uscendo in quella dalla Porta Sant'Anna, contrariamente alle sue abitudini e ai suoi orari. Arriva una seconda ambulanza, un vecchio catorcio. Parte per il Gemelli nel traffico di Roma, che in quel punto e in quel momento e' sempre piu' caotico proprio per via delle udienze papali. Si rompe la sirena, la scorta in moto non ha fatto in tempo ad arrivare, si va avanti con il clacson.(AGI)Nic (Segue) = LA STORIA = 13 maggio 1981: la pallottola di Papa Wojtyla (5)= (AGI) - CdV, 8 mag. - Gemelli: portatelo in rianimazione. No, arriva alla stanza riservata al Pontefice per ogni evenienza. Ma bisognava portarlo al nono piano, non al decimo. Si scende, aspettando l'ascensore e con il Papa ormai privo di sensi. Ecco la sala operatoria. La porta e' chiusa a chiave e nessuno l'ha aperta. Arriva un medico giovane: sfonda la porta a calci e spallate. Il paziente viene definito dalla Sala Stampa Vaticana in stato preagonico. Ha un rigetto alla prima trasfusione di sangue. Eppure ce la fa, il Papa, e quattro giorni dopo con tenacia tutta polacca, di chi ha resistito al nazismo e sa come si fa con i bolscevichi, e' gia' li' che registra l'angelus domenicale per le migliaia e migliaia di persone che sono comunque andate in Piazza a San Pietro pur sapendo che nessuno si affaccera' alla finestra del Palazzo Apostolico. E viene davvero da chiedersi: ma e' possibile? Si', lo e'. E' successo. Mettete insieme il racconto di quelle ore e ve ne accorgerete.(AGI) LIBRI SAN PAOLO - Rassegna Stampa 18/03/2021 - 20/05/2021 161
10/05/2021 11:02 MSN Sito Web « Il Papa doveva morire ». Quaranta anni fa l'attentato a Giovanni La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Paolo II in Piazza San Pietro «Il Papa doveva morire». Quaranta anni fa l'attentato a Giovanni Paolo II in Piazza San Pietro di Carlo Marroni Maverick Viñales non dimentica Valentino Rossi Sono da poco passate le 17.17, siamo al 13 maggio 1981. Da poco il turco Mehmet Ali Aca ha sparato a Giovanni Paolo II, in piazza San Pietro. L'auto scoperta, la celebre Fiat Campagnola bianca (oggi esposta ai Musei Vaticani), scompare in velocità sotto l'Arco delle Campane e arriva al pronto soccorso vaticano, dalla parte opposta della Basilica. Lì, per caso in quel momento, c'è il medico personale del Papa, \"l'Archiatra\" professor Renato Buzzonetti, che lo fa stendere su una barella e cerca di tamponare la ferita all'addome. Karol Wojtyla è molto grave, deve essere subito portato all'ospedale. Da quel momento inizia una serie infinita di decisioni prese all'istante, molte delle quali si riveleranno temerarie e spesso inspiegabili. Come quella di portare il Pontefice in fin di vita al Policlinico Gemelli, e non al ben più vicino Ospedale Santo Spirito. A decidere è monsignor Stanistalo Dziwisz, il suo onnipotente segretario. Il Gemelli è lontano, di solito c'è traffico, specie a quell'ora di chiusura degli uffici. Ma si decide per il Policlinico, dove c'è sempre una stanza lasciata libera sempre per il Pontefice. © Fornito da Il Sole 24 Ore Ma l'ambulanza riservata al Papa, nuova di zecca e con le migliori attrezzature mediche installate a bordo, è bloccata dalla folla all'Arco delle Campane, tarda ad arrivare. Allora si decide di usare quella vecchia, che è immediatamente disponibile. Il tempo stringe, sono passati già dieci minuti dall'attentato. E così parte la corsa, dalla porta Sant'Anna. A bordo ci sono l'autista, il cameriere pontificio Angelo Gugel, l'archiatra Buzzonetti, il chirurgo dottor Fedele, don Stanislao, il direttore del servizio sanitario e naturalmente il Papa. L'ambulanza si infila nel traffico, ma mentre sale verso la Balduina la sirena si rompe, e così l'autista suona disperatamente il clacson, il tutto senza una scorta della polizia. Fa sempre una certa impressione ripercorrere la dinamica dell'attentato a Giovanni Paolo II, le sue dinamiche e anche le decisioni prese. A quarant'anni da quel 13 maggio arriva ora in libreria \" Il Papa doveva morire\" (edizioni San Paolo, 234 pagine, 22 euro), scritto dal giornalista e saggista Antonio Preziosi, direttore di Rai Parlamento. Il libro ripercorre i momenti-chiave della storia di quella vicenda, mai davvero chiarita nei suoi contorni, che ha segnato la storia del pontificato del papa polacco. Nella prefazione l'arcivescovo Rino Fisichella, oggi a capo del Pontificio Consiglio per la Nuova Evangelizzazione, ricorda quei momenti e nel suo ruolo di allora di assistente dei giovani dell'Azione Cattolica romana, che organizzò rapidamente una veglia di preghiera in Piazza San Pietro assieme ad altri gruppi cattolici. Molti sono gli spunti nel libro di Preziosi, come il \"mistero\" della due suore (lasciamo al lettore la possibilità di indagare su questo aspetto, mai chiarito sulla presenza di una religiosa di cui non si sono mai trovate tracce), o quanto accaduto esattamente un anno dopo a Fatima nel pellegrinaggio del Papa per il ringraziamento per lo scampato pericolo. Un evento poco ricordato, ma sconcertante. La sera del 12 maggio, vigilia dell'anniversario, mentre stringeva le mani dei fedeli, il Papa venne avvicinato da un uomo che si scagliò contro di lui armato di una lama lunga quanto una baionetta, al grido \"abbasso il Papa, abbasso il Vaticano Secondo!\". Era un prete tradizionalista, che fu bloccato dalla sicurezza. L'evento fu minimizzato, ma solo nel 2008 don Stanislao ammise che Wojtyla era stato ferito. Nel racconto dettagliato e incalzante di Preziosi ampio spazio è dedicato a Fatima, che si intreccia con l'attentato e con le decisioni future di Giovanni Paolo II di rendere noto il terzo segreto nel 2000. Microsoft e i suoi partner LIBRI SAN PAOLO - Rassegna Stampa 18/03/2021 - 20/05/2021 162
10/05/2021 11:02 MSN Sito Web potrebbero ottenere una provvigione se acquisti qualcosa tramite collegamenti consigliati su La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato questa pagina ARGOMENTI PER TE LIBRI SAN PAOLO - Rassegna Stampa 18/03/2021 - 20/05/2021 163
10/05/2021 18:00 Il Sismografo Sito Web Vaticano« Il Papa doveva morire ». Quaranta anni fa l'attentato a La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Giovanni Paolo II in Piazza San Pietro «Il Papa doveva morire». Quaranta anni fa l'attentato a Giovanni Paolo II in Piazza San Pietro (Carlo Marroni, Il Sole 24 Ore) Un libro del giornalista Antonio Preziosi ripercorre la vicenda e ricostruisce gli eventi che sono seguiti, fino alla diffusione del terzo segreto di Fatima -- Sono da poco passate le 17.17, siamo al 13 maggio 1981. Da poco il turco Mehmet Ali Aca ha sparato a Giovanni Paolo II, in piazza San Pietro. L'auto scoperta, la celebre Fiat Campagnola bianca (oggi esposta ai Musei Vaticani), scompare in velocità sotto l'Arco delle Campane e arriva al pronto soccorso vaticano, dalla parte opposta della Basilica. (...) Posted by Il sismografo ore 18:00 LIBRI SAN PAOLO - Rassegna Stampa 18/03/2021 - 20/05/2021 164
11/05/2021 05:02 AGI.it on MSN.com Sito Web Una pallottola magica per il Papa che doveva morire La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Una pallottola magica per il Papa che doveva morire 4 ore fa La Giovane Italia esalta Thiem © Fornito da AGI AGI - Il confronto con la teoria della \"pallottola magica\" che uccise John Fitzgerald Kennedy viene spontaneo, e niente te lo toglie più dalla testa. Una dei due proiettili che attraversarono il corpo di Papa Wojtyla, il 13 maggio di quarant'anni fa, seguì un andamento che lasciò stupefatti i medici che presero in cura il Pontefice. Si contorse, quella traiettoria, cambiò direzione e raggiunse un fianco dove non avrebbe dovuto passare. Risultato: l'intestino perforato cinque volte ma nessun organo vitale compromesso; la colonna vertebrale che avrebbe potuto finire in pezzi e invece venne appena sfiorata. Ancora adesso non si trova spiegazione scientifica, perché lo sanno anche gli studenti al primo anno di medicina che i tessuti molli dell'organismo umano non hanno la consistenza per deviare una pallottola. Quelle che Ali Agca sparò al Papa, poi, erano munizioni da guerra. La pistola era fatta per non fallire, in mano ad un killer professionista. Figuriamoci. Resta così aperto uno dei tanti misteri su quell'attentato, che nel 1981 parve a tutti essere l'attacco del socialismo reale ad un reale pericolo per quello che allora Ronald Reagan chiamava l'Impero del Male. Giovanni Paolo II, che quel sistema lo conosceva bene essendoci trovato in mezzo per la maggior parte della vita, non fece mai sua la definizione. Ugualmente senza di lui è difficile immaginare che l''89 sarebbe stato quello che è stato. E tutto cominciò, o almeno entrò nella sua fase più acuta, quella giornata di maggio in cui la Chiesa ricordava, tra l'altro, le apparizioni a Fatima. Antonio Preziosi, che è stato consigliere del Papa (Benedetto, in questo caso) per i temi della comunicazione, ricostruisce allora quella giornata. Sarebbe meglio dire: quelle ore. Ancora meglio: quei minuti. Perché tutto si giocò sul filo dei secondi. Ne è scaturito un libro, \"Il Papa doveva morire\", edito da San Paolo, che ricostruisce e spiega lo spiegabile, narra e lascia in sospeso l'inspiegabile. E quest'ultimo è tanta parte della vicenda, in cui equilibri internazionali, testimonianze di fede, messaggi profetici e attese messianiche si toccano e si incrociano lasciando in fondo il dubbio: ma sarà mai stato possibile? Possibile lo è stato, perché è avvenuto. \"Vere resurrexit\" proclama la Chiesa nel pieno del meno credibile, ma più autentico, degli annunci. Tutto è possibile, appunto, soprattutto se esistono circostanze su cui né la verità processuale, né la futura ricerca storica sembrano essere in grado di soddisfare anche il più ben disposto dei pubblici. Del resto Preziosi, che di comunicazione come si è visto se ne intende, ha la sapienza per lasciar le cose in sospeso, a discrezione cioè della predisposizione di chi legge a scegliersi una spiegazione, oppure l'altra. Essendo egli stato anche un cronista di quelli che corrono dietro alle volanti, sa bene che in fondo per capire il come mai degli accadimenti basta mettere le cose una in fila all'altra, e il quadro appare chiaro. La semplice cronologia che è la narrazione più esauriente. Il sicario che indietreggiava troppo Ecco allora che il suo libro può apparire in qualche modo minimalista, mentre in realtà fa calare nel paradosso di un pomeriggio (di nuovo: poche ore, tra le 17 e le 22) in cui sembrò che tutto fosse rovesciato e che la lotta degli uomini per gestire la Storia sia destinata a sembrare quella delle formiche contro il tapiro. Si avvicina un uomo al Papa: è il migliore killer dell'estrema destra turca ed ha in mano una pistola da guerra. Dovrebbe sparare 12 proiettili, ne partono solo due, forse tre (anche qui: nessuno è in grado di dire quanti, come a Dallas). Fugge, lo bocca una suora, indietreggia e cade a terra inciampando in un sampietrino come un inetto. Il Papa è grave, l'ambulanza nuovissima consegnata al Vaticano appena il giorno prima non riesce ad arrivare. Per puro caso però il suo medico LIBRI SAN PAOLO - Rassegna Stampa 18/03/2021 - 20/05/2021 165
11/05/2021 05:02 AGI.it on MSN.com Sito Web personale sta uscendo in quella dalla Porta Sant'Anna, contrariamente alle sue abitudini e ai La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato suoi orari. Arriva una seconda ambulanza, un vecchio catorcio. Parte per il Gemelli nel traffico di Roma, che in quel punto e in quel momento è sempre più caotico proprio per via delle udienze papali. Si rompe la sirena, la scorta in moto non ha fatto in tempo ad arrivare, si va avanti con il clacson. Gemelli: portatelo in rianimazione. No, arriva alla stanza riservata al Pontefice per ogni evenienza. Ma bisognava portarlo al nono piano, non al decimo. Si scende, aspettando l'ascensore e con il Papa ormai privo di sensi. Ecco la sala operatoria. La porta è chiusa a chiave e nessuno l'ha aperta. Arriva un medico giovane: sfonda la porta a calci e spallate. Il paziente viene definito dalla Sala Stampa Vaticana in stato preagonico. Ha un rigetto alla prima trasfusione di sangue. Eppure ce la fa, il Papa, e quattro giorni dopo con tenacia tutta polacca, di chi ha resistito al nazismo e sa come si fa con i bolscevichi, è già lì che registra l'angelus domenicale per le migliaia e migliaia di persone che sono comunque andate in Piazza a San Pietro pur sapendo che nessuno si affaccerà alla finestra del Palazzo Apostolico. E viene davvero da chiedersi: ma è possibile? Sì, lo è. È successo. Mettete insieme il racconto di quelle ore e ve ne accorgerete. Microsoft e i suoi partner potrebbero ottenere una provvigione se acquisti qualcosa tramite collegamenti consigliati su questa pagina ARGOMENTI PER TE LIBRI SAN PAOLO - Rassegna Stampa 18/03/2021 - 20/05/2021 166
11/05/2021 05:30 Sito Web Una pallottola magica per il Papa che doveva morire La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Una pallottola magica per il Papa che doveva morire 11 maggio 2021, 7:02 AM ·4 minuto per la lettura AGI - Il confronto con la teoria della \"pallottola magica\" che uccise John Fitzgerald Kennedy viene spontaneo, e niente te lo toglie più dalla testa. Una dei due proiettili che attraversarono il corpo di Papa Wojtyla, il 13 maggio di quarant'anni fa, seguì un andamento che lasciò stupefatti i medici che presero in cura il Pontefice. Si contorse, quella traiettoria, cambiò direzione e raggiunse un fianco dove non avrebbe dovuto passare. Risultato: l'intestino perforato cinque volte ma nessun organo vitale compromesso; la colonna vertebrale che avrebbe potuto finire in pezzi e invece venne appena sfiorata. Ancora adesso non si trova spiegazione scientifica, perché lo sanno anche gli studenti al primo anno di medicina che i tessuti molli dell'organismo umano non hanno la consistenza per deviare una pallottola. Quelle che Ali Agca sparò al Papa, poi, erano munizioni da guerra. La pistola era fatta per non fallire, in mano ad un killer professionista. Figuriamoci. Resta così aperto uno dei tanti misteri su quell'attentato, che nel 1981 parve a tutti essere l'attacco del socialismo reale ad un reale pericolo per quello che allora Ronald Reagan chiamava l'Impero del Male. Giovanni Paolo II, che quel sistema lo conosceva bene essendoci trovato in mezzo per la maggior parte della vita, non fece mai sua la definizione. Ugualmente senza di lui è difficile immaginare che l''89 sarebbe stato quello che è stato. E tutto cominciò, o almeno entrò nella sua fase più acuta, quella giornata di maggio in cui la Chiesa ricordava, tra l'altro, le apparizioni a Fatima. Antonio Preziosi, che è stato consigliere del Papa (Benedetto, in questo caso) per i temi della comunicazione, ricostruisce allora quella giornata. Sarebbe meglio dire: quelle ore. Ancora meglio: quei minuti. Perché tutto si giocò sul filo dei secondi. Ne è scaturito un libro, \"Il Papa doveva morire\", edito da San Paolo, che ricostruisce e spiega lo spiegabile, narra e lascia in sospeso l'inspiegabile. E quest'ultimo è tanta parte della vicenda, in cui equilibri internazionali, testimonianze di fede, messaggi profetici e attese messianiche si toccano e si incrociano lasciando in fondo il dubbio: ma sarà mai stato possibile? Continua a leggere Possibile lo è stato, perché è avvenuto. \"Vere resurrexit\" proclama la Chiesa nel pieno del meno credibile, ma più autentico, degli annunci. Tutto è possibile, appunto, soprattutto se esistono circostanze su cui né la verità processuale, né la futura ricerca storica sembrano essere in grado di soddisfare anche il più ben disposto dei pubblici. Del resto Preziosi, che di comunicazione come si è visto se ne intende, ha la sapienza per lasciar le cose in sospeso, a discrezione cioè della predisposizione di chi legge a scegliersi una spiegazione, oppure l'altra. Essendo egli stato anche un cronista di quelli che corrono dietro alle volanti, sa bene che in fondo per capire il come mai degli accadimenti basta mettere le cose una in fila all'altra, e il quadro appare chiaro. La semplice cronologia che è la narrazione più esauriente. Il sicario che indietreggiava troppo Ecco allora che il suo libro può apparire in qualche modo minimalista, mentre in realtà fa calare nel paradosso di un pomeriggio (di nuovo: poche ore, tra le 17 e le 22) in cui sembrò che tutto fosse rovesciato e che la lotta degli uomini per gestire la Storia sia destinata a sembrare quella delle formiche contro il tapiro. Si avvicina un uomo al Papa: è il migliore killer dell'estrema destra turca ed ha in mano una pistola da guerra. Dovrebbe sparare 12 proiettili, ne partono solo due, forse tre (anche qui: nessuno è in grado di dire quanti, come a Dallas). Fugge, lo bocca una suora, indietreggia e cade a terra inciampando in un sampietrino come un inetto. Il Papa è grave, l'ambulanza nuovissima consegnata al Vaticano appena il giorno prima non riesce ad arrivare. Per puro caso però il LIBRI SAN PAOLO - Rassegna Stampa 18/03/2021 - 20/05/2021 167
11/05/2021 05:30 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Sito Web suo medico personale sta uscendo in quella dalla Porta Sant'Anna, contrariamente alle sue abitudini e ai suoi orari. Arriva una seconda ambulanza, un vecchio catorcio. Parte per il Gemelli nel traffico di Roma, che in quel punto e in quel momento è sempre più caotico proprio per via delle udienze papali. Si rompe la sirena, la scorta in moto non ha fatto in tempo ad arrivare, si va avanti con il clacson. Gemelli: portatelo in rianimazione. No, arriva alla stanza riservata al Pontefice per ogni evenienza. Ma bisognava portarlo al nono piano, non al decimo. Si scende, aspettando l'ascensore e con il Papa ormai privo di sensi. Ecco la sala operatoria. La porta è chiusa a chiave e nessuno l'ha aperta. Arriva un medico giovane: sfonda la porta a calci e spallate. Il paziente viene definito dalla Sala Stampa Vaticana in stato preagonico. Ha un rigetto alla prima trasfusione di sangue. Eppure ce la fa, il Papa, e quattro giorni dopo con tenacia tutta polacca, di chi ha resistito al nazismo e sa come si fa con i bolscevichi, è già lì che registra l'angelus domenicale per le migliaia e migliaia di persone che sono comunque andate in Piazza a San Pietro pur sapendo che nessuno si affaccerà alla finestra del Palazzo Apostolico. E viene davvero da chiedersi: ma è possibile? Sì, lo è. È successo. Mettete insieme il racconto di quelle ore e ve ne accorgerete. LIBRI SAN PAOLO - Rassegna Stampa 18/03/2021 - 20/05/2021 168
11/05/2021 06:30 Yahoo! Notizie Sito Web Una pallottola magica per il Papa che doveva morire La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Una pallottola magica per il Papa che doveva morire AGI - Il confronto con la teoria della \"pallottola magica\" che uccise John Fitzgerald Kennedy viene spontaneo, e niente te lo toglie più dalla testa. Una dei due proiettili che attraversarono il corpo di Papa Wojtyla, il 13 maggio di quarant'anni fa, seguì un andamento che lasciò stupefatti i medici che presero in cura il Pontefice. Si contorse, quella traiettoria, cambiò direzione e raggiunse un fianco dove non avrebbe dovuto passare. Risultato: l'intestino perforato cinque volte ma nessun organo vitale compromesso; la colonna vertebrale che avrebbe potuto finire in pezzi e invece venne appena sfiorata. Ancora adesso non si trova spiegazione scientifica, perché lo sanno anche gli studenti al primo anno di medicina che i tessuti molli dell'organismo umano non hanno la consistenza per deviare una pallottola. Quelle che Ali Agca sparò al Papa, poi, erano munizioni da guerra. La pistola era fatta per non fallire, in mano ad un killer professionista. Figuriamoci. Resta così aperto uno dei tanti misteri su quell'attentato, che nel 1981 parve a tutti essere l'attacco del socialismo reale ad un reale pericolo per quello che allora Ronald Reagan chiamava l'Impero del Male. Giovanni Paolo II, che quel sistema lo conosceva bene essendoci trovato in mezzo per la maggior parte della vita, non fece mai sua la definizione. Ugualmente senza di lui è difficile immaginare che l''89 sarebbe stato quello che è stato. E tutto cominciò, o almeno entrò nella sua fase più acuta, quella giornata di maggio in cui la Chiesa ricordava, tra l'altro, le apparizioni a Fatima. Antonio Preziosi, che è stato consigliere del Papa (Benedetto, in questo caso) per i temi della comunicazione, ricostruisce allora quella giornata. Sarebbe meglio dire: quelle ore. Ancora meglio: quei minuti. Perché tutto si giocò sul filo dei secondi. Ne è scaturito un libro, \"Il Papa doveva morire\", edito da San Paolo, che ricostruisce e spiega lo spiegabile, narra e lascia in sospeso l'inspiegabile. E quest'ultimo è tanta parte della vicenda, in cui equilibri internazionali, testimonianze di fede, messaggi profetici e attese messianiche si toccano e si incrociano lasciando in fondo il dubbio: ma sarà mai stato possibile? Continua a leggere Possibile lo è stato, perché è avvenuto. \"Vere resurrexit\" proclama la Chiesa nel pieno del meno credibile, ma più autentico, degli annunci. Tutto è possibile, appunto, soprattutto se esistono circostanze su cui né la verità processuale, né la futura ricerca storica sembrano essere in grado di soddisfare anche il più ben disposto dei pubblici. Del resto Preziosi, che di comunicazione come si è visto se ne intende, ha la sapienza per lasciar le cose in sospeso, a discrezione cioè della predisposizione di chi legge a scegliersi una spiegazione, oppure l'altra. Essendo egli stato anche un cronista di quelli che corrono dietro alle volanti, sa bene che in fondo per capire il come mai degli accadimenti basta mettere le cose una in fila all'altra, e il quadro appare chiaro. La semplice cronologia che è la narrazione più esauriente. Il sicario che indietreggiava troppo Ecco allora che il suo libro può apparire in qualche modo minimalista, mentre in realtà fa calare nel paradosso di un pomeriggio (di nuovo: poche ore, tra le 17 e le 22) in cui sembrò che tutto fosse rovesciato e che la lotta degli uomini per gestire la Storia sia destinata a sembrare quella delle formiche contro il tapiro. Si avvicina un uomo al Papa: è il migliore killer dell'estrema destra turca ed ha in mano una pistola da guerra. Dovrebbe sparare 12 proiettili, ne partono solo due, forse tre (anche qui: nessuno è in grado di dire quanti, come a Dallas). Fugge, lo bocca una suora, indietreggia e cade a terra inciampando in un sampietrino come un inetto. Il Papa è grave, l'ambulanza nuovissima consegnata al Vaticano appena il giorno prima non riesce ad arrivare. Per puro caso però il suo medico personale sta uscendo in quella dalla Porta Sant'Anna, LIBRI SAN PAOLO - Rassegna Stampa 18/03/2021 - 20/05/2021 169
11/05/2021 06:30 Yahoo! Notizie Sito Web contrariamente alle sue abitudini e ai suoi orari. Arriva una seconda ambulanza, un vecchio La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato catorcio. Parte per il Gemelli nel traffico di Roma, che in quel punto e in quel momento è sempre più caotico proprio per via delle udienze papali. Si rompe la sirena, la scorta in moto non ha fatto in tempo ad arrivare, si va avanti con il clacson. Gemelli: portatelo in rianimazione. No, arriva alla stanza riservata al Pontefice per ogni evenienza. Ma bisognava portarlo al nono piano, non al decimo. Si scende, aspettando l'ascensore e con il Papa ormai privo di sensi. Ecco la sala operatoria. La porta è chiusa a chiave e nessuno l'ha aperta. Arriva un medico giovane: sfonda la porta a calci e spallate. Il paziente viene definito dalla Sala Stampa Vaticana in stato preagonico. Ha un rigetto alla prima trasfusione di sangue. Eppure ce la fa, il Papa, e quattro giorni dopo con tenacia tutta polacca, di chi ha resistito al nazismo e sa come si fa con i bolscevichi, è già lì che registra l'angelus domenicale per le migliaia e migliaia di persone che sono comunque andate in Piazza a San Pietro pur sapendo che nessuno si affaccerà alla finestra del Palazzo Apostolico. E viene davvero da chiedersi: ma è possibile? Sì, lo è. È successo. Mettete insieme il racconto di quelle ore e ve ne accorgerete. LIBRI SAN PAOLO - Rassegna Stampa 18/03/2021 - 20/05/2021 170
11/05/2021 07:02 diffusione:5 Sito Web Una pallottola magica per il Papa che doveva morire La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato HOME > Cronaca Una pallottola magica per il Papa che doveva morire Il 13 aprile 1981 Ali Agca sparava a Giovanni Paolo II. Un killer ritenuto infallibile, un bersaglio mobile ma facile ed un proiettile che va a zig zag: un bel mistero aggiornato alle 07:02 11 maggio 2021 © Archivio Studio Fotografico Felici - L'attentato di Alì Agca a Giovanni Paolo II AGI - Il confronto con la teoria della \"pallottola magica\" che uccise John Fitzgerald Kennedy viene spontaneo, e niente te lo toglie più dalla testa. Una dei due proiettili che attraversarono il corpo di Papa Wojtyla, il 13 maggio di quarant'anni fa, seguì un andamento che lasciò stupefatti i medici che presero in cura il Pontefice. Si contorse, quella traiettoria, cambiò direzione e raggiunse un fianco dove non avrebbe dovuto passare. Risultato: l'intestino perforato cinque volte ma nessun organo vitale compromesso; la colonna vertebrale che avrebbe potuto finire in pezzi e invece venne appena sfiorata. Ancora adesso non si trova spiegazione scientifica, perché lo sanno anche gli studenti al primo anno di medicina che i tessuti molli dell'organismo umano non hanno la consistenza per deviare una pallottola. Quelle che Ali Agca sparò al Papa, poi, erano munizioni da guerra. La pistola era fatta per non fallire, in mano ad un killer professionista. Figuriamoci. Resta così aperto uno dei tanti misteri su quell'attentato, che nel 1981 parve a tutti essere l'attacco del socialismo reale ad un reale pericolo per quello che allora Ronald Reagan chiamava l'Impero del Male. Giovanni Paolo II, che quel sistema lo conosceva bene essendoci trovato in mezzo per la maggior parte della vita, non fece mai sua la definizione. Ugualmente senza di lui è difficile immaginare che l''89 sarebbe stato quello che è stato. E tutto cominciò, o almeno entrò nella sua fase più acuta, quella giornata di maggio in cui la Chiesa ricordava, tra l'altro, le apparizioni a Fatima. © Archivio Studio Fotografico Felici L'attentato di Alì Agca a Giovanni Paolo II Antonio Preziosi , che è stato consigliere del Papa (Benedetto, in questo caso) per i temi della comunicazione, ricostruisce allora quella giornata. Sarebbe meglio dire: quelle ore. Ancora meglio: quei minuti. Perché tutto si giocò sul filo dei secondi. Ne è scaturito un libro, \"Il Papa doveva morire\", edito da San Paolo, che ricostruisce e spiega lo spiegabile, narra e lascia in sospeso l'inspiegabile. E quest'ultimo è tanta parte della vicenda, in cui equilibri internazionali, testimonianze di fede, messaggi profetici e attese messianiche si toccano e si incrociano lasciando in fondo il dubbio: ma sarà mai stato possibile? Possibile lo è stato, perché è avvenuto. \"Vere resurrexit\" proclama la Chiesa nel pieno del meno credibile, ma più autentico, degli annunci. Tutto è possibile, appunto, soprattutto se esistono circostanze su cui né la verità processuale, né la futura ricerca storica sembrano essere in grado di soddisfare anche il più ben disposto dei pubblici. Del resto Preziosi, che di comunicazione come si è visto se ne intende, ha la sapienza per lasciar le cose in sospeso, a discrezione cioè della predisposizione di chi legge a scegliersi una spiegazione, oppure l'altra. Essendo egli stato anche un cronista di quelli che corrono dietro alle volanti, sa bene che in fondo per capire il come mai degli accadimenti basta mettere le cose una in fila all'altra, e il quadro appare chiaro. La semplice cronologia che è la narrazione più esauriente. Il sicario che indietreggiava troppo Ecco allora che il suo libro può apparire in qualche modo minimalista, mentre in realtà fa calare nel paradosso di un pomeriggio (di nuovo: poche ore, tra le 17 e le 22) in cui sembrò che tutto fosse rovesciato e che la lotta degli uomini per gestire la Storia sia destinata a sembrare quella delle formiche contro il tapiro. Si avvicina un uomo al Papa: è il migliore killer dell'estrema destra turca ed ha in mano una pistola da guerra. Dovrebbe sparare 12 LIBRI SAN PAOLO - Rassegna Stampa 18/03/2021 - 20/05/2021 171
11/05/2021 07:02 diffusione:5 Sito Web proiettili, ne partono solo due, forse tre (anche qui: nessuno è in grado di dire quanti, come a La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Dallas). Fugge, lo bocca una suora, indietreggia e cade a terra inciampando in un sampietrino come un inetto. Il Papa è grave, l'ambulanza nuovissima consegnata al Vaticano appena il giorno prima non riesce ad arrivare. Per puro caso però il suo medico personale sta uscendo in quella dalla Porta Sant'Anna, contrariamente alle sue abitudini e ai suoi orari. Arriva una seconda ambulanza, un vecchio catorcio. Parte per il Gemelli nel traffico di Roma, che in quel punto e in quel momento è sempre più caotico proprio per via delle udienze papali. Si rompe la sirena, la scorta in moto non ha fatto in tempo ad arrivare, si va avanti con il clacson. Gemelli: portatelo in rianimazione. No, arriva alla stanza riservata al Pontefice per ogni evenienza. Ma bisognava portarlo al nono piano, non al decimo. Si scende, aspettando l'ascensore e con il Papa ormai privo di sensi. Ecco la sala operatoria. La porta è chiusa a chiave e nessuno l'ha aperta. Arriva un medico giovane: sfonda la porta a calci e spallate. Il paziente viene definito dalla Sala Stampa Vaticana in stato preagonico. Ha un rigetto alla prima trasfusione di sangue. Giovanni Paolo II apertura Giubileo 2000 Eppure ce la fa, il Papa, e quattro giorni dopo con tenacia tutta polacca, di chi ha resistito al nazismo e sa come si fa con i bolscevichi, è già lì che registra l'angelus domenicale per le migliaia e migliaia di persone che sono comunque andate in Piazza a San Pietro pur sapendo che nessuno si affaccerà alla finestra del Palazzo Apostolico. E viene davvero da chiedersi: ma è possibile? Sì, lo è. È successo. Mettete insieme il racconto di quelle ore e ve ne accorgerete. LIBRI SAN PAOLO - Rassegna Stampa 18/03/2021 - 20/05/2021 172
12/05/2021 diffusione:56434 Pag. 22 tiratura:88114 Ricordo del Papa La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Rai1 ore 00.00 Porta a porta m m m Il 13 maggio di quarant'anni fa Giovanni Paolo II, a bordo del mezzo con cui percorreva piazza San Pietro tra ali di folla per l'udienza generale, venne raggiunto da due colpi di pistola all'addome. A sparare fu Mehmet Ali Agca, militante turco del gruppo terroristico di estrema destra \"Lupi Grigi\". Immediatamente arrestato, il 22 luglio dello stesso anno venne condannato per direttissima all'ergastolo. Il Papa, che due anni più tardi incontrerà il suo attentatore e lo perdonerà, fu sottoposto a un intervento di oltre cinque ore che gli salvò la vita. Sarà dedicata anche a questo anniversario la puntata di Porta a Porta in onda stasera a 00.00 su Rai1. Tra gli ospiti intervistati da Bruno Vespa ci saranno Monsignor Rino Fisichella, presidente del Pontificio consiglio per la promozione della nuova evangelizzazione, e il giornalista Antonio Preziosi, autore di diversi saggi dedicati al pontefice tra cui \"Il papa doveva morire. La storia dell'attentato a Giovanni Paolo II\" (San Paolo Edizioni ). Il programma lascerà poi spazio alla politica, col confronto tra il sottosegretario alla Presidenza del consiglio Vincenzo Amendola e il sottosegretario all'Interno Nicola Molteni. Ma il ricordo di papa Wojtyla continuerà nel palinsesto Rai dei prossimi giorni, sulla piattaforma RaiPlay e sul portale Rai Cultura con speciali e appuntamenti dedicati alla ricorrenza. Foto: IL SANTO Stasera a \"Porta a porta\" si parlerà di Giovanni Paolo II LIBRI SAN PAOLO - Rassegna Stampa 18/03/2021 - 20/05/2021 173
12/05/2021 Sito Web \" Il Papa doveva morire \", il libro che ricostruisce l'attentato a La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Wojtyla 12 maggio 2021 ROMA (ITALPRESS) - Sono passati quarant'anni dal 13 maggio del 1981: erano le 17.17 di un caldo pomeriggio romano in piazza San Pietro. Giovanni Paolo II benediceva e stringeva migliaia di mani tese di pellegrini accorsi a Roma per salutare il Papa polacco, il primo straniero dopo 650 anni di pontefici italiani. Quando alcuni colpi di pistola interruppero le grida di gioia dei fedeli e le trasformarono in urla di disperazione: il Papa venne colpito e si accasciò a bordo della \"papamobile\", la campagnola scoperta che lui stesso aveva introdotto per venire incontro ai fedeli. La notizia si diffuse in tutto il mondo e quel fatto di cronaca passerà subito alla storia. Quella giornata è raccontata come un film drammatico a lieto fine nell'ultimo libro del giornalista e scrittore Antonio Preziosi dal titolo \"Il Papa doveva morire\" (edizioni San Paolo, 240 pagine, 22 euro). Il volume parte dal racconto degli spari, il ricovero al policlinico Gemelli a bordo di una vecchia ambulanza senza scorta e con la sirena rotta, la corsa verso la sala operatoria chiusa la cui porta viene abbattuta a spallate dai medici, il drammatico intervento chirurgico di oltre cinque ore che si conclude con la salvezza del Papa. Il \"film\" raccontato da Antonio Preziosi fa incrociare due \"regie\": quella umana e quella divina. Dell'intervento divino fu sempre convinto Giovanni Paolo II. \"Una mano ha sparato - ripeterà il Pontefice - e un'altra mano ha deviato il proiettile\", alludendo a un intervento diretto della Madonna di Fatima, di cui proprio il 13 maggio ricorre l'anniversario della prima apparizione ai pastorelli portoghesi. E in effetti, certificherà il chirurgo Francesco Crucitti che aveva operato il Papa, quella pallottola aveva fatto un percorso strano, quasi uno zig-zag nel ventre del Pontefice, schivando di pochissimo tutti gli organi vitali e i principali vasi sanguigni. Ancora più misteriosa, se possibile, è la \"regia\" umana dell'attentato: il killer turco, Alì Agca, cambierà 52 versioni sulle ragioni che lo spinsero a cercare di uccidere il Papa. E ancora oggi non è chiaro quanti colpi fossero stati sparati in piazza San Pietro e quanti fossero gli attentatori (o i possibili complici) presenti tra le colonne del Bernini. Forse aiuterebbe a fare chiarezza una perizia sul proiettile che colpì il Papa, attraversandogli l'addome, e che Giovanni Paolo II, un anno dopo la sparatoria, decise di incastonare nella corona della Vergine di Fatima. Una cosa è certa: l'attentato avviene nel contesto mondiale della Guerra Fredda. E monsignor Rino Fisichella, che del libro di Antonio Preziosi ha scritto la prefazione, racconta con alcuni aneddoti come i servizi segreti polacchi tenessero sotto controllo il cardinal Wojtyla e continuassero a seguirlo anche a Roma dopo la sua elezione a Papa. Nel volume di Preziosi si riportano le parole del giudice Ilario Martella che rimane ancora oggi un convinto sostenitore della cosiddetta \"pista bulgara\" che individua i mandanti oltre la cortina di ferro. Giovanni Paolo II mostrò di non essere particolarmente interessato da quello che una volta, conversando con Indro Montanelli, definì il \"garbuglio\" che si muoveva dietro l'attentato. A lui interessava unicamente la spiegazione mistica e pensava che quel giorno si fosse adempiuto il terzo segreto di Fatima, rivelato dalla Vergine ai tre pastorelli. E che la sua salvezza fosse dovuta all'intervento diretto della Madonna e della Divina Misericordia alla quale era molto devoto, che lo avevano strappato a una morte che considerava sicura. Lo stesso Agca si è sempre chiesto come avesse fatto a sbagliare il colpo. Lo chiese direttamente allo stesso Papa nel celebre incontro nel carcere di Rebibbia durante il quale avrebbe chiesto al Pontefice: \"perchè non sei morto? Come ho fatto a sbagliare?\". Lui, killer infallibile, aveva sparato da tre metri con una potentissima arma da guerra: quel giorno LIBRI SAN PAOLO - Rassegna Stampa 18/03/2021 - 20/05/2021 174
12/05/2021 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Sito Web il Papa doveva morire. E chissà come sarebbe cambiata la Storia se Agca fosse riuscito nel suo intento. (ITALPRESS). LIBRI SAN PAOLO - Rassegna Stampa 18/03/2021 - 20/05/2021 175
12/05/2021 Sito Web \" Il Papa doveva morire \", il libro che ricostruisce lattentato a La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Wojtyla ROMA (ITALPRESS) - Sono passati quarant'anni dal 13 maggio del 1981: erano le 17.17 di un caldo pomeriggio romano in piazza San Pietro. Giovanni Paolo II benediceva e stringeva migliaia di mani tese di pellegrini accorsi a Roma per salutare il Papa polacco, il primo straniero dopo 650 anni di pontefici italiani. Quando alcuni colpi di pistola interruppero le grida di gioia dei fedeli e le trasformarono in urla di disperazione: il Papa venne colpito e si accasció a bordo della \"papamobile\", la campagnola scoperta che lui stesso aveva introdotto per venire incontro ai fedeli. La notizia si diffuse in tutto il mondo e quel fatto di cronaca passerá subito alla storia. Quella giornata é raccontata come un film drammatico a lieto fine nell'ultimo libro del giornalista e scrittore Antonio Preziosi dal titolo \"Il Papa doveva morire\" ( edizioni San Paolo, 240 pagine, 22 euro). Il volume parte dal racconto degli spari, il ricovero al policlinico Gemelli a bordo di una vecchia ambulanza senza scorta e con la sirena rotta, la corsa verso la sala operatoria chiusa la cui porta viene abbattuta a spallate dai medici, il drammatico intervento chirurgico di oltre cinque ore che si conclude con la salvezza del Papa. Il \"film\" raccontato da Antonio Preziosi fa incrociare due \"regie\": quella umana e quella divina. Dell'intervento divino fu sempre convinto Giovanni Paolo II. \"Una mano ha sparato - ripeterá il Pontefice - e un'altra mano ha deviato il proiettile\", alludendo a un intervento diretto della Madonna di Fatima, di cui proprio il 13 maggio ricorre l'anniversario della prima apparizione ai pastorelli portoghesi. E in effetti, certificherá il chirurgo Francesco Crucitti che aveva operato il Papa, quella pallottola aveva fatto un percorso strano, quasi uno zig-zag nel ventre del Pontefice, schivando di pochissimo tutti gli organi vitali e i principali vasi sanguigni. Ancora piú misteriosa, se possibile, é la \"regia\" umana dell'attentato: il killer turco, Alí Agca, cambierá 52 versioni sulle ragioni che lo spinsero a cercare di uccidere il Papa. E ancora oggi non é chiaro quanti colpi fossero stati sparati in piazza San Pietro e quanti fossero gli attentatori (o i possibili complici) presenti tra le colonne del Bernini. Forse aiuterebbe a fare chiarezza una perizia sul proiettile che colpí il Papa, attraversandogli l'addome, e che Giovanni Paolo II, un anno dopo la sparatoria, decise di incastonare nella corona della Vergine di Fatima. Una cosa é certa: l'attentato avviene nel contesto mondiale della Guerra Fredda. E monsignor Rino Fisichella, che del libro di Antonio Preziosi ha scritto la prefazione, racconta con alcuni aneddoti come i servizi segreti polacchi tenessero sotto controllo il cardinal Wojtyla e continuassero a seguirlo anche a Roma dopo la sua elezione a Papa. Nel volume di Preziosi si riportano le parole del giudice Ilario Martella che rimane ancora oggi un convinto sostenitore della cosiddetta \"pista bulgara\" che individua i mandanti oltre la cortina di ferro. Giovanni Paolo II mostró di non essere particolarmente interessato da quello che una volta, conversando con Indro Montanelli, definí il \"garbuglio\" che si muoveva dietro l'attentato. A lui interessava unicamente la spiegazione mistica e pensava che quel giorno si fosse adempiuto il terzo segreto di Fatima, rivelato dalla Vergine ai tre pastorelli. E che la sua salvezza fosse dovuta all'intervento diretto della Madonna e della Divina Misericordia alla quale era molto devoto, che lo avevano strappato a una morte che considerava sicura. Lo stesso Agca si é sempre chiesto come avesse fatto a sbagliare il colpo. Lo chiese direttamente allo stesso Papa nel celebre incontro nel carcere di Rebibbia durante il quale avrebbe chiesto al Pontefice: \"perchê non sei morto? Come ho fatto a sbagliare?\". Lui, killer infallibile, aveva sparato da tre metri con una potentissima arma da guerra: quel giorno il Papa doveva morire. E chissá come LIBRI SAN PAOLO - Rassegna Stampa 18/03/2021 - 20/05/2021 176
12/05/2021 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Sito Web sarebbe cambiata la Storia se Agca fosse riuscito nel suo intento. (ITALPRESS). abr/com 12- Mag-21 08:00 COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA LIBRI SAN PAOLO - Rassegna Stampa 18/03/2021 - 20/05/2021 177
12/05/2021 Sito Web ? Il Papa doveva morire ?, il libro che ricostruisce l?attentato a La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Wojtyla \"Il Papa doveva morire\", il libro che ricostruisce l'attentato a Wojtyla ROMA (ITALPRESS) - Sono passati quarant'anni dal 13 maggio del 1981: erano le 17. 17 di un caldo pomeriggio romano in piazza San Pietro. Giovanni Paolo II benediceva e stringeva migliaia di mani tese di pellegrini accorsi a Roma per salutare il Papa polacco, il primo straniero dopo 650 anni di pontefici italiani. Quando alcuni colpi di pistola interruppero le grida di gioia dei fedeli e le trasformarono in urla di disperazione: il Papa venne colpito e si accasciò a bordo della \"papamobile\", la campagnola scoperta che lui stesso aveva introdotto per venire incontro ai fedeli. La notizia si diffuse in tutto il mondo e quel fatto di cronaca passerà subito alla storia. Quella giornata è raccontata come un film drammatico a lieto fine nell'ultimo libro del giornalista e scrittore Antonio Preziosi dal titolo \"Il Papa doveva morire\" (edizioni San Paolo, 240 pagine, 22 euro). Il volume parte dal racconto degli spari, il ricovero al policlinico Gemelli a bordo di una vecchia ambulanza senza scorta e con la sirena rotta, la corsa verso la sala operatoria chiusa la cui porta viene abbattuta a spallate dai medici, il drammatico intervento chirurgico di oltre cinque ore che si conclude con la salvezza del Papa. Il \"film\" raccontato da Antonio Preziosi fa incrociare due \"regie\": quella umana e quella divina. Dell'intervento divino fu sempre convinto Giovanni Paolo II. \"Una mano ha sparato - ripeterà il Pontefice - e un'altra mano ha deviato il proiettile\", alludendo a un intervento diretto della Madonna di Fatima, di cui proprio il 13 maggio ricorre l'anniversario della prima apparizione ai pastorelli portoghesi. E in effetti, certificherà il chirurgo Francesco Crucitti che aveva operato il Papa, quella pallottola aveva fatto un percorso strano, quasi uno zig-zag nel ventre del Pontefice, schivando di pochissimo tutti gli organi vitali e i principali vasi sanguigni. Ancora più misteriosa, se possibile, è la \"regia\" umana dell'attentato: il killer turco, Alì Agca, cambierà 52 versioni sulle ragioni che lo spinsero a cercare di uccidere il Papa. E ancora oggi non è chiaro quanti colpi fossero stati sparati in piazza San Pietro e quanti fossero gli attentatori (o i possibili complici) presenti tra le colonne del Bernini. Forse aiuterebbe a fare chiarezza una perizia sul proiettile che colpì il Papa, attraversandogli l'addome, e che Giovanni Paolo II, un anno dopo la sparatoria, decise di incastonare nella corona della Vergine di Fatima. Una cosa è certa: l'attentato avviene nel contesto mondiale della Guerra Fredda. E monsignor Rino Fisichella, che del libro di Antonio Preziosi ha scritto la prefazione, racconta con alcuni aneddoti come i servizi segreti polacchi tenessero sotto controllo il cardinal Wojtyla e continuassero a seguirlo anche a Roma dopo la sua elezione a Papa. Nel volume di Preziosi si riportano le parole del giudice Ilario Martella che rimane ancora oggi un convinto sostenitore della cosiddetta \"pista bulgara\" che individua i mandanti oltre la cortina di ferro. Giovanni Paolo II mostrò di non essere particolarmente interessato da quello che una volta, conversando con Indro Montanelli, definì il \"garbuglio\" che si muoveva dietro l'attentato. A lui interessava unicamente la spiegazione mistica e pensava che quel giorno si fosse adempiuto il terzo segreto di Fatima, rivelato dalla Vergine ai tre pastorelli. E che la sua salvezza fosse dovuta all'intervento diretto della Madonna e della Divina Misericordia alla quale era molto devoto, che lo avevano strappato a una morte che considerava sicura. Lo stesso Agca si è sempre chiesto come avesse fatto a sbagliare il colpo. Lo chiese direttamente allo stesso Papa nel celebre incontro nel carcere di Rebibbia durante il quale avrebbe chiesto al Pontefice: \"perchè non sei morto? Come ho fatto a sbagliare?\". Lui, killer infallibile, aveva sparato da tre LIBRI SAN PAOLO - Rassegna Stampa 18/03/2021 - 20/05/2021 178
12/05/2021 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Sito Web metri con una potentissima arma da guerra: quel giorno il Papa doveva morire. E chissà come sarebbe cambiata la Storia se Agca fosse riuscito nel suo intento. (ITALPRESS). LIBRI SAN PAOLO - Rassegna Stampa 18/03/2021 - 20/05/2021 179
12/05/2021 Sito Web ? Il Papa doveva morire ?, il libro che ricostruisce l?attentato a La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Wojtyla \"Il Papa doveva morire\", il libro che ricostruisce l'attentato a Wojtyla di Italpress ROMA (ITALPRESS) - Sono passati quarant'anni dal 13 maggio del 1981: erano le 17.17 di un caldo pomeriggio romano in piazza San Pietro. Giovanni Paolo II benediceva e stringeva migliaia di mani tese di pellegrini accorsi a Roma per salutare il Papa polacco, il primo straniero dopo 650 anni di pontefici italiani. Quando alcuni colpi di pistola interruppero le grida di gioia dei fedeli e le trasformarono in urla di disperazione: il Papa venne colpito e si accasciò a bordo della \"papamobile\", la campagnola scoperta che lui stesso aveva introdotto per venire incontro ai fedeli. La notizia si diffuse in tutto il mondo e quel fatto di cronaca passerà subito alla storia. Quella giornata è raccontata come un film drammatico a lieto fine nell'ultimo libro del giornalista e scrittore Antonio Preziosi dal titolo \"Il Papa doveva morire\" (edizioni San Paolo, 240 pagine, 22 euro). Il volume parte dal racconto degli spari, il ricovero al policlinico Gemelli a bordo di una vecchia ambulanza senza scorta e con la sirena rotta, la corsa verso la sala operatoria chiusa la cui porta viene abbattuta a spallate dai medici, il drammatico intervento chirurgico di oltre cinque ore che si conclude con la salvezza del Papa. Il \"film\" raccontato da Antonio Preziosi fa incrociare due \"regie\": quella umana e quella divina. Dell'intervento divino fu sempre convinto Giovanni Paolo II. \"Una mano ha sparato - ripeterà il Pontefice - e un'altra mano ha deviato il proiettile\", alludendo a un intervento diretto della Madonna di Fatima, di cui proprio il 13 maggio ricorre l'anniversario della prima apparizione ai pastorelli portoghesi. E in effetti, certificherà il chirurgo Francesco Crucitti che aveva operato il Papa, quella pallottola aveva fatto un percorso strano, quasi uno zig-zag nel ventre del Pontefice, schivando di pochissimo tutti gli organi vitali e i principali vasi sanguigni. Ancora più misteriosa, se possibile, è la \"regia\" umana dell'attentato: il killer turco, Alì Agca, cambierà 52 versioni sulle ragioni che lo spinsero a cercare di uccidere il Papa. E ancora oggi non è chiaro quanti colpi fossero stati sparati in piazza San Pietro e quanti fossero gli attentatori (o i possibili complici) presenti tra le colonne del Bernini. Forse aiuterebbe a fare chiarezza una perizia sul proiettile che colpì il Papa, attraversandogli l'addome, e che Giovanni Paolo II, un anno dopo la sparatoria, decise di incastonare nella corona della Vergine di Fatima. Una cosa è certa: l'attentato avviene nel contesto mondiale della Guerra Fredda. E monsignor Rino Fisichella, che del libro di Antonio Preziosi ha scritto la prefazione, racconta con alcuni aneddoti come i servizi segreti polacchi tenessero sotto controllo il cardinal Wojtyla e continuassero a seguirlo anche a Roma dopo la sua elezione a Papa. Nel volume di Preziosi si riportano le parole del giudice Ilario Martella che rimane ancora oggi un convinto sostenitore della cosiddetta \"pista bulgara\" che individua i mandanti oltre la cortina di ferro. Giovanni Paolo II mostrò di non essere particolarmente interessato da quello che una volta, conversando con Indro Montanelli, definì il \"garbuglio\" che si muoveva dietro l'attentato. A lui interessava unicamente la spiegazione mistica e pensava che quel giorno si fosse adempiuto il terzo segreto di Fatima, rivelato dalla Vergine ai tre pastorelli. E che la sua salvezza fosse dovuta all'intervento diretto della Madonna e della Divina Misericordia alla quale era molto devoto, che lo avevano strappato a una morte che considerava sicura. Lo stesso Agca si è sempre chiesto come avesse fatto a sbagliare il colpo. Lo chiese direttamente allo stesso Papa nel celebre incontro nel carcere di Rebibbia durante il quale avrebbe chiesto al Pontefice: \"perchè non sei morto? Come ho fatto a sbagliare?\". Lui, killer infallibile, aveva sparato da tre LIBRI SAN PAOLO - Rassegna Stampa 18/03/2021 - 20/05/2021 180
12/05/2021 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Sito Web metri con una potentissima arma da guerra: quel giorno il Papa doveva morire. E chissà come sarebbe cambiata la Storia se Agca fosse riuscito nel suo intento.(ITALPRESS). 12 maggio 2021 LIBRI SAN PAOLO - Rassegna Stampa 18/03/2021 - 20/05/2021 181
12/05/2021 telenicosia.it Sito Web \" Il Papa doveva morire \", il libro che ricostruisce l'attentato a La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Wojtyla \"Il Papa doveva morire\", il libro che ricostruisce l'attentato a Wojtyla 12 Maggio 2021 redazione che, doveva, lattentato, libro, morire, Papa, ricostruisce, Wojtyla ROMA (ITALPRESS) - Sono passati quarant'anni dal 13 maggio del 1981: erano le 17.17 di un caldo pomeriggio romano in piazza San Pietro. Giovanni Paolo II benediceva e stringeva migliaia di mani tese di pellegrini accorsi a Roma per salutare il Papa polacco, il primo straniero dopo 650 anni di pontefici italiani. Quando alcuni colpi di pistola interruppero le grida di gioia dei fedeli e le trasformarono in urla di disperazione: il Papa venne colpito e si accasciò a bordo della \"papamobile\", la campagnola scoperta che lui stesso aveva introdotto per venire incontro ai fedeli. La notizia si diffuse in tutto il mondo e quel fatto di cronaca passerà subito alla storia. Quella giornata è raccontata come un film drammatico a lieto fine nell'ultimo libro del giornalista e scrittore Antonio Preziosi dal titolo \"Il Papa doveva morire\" (edizioni San Paolo, 240 pagine, 22 euro). Il volume parte dal racconto degli spari, il ricovero al policlinico Gemelli a bordo di una vecchia ambulanza senza scorta e con la sirena rotta, la corsa verso la sala operatoria chiusa la cui porta viene abbattuta a spallate dai medici, il drammatico intervento chirurgico di oltre cinque ore che si conclude con la salvezza del Papa. Il \"film\" raccontato da Antonio Preziosi fa incrociare due \"regie\": quella umana e quella divina. Dell'intervento divino fu sempre convinto Giovanni Paolo II. \"Una mano ha sparato - ripeterà il Pontefice - e un'altra mano ha deviato il proiettile\", alludendo a un intervento diretto della Madonna di Fatima, di cui proprio il 13 maggio ricorre l'anniversario della prima apparizione ai pastorelli portoghesi. E in effetti, certificherà il chirurgo Francesco Crucitti che aveva operato il Papa, quella pallottola aveva fatto un percorso strano, quasi uno zig-zag nel ventre del Pontefice, schivando di pochissimo tutti gli organi vitali e i principali vasi sanguigni. Ancora più misteriosa, se possibile, è la \"regia\" umana dell'attentato: il killer turco, Alì Agca, cambierà 52 versioni sulle ragioni che lo spinsero a cercare di uccidere il Papa. E ancora oggi non è chiaro quanti colpi fossero stati sparati in piazza San Pietro e quanti fossero gli attentatori (o i possibili complici) presenti tra le colonne del Bernini. Forse aiuterebbe a fare chiarezza una perizia sul proiettile che colpì il Papa, attraversandogli l'addome, e che Giovanni Paolo II, un anno dopo la sparatoria, decise di incastonare nella corona della Vergine di Fatima. Una cosa è certa: l'attentato avviene nel contesto mondiale della Guerra Fredda. E monsignor Rino Fisichella, che del libro di Antonio Preziosi ha scritto la prefazione, racconta con alcuni aneddoti come i servizi segreti polacchi tenessero sotto controllo il cardinal Wojtyla e continuassero a seguirlo anche a Roma dopo la sua elezione a Papa. Nel volume di Preziosi si riportano le parole del giudice Ilario Martella che rimane ancora oggi un convinto sostenitore della cosiddetta \"pista bulgara\" che individua i mandanti oltre la cortina di ferro. Giovanni Paolo II mostrò di non essere particolarmente interessato da quello che una volta, conversando con Indro Montanelli, definì il \"garbuglio\" che si muoveva dietro l'attentato. A lui interessava unicamente la spiegazione mistica e pensava che quel giorno si fosse adempiuto il terzo segreto di Fatima, rivelato dalla Vergine ai tre pastorelli. E che la sua salvezza fosse dovuta all'intervento diretto della Madonna e della Divina Misericordia alla quale era molto devoto, che lo avevano strappato a una morte che considerava sicura. Lo stesso Agca si è sempre chiesto come avesse fatto a sbagliare il colpo. Lo chiese direttamente allo stesso Papa nel celebre incontro nel carcere di Rebibbia durante il quale avrebbe chiesto al Pontefice: LIBRI SAN PAOLO - Rassegna Stampa 18/03/2021 - 20/05/2021 182
12/05/2021 telenicosia.it Sito Web \"perchè non sei morto? Come ho fatto a sbagliare?\". Lui, killer infallibile, aveva sparato da tre La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato metri con una potentissima arma da guerra: quel giorno il Papa doveva morire. E chissà come sarebbe cambiata la Storia se Agca fosse riuscito nel suo intento. (ITALPRESS). LIBRI SAN PAOLO - Rassegna Stampa 18/03/2021 - 20/05/2021 183
12/05/2021 Sito Web Quarant'anni fa l'attentato al Papa, libro ritorna su quel giorno La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Quarant'anni fa l'attentato al Papa, libro ritorna su quel giorno Il 13 maggio 1981 Giovanni Paolo II cade ferito nella camionetta colpito dai proiettili del killer turco Alì Agca KEYSTONE/AP/ARTURO MARI sda-ats Questo contenuto è stato pubblicato il 12 maggio 2021 - 09:34 12 maggio 2021 - 09:34 (Keystone-ATS) 13 maggio 1981, ore 17.17: papa Giovanni Paolo II cade ferito nella camionetta, tra le braccia di don Stanislao Dziwisz, colpito dai proiettili del killer turco Alì Agca. Il Pontefice aveva appena riconsegnato una bimba ai genitori, dopo averla abbracciata e benedetta e stretto le mani di migliaia di fedeli in piazza San Pietro per l'udienza del mercoledì. A quarant'anni da quel gesto che è passato alla storia, arriva un libro di Antonio Preziosi dal titolo \"Il Papa doveva morire\" (edizioni San Paolo, 240 pp.) ricco di episodi, particolari poco conosciuti o anche inediti legati a quella giornata in cui il mondo si fermò con il fiato sospeso in attesa di notizie sulla salute del Papa che sopravvisse dopo quasi sei ore di un drammatico intervento chirurgico. La storia è raccontata in maniera avvincente e minuziosa. Dalla lettura del volume trapela che pochi secondi dopo l'attentato, papa Wojtyla sussurrasse \"hanno fatto come a Bachelet\", ricordando l'omicidio del vicepresidente del Consiglio superiore della magistratura italiana (Csm) ucciso dalle Brigate Rosse. E che sempre pochi secondi dopo l'attentato, aveva confidato a don Stanislao parole di perdono verso l'attentatore, chiunque egli fosse stato. E poi l'incredibile corsa al Gemelli a bordo di una ambulanza con la sirena rotta, la porta della sala operatoria chiusa a chiave ed abbattuta a spallate da medici ed infermieri, lo stupore del capo della equipe medica del Gemelli, il professor Francesco Crucitti, nel constatare la \"strana traiettoria\" del proiettile che aveva percorso una specie di \"zig zag\" nell'addome del Pontefice, uscendo dal bacino, evitando di un niente tutti gli organi vitali e l'arteria aorta. Il Papa sopravvive e l'attentatore non se ne fa una ragione: non capisce come abbia fatto a fallire il colpo, con una potente arma da guerra, ad appena tre metri. E ne chiede conto allo stesso Giovanni Paolo II il giorno in cui il Papa si reca a trovarlo nel carcere di Rebibbia per portargli anche personalmente il suo perdono: \"come hai fatto? - gli chiede - Come hai fatto a salvarti?\". Il Pontefice polacco era convinto di essere stato salvato da un intervento diretto della Madonna di Fatima di cui proprio in quel giorno si festeggiava la ricorrenza dell'apparizione. Ed identificò nell'evento l'adempimento del Terzo Segreto di Fatima. \"Una mano ha sparato, un'altra mano ha deviato il proiettile\", ripeteva spesso il Pontefice che un anno dopo si recò proprio a Fatima per ringraziare la Madonna ed incastonò nella corona della statua della Vergine proprio il proiettile che aveva attraversato il suo corpo senza ucciderlo. Quanto alle ragioni dell'attentato, Wojtyla non mostrò mai di appassionarsi a quello che definì, conversando con Indro Montanelli, \"un garbuglio\", cioè alla fitta rete di ricostruzioni, smentite, depistaggi su ciò che si era mosso dietro la sparatoria contro di lui. Non aiutò la ricostruzione dell'attentato il comportamento di Agca che, secondo il giudice Ilario Martella, cambiò 52 volte versione, tirando in ballo di volta in volta vari servizi stranieri ed anche l'ajatollah Khomeini. Lo stesso Martella rimane ancora oggi un convinto assertore della \"pista bulgara\" secondo la quale il killer non agì da solo, ma con la complicità dei servizi di Sofia. Una pista smontata dallo stesso Agca che aveva invece contribuito a costruirla con le sue stesse dichiarazioni. Quello sui presunti mandanti di Agca non è l'unico mistero irrisolto. Agca parlò di una suora che, nel momento dell'attentato, aveva abbassato il suo braccio impedendogli di prendere bene la mira e di uccidere così il Papa. Ma quella suora, ricorda Preziosi, non è stata mai rintracciata. Misteri a parte, l'unica certezza è LIBRI SAN PAOLO - Rassegna Stampa 18/03/2021 - 20/05/2021 184
12/05/2021 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Sito Web che quel giorno il Papa doveva morire, ma non morì. Errore del killer per i cronisti, intervento della divina Misericordia per il Papa Santo. E' proprio il tema della \"regia divina\" quello che viene raccontato negli ultimi capitoli del volume. \"Questo libro - scrive nella prefazione monsignor Rino Fisichella - ha il merito di porre l'attentato come una chiave di lettura dell'intero pontificato, per evidenziare quanto Giovanni Paolo II abbia visto in quel fatto una 'rinascita spirituale'\". Ed infatti, dopo quell'attentato, cambiò la storia del pontificato di Giovanni Paolo II e forse, pensando a quanto accadde dopo pochi anni con la fine della Guerra Fredda, cambiò anche il corso della Storia con la \"esse\" maiuscola. LIBRI SAN PAOLO - Rassegna Stampa 18/03/2021 - 20/05/2021 185
12/05/2021 quinewsvaldicornia.it Sito Web \" Il Papa doveva morire \", il libro che ricostruisce l'attentato a La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Wojtyla ROMA (ITALPRESS) - Sono passati quarant'anni dal 13 maggio del 1981: erano le 17.17 di un caldo pomeriggio romano in piazza San Pietro. Giovanni Paolo II benediceva e stringeva migliaia di mani tese di pellegrini accorsi a Roma per salutare il Papa polacco, il primo straniero dopo 650 anni di pontefici italiani. Quando alcuni colpi di pistola interruppero le grida di gioia dei fedeli e le trasformarono in urla di disperazione: il Papa venne colpito e si accasciò a bordo della \"papamobile\", la campagnola scoperta che lui stesso aveva introdotto per venire incontro ai fedeli. La notizia si diffuse in tutto il mondo e quel fatto di cronaca passerà subito alla storia. Quella giornata è raccontata come un film drammatico a lieto fine nell'ultimo libro del giornalista e scrittore Antonio Preziosi dal titolo \"Il Papa doveva morire\" ( edizioni San Paolo, 240 pagine, 22 euro). Il volume parte dal racconto degli spari, il ricovero al policlinico Gemelli a bordo di una vecchia ambulanza senza scorta e con la sirena rotta, la corsa verso la sala operatoria chiusa la cui porta viene abbattuta a spallate dai medici, il drammatico intervento chirurgico di oltre cinque ore che si conclude con la salvezza del Papa. Il \"film\" raccontato da Antonio Preziosi fa incrociare due \"regie\": quella umana e quella divina. Dell'intervento divino fu sempre convinto Giovanni Paolo II. \"Una mano ha sparato - ripeterà il Pontefice - e un'altra mano ha deviato il proiettile\", alludendo a un intervento diretto della Madonna di Fatima, di cui proprio il 13 maggio ricorre l'anniversario della prima apparizione ai pastorelli portoghesi. E in effetti, certificherà il chirurgo Francesco Crucitti che aveva operato il Papa, quella pallottola aveva fatto un percorso strano, quasi uno zig-zag nel ventre del Pontefice, schivando di pochissimo tutti gli organi vitali e i principali vasi sanguigni. Ancora più misteriosa, se possibile, è la \"regia\" umana dell'attentato: il killer turco, Alì Agca, cambierà 52 versioni sulle ragioni che lo spinsero a cercare di uccidere il Papa. E ancora oggi non è chiaro quanti colpi fossero stati sparati in piazza San Pietro e quanti fossero gli attentatori (o i possibili complici) presenti tra le colonne del Bernini. Forse aiuterebbe a fare chiarezza una perizia sul proiettile che colpì il Papa, attraversandogli l'addome, e che Giovanni Paolo II, un anno dopo la sparatoria, decise di incastonare nella corona della Vergine di Fatima. Una cosa è certa: l'attentato avviene nel contesto mondiale della Guerra Fredda. E monsignor Rino Fisichella, che del libro di Antonio Preziosi ha scritto la prefazione, racconta con alcuni aneddoti come i servizi segreti polacchi tenessero sotto controllo il cardinal Wojtyla e continuassero a seguirlo anche a Roma dopo la sua elezione a Papa. Nel volume di Preziosi si riportano le parole del giudice Ilario Martella che rimane ancora oggi un convinto sostenitore della cosiddetta \"pista bulgara\" che individua i mandanti oltre la cortina di ferro. Giovanni Paolo II mostrò di non essere particolarmente interessato da quello che una volta, conversando con Indro Montanelli, definì il \"garbuglio\" che si muoveva dietro l'attentato. A lui interessava unicamente la spiegazione mistica e pensava che quel giorno si fosse adempiuto il terzo segreto di Fatima, rivelato dalla Vergine ai tre pastorelli. E che la sua salvezza fosse dovuta all'intervento diretto della Madonna e della Divina Misericordia alla quale era molto devoto, che lo avevano strappato a una morte che considerava sicura. Lo stesso Agca si è sempre chiesto come avesse fatto a sbagliare il colpo. Lo chiese direttamente allo stesso Papa nel celebre incontro nel carcere di Rebibbia durante il quale avrebbe chiesto al Pontefice: \"perchè non sei morto? Come ho fatto a sbagliare?\". Lui, killer infallibile, aveva sparato da tre metri con una potentissima arma da guerra: quel giorno il Papa doveva morire. E chissà come LIBRI SAN PAOLO - Rassegna Stampa 18/03/2021 - 20/05/2021 186
12/05/2021 quinewsvaldicornia.it Sito Web sarebbe cambiata la Storia se Agca fosse riuscito nel suo intento.(ITALPRESS). La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato LIBRI SAN PAOLO - Rassegna Stampa 18/03/2021 - 20/05/2021 187
12/05/2021 laprovinciacr.it Sito Web \" Il Papa doveva morire \", il libro che ricostruisce l'attentato a La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Wojtyla ROMA - Sono passati quarant'anni dal 13 maggio del 1981: erano le 17.17 di un caldo pomeriggio romano in piazza San Pietro. Giovanni Paolo II benediceva e stringeva migliaia di mani tese di pellegrini accorsi a Roma per salutare il Papa polacco, il primo straniero dopo 650 anni di pontefici italiani. Quando alcuni colpi di pistola interruppero le grida di gioia dei fedeli e le trasformarono in urla di disperazione: il Papa venne colpito e si accasciò a bordo della \"papamobile\", la campagnola scoperta che lui stesso aveva introdotto per venire incontro ai fedeli. La notizia si diffuse in tutto il mondo e quel fatto di cronaca passerà subito alla storia. Quella giornata è raccontata come un film drammatico a lieto fine nell'ultimo libro del giornalista e scrittore Antonio Preziosi dal titolo \"Il Papa doveva morire\" (edizioni San Paolo, 240 pagine, 22 euro). Il volume parte dal racconto degli spari, il ricovero al policlinico Gemelli a bordo di una vecchia ambulanza senza scorta e con la sirena rotta, la corsa verso la sala operatoria chiusa la cui porta viene abbattuta a spallate dai medici, il drammatico intervento chirurgico di oltre cinque ore che si conclude con la salvezza del Papa. Il \"film\" raccontato da Antonio Preziosi fa incrociare due \"regie\": quella umana e quella divina. Dell'intervento divino fu sempre convinto Giovanni Paolo II. \"Una mano ha sparato - ripeterà il Pontefice - e un'altra mano ha deviato il proiettile\", alludendo a un intervento diretto della Madonna di Fatima, di cui proprio il 13 maggio ricorre l'anniversario della prima apparizione ai pastorelli portoghesi. E in effetti, certificherà il chirurgo Francesco Crucitti che aveva operato il Papa, quella pallottola aveva fatto un percorso strano, quasi uno zig-zag nel ventre del Pontefice, schivando di pochissimo tutti gli organi vitali e i principali vasi sanguigni. Ancora più misteriosa, se possibile, è la \"regia\" umana dell'attentato: il killer turco, Alì Agca, cambierà 52 versioni sulle ragioni che lo spinsero a cercare di uccidere il Papa. E ancora oggi non è chiaro quanti colpi fossero stati sparati in piazza San Pietro e quanti fossero gli attentatori (o i possibili complici) presenti tra le colonne del Bernini. Forse aiuterebbe a fare chiarezza una perizia sul proiettile che colpì il Papa, attraversandogli l'addome, e che Giovanni Paolo II, un anno dopo la sparatoria, decise di incastonare nella corona della Vergine di Fatima. Una cosa è certa: l'attentato avviene nel contesto mondiale della Guerra Fredda. E monsignor Rino Fisichella, che del libro di Antonio Preziosi ha scritto la prefazione, racconta con alcuni aneddoti come i servizi segreti polacchi tenessero sotto controllo il cardinal Wojtyla e continuassero a seguirlo anche a Roma dopo la sua elezione a Papa. Nel volume di Preziosi si riportano le parole del giudice Ilario Martella che rimane ancora oggi un convinto sostenitore della cosiddetta \"pista bulgara\" che individua i mandanti oltre la cortina di ferro. Giovanni Paolo II mostrò di non essere particolarmente interessato da quello che una volta, conversando con Indro Montanelli, definì il \"garbuglio\" che si muoveva dietro l'attentato. A lui interessava unicamente la spiegazione mistica e pensava che quel giorno si fosse adempiuto il terzo segreto di Fatima, rivelato dalla Vergine ai tre pastorelli. E che la sua salvezza fosse dovuta all'intervento diretto della Madonna e della Divina Misericordia alla quale era molto devoto, che lo avevano strappato a una morte che considerava sicura. Lo stesso Agca si è sempre chiesto come avesse fatto a sbagliare il colpo. Lo chiese direttamente allo stesso Papa nel celebre incontro nel carcere di Rebibbia durante il quale avrebbe chiesto al Pontefice: \"perché non sei morto? Come ho fatto a sbagliare?\". Lui, killer infallibile, aveva sparato da tre metri con una potentissima arma da guerra: quel giorno il Papa doveva morire. E chissà come LIBRI SAN PAOLO - Rassegna Stampa 18/03/2021 - 20/05/2021 188
12/05/2021 laprovinciacr.it Sito Web sarebbe cambiata la Storia se Agca fosse riuscito nel suo intento. . abr/com 12-Mag-21 08:00 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato LIBRI SAN PAOLO - Rassegna Stampa 18/03/2021 - 20/05/2021 189
12/05/2021 diffusione:7 Sito Web Il mistero della suora che salvò Wojtyla La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Il mistero della suora che salvò Wojtyla Papa Giovanni Paolo II subito dopo l'attentato del 13 maggio 1981 Il libro del giornalista Antonio Preziosi ricostruisce nei dettagli i fatti di 40 anni fa. Dalle concitate fasi dei soccorsi alla strana traiettoria dei proiettili esplosi da Agca di: Paolo Rodari 12 Maggio, 2021 Un mistero avvolge ancora oggi l'attentato del 13 maggio 1981 in piazza San Pietro contro Giovanni Paolo II. Le cronache narrano che mentre Ali Agca sparava al Papa, al suo fianco vi fossero due religiose. La prima, suor Letizia Giudici, tuttora vivente, fu colei che bloccò fisicamente l'attentatore turco consegnandolo alla polizia e salvandolo dal linciaggio della folla. La seconda, invece, non è mai stata rintracciata: \"Non sono stata io ad abbassargli il braccio anche perché ero addirittura convinta che quel signore stesse scattando delle foto\". Invece \"non aveva in mano una macchina fotografica ma una pistola\", racconta non a caso suor Giudici al giornalista Antonio Preziosi che, in Il Papa doveva morire. La storia dell'attentato a Giovanni Paolo II (Edizioni San Paolo) in uscita in questi giorni torna su quanto accaduto quarant'anni fa, portando conferme alla visione che dei fatti si fece fin da subito il Papa polacco: \"Nell'istante stesso in cui cadevo in piazza San Pietro - raccontò Karol Wojtyla ad André Frossard - ho avuto il vivo presentimento che mi sarei salvato\". E ancora: \"Questa certezza non mi ha mai lasciato, nemmeno nei momenti peggiori, sia dopo la prima operazione, sia durante la malattia virale. Una mano ha sparato, un'altra ha guidato la pallottola...\". Uno dei bossoli dei proiettili sparati da Agca in piazza San Pietro Chi fosse questa seconda religiosa nessuno ancora oggi sa dirlo. Giovanni Paolo II non ne parlò mai, anche se fu sempre intimamente convinto che la salvezza gli fosse stata donata dal cielo. In sostanza, pensava, da un Dio che volle risparmiarlo per concedergli un lungo pontificato concluso nel 2005 dopo una dolorosa malattia. Grazie a testimonianze inedite Preziosi ritorna su avvenimenti che ancora oggi non hanno spiegazione. Il Papa si salva nonostante la dinamica dell'attentato sembra non poter portare che alla morte: Wojtyla viene colpito, si accascia. Le fasi dei soccorsi sono concitate. L'ambulanza, senza scorta, imbocca per sbaglio una via in contromano ed evita per miracolo un incidente. La sala operatoria del Policlinico Gemelli destinata alle emergenze è chiusa, non si trova la chiave. Un medico riesce a spalancare la porta a spallate. Agca è sconvolto per aver fallito inspiegabilmente la sua missione. Dirà: \"Ho sparato da quattro metri, non potevo sbagliare\". Per alcuni il salvataggio fu frutto di coincidenze. Per Wojtyla no. Legò subito l'attentato alle profezie delle apparizioni di Fatima. Scrive nella prefazione del libro monsignor Rino Fisichella: \"Era stato proprio Giovanni Paolo II a voler imprimere a questo evento una lettura di questa intensità. Non avrebbe potuto essere diversamente\". E ancora, riferendosi a un successivo viaggio di Wojtyla a Fatima: \"Una volta giunto alla Cappella dell'apparizione, il Papa aveva detto: \"Non ci sono semplici coincidenze nei disegni della provvidenza\". L'attentato avveniva nel giorno della prima apparizione della Vergine a Fatima a Giacinta, Francesco e Lucia. Giovanni Paolo II doveva necessariamente andare oltre le coincidenze, perché nella sua vita tutto parlava di un piano divino che poco alla volta si costruiva\". La pistola usata da Agca esposti a Wadowice, in Polonia, nella casa museo di Wojtyla Nelle giornate di degenza Wojtyla pensa e ripensa a quanto accadutogli. E riprende a studiare, a scrivere, a meditare. Prima di essere dimesso, il 3 giugno, dopo nemmeno venti giorni di ricovero, chiede al fedelissimo don Stanislao Dziwisz lumi e spiegazioni sul terzo segreto di Fatima. Apprende da lui che del manoscritto esiste solo l'originale, custodito nell'archivio riservato dell'ex Sant'Uffizio. Di ritorno in Vaticano cerca di LIBRI SAN PAOLO - Rassegna Stampa 18/03/2021 - 20/05/2021 190
12/05/2021 diffusione:7 Sito Web dedicarsi alle occupazioni di tutti i giorni. Ma il fisico non lo aiuta. Deve essere ricoverato di La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato nuovo. E subire un secondo intervento. Sono i primi giorni di agosto quando finalmente riesce a leggere il testo del terzo segreto. Vi si descrive la visione di un vescovo vestito di bianco che viene colpito e cade a terra. Wojtyla lega questa visione a quanto accadutogli. Tanto che una volta ripresosi, un anno dopo, decide di recarsi a Fatima per ringraziare e per affidare la sua vita. L'allora cardinale Joseph Ratzinger seguì il viaggio da prefetto della Dottrina delle fede. Quando dovette commentare il contenuto del terzo segreto disse: il Papa \"era stato molto vicino alla frontiera della morte ed egli stesso ha spiegato la sua salvezza con le seguenti parole: \"Fu una mano materna a guidare la traiettoria della pallottola e il Papa agonizzante si fermò sulla soglia della morte\". Che qui una \"mano materna\" abbia deviato la pallottola mortale, mostra solo ancora una volta che non esiste un destino immutabile, che fede e preghiera sono potenze, che possono influire nella storia e che alla fine la preghiera è più forte dei proiettili, la fede più potente delle divisioni\". Furono parole importanti, quelle del futuro Benedetto XVI. Grazie ad esse, infatti, Wojtyla ottenne in qualche modo un'ulteriore \"certificazione\" dall'ex Sant'Uffizio e dal teologo che ne era alla guida del fatto che il 13 maggio 1981 egli fosse destinato \"a morire\", ma che - almeno così pensava lui - per effetto della preghiera e della misericordia divina, il suo destino era cambiato contro il volere degli stessi protagonisti dell'attentato. Successivamente Wojtyla, dialogando con Indro Montanelli, definì quanto accadutogli un \"garbuglio\". Nella sua visione nell'attentato si sovrapposero, fino a diventare inestricabili, due piani: quello della realtà e quello mistico legato alla fede e per questo difficile da dimostrare. Oltre alla suora mai identificata, un altro fatto rimane insoluto. Ne parlò il chirurgo Francesco Crucitti, primario del Gemelli che operò Wojtyla. Disse che non riuscì a spiegarsi la strana traiettoria del proiettile che Agca sparò: \"Un percorso a zig zag assolutamente inspiegabile\". Il proiettile, disse, era entrato all'altezza dell'ombelico, sul lato sinistro, ed era uscito dalla zona sacrale. Pur trafiggendo il colon e l'intestino tenue bucandolo in cinque punti, la pallottola aveva come cambiato traiettoria davanti all'aorta centrale. Se l'avesse colpita, il Papa sarebbe morto sul colpo. Inoltre, il proiettile aveva appena scheggiato la spina dorsale, evitando di un nulla tutti i principali centri nervosi. Se fossero stati colpiti, il Papa sarebbe rimasto paralizzato. \"Due giorni dopo l'attentato\", dice invece oggi il cardinale Giovanni Battista Re, \"ci si accorse che il dito indice della mano sinistra del Papa aveva subito un colpo, tanto che una falange rimase poi paralizzata. Un'ipotesi che venne in mente fu che la pallottola avesse sfiorato, per intervento superiore, il dito della mano del Papa, mentre stava salutando a braccia aperte. Quello sfioramento del dito deviò verso il basso la traiettoria della pallottola, che attraversò l'intestino senza colpire parti vitali e uscì, cadendo e rimanendo nella jeep\". Online Sul sito di Repubblica è disponibile lo speciale video \"L'ombra della morte su piazza San Pietro\" dedicato all'attentato al Papa LIBRI SAN PAOLO - Rassegna Stampa 18/03/2021 - 20/05/2021 191
12/05/2021 quotidianodiragusa.it Sito Web Il Papa doveva morire , il libro che ricostruisce l'attentato a Wojtyla La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Il Papa doveva morire, il libro che ricostruisce l'attentato a Wojtyla ROMA - Sono passati quarant'anni dal 13 maggio del 1981: erano le 17.17 di un caldo pomeriggio romano in piazza San Pietro. Giovanni Paolo II benediceva e stringeva migliaia di mani tese di pellegrini accorsi a Roma per salutare il Papa polacco, il primo straniero dopo 650 anni di pontefici italiani. Quando alcuni colpi di pistola interruppero le grida di gioia dei fedeli e le trasformarono in urla di disperazione: il Papa venne colpito e si accasciò a bordo della ''papamobile'', la campagnola scoperta che lui stesso aveva introdotto per venire incontro ai fedeli. La notizia si diffuse in tutto il mondo e quel fatto di cronaca passerà subito alla storia. Quella giornata è raccontata come un film drammatico a lieto fine nell'ultimo libro del giornalista e scrittore Antonio Preziosi dal titolo ''Il Papa doveva morire'' (edizioni San Paolo, 240 pagine, 22 euro). Il volume parte dal racconto degli spari, il ricovero al policlinico Gemelli a bordo di una vecchia ambulanza senza scorta e con la sirena rotta, la corsa verso la sala operatoria chiusa la cui porta viene abbattuta a spallate dai medici, il drammatico intervento chirurgico di oltre cinque ore che si conclude con la salvezza del Papa. Il ''film'' raccontato da Antonio Preziosi fa incrociare due ''regie'': quella umana e quella divina. Dell'intervento divino fu sempre convinto Giovanni Paolo II.''Una mano ha sparato - ripeterà il Pontefice - e un'altra mano ha deviato il proiettile'', alludendo a un intervento diretto della Madonna di Fatima, di cui proprio il 13 maggio ricorre l'anniversario della prima apparizione ai pastorelli portoghesi. E in effetti, certificherà il chirurgo Francesco Crucitti che aveva operato il Papa, quella pallottola aveva fatto un percorso strano, quasi uno zig-zag nel ventre del Pontefice, schivando di pochissimo tutti gli organi vitali e i principali vasi sanguigni. Ancora più misteriosa, se possibile, è la ''regia'' umana dell'attentato: il killer turco, Alì Agca, cambierà 52 versioni sulle ragioni che lo spinsero a cercare di uccidere il Papa. E ancora oggi non è chiaro quanti colpi fossero stati sparati in piazza San Pietro e quanti fossero gli attentatori (o i possibili complici) presenti tra le colonne del Bernini. Forse aiuterebbe a fare chiarezza una perizia sul proiettile che colpì il Papa, attraversandogli l'addome, e che Giovanni Paolo II, un anno dopo la sparatoria, decise di incastonare nella corona della Vergine di Fatima.Una cosa è certa: l'attentato avviene nel contesto mondiale della Guerra Fredda. E monsignor Rino Fisichella, che del libro di Antonio Preziosi ha scritto la prefazione, racconta con alcuni aneddoti come i servizi segreti polacchi tenessero sotto controllo il cardinal Wojtyla e continuassero a seguirlo anche a Roma dopo la sua elezione a Papa. Nel volume di Preziosi si riportano le parole del giudice Ilario Martella che rimane ancora oggi un convinto sostenitore della cosiddetta ''pista bulgara'' che individua i mandanti oltre la cortina di ferro. Giovanni Paolo II mostrò di non essere particolarmente interessato da quello che una volta, conversando con Indro Montanelli, definì il ''garbuglio'' che si muoveva dietro l'attentato. A lui interessava unicamente la spiegazione mistica e pensava che quel giorno si fosse adempiuto il terzo segreto di Fatima, rivelato dalla Vergine ai tre pastorelli. E che la sua salvezza fosse dovuta all'intervento diretto della Madonna e della Divina Misericordia alla quale era molto devoto, che lo avevano strappato a una morte che considerava sicura. Lo stesso Agca si è sempre chiesto come avesse fatto a sbagliare il colpo.Lo chiese direttamente allo stesso Papa nel celebre incontro nel carcere di Rebibbia durante il quale avrebbe chiesto al Pontefice: ''perchè non sei morto? Come ho fatto a sbagliare?''. Lui, killer infallibile, aveva sparato da tre metri con una potentissima arma da guerra: quel giorno il Papa doveva morire. E chissà come sarebbe cambiata la Storia se Agca LIBRI SAN PAOLO - Rassegna Stampa 18/03/2021 - 20/05/2021 192
La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato quotidianodiragusa.it LIBRI SAN PAOLO - Rassegna Stampa 18/03/2021 - 20/05/2021 193 12/05/2021 fosse riuscito nel suo intento. Sito Web
12/05/2021 diffusione:1079822 Sito Web Quarant'anni fa l'attentato a Papa Wojtyla. Ferito disse: \"Hanno fatto La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato come a Bachelet\" I 10 dettagli dimenticati Wojtyla, 40 anni fa l'attentato al Papa. Colpito disse: «Hanno fatto come a Bachelet» Un evento che ha fatto la Storia e che è ancora pervaso da molti lati oscuri. Dalle 52 bugie del killer Alì Agca, alla traiettoria «impossibile» del proiettile, sino ad una suora misteriosa: tutto quello che non ricordavamo di Alessandro Fulloni A-A+ Scheda 1 di 11 1. «Come a Bachelet» È il 13 maggio 1981 e sono le ore 17.17: papa Giovanni Paolo II ha appena riconsegnato una bimba ai genitori, dopo averla abbracciata e benedetta, mentre stringe le mani di migliaia di fedeli in piazza San Pietro per l'udienza del mercoledì. All'improvviso risuonano nel colonnato del Bernini alcuni colpi di pistola. Il Papa cade ferito nella «papamobile», tra le braccia del segretario personale don Stanislao Dziwisz (oggi cardinale), colpito dai proiettili del killer turco Alì Agca. Proprio rivolto a Dziwisz, quasi volendolo confortare, pronuncia queste prime parole - mentre ancora i soccorsi devono arrivare - quasi sussurrate: «Hanno fatto come a Bachelet», ricordando l'omicidio del vicepresidente del Csm ucciso dalle Brigate Rosse. È uno dei tanti episodi, quasi tutti inediti, raccontati nel libro «Il Papa doveva morire» di Antonio Preziosi, giornalista Rai, che a quarant'anni dall'attentato ha ricostruito tutto di quella giornata in cui il mondo si fermò con il fiato sospeso in attesa di notizie sulla salute del Papa che sopravvisse dopo quasi sei ore di un drammatico intervento chirurgico. Di seguito, ecco alcuni fatti poco noti, se non del tutto sconosciuti, contenuti nel volume edito da San Paolo. Il perdono in ambulanza Un'immagine d'archivio mostra papa Giovanni Paolo II, sorretto dai collaboratori, qualche istante dopo l'attentato, il 13 maggio 1981 (Ansa) Leggi anche 1) Poche Storie 13 maggio 1981, il giorno in cui Ali Agca sparò a Papa Giovanni Paolo II 2) Il mistero Emanuela Orlandi: la verità non sta (nemmeno) in cielo Scheda 1 di 11 12 maggio 2021 | 21:49 LIBRI SAN PAOLO - Rassegna Stampa 18/03/2021 - 20/05/2021 194
12/05/2021 04:10 latinaoggi.eu Sito Web \" Il Papa doveva morire \", il libro che ricostruisce l'attentato a La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Wojtyla \"Il Papa doveva morire\", il libro che ricostruisce l'attentato a Wojtyla ROMA (ITALPRESS) - Sono passati quarant'anni dal 13 maggio del 1981: erano le 17.17 di un caldo pomeriggio romano in piazza San Pietro. Giovanni Paolo II benediceva e stringeva migliaia di mani tese di pellegrini accorsi a Roma per salutare il Papa polacco, il primo straniero dopo 650 anni di pontefici italiani. Quando alcuni colpi di pistola interruppero le grida di gioia dei fedeli e le trasformarono in urla di disperazione: il Papa venne colpito e si accasciò a bordo della \"papamobile\", la campagnola scoperta che lui stesso aveva introdotto per venire incontro ai fedeli. La notizia si diffuse in tutto il mondo e quel fatto di cronaca passerà subito alla storia. Quella giornata è raccontata come un film drammatico a lieto fine nell'ultimo libro del giornalista e scrittore Antonio Preziosi dal titolo \"Il Papa doveva morire\" (edizioni San Paolo, 240 pagine, 22 euro). Il volume parte dal racconto degli spari, il ricovero al policlinico Gemelli a bordo di una vecchia ambulanza senza scorta e con la sirena rotta, la corsa verso la sala operatoria chiusa la cui porta viene abbattuta a spallate dai medici, il drammatico intervento chirurgico di oltre cinque ore che si conclude con la salvezza del Papa. Il \"film\" raccontato da Antonio Preziosi fa incrociare due \"regie\": quella umana e quella divina. Dell'intervento divino fu sempre convinto Giovanni Paolo II. \"Una mano ha sparato - ripeterà il Pontefice - e un'altra mano ha deviato il proiettile\", alludendo a un intervento diretto della Madonna di Fatima, di cui proprio il 13 maggio ricorre l'anniversario della prima apparizione ai pastorelli portoghesi. E in effetti, certificherà il chirurgo Francesco Crucitti che aveva operato il Papa, quella pallottola aveva fatto un percorso strano, quasi uno zig-zag nel ventre del Pontefice, schivando di pochissimo tutti gli organi vitali e i principali vasi sanguigni. Ancora più misteriosa, se possibile, è la \"regia\" umana dell'attentato: il killer turco, Alì Agca, cambierà 52 versioni sulle ragioni che lo spinsero a cercare di uccidere il Papa. E ancora oggi non è chiaro quanti colpi fossero stati sparati in piazza San Pietro e quanti fossero gli attentatori (o i possibili complici) presenti tra le colonne del Bernini. Forse aiuterebbe a fare chiarezza una perizia sul proiettile che colpì il Papa, attraversandogli l'addome, e che Giovanni Paolo II, un anno dopo la sparatoria, decise di incastonare nella corona della Vergine di Fatima. Una cosa è certa: l'attentato avviene nel contesto mondiale della Guerra Fredda. E monsignor Rino Fisichella, che del libro di Antonio Preziosi ha scritto la prefazione, racconta con alcuni aneddoti come i servizi segreti polacchi tenessero sotto controllo il cardinal Wojtyla e continuassero a seguirlo anche a Roma dopo la sua elezione a Papa. Nel volume di Preziosi si riportano le parole del giudice Ilario Martella che rimane ancora oggi un convinto sostenitore della cosiddetta \"pista bulgara\" che individua i mandanti oltre la cortina di ferro. Giovanni Paolo II mostrò di non essere particolarmente interessato da quello che una volta, conversando con Indro Montanelli, definì il \"garbuglio\" che si muoveva dietro l'attentato. A lui interessava unicamente la spiegazione mistica e pensava che quel giorno si fosse adempiuto il terzo segreto di Fatima, rivelato dalla Vergine ai tre pastorelli. E che la sua salvezza fosse dovuta all'intervento diretto della Madonna e della Divina Misericordia alla quale era molto devoto, che lo avevano strappato a una morte che considerava sicura. Lo stesso Agca si è sempre chiesto come avesse fatto a sbagliare il colpo. Lo chiese direttamente allo stesso Papa nel celebre incontro nel carcere di Rebibbia durante il quale avrebbe chiesto al Pontefice: \"perchè non sei morto? Come ho fatto a sbagliare?\". Lui, killer infallibile, aveva sparato da tre LIBRI SAN PAOLO - Rassegna Stampa 18/03/2021 - 20/05/2021 195
12/05/2021 04:10 latinaoggi.eu Sito Web metri con una potentissima arma da guerra: quel giorno il Papa doveva morire. E chissà come La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato sarebbe cambiata la Storia se Agca fosse riuscito nel suo intento. (ITALPRESS). © RIPRODUZIONE RISERVATA LIBRI SAN PAOLO - Rassegna Stampa 18/03/2021 - 20/05/2021 196
12/05/2021 06:00 Sito Web «Qualcuno ha sparato al Papa». I retroscena quarant'anni dopo La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato «Qualcuno ha sparato al Papa». I retroscena quarant'anni dopoIl 13 maggio 1981 il tiratore scelto Ali Agca colpiva con due proiettili il pontefice Giovanni Paolo IIEcco cosa successe quel giorno in Piazza San Pietro di Redazione ROMA - Erano le 17.17 del 13 maggio 1981. Un momento che resterà nella storia per il mondo intero, credente e non. Sono passati 40 anni esatti dall'attentato a papa Giovanni Paolo II. Un momento che ha tenuto col fiato sospeso milioni di persone. Una circostanza che ha vissuto di mille ricostruzioni e che ancora oggi, passati quattro decenni, suscita emozioni, ricordi, particolari inediti, ogni volta che se ne parla. I fatti sono scolpiti nella mente di chi li ha vissuti, a Roma quel giorno, o attaccato alla tv o alla radio da casa. Karol Wojtyla, stava attraversando Piazza San Pietro per l'udienza generale del mercoledì, come al solito tra due ali di fedeli, a bordo della sua Papamobile scoperta. Ad un certo punto il killer professionista, Ali Agca, tra la folla, spara 4 colpi di pistola, arma peraltro presa da un deposito di Zurigo. Due di quei proiettili sparati da Agca, tiratore scelto del gruppo di estrema destra turco dei Lupi grigi, raggiungono l'addome del Papa che si accascia sulla sua auto. Da quel momento in poi nulla è stato più come prima, vissuto nel panico più totale. Istanti concitati, anche retroscena inediti, riavvolti idealmente col nastro della memoria dal giornalista Antonio Preziosi, direttore di Rai Parlamento nel libro uscito proprio in questi giorni, \"Il Papa doveva morire\". La Fiat Campagnola bianca con a bordo il Papa corre tra la folla, raggiunge il pronto soccorso Vaticano dove il pontefice riceve le prime cure dal suo medico \"Archiatra\", professor Renato Buzzonetti. Bisogna portare Wojtyla in ospedale, c'è il vicino Santo Spirito, l'urgenza lo consiglierebbe, ma al Gemelli c'è una stanza riservata per il pontefice, sempre, ed allora si decide per il più lontano Policlinico. È qui che cominciano le tante stranezze di quel giorno infinito. L'ambulanza nuova di zecca in servizio al Vaticano è bloccata tra la folla, non c'è tempo da perdere, il Papa viene così caricato su quella vecchia che, senza una vera e propria scorta, cerca di farsi largo nel traffico di Roma, peraltro da un certo punto in poi, senza sirena, rottasi nel tragitto. Wojtyla arriva quasi dissanguato al Gemelli, ha perso conoscenza e circa tre litri di sangue, riceve anche l'estrema unzione prima dell'intervento, ma il cuore batte forte. Saranno oltre 5 interminabili ore di operazione in cui al Papa viene praticata una colostomia, con la resezione di 55 centimetri della parte superiore dell'intestino crasso. L'intervento riesce e dopo una lunga convalescenza Wojtyla riuscì a riprendersi del tutto. Nel frattempo il suo attentatore Ali Agca viene arrestato dopo essere stato fermato dalla folla. Placcato sarebbe il termine più esatto. Da Suor Letizia Giudici, che materialmente bloccò con energia la fuga del killer, e dal gendarme Ermenegildo Santarossa. E, poi, il mistero della seconda suora che avrebbe trattenuto il braccio di Agca, facendolo sbagliare da 4 metri. Non si seppe mai chi fosse. Qui la storia dell'attentato al Papa si intreccia con la fede. Lo strano percorso a zig zag, a detta dei medici del Gemelli, che fece la pallottola nel corpo di Karol Wojtyla senza mai ledere organi vitali, i richiami nel terzo segreto della Madonna di Fatima nella cui corona il Papa fece incastonare un anno dopo il proiettile. «Ali Agca era rimasto traumatizzato non dal fatto di avermi sparato, ma dal fatto di non essere riuscito a uccidermi [...] Qualcuno o Qualcosa gli aveva mandato all'aria il colpo» confidò il Papa ad Indro Montanelli dopo l'incontro col suo killer in carcere. ali agca attentato giovanni paolo ii wojtyla LIBRI SAN PAOLO - Rassegna Stampa 18/03/2021 - 20/05/2021 197
12/05/2021 06:00 Il Sannio Quotidiano.it Sito Web \" Il Papa doveva morire \", il libro che ricostruisce l'attentato a La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Wojtyla \"Il Papa doveva morire\", il libro che ricostruisce l'attentato a Wojtyla ROMA (ITALPRESS) - Sono passati quarant'anni dal 13 maggio del 1981: erano le 17.17 di un caldo pomeriggio romano in piazza San Pietro. Giovanni Paolo II benediceva e stringeva migliaia di mani tese di pellegrini accorsi a Roma per salutare il Papa polacco, il primo straniero dopo 650 anni di pontefici italiani. Quando alcuni colpi di pistola interruppero le grida di gioia dei fedeli e le trasformarono in urla di disperazione: il Papa venne colpito e si accasciò a bordo della \"papamobile\", la campagnola scoperta che lui stesso aveva introdotto per venire incontro ai fedeli. La notizia si diffuse in tutto il mondo e quel fatto di cronaca passerà subito alla storia. Quella giornata è raccontata come un film drammatico a lieto fine nell'ultimo libro del giornalista e scrittore Antonio Preziosi dal titolo \"Il Papa doveva morire\" (edizioni San Paolo, 240 pagine, 22 euro). Il volume parte dal racconto degli spari, il ricovero al policlinico Gemelli a bordo di una vecchia ambulanza senza scorta e con la sirena rotta, la corsa verso la sala operatoria chiusa la cui porta viene abbattuta a spallate dai medici, il drammatico intervento chirurgico di oltre cinque ore che si conclude con la salvezza del Papa. Il \"film\" raccontato da Antonio Preziosi fa incrociare due \"regie\": quella umana e quella divina. Dell'intervento divino fu sempre convinto Giovanni Paolo II. \"Una mano ha sparato - ripeterà il Pontefice - e un'altra mano ha deviato il proiettile\", alludendo a un intervento diretto della Madonna di Fatima, di cui proprio il 13 maggio ricorre l'anniversario della prima apparizione ai pastorelli portoghesi. E in effetti, certificherà il chirurgo Francesco Crucitti che aveva operato il Papa, quella pallottola aveva fatto un percorso strano, quasi uno zig-zag nel ventre del Pontefice, schivando di pochissimo tutti gli organi vitali e i principali vasi sanguigni. Ancora più misteriosa, se possibile, è la \"regia\" umana dell'attentato: il killer turco, Alì Agca, cambierà 52 versioni sulle ragioni che lo spinsero a cercare di uccidere il Papa. E ancora oggi non è chiaro quanti colpi fossero stati sparati in piazza San Pietro e quanti fossero gli attentatori (o i possibili complici) presenti tra le colonne del Bernini. Forse aiuterebbe a fare chiarezza una perizia sul proiettile che colpì il Papa, attraversandogli l'addome, e che Giovanni Paolo II, un anno dopo la sparatoria, decise di incastonare nella corona della Vergine di Fatima. Una cosa è certa: l'attentato avviene nel contesto mondiale della Guerra Fredda. E monsignor Rino Fisichella, che del libro di Antonio Preziosi ha scritto la prefazione, racconta con alcuni aneddoti come i servizi segreti polacchi tenessero sotto controllo il cardinal Wojtyla e continuassero a seguirlo anche a Roma dopo la sua elezione a Papa. Nel volume di Preziosi si riportano le parole del giudice Ilario Martella che rimane ancora oggi un convinto sostenitore della cosiddetta \"pista bulgara\" che individua i mandanti oltre la cortina di ferro. Giovanni Paolo II mostrò di non essere particolarmente interessato da quello che una volta, conversando con Indro Montanelli, definì il \"garbuglio\" che si muoveva dietro l'attentato. A lui interessava unicamente la spiegazione mistica e pensava che quel giorno si fosse adempiuto il terzo segreto di Fatima, rivelato dalla Vergine ai tre pastorelli. E che la sua salvezza fosse dovuta all'intervento diretto della Madonna e della Divina Misericordia alla quale era molto devoto, che lo avevano strappato a una morte che considerava sicura. Lo stesso Agca si è sempre chiesto come avesse fatto a sbagliare il colpo. Lo chiese direttamente allo stesso Papa nel celebre incontro nel carcere di Rebibbia durante il quale avrebbe chiesto al Pontefice: \"perché non sei morto? Come ho fatto a sbagliare?\". Lui, killer infallibile, aveva sparato da tre LIBRI SAN PAOLO - Rassegna Stampa 18/03/2021 - 20/05/2021 198
12/05/2021 06:00 Il Sannio Quotidiano.it Sito Web metri con una potentissima arma da guerra: quel giorno il Papa doveva morire. E chissà come La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato sarebbe cambiata la Storia se Agca fosse riuscito nel suo intento. (ITALPRESS). abr/com 12- Mag-21 08:00 LIBRI SAN PAOLO - Rassegna Stampa 18/03/2021 - 20/05/2021 199
12/05/2021 06:00 Sito Web \" Il Papa doveva morire \", il libro che ricostruisce l'attentato a La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Wojtyla \"Il Papa doveva morire\", il libro che ricostruisce l'attentato a Wojtyla Data: 12 maggio 2021 08:05 in: News dal Mondo ROMA (ITALPRESS) - Sono passati quarant'anni dal 13 maggio del 1981: erano le 17.17 di un caldo pomeriggio romano in piazza San Pietro. Giovanni Paolo II benediceva e stringeva migliaia di mani tese di pellegrini accorsi a Roma per salutare il Papa polacco, il primo straniero dopo 650 anni di pontefici italiani. Quando alcuni colpi di pistola interruppero le grida di gioia dei fedeli e le trasformarono in urla di disperazione: il Papa venne colpito e si accasciò a bordo della \"papamobile\", la campagnola scoperta che lui stesso aveva introdotto per venire incontro ai fedeli. La notizia si diffuse in tutto il mondo e quel fatto di cronaca passerà subito alla storia. Quella giornata è raccontata come un film drammatico a lieto fine nell'ultimo libro del giornalista e scrittore Antonio Preziosi dal titolo \"Il Papa doveva morire\" (edizioni San Paolo, 240 pagine, 22 euro). Il volume parte dal racconto degli spari, il ricovero al policlinico Gemelli a bordo di una vecchia ambulanza senza scorta e con la sirena rotta, la corsa verso la sala operatoria chiusa la cui porta viene abbattuta a spallate dai medici, il drammatico intervento chirurgico di oltre cinque ore che si conclude con la salvezza del Papa. Il \"film\" raccontato da Antonio Preziosi fa incrociare due \"regie\": quella umana e quella divina. Dell'intervento divino fu sempre convinto Giovanni Paolo II. \"Una mano ha sparato - ripeterà il Pontefice - e un'altra mano ha deviato il proiettile\", alludendo a un intervento diretto della Madonna di Fatima, di cui proprio il 13 maggio ricorre l'anniversario della prima apparizione ai pastorelli portoghesi. E in effetti, certificherà il chirurgo Francesco Crucitti che aveva operato il Papa, quella pallottola aveva fatto un percorso strano, quasi uno zig-zag nel ventre del Pontefice, schivando di pochissimo tutti gli organi vitali e i principali vasi sanguigni. Ancora più misteriosa, se possibile, è la \"regia\" umana dell'attentato: il killer turco, Alì Agca, cambierà 52 versioni sulle ragioni che lo spinsero a cercare di uccidere il Papa. E ancora oggi non è chiaro quanti colpi fossero stati sparati in piazza San Pietro e quanti fossero gli attentatori (o i possibili complici) presenti tra le colonne del Bernini. Forse aiuterebbe a fare chiarezza una perizia sul proiettile che colpì il Papa, attraversandogli l'addome, e che Giovanni Paolo II, un anno dopo la sparatoria, decise di incastonare nella corona della Vergine di Fatima. Una cosa è certa: l'attentato avviene nel contesto mondiale della Guerra Fredda. E monsignor Rino Fisichella, che del libro di Antonio Preziosi ha scritto la prefazione, racconta con alcuni aneddoti come i servizi segreti polacchi tenessero sotto controllo il cardinal Wojtyla e continuassero a seguirlo anche a Roma dopo la sua elezione a Papa. Nel volume di Preziosi si riportano le parole del giudice Ilario Martella che rimane ancora oggi un convinto sostenitore della cosiddetta \"pista bulgara\" che individua i mandanti oltre la cortina di ferro. Giovanni Paolo II mostrò di non essere particolarmente interessato da quello che una volta, conversando con Indro Montanelli, definì il \"garbuglio\" che si muoveva dietro l'attentato. A lui interessava unicamente la spiegazione mistica e pensava che quel giorno si fosse adempiuto il terzo segreto di Fatima, rivelato dalla Vergine ai tre pastorelli. E che la sua salvezza fosse dovuta all'intervento diretto della Madonna e della Divina Misericordia alla quale era molto devoto, che lo avevano strappato a una morte che considerava sicura. Lo stesso Agca si è sempre chiesto come avesse fatto a sbagliare il colpo. Lo chiese direttamente allo stesso Papa nel celebre incontro nel carcere di Rebibbia durante il quale avrebbe chiesto al Pontefice: \"perché non sei morto? Come ho fatto a sbagliare?\". Lui, LIBRI SAN PAOLO - Rassegna Stampa 18/03/2021 - 20/05/2021 200
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