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PRESS of THE POPE HAD TO DIE by Antonio Preziosi

Published by calcatrapola, 2021-05-24 14:33:53

Description: PRESS of THE POPE HAD TO DIE At the Heart of One of the Most Dramatic Moments of Recent History book by Antonio Preziosi, published by San Paolo Edizioni Milano, March 2021

Rassegna stampa
Il Papa doveva morire di Antonio Preziosi

Keywords: THE POPE HAD TO DIE,Antonio Preziosi

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12/05/2021 06:00 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Sito Web killer infallibile, aveva sparato da tre metri con una potentissima arma da guerra: quel giorno il Papa doveva morire. E chissà come sarebbe cambiata la Storia se Agca fosse riuscito nel suo intento. (ITALPRESS). abr/com 12-Mag-21 08:00 Fonte Italpress LIBRI SAN PAOLO - Rassegna Stampa 18/03/2021 - 20/05/2021 201

12/05/2021 06:05 Sito Web \" Il Papa doveva morire \", il libro che ricostruisce l'attentato a La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Wojtyla ROMA (ITALPRESS) - Sono passati quarant'anni dal 13 maggio del 1981: erano le 17.17 di un caldo pomeriggio romano in piazza San Pietro. Giovanni Paolo II benediceva e stringeva migliaia di mani tese di pellegrini accorsi a Roma per salutare il Papa polacco, il primo straniero dopo 650 anni di pontefici italiani. Quando alcuni colpi di pistola interruppero le grida di gioia dei fedeli e le trasformarono in urla di disperazione: il Papa venne colpito e si accasciò a bordo della \"papamobile\", la campagnola scoperta che lui stesso aveva introdotto per venire incontro ai fedeli. La notizia si diffuse in tutto il mondo e quel fatto di cronaca passerà subito alla storia. Quella giornata è raccontata come un film drammatico a lieto fine nell'ultimo libro del giornalista e scrittore Antonio Preziosi dal titolo \"Il Papa doveva morire\" ( edizioni San Paolo, 240 pagine, 22 euro). Il volume parte dal racconto degli spari, il ricovero al policlinico Gemelli a bordo di una vecchia ambulanza senza scorta e con la sirena rotta, la corsa verso la sala operatoria chiusa la cui porta viene abbattuta a spallate dai medici, il drammatico intervento chirurgico di oltre cinque ore che si conclude con la salvezza del Papa. Il \"film\" raccontato da Antonio Preziosi fa incrociare due \"regie\": quella umana e quella divina. Dell'intervento divino fu sempre convinto Giovanni Paolo II. \"Una mano ha sparato - ripeterà il Pontefice - e un'altra mano ha deviato il proiettile\", alludendo a un intervento diretto della Madonna di Fatima, di cui proprio il 13 maggio ricorre l'anniversario della prima apparizione ai pastorelli portoghesi. E in effetti, certificherà il chirurgo Francesco Crucitti che aveva operato il Papa, quella pallottola aveva fatto un percorso strano, quasi uno zig-zag nel ventre del Pontefice, schivando di pochissimo tutti gli organi vitali e i principali vasi sanguigni. Ancora più misteriosa, se possibile, è la \"regia\" umana dell'attentato: il killer turco, Alì Agca, cambierà 52 versioni sulle ragioni che lo spinsero a cercare di uccidere il Papa. E ancora oggi non è chiaro quanti colpi fossero stati sparati in piazza San Pietro e quanti fossero gli attentatori (o i possibili complici) presenti tra le colonne del Bernini. Forse aiuterebbe a fare chiarezza una perizia sul proiettile che colpì il Papa, attraversandogli l'addome, e che Giovanni Paolo II, un anno dopo la sparatoria, decise di incastonare nella corona della Vergine di Fatima. Una cosa è certa: l'attentato avviene nel contesto mondiale della Guerra Fredda. E monsignor Rino Fisichella, che del libro di Antonio Preziosi ha scritto la prefazione, racconta con alcuni aneddoti come i servizi segreti polacchi tenessero sotto controllo il cardinal Wojtyla e continuassero a seguirlo anche a Roma dopo la sua elezione a Papa. Nel volume di Preziosi si riportano le parole del giudice Ilario Martella che rimane ancora oggi un convinto sostenitore della cosiddetta \"pista bulgara\" che individua i mandanti oltre la cortina di ferro. Giovanni Paolo II mostrò di non essere particolarmente interessato da quello che una volta, conversando con Indro Montanelli, definì il \"garbuglio\" che si muoveva dietro l'attentato. A lui interessava unicamente la spiegazione mistica e pensava che quel giorno si fosse adempiuto il terzo segreto di Fatima, rivelato dalla Vergine ai tre pastorelli. E che la sua salvezza fosse dovuta all'intervento diretto della Madonna e della Divina Misericordia alla quale era molto devoto, che lo avevano strappato a una morte che considerava sicura. Lo stesso Agca si è sempre chiesto come avesse fatto a sbagliare il colpo. Lo chiese direttamente allo stesso Papa nel celebre incontro nel carcere di Rebibbia durante il quale avrebbe chiesto al Pontefice: \"perché non sei morto? Come ho fatto a sbagliare?\". Lui, killer infallibile, aveva sparato da tre metri con una potentissima arma da guerra: quel giorno il Papa doveva morire. E chissà come LIBRI SAN PAOLO - Rassegna Stampa 18/03/2021 - 20/05/2021 202

12/05/2021 06:05 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Sito Web sarebbe cambiata la Storia se Agca fosse riuscito nel suo intento. (ITALPRESS). abr/com 12- Mag-21 08:00 © RIPRODUZIONE RISERVATA LIBRI SAN PAOLO - Rassegna Stampa 18/03/2021 - 20/05/2021 203

12/05/2021 06:10 ciociariaoggi.it Sito Web \" Il Papa doveva morire \", il libro che ricostruisce l'attentato a La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Wojtyla \"Il Papa doveva morire\", il libro che ricostruisce l'attentato a Wojtyla Nazionale - \"Il Papa doveva morire\", il libro che ricostruisce l'attentato a Wojtyla \"Il Papa doveva morire\", il libro che ricostruisce l'attentato a Wojtyla \"Il Papa doveva morire\", il libro che ricostruisce l'attentato a Wojtyla 12/05/2021 06:10 letto 3 volte ROMA (ITALPRESS) - Sono passati quarant'anni dal 13 maggio del 1981: erano le 17.17 di un caldo pomeriggio romano in piazza San Pietro. Giovanni Paolo II benediceva e stringeva migliaia di mani tese di pellegrini accorsi a Roma per salutare il Papa polacco, il primo straniero dopo 650 anni di pontefici italiani. Quando alcuni colpi di pistola interruppero le grida di gioia dei fedeli e le trasformarono in urla di disperazione: il Papa venne colpito e si accasciò a bordo della 'papamobile', la campagnola scoperta che lui stesso aveva introdotto per venire incontro ai fedeli. La notizia si diffuse in tutto il mondo e quel fatto di cronaca passerà subito alla storia. Quella giornata è raccontata come un film drammatico a lieto fine nell'ultimo libro del giornalista e scrittore Antonio Preziosi dal titolo 'Il Papa doveva morire' (edizioni San Paolo, 240 pagine, 22 euro). Il volume parte dal racconto degli spari, il ricovero al policlinico Gemelli a bordo di una vecchia ambulanza senza scorta e con la sirena rotta, la corsa verso la sala operatoria chiusa la cui porta viene abbattuta a spallate dai medici, il drammatico intervento chirurgico di oltre cinque ore che si conclude con la salvezza del Papa. Il 'film' raccontato da Antonio Preziosi fa incrociare due 'regie': quella umana e quella divina. Dell'intervento divino fu sempre convinto Giovanni Paolo II. 'Una mano ha sparato - ripeterà il Pontefice - e un'altra mano ha deviato il proiettile', alludendo a un intervento diretto della Madonna di Fatima, di cui proprio il 13 maggio ricorre l'anniversario della prima apparizione ai pastorelli portoghesi. E in effetti, certificherà il chirurgo Francesco Crucitti che aveva operato il Papa, quella pallottola aveva fatto un percorso strano, quasi uno zig-zag nel ventre del Pontefice, schivando di pochissimo tutti gli organi vitali e i principali vasi sanguigni. Ancora più misteriosa, se possibile, è la 'regia' umana dell'attentato: il killer turco, Alì Agca, cambierà 52 versioni sulle ragioni che lo spinsero a cercare di uccidere il Papa. E ancora oggi non è chiaro quanti colpi fossero stati sparati in piazza San Pietro e quanti fossero gli attentatori (o i possibili complici) presenti tra le colonne del Bernini. Forse aiuterebbe a fare chiarezza una perizia sul proiettile che colpì il Papa, attraversandogli l'addome, e che Giovanni Paolo II, un anno dopo la sparatoria, decise di incastonare nella corona della Vergine di Fatima. Una cosa è certa: l'attentato avviene nel contesto mondiale della Guerra Fredda. E monsignor Rino Fisichella, che del libro di Antonio Preziosi ha scritto la prefazione, racconta con alcuni aneddoti come i servizi segreti polacchi tenessero sotto controllo il cardinal Wojtyla e continuassero a seguirlo anche a Roma dopo la sua elezione a Papa. Nel volume di Preziosi si riportano le parole del giudice Ilario Martella che rimane ancora oggi un convinto sostenitore della cosiddetta 'pista bulgara' che individua i mandanti oltre la cortina di ferro. Giovanni Paolo II mostrò di non essere particolarmente interessato da quello che una volta, conversando con Indro Montanelli, definì il 'garbuglio' che si muoveva dietro l'attentato. A lui interessava unicamente la spiegazione mistica e pensava che quel giorno si fosse adempiuto il terzo segreto di Fatima, rivelato dalla Vergine ai tre pastorelli. E che la sua salvezza fosse dovuta all'intervento diretto della Madonna e della Divina Misericordia alla quale era molto devoto, che lo avevano strappato a una morte che considerava sicura. Lo stesso Agca si è sempre chiesto come avesse fatto a sbagliare il colpo. LIBRI SAN PAOLO - Rassegna Stampa 18/03/2021 - 20/05/2021 204

12/05/2021 06:10 ciociariaoggi.it Sito Web Lo chiese direttamente allo stesso Papa nel celebre incontro nel carcere di Rebibbia durante il La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato quale avrebbe chiesto al Pontefice: 'perchè non sei morto? Come ho fatto a sbagliare?'. Lui, killer infallibile, aveva sparato da tre metri con una potentissima arma da guerra: quel giorno il Papa doveva morire. E chissà come sarebbe cambiata la Storia se Agca fosse riuscito nel suo intento. (ITALPRESS). © RIPRODUZIONE RISERVATA Segnala Notizia Vuoi segnalare situazioni di degrado nel tuo comune? Un incidente? Una sagra di paese? Una manifestazione sportiva? Ora puoi. Basta mandare una foto corredata da un piccolo testo per e-mail oppure su Whatsapp specificando se si vuole essere citati nell'articolo o come autori delle foto. Ciociariaoggi si riserva di pubblicare o meno, senza nessun obbligo e a propria discrezione, le segnalazioni che arrivano. Il materiale inviato non verrà restituito E-MAIL WHATSAPP Se hai trovato interessante questo articolo e vuoi rimanere sempre informato su cronaca, cultura, sport, eventi... Scarica la nostra applicazione gratuita e ricevi solo le notizie che ti interessano. PROVALA SUBITO è GRATIS! LIBRI SAN PAOLO - Rassegna Stampa 18/03/2021 - 20/05/2021 205

12/05/2021 06:10 iltempo.it Sito Web \" Il Papa doveva morire \", il libro che ricostruisce l'attentato a La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Wojtyla \"Il Papa doveva morire\", il libro che ricostruisce l'attentato a Wojtyla 12 maggio 2021 ROMA (ITALPRESS) - Sono passati quarant'anni dal 13 maggio del 1981: erano le 17.17 di un caldo pomeriggio romano in piazza San Pietro. Giovanni Paolo II benediceva e stringeva migliaia di mani tese di pellegrini accorsi a Roma per salutare il Papa polacco, il primo straniero dopo 650 anni di pontefici italiani. Quando alcuni colpi di pistola interruppero le grida di gioia dei fedeli e le trasformarono in urla di disperazione: il Papa venne colpito e si accasciò a bordo della \"papamobile\", la campagnola scoperta che lui stesso aveva introdotto per venire incontro ai fedeli. La notizia si diffuse in tutto il mondo e quel fatto di cronaca passerà subito alla storia. Quella giornata è raccontata come un film drammatico a lieto fine nell'ultimo libro del giornalista e scrittore Antonio Preziosi dal titolo \"Il Papa doveva morire\" (edizioni San Paolo, 240 pagine, 22 euro). Il volume parte dal racconto degli spari, il ricovero al policlinico Gemelli a bordo di una vecchia ambulanza senza scorta e con la sirena rotta, la corsa verso la sala operatoria chiusa la cui porta viene abbattuta a spallate dai medici, il drammatico intervento chirurgico di oltre cinque ore che si conclude con la salvezza del Papa. Il \"film\" raccontato da Antonio Preziosi fa incrociare due \"regie\": quella umana e quella divina. Dell'intervento divino fu sempre convinto Giovanni Paolo II. \"Una mano ha sparato - ripeterà il Pontefice - e un'altra mano ha deviato il proiettile\", alludendo a un intervento diretto della Madonna di Fatima, di cui proprio il 13 maggio ricorre l'anniversario della prima apparizione ai pastorelli portoghesi. E in effetti, certificherà il chirurgo Francesco Crucitti che aveva operato il Papa, quella pallottola aveva fatto un percorso strano, quasi uno zig-zag nel ventre del Pontefice, schivando di pochissimo tutti gli organi vitali e i principali vasi sanguigni. Ancora più misteriosa, se possibile, è la \"regia\" umana dell'attentato: il killer turco, Alì Agca, cambierà 52 versioni sulle ragioni che lo spinsero a cercare di uccidere il Papa. E ancora oggi non è chiaro quanti colpi fossero stati sparati in piazza San Pietro e quanti fossero gli attentatori (o i possibili complici) presenti tra le colonne del Bernini. Forse aiuterebbe a fare chiarezza una perizia sul proiettile che colpì il Papa, attraversandogli l'addome, e che Giovanni Paolo II, un anno dopo la sparatoria, decise di incastonare nella corona della Vergine di Fatima. Una cosa è certa: l'attentato avviene nel contesto mondiale della Guerra Fredda. E monsignor Rino Fisichella, che del libro di Antonio Preziosi ha scritto la prefazione, racconta con alcuni aneddoti come i servizi segreti polacchi tenessero sotto controllo il cardinal Wojtyla e continuassero a seguirlo anche a Roma dopo la sua elezione a Papa. Nel volume di Preziosi si riportano le parole del giudice Ilario Martella che rimane ancora oggi un convinto sostenitore della cosiddetta \"pista bulgara\" che individua i mandanti oltre la cortina di ferro. Giovanni Paolo II mostrò di non essere particolarmente interessato da quello che una volta, conversando con Indro Montanelli, definì il \"garbuglio\" che si muoveva dietro l'attentato. A lui interessava unicamente la spiegazione mistica e pensava che quel giorno si fosse adempiuto il terzo segreto di Fatima, rivelato dalla Vergine ai tre pastorelli. E che la sua salvezza fosse dovuta all'intervento diretto della Madonna e della Divina Misericordia alla quale era molto devoto, che lo avevano strappato a una morte che considerava sicura. Lo stesso Agca si è sempre chiesto come avesse fatto a sbagliare il colpo. Lo chiese direttamente allo stesso Papa nel celebre incontro nel carcere di Rebibbia durante il quale avrebbe chiesto al Pontefice: \"perchè non sei morto? Come ho fatto a sbagliare?\". Lui, killer infallibile, aveva sparato da tre LIBRI SAN PAOLO - Rassegna Stampa 18/03/2021 - 20/05/2021 206

12/05/2021 06:10 iltempo.it Sito Web metri con una potentissima arma da guerra: quel giorno il Papa doveva morire. E chissà come La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato sarebbe cambiata la Storia se Agca fosse riuscito nel suo intento. (ITALPRESS). LIBRI SAN PAOLO - Rassegna Stampa 18/03/2021 - 20/05/2021 207

12/05/2021 06:15 Sito Web \" Il Papa doveva morire \", il libro che ricostruisce l'attentato a La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Wojtyla 12 Maggio 2021 News Italia ROMA (ITALPRESS) - Sono passati quarant'anni dal 13 maggio del 1981: erano le 17.17 di un caldo pomeriggio romano in piazza San Pietro. Giovanni Paolo II benediceva e stringeva migliaia di mani tese di pellegrini accorsi a Roma per salutare il Papa polacco, il primo straniero dopo 650 anni di pontefici italiani. Quando alcuni colpi di pistola interruppero le grida di gioia dei fedeli e le trasformarono in urla di disperazione: il Papa venne colpito e si accasciò a bordo della \"papamobile\", la campagnola scoperta che lui stesso aveva introdotto per venire incontro ai fedeli. La notizia si diffuse in tutto il mondo e quel fatto di cronaca passerà subito alla storia. Quella giornata è raccontata come un film drammatico a lieto fine nell'ultimo libro del giornalista e scrittore Antonio Preziosi dal titolo \"Il Papa doveva morire\" (edizioni San Paolo, 240 pagine, 22 euro). Il volume parte dal racconto degli spari, il ricovero al policlinico Gemelli a bordo di una vecchia ambulanza senza scorta e con la sirena rotta, la corsa verso la sala operatoria chiusa la cui porta viene abbattuta a spallate dai medici, il drammatico intervento chirurgico di oltre cinque ore che si conclude con la salvezza del Papa. Il \"film\" raccontato da Antonio Preziosi fa incrociare due \"regie\": quella umana e quella divina. Dell'intervento divino fu sempre convinto Giovanni Paolo II. \"Una mano ha sparato - ripeterà il Pontefice - e un'altra mano ha deviato il proiettile\", alludendo a un intervento diretto della Madonna di Fatima, di cui proprio il 13 maggio ricorre l'anniversario della prima apparizione ai pastorelli portoghesi. E in effetti, certificherà il chirurgo Francesco Crucitti che aveva operato il Papa, quella pallottola aveva fatto un percorso strano, quasi uno zig-zag nel ventre del Pontefice, schivando di pochissimo tutti gli organi vitali e i principali vasi sanguigni. Ancora più misteriosa, se possibile, è la \"regia\" umana dell'attentato: il killer turco, Alì Agca, cambierà 52 versioni sulle ragioni che lo spinsero a cercare di uccidere il Papa. E ancora oggi non è chiaro quanti colpi fossero stati sparati in piazza San Pietro e quanti fossero gli attentatori (o i possibili complici) presenti tra le colonne del Bernini. Forse aiuterebbe a fare chiarezza una perizia sul proiettile che colpì il Papa, attraversandogli l'addome, e che Giovanni Paolo II, un anno dopo la sparatoria, decise di incastonare nella corona della Vergine di Fatima. Una cosa è certa: l'attentato avviene nel contesto mondiale della Guerra Fredda. E monsignor Rino Fisichella, che del libro di Antonio Preziosi ha scritto la prefazione, racconta con alcuni aneddoti come i servizi segreti polacchi tenessero sotto controllo il cardinal Wojtyla e continuassero a seguirlo anche a Roma dopo la sua elezione a Papa. Nel volume di Preziosi si riportano le parole del giudice Ilario Martella che rimane ancora oggi un convinto sostenitore della cosiddetta \"pista bulgara\" che individua i mandanti oltre la cortina di ferro. Giovanni Paolo II mostrò di non essere particolarmente interessato da quello che una volta, conversando con Indro Montanelli, definì il \"garbuglio\" che si muoveva dietro l'attentato. A lui interessava unicamente la spiegazione mistica e pensava che quel giorno si fosse adempiuto il terzo segreto di Fatima, rivelato dalla Vergine ai tre pastorelli. E che la sua salvezza fosse dovuta all'intervento diretto della Madonna e della Divina Misericordia alla quale era molto devoto, che lo avevano strappato a una morte che considerava sicura. Lo stesso Agca si è sempre chiesto come avesse fatto a sbagliare il colpo. Lo chiese direttamente allo stesso Papa nel celebre incontro nel carcere di Rebibbia durante il quale avrebbe chiesto al Pontefice: \"perchè non sei morto? Come ho fatto a sbagliare?\". Lui, killer infallibile, aveva sparato da tre metri con una potentissima arma da guerra: quel giorno LIBRI SAN PAOLO - Rassegna Stampa 18/03/2021 - 20/05/2021 208

12/05/2021 06:15 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Sito Web il Papa doveva morire. E chissà come sarebbe cambiata la Storia se Agca fosse riuscito nel suo intento.(ITALPRESS). Per ricevere gli aggiornamenti di Sardiniapost nella tua casella di posta inserisci la tua e-mail nel box qui sotto: Acconsento al trattamento dei miei dati personali per l'invio di newsletter da parte di Ico 2006 srl ai sensi dell'informativa privacy LIBRI SAN PAOLO - Rassegna Stampa 18/03/2021 - 20/05/2021 209

12/05/2021 06:40 economymag.it Sito Web \" Il Papa doveva morire \", il libro che ricostruisce l'attentato a La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Wojtyla \"Il Papa doveva morire\", il libro che ricostruisce l'attentato a Wojtyla 12 Maggio 2021 News ROMA (ITALPRESS) - Sono passati quarant'anni dal 13 maggio del 1981: erano le 17.17 di un caldo pomeriggio romano in piazza San Pietro. Giovanni Paolo II benediceva e stringeva migliaia di mani tese di pellegrini accorsi a Roma per salutare il Papa polacco, il primo straniero dopo 650 anni di pontefici italiani. Quando alcuni colpi di pistola interruppero le grida di gioia dei fedeli e le trasformarono in urla di disperazione: il Papa venne colpito e si accasciò a bordo della \"papamobile\", la campagnola scoperta che lui stesso aveva introdotto per venire incontro ai fedeli. La notizia si diffuse in tutto il mondo e quel fatto di cronaca passerà subito alla storia. Quella giornata è raccontata come un film drammatico a lieto fine nell'ultimo libro del giornalista e scrittore Antonio Preziosi dal titolo \"Il Papa doveva morire\" ( edizioni San Paolo, 240 pagine, 22 euro). Il volume parte dal racconto degli spari, il ricovero al policlinico Gemelli a bordo di una vecchia ambulanza senza scorta e con la sirena rotta, la corsa verso la sala operatoria chiusa la cui porta viene abbattuta a spallate dai medici, il drammatico intervento chirurgico di oltre cinque ore che si conclude con la salvezza del Papa. Il \"film\" raccontato da Antonio Preziosi fa incrociare due \"regie\": quella umana e quella divina. Dell'intervento divino fu sempre convinto Giovanni Paolo II. \"Una mano ha sparato - ripeterà il Pontefice - e un'altra mano ha deviato il proiettile\", alludendo a un intervento diretto della Madonna di Fatima, di cui proprio il 13 maggio ricorre l'anniversario della prima apparizione ai pastorelli portoghesi. E in effetti, certificherà il chirurgo Francesco Crucitti che aveva operato il Papa, quella pallottola aveva fatto un percorso strano, quasi uno zig-zag nel ventre del Pontefice, schivando di pochissimo tutti gli organi vitali e i principali vasi sanguigni. Ancora più misteriosa, se possibile, è la \"regia\" umana dell'attentato: il killer turco, Alì Agca, cambierà 52 versioni sulle ragioni che lo spinsero a cercare di uccidere il Papa. E ancora oggi non è chiaro quanti colpi fossero stati sparati in piazza San Pietro e quanti fossero gli attentatori (o i possibili complici) presenti tra le colonne del Bernini. Forse aiuterebbe a fare chiarezza una perizia sul proiettile che colpì il Papa, attraversandogli l'addome, e che Giovanni Paolo II, un anno dopo la sparatoria, decise di incastonare nella corona della Vergine di Fatima. Una cosa è certa: l'attentato avviene nel contesto mondiale della Guerra Fredda. E monsignor Rino Fisichella, che del libro di Antonio Preziosi ha scritto la prefazione, racconta con alcuni aneddoti come i servizi segreti polacchi tenessero sotto controllo il cardinal Wojtyla e continuassero a seguirlo anche a Roma dopo la sua elezione a Papa. Nel volume di Preziosi si riportano le parole del giudice Ilario Martella che rimane ancora oggi un convinto sostenitore della cosiddetta \"pista bulgara\" che individua i mandanti oltre la cortina di ferro. Giovanni Paolo II mostrò di non essere particolarmente interessato da quello che una volta, conversando con Indro Montanelli, definì il \"garbuglio\" che si muoveva dietro l'attentato. A lui interessava unicamente la spiegazione mistica e pensava che quel giorno si fosse adempiuto il terzo segreto di Fatima, rivelato dalla Vergine ai tre pastorelli. E che la sua salvezza fosse dovuta all'intervento diretto della Madonna e della Divina Misericordia alla quale era molto devoto, che lo avevano strappato a una morte che considerava sicura. Lo stesso Agca si è sempre chiesto come avesse fatto a sbagliare il colpo. Lo chiese direttamente allo stesso Papa nel celebre incontro nel carcere di Rebibbia durante il quale avrebbe chiesto al Pontefice: \"perché non sei morto? Come ho fatto a sbagliare?\". Lui, killer infallibile, aveva sparato da tre LIBRI SAN PAOLO - Rassegna Stampa 18/03/2021 - 20/05/2021 210

12/05/2021 06:40 economymag.it Sito Web metri con una potentissima arma da guerra: quel giorno il Papa doveva morire. E chissà come La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato sarebbe cambiata la Storia se Agca fosse riuscito nel suo intento. (ITALPRESS). abr/com 12- Mag-21 08:00 LIBRI SAN PAOLO - Rassegna Stampa 18/03/2021 - 20/05/2021 211

12/05/2021 07:00 94018.it Sito Web \" Il Papa doveva morire \", il libro che ricostruisce l'attentato a La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Wojtyla 'Il Papa doveva morire', il libro che ricostruisce l'attentato a Wojtyla ROMA (ITALPRESS) - Sono passati quarant'anni dal 13 maggio del 1981: erano le 17.17 di un caldo pomeriggio romano in piazza San Pietro. Giovanni Paolo II benediceva e stringeva migliaia di mani tese di pellegrini accorsi a Roma per salutare il Papa polacco, il primo straniero dopo 650 anni di pontefici italiani. Quando alcuni colpi di pistola interruppero le grida di gioia dei fedeli e le trasformarono in urla di disperazione: il Papa venne colpito e si accasciò a bordo della 'papamobile', la campagnola scoperta che lui stesso aveva introdotto per venire incontro ai fedeli. La notizia si diffuse in tutto il mondo e quel fatto di cronaca passerà subito alla storia. Quella giornata è raccontata come un film drammatico a lieto fine nell'ultimo libro del giornalista e scrittore Antonio Preziosi dal titolo 'Il Papa doveva morire' (edizioni San Paolo, 240 pagine, 22 euro). Il volume parte dal racconto degli spari, il ricovero al policlinico Gemelli a bordo di una vecchia ambulanza senza scorta e con la sirena rotta, la corsa verso la sala operatoria chiusa la cui porta viene abbattuta a spallate dai medici, il drammatico intervento chirurgico di oltre cinque ore che si conclude con la salvezza del Papa. Il 'film' raccontato da Antonio Preziosi fa incrociare due 'regie': quella umana e quella divina. Dell'intervento divino fu sempre convinto Giovanni Paolo II. 'Una mano ha sparato - ripeterà il Pontefice - e un'altra mano ha deviato il proiettile', alludendo a un intervento diretto della Madonna di Fatima, di cui proprio il 13 maggio ricorre l'anniversario della prima apparizione ai pastorelli portoghesi. E in effetti, certificherà il chirurgo Francesco Crucitti che aveva operato il Papa, quella pallottola aveva fatto un percorso strano, quasi uno zig-zag nel ventre del Pontefice, schivando di pochissimo tutti gli organi vitali e i principali vasi sanguigni. Ancora più misteriosa, se possibile, è la 'regia' umana dell'attentato: il killer turco, Alì Agca, cambierà 52 versioni sulle ragioni che lo spinsero a cercare di uccidere il Papa. E ancora oggi non è chiaro quanti colpi fossero stati sparati in piazza San Pietro e quanti fossero gli attentatori (o i possibili complici) presenti tra le colonne del Bernini. Forse aiuterebbe a fare chiarezza una perizia sul proiettile che colpì il Papa, attraversandogli l'addome, e che Giovanni Paolo II, un anno dopo la sparatoria, decise di incastonare nella corona della Vergine di Fatima. Una cosa è certa: l'attentato avviene nel contesto mondiale della Guerra Fredda. E monsignor Rino Fisichella, che del libro di Antonio Preziosi ha scritto la prefazione, racconta con alcuni aneddoti come i servizi segreti polacchi tenessero sotto controllo il cardinal Wojtyla e continuassero a seguirlo anche a Roma dopo la sua elezione a Papa. Nel volume di Preziosi si riportano le parole del giudice Ilario Martella che rimane ancora oggi un convinto sostenitore della cosiddetta 'pista bulgara' che individua i mandanti oltre la cortina di ferro. Giovanni Paolo II mostrò di non essere particolarmente interessato da quello che una volta, conversando con Indro Montanelli, definì il 'garbuglio' che si muoveva dietro l'attentato. A lui interessava unicamente la spiegazione mistica e pensava che quel giorno si fosse adempiuto il terzo segreto di Fatima, rivelato dalla Vergine ai tre pastorelli. E che la sua salvezza fosse dovuta all'intervento diretto della Madonna e della Divina Misericordia alla quale era molto devoto, che lo avevano strappato a una morte che considerava sicura. Lo stesso Agca si è sempre chiesto come avesse fatto a sbagliare il colpo. Lo chiese direttamente allo stesso Papa nel celebre incontro nel carcere di Rebibbia durante il quale avrebbe chiesto al Pontefice: 'perchè non sei morto? Come ho fatto a sbagliare?'. Lui, killer infallibile, aveva sparato da tre LIBRI SAN PAOLO - Rassegna Stampa 18/03/2021 - 20/05/2021 212

12/05/2021 07:00 94018.it Sito Web metri con una potentissima arma da guerra: quel giorno il Papa doveva morire. E chissà come La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato sarebbe cambiata la Storia se Agca fosse riuscito nel suo intento. (ITALPRESS). LIBRI SAN PAOLO - Rassegna Stampa 18/03/2021 - 20/05/2021 213

12/05/2021 07:01 mantovauno.it Sito Web \" Il Papa doveva morire \", il libro che ricostruisce l'attentato a La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Wojtyla 'Il Papa doveva morire', il libro che ricostruisce l'attentato a Wojtyla Di redazione - 12 Maggio 2021 ROMA (ITALPRESS) - Sono passati quarant'anni dal 13 maggio del 1981: erano le 17.17 di un caldo pomeriggio romano in piazza San Pietro. Giovanni Paolo II benediceva e stringeva migliaia di mani tese di pellegrini accorsi a Roma per salutare il Papa polacco, il primo straniero dopo 650 anni di pontefici italiani. Quando alcuni colpi di pistola interruppero le grida di gioia dei fedeli e le trasformarono in urla di disperazione: il Papa venne colpito e si accasciò a bordo della \"papamobile\", la campagnola scoperta che lui stesso aveva introdotto per venire incontro ai fedeli. La notizia si diffuse in tutto il mondo e quel fatto di cronaca passerà subito alla storia. Quella giornata è raccontata come un film drammatico a lieto fine nell'ultimo libro del giornalista e scrittore Antonio Preziosi dal titolo \"Il Papa doveva morire\" ( edizioni San Paolo, 240 pagine, 22 euro). Il volume parte dal racconto degli spari, il ricovero al policlinico Gemelli a bordo di una vecchia ambulanza senza scorta e con la sirena rotta, la corsa verso la sala operatoria chiusa la cui porta viene abbattuta a spallate dai medici, il drammatico intervento chirurgico di oltre cinque ore che si conclude con la salvezza del Papa. Il \"film\" raccontato da Antonio Preziosi fa incrociare due \"regie\": quella umana e quella divina. Dell'intervento divino fu sempre convinto Giovanni Paolo II. \"Una mano ha sparato - ripeterà il Pontefice - e un'altra mano ha deviato il proiettile\", alludendo a un intervento diretto della Madonna di Fatima, di cui proprio il 13 maggio ricorre l'anniversario della prima apparizione ai pastorelli portoghesi. E in effetti, certificherà il chirurgo Francesco Crucitti che aveva operato il Papa, quella pallottola aveva fatto un percorso strano, quasi uno zig-zag nel ventre del Pontefice, schivando di pochissimo tutti gli organi vitali e i principali vasi sanguigni. Ancora più misteriosa, se possibile, è la \"regia\" umana dell'attentato: il killer turco, Alì Agca, cambierà 52 versioni sulle ragioni che lo spinsero a cercare di uccidere il Papa. E ancora oggi non è chiaro quanti colpi fossero stati sparati in piazza San Pietro e quanti fossero gli attentatori (o i possibili complici) presenti tra le colonne del Bernini. Forse aiuterebbe a fare chiarezza una perizia sul proiettile che colpì il Papa, attraversandogli l'addome, e che Giovanni Paolo II, un anno dopo la sparatoria, decise di incastonare nella corona della Vergine di Fatima. Una cosa è certa: l'attentato avviene nel contesto mondiale della Guerra Fredda. E monsignor Rino Fisichella, che del libro di Antonio Preziosi ha scritto la prefazione, racconta con alcuni aneddoti come i servizi segreti polacchi tenessero sotto controllo il cardinal Wojtyla e continuassero a seguirlo anche a Roma dopo la sua elezione a Papa. Nel volume di Preziosi si riportano le parole del giudice Ilario Martella che rimane ancora oggi un convinto sostenitore della cosiddetta \"pista bulgara\" che individua i mandanti oltre la cortina di ferro. Giovanni Paolo II mostrò di non essere particolarmente interessato da quello che una volta, conversando con Indro Montanelli, definì il \"garbuglio\" che si muoveva dietro l'attentato. A lui interessava unicamente la spiegazione mistica e pensava che quel giorno si fosse adempiuto il terzo segreto di Fatima, rivelato dalla Vergine ai tre pastorelli. E che la sua salvezza fosse dovuta all'intervento diretto della Madonna e della Divina Misericordia alla quale era molto devoto, che lo avevano strappato a una morte che considerava sicura. Lo stesso Agca si è sempre chiesto come avesse fatto a sbagliare il colpo. Lo chiese direttamente allo stesso Papa nel celebre incontro nel carcere di Rebibbia durante il quale avrebbe chiesto al Pontefice: \"perchè non sei morto? Come ho fatto a sbagliare?\". Lui, killer infallibile, aveva sparato da tre LIBRI SAN PAOLO - Rassegna Stampa 18/03/2021 - 20/05/2021 214

12/05/2021 07:01 mantovauno.it Sito Web metri con una potentissima arma da guerra: quel giorno il Papa doveva morire. E chissà come La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato sarebbe cambiata la Storia se Agca fosse riuscito nel suo intento. (ITALPRESS). LIBRI SAN PAOLO - Rassegna Stampa 18/03/2021 - 20/05/2021 215

12/05/2021 07:06 nebrodinews.it Sito Web \" Il Papa doveva morire \", il libro che ricostruisce l'attentato a La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Wojtyla \"Il Papa doveva morire\", il libro che ricostruisce l'attentato a Wojtyla di Redazione 12 maggio 2021 ROMA (ITALPRESS) - Sono passati quarant'anni dal 13 maggio del 1981: erano le 17.17 di un caldo pomeriggio romano in piazza San Pietro. Giovanni Paolo II benediceva e stringeva migliaia di mani tese di pellegrini accorsi a Roma per salutare il Papa polacco, il primo straniero dopo 650 anni di pontefici italiani. Quando alcuni colpi di pistola interruppero le grida di gioia dei fedeli e le trasformarono in urla di disperazione: il Papa venne colpito e si accasciò a bordo della \"papamobile\", la campagnola scoperta che lui stesso aveva introdotto per venire incontro ai fedeli. La notizia si diffuse in tutto il mondo e quel fatto di cronaca passerà subito alla storia. Quella giornata è raccontata come un film drammatico a lieto fine nell'ultimo libro del giornalista e scrittore Antonio Preziosi dal titolo \"Il Papa doveva morire\" ( edizioni San Paolo, 240 pagine, 22 euro). Il volume parte dal racconto degli spari, il ricovero al policlinico Gemelli a bordo di una vecchia ambulanza senza scorta e con la sirena rotta, la corsa verso la sala operatoria chiusa la cui porta viene abbattuta a spallate dai medici, il drammatico intervento chirurgico di oltre cinque ore che si conclude con la salvezza del Papa. Il \"film\" raccontato da Antonio Preziosi fa incrociare due \"regie\": quella umana e quella divina. Dell'intervento divino fu sempre convinto Giovanni Paolo II. \"Una mano ha sparato - ripeterà il Pontefice - e un'altra mano ha deviato il proiettile\", alludendo a un intervento diretto della Madonna di Fatima, di cui proprio il 13 maggio ricorre l'anniversario della prima apparizione ai pastorelli portoghesi. E in effetti, certificherà il chirurgo Francesco Crucitti che aveva operato il Papa, quella pallottola aveva fatto un percorso strano, quasi uno zig-zag nel ventre del Pontefice, schivando di pochissimo tutti gli organi vitali e i principali vasi sanguigni. Ancora più misteriosa, se possibile, è la \"regia\" umana dell'attentato: il killer turco, Alì Agca, cambierà 52 versioni sulle ragioni che lo spinsero a cercare di uccidere il Papa. E ancora oggi non è chiaro quanti colpi fossero stati sparati in piazza San Pietro e quanti fossero gli attentatori (o i possibili complici) presenti tra le colonne del Bernini. Forse aiuterebbe a fare chiarezza una perizia sul proiettile che colpì il Papa, attraversandogli l'addome, e che Giovanni Paolo II, un anno dopo la sparatoria, decise di incastonare nella corona della Vergine di Fatima. Una cosa è certa: l'attentato avviene nel contesto mondiale della Guerra Fredda. E monsignor Rino Fisichella, che del libro di Antonio Preziosi ha scritto la prefazione, racconta con alcuni aneddoti come i servizi segreti polacchi tenessero sotto controllo il cardinal Wojtyla e continuassero a seguirlo anche a Roma dopo la sua elezione a Papa. Nel volume di Preziosi si riportano le parole del giudice Ilario Martella che rimane ancora oggi un convinto sostenitore della cosiddetta \"pista bulgara\" che individua i mandanti oltre la cortina di ferro. Giovanni Paolo II mostrò di non essere particolarmente interessato da quello che una volta, conversando con Indro Montanelli, definì il \"garbuglio\" che si muoveva dietro l'attentato. A lui interessava unicamente la spiegazione mistica e pensava che quel giorno si fosse adempiuto il terzo segreto di Fatima, rivelato dalla Vergine ai tre pastorelli. E che la sua salvezza fosse dovuta all'intervento diretto della Madonna e della Divina Misericordia alla quale era molto devoto, che lo avevano strappato a una morte che considerava sicura. Lo stesso Agca si è sempre chiesto come avesse fatto a sbagliare il colpo. Lo chiese direttamente allo stesso Papa nel celebre incontro nel carcere di Rebibbia durante il quale avrebbe chiesto al Pontefice: \"perchè non sei morto? Come ho fatto a sbagliare?\". Lui, killer infallibile, aveva sparato da tre LIBRI SAN PAOLO - Rassegna Stampa 18/03/2021 - 20/05/2021 216

12/05/2021 07:06 nebrodinews.it Sito Web metri con una potentissima arma da guerra: quel giorno il Papa doveva morire. E chissà come La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato sarebbe cambiata la Storia se Agca fosse riuscito nel suo intento. (ITALPRESS). LIBRI SAN PAOLO - Rassegna Stampa 18/03/2021 - 20/05/2021 217

12/05/2021 07:16 marsalace.it Sito Web \" Il Papa doveva morire \", il libro che ricostruisce l'attentato a La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Wojtyla \"Il Papa doveva morire\", il libro che ricostruisce l'attentato a Wojtyla redazione | mercoledì 12 Maggio 2021 - 09:08 ROMA (ITALPRESS) - Sono passati quarant'anni dal 13 maggio del 1981: erano le 17.17 di un caldo pomeriggio romano in piazza San Pietro. Giovanni Paolo II benediceva e stringeva migliaia di mani tese di pellegrini accorsi a Roma per salutare il Papa polacco, il primo straniero dopo 650 anni di pontefici italiani. Quando alcuni colpi di pistola interruppero le grida di gioia dei fedeli e le trasformarono in urla di disperazione: il Papa venne colpito e si accasciò a bordo della \"papamobile\", la campagnola scoperta che lui stesso aveva introdotto per venire incontro ai fedeli. La notizia si diffuse in tutto il mondo e quel fatto di cronaca passerà subito alla storia. Quella giornata è raccontata come un film drammatico a lieto fine nell'ultimo libro del giornalista e scrittore Antonio Preziosi dal titolo \"Il Papa doveva morire\" (edizioni San Paolo, 240 pagine, 22 euro). Il volume parte dal racconto degli spari, il ricovero al policlinico Gemelli a bordo di una vecchia ambulanza senza scorta e con la sirena rotta, la corsa verso la sala operatoria chiusa la cui porta viene abbattuta a spallate dai medici, il drammatico intervento chirurgico di oltre cinque ore che si conclude con la salvezza del Papa. Il \"film\" raccontato da Antonio Preziosi fa incrociare due \"regie\": quella umana e quella divina. Dell'intervento divino fu sempre convinto Giovanni Paolo II. \"Una mano ha sparato - ripeterà il Pontefice - e un'altra mano ha deviato il proiettile\", alludendo a un intervento diretto della Madonna di Fatima, di cui proprio il 13 maggio ricorre l'anniversario della prima apparizione ai pastorelli portoghesi. E in effetti, certificherà il chirurgo Francesco Crucitti che aveva operato il Papa, quella pallottola aveva fatto un percorso strano, quasi uno zig-zag nel ventre del Pontefice, schivando di pochissimo tutti gli organi vitali e i principali vasi sanguigni. Ancora più misteriosa, se possibile, è la \"regia\" umana dell'attentato: il killer turco, Alì Agca, cambierà 52 versioni sulle ragioni che lo spinsero a cercare di uccidere il Papa. E ancora oggi non è chiaro quanti colpi fossero stati sparati in piazza San Pietro e quanti fossero gli attentatori (o i possibili complici) presenti tra le colonne del Bernini. Forse aiuterebbe a fare chiarezza una perizia sul proiettile che colpì il Papa, attraversandogli l'addome, e che Giovanni Paolo II, un anno dopo la sparatoria, decise di incastonare nella corona della Vergine di Fatima. Una cosa è certa: l'attentato avviene nel contesto mondiale della Guerra Fredda. E monsignor Rino Fisichella, che del libro di Antonio Preziosi ha scritto la prefazione, racconta con alcuni aneddoti come i servizi segreti polacchi tenessero sotto controllo il cardinal Wojtyla e continuassero a seguirlo anche a Roma dopo la sua elezione a Papa. Nel volume di Preziosi si riportano le parole del giudice Ilario Martella che rimane ancora oggi un convinto sostenitore della cosiddetta \"pista bulgara\" che individua i mandanti oltre la cortina di ferro. Giovanni Paolo II mostrò di non essere particolarmente interessato da quello che una volta, conversando con Indro Montanelli, definì il \"garbuglio\" che si muoveva dietro l'attentato. A lui interessava unicamente la spiegazione mistica e pensava che quel giorno si fosse adempiuto il terzo segreto di Fatima, rivelato dalla Vergine ai tre pastorelli. E che la sua salvezza fosse dovuta all'intervento diretto della Madonna e della Divina Misericordia alla quale era molto devoto, che lo avevano strappato a una morte che considerava sicura. Lo stesso Agca si è sempre chiesto come avesse fatto a sbagliare il colpo. Lo chiese direttamente allo stesso Papa nel celebre incontro nel carcere di Rebibbia durante il quale avrebbe chiesto al Pontefice: \"perchè non sei morto? Come ho fatto a sbagliare?\". Lui, LIBRI SAN PAOLO - Rassegna Stampa 18/03/2021 - 20/05/2021 218

12/05/2021 07:16 marsalace.it Sito Web killer infallibile, aveva sparato da tre metri con una potentissima arma da guerra: quel giorno La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato il Papa doveva morire. E chissà come sarebbe cambiata la Storia se Agca fosse riuscito nel suo intento. (ITALPRESS). LIBRI SAN PAOLO - Rassegna Stampa 18/03/2021 - 20/05/2021 219

12/05/2021 07:23 Sito Web Quarant'anni fa l'attentato al Papa La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Quarant'anni fa l'attentato al Papa Quarant'anni fa l'attentato al Papa Preziosi ricostruisce vicenda che cambiò pontificato Wojtyla ANTONIO PREZIOSI, \"IL PAPA DOVEVA MORIRE\" ( EDIZIONI SAN PAOLO) © ANSA Scrivi alla redazione 13 maggio 1981, ore 17.17: papa Giovanni Paolo II ha appena riconsegnato una bimba ai genitori, dopo averla abbracciata e benedetta, mentre stringe le mani di migliaia di fedeli in piazza San Pietro per l'udienza del mercoledì. All'improvviso risuonano nel colonnato del Bernini alcuni colpi di pistola. Il Papa cade ferito nella camionetta, tra le braccia di don Stanislao Dziwisz, colpito dai proiettili del killer turco Alì Agca. A quarant'anni da quel gesto che è passato alla storia, arriva un libro di Antonio Preziosi dal titolo \"Il Papa doveva morire\" ricco di episodi, particolari poco conosciuti o anche inediti legati a quella giornata in cui il mondo si fermò con il fiato sospeso in attesa di notizie sulla salute del Papa che sopravvisse dopo quasi sei ore di un drammatico intervento chirurgico. La storia è raccontata in maniera avvincente e minuziosa. Dalla lettura del volume trapela che pochi secondi dopo l'attentato, papa Wojtyla sussurrasse \"hanno fatto come a Bachelet\", ricordando l'omicidio del vicepresidente del Csm ucciso dalle Brigate Rosse. E che sempre pochi secondi dopo l'attentato, aveva confidato a don Stanislao parole di perdono verso l'attentatore, chiunque egli fosse stato. E poi l'incredibile corsa al Gemelli a bordo di una ambulanza con la sirena rotta, la porta della sala operatoria chiusa a chiave ed abbattuta a spallate da medici ed infermieri, lo stupore del capo della equipe medica del Gemelli, il professor Francesco Crucitti, nel constatare la \"strana traiettoria\" del proiettile che aveva percorso una specie di \"zig zag\" nell'addome del Pontefice, uscendo dal bacino, evitando di un niente tutti gli organi vitali e l'arteria aorta. Il Papa sopravvive e l'attentatore non se ne fa una ragione: non capisce come abbia fatto a fallire il colpo, con una potente arma da guerra, ad appena tre metri. E ne chiede conto allo stesso Giovanni Paolo II il giorno in cui il Papa si reca a trovarlo nel carcere di Rebibbia per portargli anche personalmente il suo perdono: \"come hai fatto? - gli chiede - Come hai fatto a salvarti?\". Il pontefice polacco era convinto di essere stato salvato da un intervento diretto della Madonna di Fatima di cui proprio in quel giorno si festeggiava la ricorrenza dell'apparizione. Ed identificò nell'evento l'adempimento del Terzo Segreto di Fatima. \"Una mano ha sparato, un'altra mano ha deviato il proiettile\", ripeteva spesso il pontefice che un anno dopo si recò proprio a Fatima per ringraziare la Madonna ed incastonò nella corona della statua della Vergine proprio il proiettile che aveva attraversato il suo corpo senza ucciderlo. Quanto alle ragioni dell'attentato, Wojtyla non mostrò mai di appassionarsi a quello che definì, conversando con Indro Montanelli, \"un garbuglio\", cioè alla fitta rete di ricostruzioni, smentite, depistaggi su ciò che si era mosso dietro la sparatoria contro di lui. Non aiutò la ricostruzione dell'attentato il comportamento di Agca che, secondo il giudice Ilario Martella, cambiò 52 volte versione, tirando in ballo di volta in volta vari servizi stranieri ed anche l'ajatollah Khomeini. Lo stesso Martella rimane ancora oggi un convinto assertore della \"pista bulgara\" secondo la quale il killer non agì da solo, ma con la complicità dei servizi di Sofia. Una pista smontata dallo stesso Agca che aveva invece contribuito a costruirla con le sue stesse dichiarazioni. Quello sui presunti mandanti di Agca non è l'unico mistero irrisolto. Agca parlò di una suora che, nel momento dell'attentato, aveva abbassato il suo braccio impedendogli di prendere bene la mira e di uccidere così il Papa. Ma quella suora, ricorda Preziosi, non è stata mai rintracciata. Misteri a parte, l'unica certezza è che quel giorno il Papa doveva morire ma non LIBRI SAN PAOLO - Rassegna Stampa 18/03/2021 - 20/05/2021 220

12/05/2021 07:23 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Sito Web morì. Errore del killer per i cronisti, intervento della divina Misericordia per il Papa Santo. E' proprio il tema della \"regia divina\" quello che viene raccontato negli ultimi capitoli del volume. \"Questo libro - scrive nella prefazione monsignor Rino Fisichella - ha il merito di porre l'attentato come una chiave di lettura dell'intero pontificato, per evidenziare quanto Giovanni Paolo II abbia visto in quel fatto una 'rinascita spirituale'\". Ed infatti, dopo quell'attentato, cambiò la storia del pontificato di Giovanni Paolo II e forse, pensando a quanto accadde dopo pochi anni con la fine della Guerra Fredda, cambiò anche il corso della Storia con la \"esse\" maiuscola. (ANSA). LIBRI SAN PAOLO - Rassegna Stampa 18/03/2021 - 20/05/2021 221

12/05/2021 07:23 Sito Web Quarant'anni fa l'attentato al Papa La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Quarant'anni fa l'attentato al Papa Preziosi ricostruisce vicenda che cambiò pontificato Wojtyla di Francesco Bongarrà ROMA 12 maggio 202109:23 Riepilogo Scrivi alla redazione 13 maggio 1981, ore 17.17: papa Giovanni Paolo II ha appena riconsegnato una bimba ai genitori, dopo averla abbracciata e benedetta, mentre stringe le mani di migliaia di fedeli in piazza San Pietro per l'udienza del mercoledì. All'improvviso risuonano nel colonnato del Bernini alcuni colpi di pistola. Il Papa cade ferito nella camionetta, tra le braccia di don Stanislao Dziwisz, colpito dai proiettili del killer turco Alì Agca. A quarant'anni da quel gesto che è passato alla storia, arriva un libro di Antonio Preziosi dal titolo \"Il Papa doveva morire\" ricco di episodi, particolari poco conosciuti o anche inediti legati a quella giornata in cui il mondo si fermò con il fiato sospeso in attesa di notizie sulla salute del Papa che sopravvisse dopo quasi sei ore di un drammatico intervento chirurgico. La storia è raccontata in maniera avvincente e minuziosa. Dalla lettura del volume trapela che pochi secondi dopo l'attentato, papa Wojtyla sussurrasse \"hanno fatto come a Bachelet\", ricordando l'omicidio del vicepresidente del Csm ucciso dalle Brigate Rosse. E che sempre pochi secondi dopo l'attentato, aveva confidato a don Stanislao parole di perdono verso l'attentatore, chiunque egli fosse stato. E poi l'incredibile corsa al Gemelli a bordo di una ambulanza con la sirena rotta, la porta della sala operatoria chiusa a chiave ed abbattuta a spallate da medici ed infermieri, lo stupore del capo della equipe medica del Gemelli, il professor Francesco Crucitti, nel constatare la \"strana traiettoria\" del proiettile che aveva percorso una specie di \"zig zag\" nell'addome del Pontefice, uscendo dal bacino, evitando di un niente tutti gli organi vitali e l'arteria aorta. Il Papa sopravvive e l'attentatore non se ne fa una ragione: non capisce come abbia fatto a fallire il colpo, con una potente arma da guerra, ad appena tre metri. E ne chiede conto allo stesso Giovanni Paolo II il giorno in cui il Papa si reca a trovarlo nel carcere di Rebibbia per portargli anche personalmente il suo perdono: \"come hai fatto? - gli chiede - Come hai fatto a salvarti?\". Il pontefice polacco era convinto di essere stato salvato da un intervento diretto della Madonna di Fatima di cui proprio in quel giorno si festeggiava la ricorrenza dell'apparizione. Ed identificò nell'evento l'adempimento del Terzo Segreto di Fatima. \"Una mano ha sparato, un'altra mano ha deviato il proiettile\", ripeteva spesso il pontefice che un anno dopo si recò proprio a Fatima per ringraziare la Madonna ed incastonò nella corona della statua della Vergine proprio il proiettile che aveva attraversato il suo corpo senza ucciderlo. Quanto alle ragioni dell'attentato, Wojtyla non mostrò mai di appassionarsi a quello che definì, conversando con Indro Montanelli, \"un garbuglio\", cioè alla fitta rete di ricostruzioni, smentite, depistaggi su ciò che si era mosso dietro la sparatoria contro di lui. Non aiutò la ricostruzione dell'attentato il comportamento di Agca che, secondo il giudice Ilario Martella, cambiò 52 volte versione, tirando in ballo di volta in volta vari servizi stranieri ed anche l'ajatollah Khomeini. Lo stesso Martella rimane ancora oggi un convinto assertore della \"pista bulgara\" secondo la quale il killer non agì da solo, ma con la complicità dei servizi di Sofia. Una pista smontata dallo stesso Agca che aveva invece contribuito a costruirla con le sue stesse dichiarazioni. Quello sui presunti mandanti di Agca non è l'unico mistero irrisolto. Agca parlò di una suora che, nel momento dell'attentato, aveva abbassato il suo braccio impedendogli di prendere bene la mira e di uccidere così il Papa. Ma quella suora, ricorda Preziosi, non è stata mai rintracciata. Misteri a parte, l'unica certezza è che quel giorno il Papa doveva morire ma non morì. Errore del killer per i cronisti, intervento della divina Misericordia per il Papa Santo. E' LIBRI SAN PAOLO - Rassegna Stampa 18/03/2021 - 20/05/2021 222

12/05/2021 07:23 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Sito Web proprio il tema della \"regia divina\" quello che viene raccontato negli ultimi capitoli del volume. \"Questo libro - scrive nella prefazione monsignor Rino Fisichella - ha il merito di porre l'attentato come una chiave di lettura dell'intero pontificato, per evidenziare quanto Giovanni Paolo II abbia visto in quel fatto una 'rinascita spirituale'\". Ed infatti, dopo quell'attentato, cambiò la storia del pontificato di Giovanni Paolo II e forse, pensando a quanto accadde dopo pochi anni con la fine della Guerra Fredda, cambiò anche il corso della Storia con la \"esse\" maiuscola. (ANSA). RIPRODUZIONE RISERVATA © Copyright ANSA LIBRI SAN PAOLO - Rassegna Stampa 18/03/2021 - 20/05/2021 223

12/05/2021 08:00 Sito Web \" Il Papa doveva morire \", il libro che ricostruisce l'attentato a La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Wojtyla 12 maggio 2021- 08:00 \"Il Papa doveva morire\", il libro che ricostruisce l'attentato a Wojtyla ROMA (ITALPRESS) - Sono passati quarant'anni dal 13 maggio del 1981: erano le 17.17 di un caldo pomeriggio romano in piazza San Pietro. Giovanni Paolo II benediceva e stringeva migliaia di mani tese di pellegrini accorsi a Roma per salutare il Papa polacco, il primo straniero dopo 650 anni di pontefici italiani. Quando alcuni colpi di pistola interruppero le grida di gioia dei fedeli e le trasformarono in urla di disperazione: il Papa venne colpito e si accasci�² a bordo della \"papamobile\", la campagnola scoperta che lui stesso aveva introdotto per venire incontro ai fedeli. La notizia si diffuse in tutto il mondo e quel fatto di cronaca passer� subito alla storia. Quella giornata �¨ raccontata come un film drammatico a lieto fine nell'ultimo libro del giornalista e scrittore Antonio Preziosi dal titolo \"Il Papa doveva morire\" (edizioni San Paolo, 240 pagine, 22 euro). Il volume parte dal racconto degli spari, il ricovero al policlinico Gemelli a bordo di una vecchia ambulanza senza scorta e con la sirena rotta, la corsa verso la sala operatoria chiusa la cui porta viene abbattuta a spallate dai medici, il drammatico intervento chirurgico di oltre cinque ore che si conclude con la salvezza del Papa. Il \"film\" raccontato da Antonio Preziosi fa incrociare due \"regie\": quella umana e quella divina. Dell'intervento divino fu sempre convinto Giovanni Paolo II. \"Una mano ha sparato - ripeter� il Pontefice - e un'altra mano ha deviato il proiettile\", alludendo a un intervento diretto della Madonna di Fatima, di cui proprio il 13 maggio ricorre l'anniversario della prima apparizione ai pastorelli portoghesi. E in effetti, certificher� il chirurgo Francesco Crucitti che aveva operato il Papa, quella pallottola aveva fatto un percorso strano, quasi uno zig-zag nel ventre del Pontefice, schivando di pochissimo tutti gli organi vitali e i principali vasi sanguigni. Ancora pi�¹ misteriosa, se possibile, �¨ la \"regia\" umana dell'attentato: il killer turco, Al�¬ Agca, cambier� 52 versioni sulle ragioni che lo spinsero a cercare di uccidere il Papa. E ancora oggi non �¨ chiaro quanti colpi fossero stati sparati in piazza San Pietro e quanti fossero gli attentatori (o i possibili complici) presenti tra le colonne del Bernini. Forse aiuterebbe a fare chiarezza una perizia sul proiettile che colp�¬ il Papa, attraversandogli l'addome, e che Giovanni Paolo II, un anno dopo la sparatoria, decise di incastonare nella corona della Vergine di Fatima. Una cosa �¨ certa: l'attentato avviene nel contesto mondiale della Guerra Fredda. E monsignor Rino Fisichella, che del libro di Antonio Preziosi ha scritto la prefazione, racconta con alcuni aneddoti come i servizi segreti polacchi tenessero sotto controllo il cardinal Wojtyla e continuassero a seguirlo anche a Roma dopo la sua elezione a Papa. Nel volume di Preziosi si riportano le parole del giudice Ilario Martella che rimane ancora oggi un convinto sostenitore della cosiddetta \"pista bulgara\" che individua i mandanti oltre la cortina di ferro. Giovanni Paolo II mostr�² di non essere particolarmente interessato da quello che una volta, conversando con Indro Montanelli, defin�¬ il \"garbuglio\" che si muoveva dietro l'attentato. A lui interessava unicamente la spiegazione mistica e pensava che quel giorno si fosse adempiuto il terzo segreto di Fatima, rivelato dalla Vergine ai tre pastorelli. E che la sua salvezza fosse dovuta all'intervento diretto della Madonna e della Divina Misericordia alla quale era molto devoto, che lo avevano strappato a una morte che considerava sicura. Lo stesso Agca si �¨ sempre chiesto come avesse fatto a sbagliare il colpo. Lo chiese direttamente allo stesso Papa nel celebre incontro nel carcere di Rebibbia durante il quale LIBRI SAN PAOLO - Rassegna Stampa 18/03/2021 - 20/05/2021 224

12/05/2021 08:00 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Sito Web avrebbe chiesto al Pontefice: \"perch�© non sei morto? Come ho fatto a sbagliare?\". Lui, killer infallibile, aveva sparato da tre metri con una potentissima arma da guerra: quel giorno il Papa doveva morire. E chiss� come sarebbe cambiata la Storia se Agca fosse riuscito nel suo intento.(ITALPRESS).abr/com12-Mag-21 08:00 LIBRI SAN PAOLO - Rassegna Stampa 18/03/2021 - 20/05/2021 225

12/05/2021 08:02 SiciliaNews24 Sito Web \" Il Papa doveva morire \", il libro che ricostruisce l'attentato a La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Wojtyla Home - Top News - \"Il Papa doveva morire\", il libro che ricostruisce l'attentato a Wojtyla \"Il Papa doveva morire\", il libro che ricostruisce l'attentato a Wojtyla 12 Maggio 2021 Top News ROMA (ITALPRESS) - Sono passati quarant'anni dal 13 maggio del 1981: erano le 17.17 di un caldo pomeriggio romano in piazza San Pietro. Giovanni Paolo II benediceva e stringeva migliaia di mani tese di pellegrini accorsi a Roma per salutare il Papa polacco, il primo straniero dopo 650 anni di pontefici italiani. Quando alcuni colpi di pistola interruppero le grida di gioia dei fedeli e le trasformarono in urla di disperazione: il Papa venne colpito e si accasciò a bordo della \"papamobile\", la campagnola scoperta che lui stesso aveva introdotto per venire incontro ai fedeli. La notizia si diffuse in tutto il mondo e quel fatto di cronaca passerà subito alla storia. Quella giornata è raccontata come un film drammatico a lieto fine nell'ultimo libro del giornalista e scrittore Antonio Preziosi dal titolo \"Il Papa doveva morire\" ( edizioni San Paolo, 240 pagine, 22 euro). Il volume parte dal racconto degli spari, il ricovero al policlinico Gemelli a bordo di una vecchia ambulanza senza scorta e con la sirena rotta, la corsa verso la sala operatoria chiusa la cui porta viene abbattuta a spallate dai medici, il drammatico intervento chirurgico di oltre cinque ore che si conclude con la salvezza del Papa. Il \"film\" raccontato da Antonio Preziosi fa incrociare due \"regie\": quella umana e quella divina. Dell'intervento divino fu sempre convinto Giovanni Paolo II. \"Una mano ha sparato - ripeterà il Pontefice - e un'altra mano ha deviato il proiettile\", alludendo a un intervento diretto della Madonna di Fatima, di cui proprio il 13 maggio ricorre l'anniversario della prima apparizione ai pastorelli portoghesi. E in effetti, certificherà il chirurgo Francesco Crucitti che aveva operato il Papa, quella pallottola aveva fatto un percorso strano, quasi uno zig-zag nel ventre del Pontefice, schivando di pochissimo tutti gli organi vitali e i principali vasi sanguigni. Ancora più misteriosa, se possibile, è la \"regia\" umana dell'attentato: il killer turco, Alì Agca, cambierà 52 versioni sulle ragioni che lo spinsero a cercare di uccidere il Papa. E ancora oggi non è chiaro quanti colpi fossero stati sparati in piazza San Pietro e quanti fossero gli attentatori (o i possibili complici) presenti tra le colonne del Bernini. Forse aiuterebbe a fare chiarezza una perizia sul proiettile che colpì il Papa, attraversandogli l'addome, e che Giovanni Paolo II, un anno dopo la sparatoria, decise di incastonare nella corona della Vergine di Fatima. Una cosa è certa: l'attentato avviene nel contesto mondiale della Guerra Fredda. E monsignor Rino Fisichella, che del libro di Antonio Preziosi ha scritto la prefazione, racconta con alcuni aneddoti come i servizi segreti polacchi tenessero sotto controllo il cardinal Wojtyla e continuassero a seguirlo anche a Roma dopo la sua elezione a Papa. Nel volume di Preziosi si riportano le parole del giudice Ilario Martella che rimane ancora oggi un convinto sostenitore della cosiddetta \"pista bulgara\" che individua i mandanti oltre la cortina di ferro. Giovanni Paolo II mostrò di non essere particolarmente interessato da quello che una volta, conversando con Indro Montanelli, definì il \"garbuglio\" che si muoveva dietro l'attentato. A lui interessava unicamente la spiegazione mistica e pensava che quel giorno si fosse adempiuto il terzo segreto di Fatima, rivelato dalla Vergine ai tre pastorelli. E che la sua salvezza fosse dovuta all'intervento diretto della Madonna e della Divina Misericordia alla quale era molto devoto, che lo avevano strappato a una morte che considerava sicura. Lo stesso Agca si è sempre chiesto come avesse fatto a sbagliare il colpo. Lo chiese direttamente allo stesso Papa nel celebre incontro nel carcere di Rebibbia durante il quale avrebbe chiesto al Pontefice: LIBRI SAN PAOLO - Rassegna Stampa 18/03/2021 - 20/05/2021 226

12/05/2021 08:02 SiciliaNews24 Sito Web \"perché non sei morto? Come ho fatto a sbagliare?\". Lui, killer infallibile, aveva sparato da tre La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato metri con una potentissima arma da guerra: quel giorno il Papa doveva morire. E chissà come sarebbe cambiata la Storia se Agca fosse riuscito nel suo intento. LIBRI SAN PAOLO - Rassegna Stampa 18/03/2021 - 20/05/2021 227

12/05/2021 08:10 Sito Web \" Il Papa doveva morire \", il libro che ricostruisce l'attentato a La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Wojtyla Linkedin ROMA (ITALPRESS) - Sono passati quarant'anni dal 13 maggio del 1981: erano le 17.17 di un caldo pomeriggio romano in piazza San Pietro. Giovanni Paolo II benediceva e stringeva migliaia di mani tese di pellegrini accorsi a Roma per salutare il Papa polacco, il primo straniero dopo 650 anni di pontefici italiani. Quando alcuni colpi di pistola interruppero le grida di gioia dei fedeli e le trasformarono in urla di disperazione: il Papa venne colpito e si accasciò a bordo della \"papamobile\", la campagnola scoperta che lui stesso aveva introdotto per venire incontro ai fedeli. La notizia si diffuse in tutto il mondo e quel fatto di cronaca passerà subito alla storia. Quella giornata è raccontata come un film drammatico a lieto fine nell'ultimo libro del giornalista e scrittore Antonio Preziosi dal titolo \"Il Papa doveva morire\" ( edizioni San Paolo, 240 pagine, 22 euro). Il volume parte dal racconto degli spari, il ricovero al policlinico Gemelli a bordo di una vecchia ambulanza senza scorta e con la sirena rotta, la corsa verso la sala operatoria chiusa la cui porta viene abbattuta a spallate dai medici, il drammatico intervento chirurgico di oltre cinque ore che si conclude con la salvezza del Papa. Il \"film\" raccontato da Antonio Preziosi fa incrociare due \"regie\": quella umana e quella divina. Dell'intervento divino fu sempre convinto Giovanni Paolo II. \"Una mano ha sparato - ripeterà il Pontefice - e un'altra mano ha deviato il proiettile\", alludendo a un intervento diretto della Madonna di Fatima, di cui proprio il 13 maggio ricorre l'anniversario della prima apparizione ai pastorelli portoghesi. E in effetti, certificherà il chirurgo Francesco Crucitti che aveva operato il Papa, quella pallottola aveva fatto un percorso strano, quasi uno zig-zag nel ventre del Pontefice, schivando di pochissimo tutti gli organi vitali e i principali vasi sanguigni. Ancora più misteriosa, se possibile, è la \"regia\" umana dell'attentato: il killer turco, Alì Agca, cambierà 52 versioni sulle ragioni che lo spinsero a cercare di uccidere il Papa. E ancora oggi non è chiaro quanti colpi fossero stati sparati in piazza San Pietro e quanti fossero gli attentatori (o i possibili complici) presenti tra le colonne del Bernini. Forse aiuterebbe a fare chiarezza una perizia sul proiettile che colpì il Papa, attraversandogli l'addome, e che Giovanni Paolo II, un anno dopo la sparatoria, decise di incastonare nella corona della Vergine di Fatima. Una cosa è certa: l'attentato avviene nel contesto mondiale della Guerra Fredda. E monsignor Rino Fisichella, che del libro di Antonio Preziosi ha scritto la prefazione, racconta con alcuni aneddoti come i servizi segreti polacchi tenessero sotto controllo il cardinal Wojtyla e continuassero a seguirlo anche a Roma dopo la sua elezione a Papa. Nel volume di Preziosi si riportano le parole del giudice Ilario Martella che rimane ancora oggi un convinto sostenitore della cosiddetta \"pista bulgara\" che individua i mandanti oltre la cortina di ferro. Giovanni Paolo II mostrò di non essere particolarmente interessato da quello che una volta, conversando con Indro Montanelli, definì il \"garbuglio\" che si muoveva dietro l'attentato. A lui interessava unicamente la spiegazione mistica e pensava che quel giorno si fosse adempiuto il terzo segreto di Fatima, rivelato dalla Vergine ai tre pastorelli. E che la sua salvezza fosse dovuta all'intervento diretto della Madonna e della Divina Misericordia alla quale era molto devoto, che lo avevano strappato a una morte che considerava sicura. Lo stesso Agca si è sempre chiesto come avesse fatto a sbagliare il colpo. Lo chiese direttamente allo stesso Papa nel celebre incontro nel carcere di Rebibbia durante il quale avrebbe chiesto al Pontefice: \"perchè non sei morto? Come ho fatto a sbagliare?\". Lui, killer infallibile, aveva sparato da tre metri con una potentissima arma da guerra: quel giorno il Papa doveva morire. E chissà come LIBRI SAN PAOLO - Rassegna Stampa 18/03/2021 - 20/05/2021 228

12/05/2021 08:10 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Sito Web sarebbe cambiata la Storia se Agca fosse riuscito nel suo intento. (ITALPRESS). LIBRI SAN PAOLO - Rassegna Stampa 18/03/2021 - 20/05/2021 229

12/05/2021 08:10 Sito Web \" Il Papa doveva morire \", il libro che ricostruisce l'attentato a La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Wojtyla a a ROMA (ITALPRESS) - Sono passati quarant'anni dal 13 maggio del 1981: erano le 17.17 di un caldo pomeriggio romano in piazza San Pietro. Giovanni Paolo II benediceva e stringeva migliaia di mani tese di pellegrini accorsi a Roma per salutare il Papa polacco, il primo straniero dopo 650 anni di pontefici italiani. Quando alcuni colpi di pistola interruppero le grida di gioia dei fedeli e le trasformarono in urla di disperazione: il Papa venne colpito e si accasciò a bordo della \"papamobile\", la campagnola scoperta che lui stesso aveva introdotto per venire incontro ai fedeli. La notizia si diffuse in tutto il mondo e quel fatto di cronaca passerà subito alla storia. Quella giornata è raccontata come un film drammatico a lieto fine nell'ultimo libro del giornalista e scrittore Antonio Preziosi dal titolo \"Il Papa doveva morire\" ( edizioni San Paolo, 240 pagine, 22 euro). Il volume parte dal racconto degli spari, il ricovero al policlinico Gemelli a bordo di una vecchia ambulanza senza scorta e con la sirena rotta, la corsa verso la sala operatoria chiusa la cui porta viene abbattuta a spallate dai medici, il drammatico intervento chirurgico di oltre cinque ore che si conclude con la salvezza del Papa. Il \"film\" raccontato da Antonio Preziosi fa incrociare due \"regie\": quella umana e quella divina. Dell'intervento divino fu sempre convinto Giovanni Paolo II. \"Una mano ha sparato - ripeterà il Pontefice - e un'altra mano ha deviato il proiettile\", alludendo a un intervento diretto della Madonna di Fatima, di cui proprio il 13 maggio ricorre l'anniversario della prima apparizione ai pastorelli portoghesi. E in effetti, certificherà il chirurgo Francesco Crucitti che aveva operato il Papa, quella pallottola aveva fatto un percorso strano, quasi uno zig-zag nel ventre del Pontefice, schivando di pochissimo tutti gli organi vitali e i principali vasi sanguigni. Ancora più misteriosa, se possibile, è la \"regia\" umana dell'attentato: il killer turco, Alì Agca, cambierà 52 versioni sulle ragioni che lo spinsero a cercare di uccidere il Papa. E ancora oggi non è chiaro quanti colpi fossero stati sparati in piazza San Pietro e quanti fossero gli attentatori (o i possibili complici) presenti tra le colonne del Bernini. Forse aiuterebbe a fare chiarezza una perizia sul proiettile che colpì il Papa, attraversandogli l'addome, e che Giovanni Paolo II, un anno dopo la sparatoria, decise di incastonare nella corona della Vergine di Fatima. Una cosa è certa: l'attentato avviene nel contesto mondiale della Guerra Fredda. E monsignor Rino Fisichella, che del libro di Antonio Preziosi ha scritto la prefazione, racconta con alcuni aneddoti come i servizi segreti polacchi tenessero sotto controllo il cardinal Wojtyla e continuassero a seguirlo anche a Roma dopo la sua elezione a Papa. Nel volume di Preziosi si riportano le parole del giudice Ilario Martella che rimane ancora oggi un convinto sostenitore della cosiddetta \"pista bulgara\" che individua i mandanti oltre la cortina di ferro. Giovanni Paolo II mostrò di non essere particolarmente interessato da quello che una volta, conversando con Indro Montanelli, definì il \"garbuglio\" che si muoveva dietro l'attentato. A lui interessava unicamente la spiegazione mistica e pensava che quel giorno si fosse adempiuto il terzo segreto di Fatima, rivelato dalla Vergine ai tre pastorelli. E che la sua salvezza fosse dovuta all'intervento diretto della Madonna e della Divina Misericordia alla quale era molto devoto, che lo avevano strappato a una morte che considerava sicura. Lo stesso Agca si è sempre chiesto come avesse fatto a sbagliare il colpo. Lo chiese direttamente allo stesso Papa nel celebre incontro nel carcere di Rebibbia durante il quale avrebbe chiesto al Pontefice: \"perchè non sei morto? Come ho fatto a sbagliare?\". Lui, killer infallibile, aveva sparato da tre metri con una potentissima arma da guerra: quel giorno il Papa doveva morire. E chissà come LIBRI SAN PAOLO - Rassegna Stampa 18/03/2021 - 20/05/2021 230

12/05/2021 08:10 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Sito Web sarebbe cambiata la Storia se Agca fosse riuscito nel suo intento. (ITALPRESS). Mani Pulite LIBRI SAN PAOLO - Rassegna Stampa 18/03/2021 - 20/05/2021 231

12/05/2021 08:15 Sito Web \" Il Papa doveva morire \", il libro che ricostruisce l'attentato a La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Wojtyla Mer, 12/05/2021 - 08:15 Condividi su: ROMA (ITALPRESS) - Sono passati quarant'anni dal 13 maggio del 1981: erano le 17.17 di un caldo pomeriggio romano in piazza San Pietro. Giovanni Paolo II benediceva e stringeva migliaia di mani tese di pellegrini accorsi a Roma per salutare il Papa polacco, il primo straniero dopo 650 anni di pontefici italiani. Quando alcuni colpi di pistola interruppero le grida di gioia dei fedeli e le trasformarono in urla di disperazione: il Papa venne colpito e si accasciò a bordo della \"papamobile\", la campagnola scoperta che lui stesso aveva introdotto per venire incontro ai fedeli. La notizia si diffuse in tutto il mondo e quel fatto di cronaca passerà subito alla storia. Quella giornata è raccontata come un film drammatico a lieto fine nell'ultimo libro del giornalista e scrittore Antonio Preziosi dal titolo \"Il Papa doveva morire\" (edizioni San Paolo, 240 pagine, 22 euro). Il volume parte dal racconto degli spari, il ricovero al policlinico Gemelli a bordo di una vecchia ambulanza senza scorta e con la sirena rotta, la corsa verso la sala operatoria chiusa la cui porta viene abbattuta a spallate dai medici, il drammatico intervento chirurgico di oltre cinque ore che si conclude con la salvezza del Papa. Il \"film\" raccontato da Antonio Preziosi fa incrociare due \"regie\": quella umana e quella divina. Dell'intervento divino fu sempre convinto Giovanni Paolo II. \"Una mano ha sparato - ripeterà il Pontefice - e un'altra mano ha deviato il proiettile\", alludendo a un intervento diretto della Madonna di Fatima, di cui proprio il 13 maggio ricorre l'anniversario della prima apparizione ai pastorelli portoghesi. E in effetti, certificherà il chirurgo Francesco Crucitti che aveva operato il Papa, quella pallottola aveva fatto un percorso strano, quasi uno zig-zag nel ventre del Pontefice, schivando di pochissimo tutti gli organi vitali e i principali vasi sanguigni. Ancora più misteriosa, se possibile, è la \"regia\" umana dell'attentato: il killer turco, Alì Agca, cambierà 52 versioni sulle ragioni che lo spinsero a cercare di uccidere il Papa. E ancora oggi non è chiaro quanti colpi fossero stati sparati in piazza San Pietro e quanti fossero gli attentatori (o i possibili complici) presenti tra le colonne del Bernini. Forse aiuterebbe a fare chiarezza una perizia sul proiettile che colpì il Papa, attraversandogli l'addome, e che Giovanni Paolo II, un anno dopo la sparatoria, decise di incastonare nella corona della Vergine di Fatima. Una cosa è certa: l'attentato avviene nel contesto mondiale della Guerra Fredda. E monsignor Rino Fisichella, che del libro di Antonio Preziosi ha scritto la prefazione, racconta con alcuni aneddoti come i servizi segreti polacchi tenessero sotto controllo il cardinal Wojtyla e continuassero a seguirlo anche a Roma dopo la sua elezione a Papa. Nel volume di Preziosi si riportano le parole del giudice Ilario Martella che rimane ancora oggi un convinto sostenitore della cosiddetta \"pista bulgara\" che individua i mandanti oltre la cortina di ferro. Giovanni Paolo II mostrò di non essere particolarmente interessato da quello che una volta, conversando con Indro Montanelli, definì il \"garbuglio\" che si muoveva dietro l'attentato. A lui interessava unicamente la spiegazione mistica e pensava che quel giorno si fosse adempiuto il terzo segreto di Fatima, rivelato dalla Vergine ai tre pastorelli. E che la sua salvezza fosse dovuta all'intervento diretto della Madonna e della Divina Misericordia alla quale era molto devoto, che lo avevano strappato a una morte che considerava sicura. Lo stesso Agca si è sempre chiesto come avesse fatto a sbagliare il colpo. Lo chiese direttamente allo stesso Papa nel celebre incontro nel carcere di Rebibbia durante il quale avrebbe chiesto al Pontefice: \"perchè non sei morto? Come ho fatto a sbagliare?\". Lui, killer infallibile, aveva sparato da tre metri con una potentissima arma da guerra: quel giorno LIBRI SAN PAOLO - Rassegna Stampa 18/03/2021 - 20/05/2021 232

12/05/2021 08:15 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Sito Web il Papa doveva morire. E chissà come sarebbe cambiata la Storia se Agca fosse riuscito nel suo intento. (ITALPRESS). LIBRI SAN PAOLO - Rassegna Stampa 18/03/2021 - 20/05/2021 233

12/05/2021 08:15 ildispariquotidiano.it Sito Web \" Il Papa doveva morire \", il libro che ricostruisce l'attentato a La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Wojtyla \"Il Papa doveva morire\", il libro che ricostruisce l'attentato a Wojtyla By Redazione Web Mag 12, 2021 0 ROMA (ITALPRESS) - Sono passati quarant'anni dal 13 maggio del 1981: erano le 17.17 di un caldo pomeriggio romano in piazza San Pietro. Giovanni Paolo II benediceva e stringeva migliaia di mani tese di pellegrini accorsi a Roma per salutare il Papa polacco, il primo straniero dopo 650 anni di pontefici italiani. Quando alcuni colpi di pistola interruppero le grida di gioia dei fedeli e le trasformarono in urla di disperazione: il Papa venne colpito e si accasciò a bordo della \"papamobile\", la campagnola scoperta che lui stesso aveva introdotto per venire incontro ai fedeli. La notizia si diffuse in tutto il mondo e quel fatto di cronaca passerà subito alla storia. Quella giornata è raccontata come un film drammatico a lieto fine nell'ultimo libro del giornalista e scrittore Antonio Preziosi dal titolo \"Il Papa doveva morire\" ( edizioni San Paolo, 240 pagine, 22 euro). Il volume parte dal racconto degli spari, il ricovero al policlinico Gemelli a bordo di una vecchia ambulanza senza scorta e con la sirena rotta, la corsa verso la sala operatoria chiusa la cui porta viene abbattuta a spallate dai medici, il drammatico intervento chirurgico di oltre cinque ore che si conclude con la salvezza del Papa. Il \"film\" raccontato da Antonio Preziosi fa incrociare due \"regie\": quella umana e quella divina. Dell'intervento divino fu sempre convinto Giovanni Paolo II. \"Una mano ha sparato - ripeterà il Pontefice - e un'altra mano ha deviato il proiettile\", alludendo a un intervento diretto della Madonna di Fatima, di cui proprio il 13 maggio ricorre l'anniversario della prima apparizione ai pastorelli portoghesi. E in effetti, certificherà il chirurgo Francesco Crucitti che aveva operato il Papa, quella pallottola aveva fatto un percorso strano, quasi uno zig-zag nel ventre del Pontefice, schivando di pochissimo tutti gli organi vitali e i principali vasi sanguigni. Ancora più misteriosa, se possibile, è la \"regia\" umana dell'attentato: il killer turco, Alì Agca, cambierà 52 versioni sulle ragioni che lo spinsero a cercare di uccidere il Papa. E ancora oggi non è chiaro quanti colpi fossero stati sparati in piazza San Pietro e quanti fossero gli attentatori (o i possibili complici) presenti tra le colonne del Bernini. Forse aiuterebbe a fare chiarezza una perizia sul proiettile che colpì il Papa, attraversandogli l'addome, e che Giovanni Paolo II, un anno dopo la sparatoria, decise di incastonare nella corona della Vergine di Fatima. Una cosa è certa: l'attentato avviene nel contesto mondiale della Guerra Fredda. E monsignor Rino Fisichella, che del libro di Antonio Preziosi ha scritto la prefazione, racconta con alcuni aneddoti come i servizi segreti polacchi tenessero sotto controllo il cardinal Wojtyla e continuassero a seguirlo anche a Roma dopo la sua elezione a Papa. Nel volume di Preziosi si riportano le parole del giudice Ilario Martella che rimane ancora oggi un convinto sostenitore della cosiddetta \"pista bulgara\" che individua i mandanti oltre la cortina di ferro. Giovanni Paolo II mostrò di non essere particolarmente interessato da quello che una volta, conversando con Indro Montanelli, definì il \"garbuglio\" che si muoveva dietro l'attentato. A lui interessava unicamente la spiegazione mistica e pensava che quel giorno si fosse adempiuto il terzo segreto di Fatima, rivelato dalla Vergine ai tre pastorelli. E che la sua salvezza fosse dovuta all'intervento diretto della Madonna e della Divina Misericordia alla quale era molto devoto, che lo avevano strappato a una morte che considerava sicura. Lo stesso Agca si è sempre chiesto come avesse fatto a sbagliare il colpo. Lo chiese direttamente allo stesso Papa nel celebre incontro nel carcere di Rebibbia durante il quale avrebbe chiesto al Pontefice: \"perchè non sei morto? Come ho fatto a sbagliare?\". Lui, killer infallibile, aveva sparato da tre LIBRI SAN PAOLO - Rassegna Stampa 18/03/2021 - 20/05/2021 234

12/05/2021 08:15 ildispariquotidiano.it Sito Web metri con una potentissima arma da guerra: quel giorno il Papa doveva morire. E chissà come La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato sarebbe cambiata la Storia se Agca fosse riuscito nel suo intento. (ITALPRESS). LIBRI SAN PAOLO - Rassegna Stampa 18/03/2021 - 20/05/2021 235

12/05/2021 08:15 direttasicilia.it Sito Web ' Il Papa doveva morire ', il libro che ricostruisce l'attentato a Wojtyla La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato 'Il Papa doveva morire', il libro che ricostruisce l'attentato a Wojtyla scritto da Redazione il 12 Mag 2021 ROMA (ITALPRESS) - Sono passati quarant'anni dal 13 maggio del 1981: erano le 17.17 di un caldo pomeriggio romano in piazza San Pietro. Giovanni Paolo II benediceva e stringeva migliaia di mani tese di pellegrini accorsi a Roma per salutare il Papa polacco, il primo straniero dopo 650 anni di pontefici italiani. Quando alcuni colpi di pistola interruppero le grida di gioia dei fedeli e le trasformarono in urla di disperazione: il Papa venne colpito e si accasciò a bordo della \"papamobile\", la campagnola scoperta che lui stesso aveva introdotto per venire incontro ai fedeli. La notizia si diffuse in tutto il mondo e quel fatto di cronaca passerà subito alla storia. Quella giornata è raccontata come un film drammatico a lieto fine nell'ultimo libro del giornalista e scrittore Antonio Preziosi dal titolo \"Il Papa doveva morire\" ( edizioni San Paolo, 240 pagine, 22 euro). Il volume parte dal racconto degli spari, il ricovero al policlinico Gemelli a bordo di una vecchia ambulanza senza scorta e con la sirena rotta, la corsa verso la sala operatoria chiusa la cui porta viene abbattuta a spallate dai medici, il drammatico intervento chirurgico di oltre cinque ore che si conclude con la salvezza del Papa. Il \"film\" raccontato da Antonio Preziosi fa incrociare due \"regie\": quella umana e quella divina. Dell'intervento divino fu sempre convinto Giovanni Paolo II. \"Una mano ha sparato - ripeterà il Pontefice - e un'altra mano ha deviato il proiettile\", alludendo a un intervento diretto della Madonna di Fatima, di cui proprio il 13 maggio ricorre l'anniversario della prima apparizione ai pastorelli portoghesi. E in effetti, certificherà il chirurgo Francesco Crucitti che aveva operato il Papa, quella pallottola aveva fatto un percorso strano, quasi uno zig-zag nel ventre del Pontefice, schivando di pochissimo tutti gli organi vitali e i principali vasi sanguigni. Ancora più misteriosa, se possibile, è la \"regia\" umana dell'attentato: il killer turco, Alì Agca, cambierà 52 versioni sulle ragioni che lo spinsero a cercare di uccidere il Papa. E ancora oggi non è chiaro quanti colpi fossero stati sparati in piazza San Pietro e quanti fossero gli attentatori (o i possibili complici) presenti tra le colonne del Bernini. Forse aiuterebbe a fare chiarezza una perizia sul proiettile che colpì il Papa, attraversandogli l'addome, e che Giovanni Paolo II, un anno dopo la sparatoria, decise di incastonare nella corona della Vergine di Fatima. Una cosa è certa: l'attentato avviene nel contesto mondiale della Guerra Fredda. E monsignor Rino Fisichella, che del libro di Antonio Preziosi ha scritto la prefazione, racconta con alcuni aneddoti come i servizi segreti polacchi tenessero sotto controllo il cardinal Wojtyla e continuassero a seguirlo anche a Roma dopo la sua elezione a Papa. Nel volume di Preziosi si riportano le parole del giudice Ilario Martella che rimane ancora oggi un convinto sostenitore della cosiddetta \"pista bulgara\" che individua i mandanti oltre la cortina di ferro. Giovanni Paolo II mostrò di non essere particolarmente interessato da quello che una volta, conversando con Indro Montanelli, definì il \"garbuglio\" che si muoveva dietro l'attentato. A lui interessava unicamente la spiegazione mistica e pensava che quel giorno si fosse adempiuto il terzo segreto di Fatima, rivelato dalla Vergine ai tre pastorelli. E che la sua salvezza fosse dovuta all'intervento diretto della Madonna e della Divina Misericordia alla quale era molto devoto, che lo avevano strappato a una morte che considerava sicura. Lo stesso Agca si è sempre chiesto come avesse fatto a sbagliare il colpo. Lo chiese direttamente allo stesso Papa nel celebre incontro nel carcere di Rebibbia durante il quale avrebbe chiesto al Pontefice: \"perchè non sei morto? Come ho fatto a sbagliare?\". Lui, killer infallibile, aveva sparato da tre metri con una potentissima arma da guerra: quel giorno il Papa doveva morire. E chissà come LIBRI SAN PAOLO - Rassegna Stampa 18/03/2021 - 20/05/2021 236

12/05/2021 08:15 direttasicilia.it Sito Web sarebbe cambiata la Storia se Agca fosse riuscito nel suo intento.(ITALPRESS). News correlate La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato \"È uno dei momenti più belli della vita\", i papà tornano in sala parto al Policlinico Vibo Valentia Capitale italiana del libro 2021 Un libro ricorda Maria Paola Colombo Svevo Ricevi le nostre news su Facebook Metti mi Piace LIBRI SAN PAOLO - Rassegna Stampa 18/03/2021 - 20/05/2021 237

12/05/2021 08:30 Sito Web \" Il Papa doveva morire \", il libro che ricostruisce l'attentato a La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Wojtyla \"Il Papa doveva morire\", il libro che ricostruisce l'attentato a Wojtyla redazione | ROMA (ITALPRESS) - Sono passati quarant'anni dal 13 maggio del 1981: erano le 17.17 di un caldo pomeriggio romano in piazza San Pietro. Giovanni Paolo II benediceva e stringeva migliaia di mani tese di pellegrini accorsi a Roma per salutare il Papa polacco, il primo straniero dopo 650 anni di pontefici italiani. Quando alcuni colpi di pistola interruppero le grida di gioia dei fedeli e le trasformarono in urla di disperazione: il Papa venne colpito e si accasciò a bordo della \"papamobile\", la campagnola scoperta che lui stesso aveva introdotto per venire incontro ai fedeli. La notizia si diffuse in tutto il mondo e quel fatto di cronaca passerà subito alla storia. Quella giornata è raccontata come un film drammatico a lieto fine nell'ultimo libro del giornalista e scrittore Antonio Preziosi dal titolo \"Il Papa doveva morire\" (edizioni San Paolo, 240 pagine, 22 euro). Il volume parte dal racconto degli spari, il ricovero al policlinico Gemelli a bordo di una vecchia ambulanza senza scorta e con la sirena rotta, la corsa verso la sala operatoria chiusa la cui porta viene abbattuta a spallate dai medici, il drammatico intervento chirurgico di oltre cinque ore che si conclude con la salvezza del Papa. Il \"film\" raccontato da Antonio Preziosi fa incrociare due \"regie\": quella umana e quella divina. Dell'intervento divino fu sempre convinto Giovanni Paolo II. \"Una mano ha sparato - ripeterà il Pontefice - e un'altra mano ha deviato il proiettile\", alludendo a un intervento diretto della Madonna di Fatima, di cui proprio il 13 maggio ricorre l'anniversario della prima apparizione ai pastorelli portoghesi. E in effetti, certificherà il chirurgo Francesco Crucitti che aveva operato il Papa, quella pallottola aveva fatto un percorso strano, quasi uno zig-zag nel ventre del Pontefice, schivando di pochissimo tutti gli organi vitali e i principali vasi sanguigni. Ancora più misteriosa, se possibile, è la \"regia\" umana dell'attentato: il killer turco, Alì Agca, cambierà 52 versioni sulle ragioni che lo spinsero a cercare di uccidere il Papa. E ancora oggi non è chiaro quanti colpi fossero stati sparati in piazza San Pietro e quanti fossero gli attentatori (o i possibili complici) presenti tra le colonne del Bernini. Forse aiuterebbe a fare chiarezza una perizia sul proiettile che colpì il Papa, attraversandogli l'addome, e che Giovanni Paolo II, un anno dopo la sparatoria, decise di incastonare nella corona della Vergine di Fatima. Una cosa è certa: l'attentato avviene nel contesto mondiale della Guerra Fredda. E monsignor Rino Fisichella, che del libro di Antonio Preziosi ha scritto la prefazione, racconta con alcuni aneddoti come i servizi segreti polacchi tenessero sotto controllo il cardinal Wojtyla e continuassero a seguirlo anche a Roma dopo la sua elezione a Papa. Nel volume di Preziosi si riportano le parole del giudice Ilario Martella che rimane ancora oggi un convinto sostenitore della cosiddetta \"pista bulgara\" che individua i mandanti oltre la cortina di ferro. Giovanni Paolo II mostrò di non essere particolarmente interessato da quello che una volta, conversando con Indro Montanelli, definì il \"garbuglio\" che si muoveva dietro l'attentato. A lui interessava unicamente la spiegazione mistica e pensava che quel giorno si fosse adempiuto il terzo segreto di Fatima, rivelato dalla Vergine ai tre pastorelli. E che la sua salvezza fosse dovuta all'intervento diretto della Madonna e della Divina Misericordia alla quale era molto devoto, che lo avevano strappato a una morte che considerava sicura. Lo stesso Agca si è sempre chiesto come avesse fatto a sbagliare il colpo. Lo chiese direttamente allo stesso Papa nel celebre incontro nel carcere di Rebibbia durante il quale avrebbe chiesto al Pontefice: \"perchè non sei morto? Come ho fatto a sbagliare?\". Lui, killer infallibile, aveva sparato da tre LIBRI SAN PAOLO - Rassegna Stampa 18/03/2021 - 20/05/2021 238

12/05/2021 08:30 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Sito Web metri con una potentissima arma da guerra: quel giorno il Papa doveva morire. E chissà come sarebbe cambiata la Storia se Agca fosse riuscito nel suo intento. (ITALPRESS). LIBRI SAN PAOLO - Rassegna Stampa 18/03/2021 - 20/05/2021 239

12/05/2021 08:32 Websuggestion | Masterblog Sito Web \" Il Papa doveva morire \", il libro che ricostruisce l'attentato a La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Wojtyla \"Il Papa doveva morire\", il libro che ricostruisce l'attentato a Wojtyla 12 maggio 2021 ROMA (ITALPRESS) - Sono passati quarant'anni dal 13 maggio del 1981: erano le 17.17 di un caldo pomeriggio romano in piazza San Pietro. Giovanni Paolo II benediceva e stringeva migliaia di mani tese di pellegrini accorsi a Roma per salutare il Papa polacco, il primo straniero dopo 650 anni di pontefici italiani. Quando alcuni colpi di pistola interruppero le grida di gioia dei fedeli e le trasformarono in urla di disperazione: il Papa venne colpito e si accasciò a bordo della \"papamobile\", la campagnola scoperta che lui stesso aveva introdotto per venire incontro ai fedeli. La notizia si diffuse in tutto il mondo e quel fatto di cronaca passerà subito alla storia. Quella giornata è raccontata come un film drammatico a lieto fine nell'ultimo libro del giornalista e scrittore Antonio Preziosi dal titolo \"Il Papa doveva morire\" (edizioni San Paolo, 240 pagine, 22 euro). Il volume parte dal racconto degli spari, il ricovero al policlinico Gemelli a bordo di una vecchia ambulanza senza scorta e con la sirena rotta, la corsa verso la sala operatoria chiusa la cui porta viene abbattuta a spallate dai medici, il drammatico intervento chirurgico di oltre cinque ore che si conclude con la salvezza del Papa. Il \"film\" raccontato da Antonio Preziosi fa incrociare due \"regie\": quella umana e quella divina. Dell'intervento divino fu sempre convinto Giovanni Paolo II. \"Una mano ha sparato - ripeterà il Pontefice - e un'altra mano ha deviato il proiettile\", alludendo a un intervento diretto della Madonna di Fatima, di cui proprio il 13 maggio ricorre l'anniversario della prima apparizione ai pastorelli portoghesi. E in effetti, certificherà il chirurgo Francesco Crucitti che aveva operato il Papa, quella pallottola aveva fatto un percorso strano, quasi uno zig-zag nel ventre del Pontefice, schivando di pochissimo tutti gli organi vitali e i principali vasi sanguigni. Ancora più misteriosa, se possibile, è la \"regia\" umana dell'attentato: il killer turco, Alì Agca, cambierà 52 versioni sulle ragioni che lo spinsero a cercare di uccidere il Papa. E ancora oggi non è chiaro quanti colpi fossero stati sparati in piazza San Pietro e quanti fossero gli attentatori (o i possibili complici) presenti tra le colonne del Bernini. Forse aiuterebbe a fare chiarezza una perizia sul proiettile che colpì il Papa, attraversandogli l'addome, e che Giovanni Paolo II, un anno dopo la sparatoria, decise di incastonare nella corona della Vergine di Fatima. Una cosa è certa: l'attentato avviene nel contesto mondiale della Guerra Fredda. E monsignor Rino Fisichella, che del libro di Antonio Preziosi ha scritto la prefazione, racconta con alcuni aneddoti come i servizi segreti polacchi tenessero sotto controllo il cardinal Wojtyla e continuassero a seguirlo anche a Roma dopo la sua elezione a Papa. Nel volume di Preziosi si riportano le parole del giudice Ilario Martella che rimane ancora oggi un convinto sostenitore della cosiddetta \"pista bulgara\" che individua i mandanti oltre la cortina di ferro. Giovanni Paolo II mostrò di non essere particolarmente interessato da quello che una volta, conversando con Indro Montanelli, definì il \"garbuglio\" che si muoveva dietro l'attentato. A lui interessava unicamente la spiegazione mistica e pensava che quel giorno si fosse adempiuto il terzo segreto di Fatima, rivelato dalla Vergine ai tre pastorelli. E che la sua salvezza fosse dovuta all'intervento diretto della Madonna e della Divina Misericordia alla quale era molto devoto, che lo avevano strappato a una morte che considerava sicura. Lo stesso Agca si è sempre chiesto come avesse fatto a sbagliare il colpo. Lo chiese direttamente allo stesso Papa nel celebre incontro nel carcere di Rebibbia durante il quale avrebbe chiesto al Pontefice: \"perchè non sei morto? Come ho fatto a sbagliare?\". Lui, killer infallibile, aveva sparato da tre LIBRI SAN PAOLO - Rassegna Stampa 18/03/2021 - 20/05/2021 240

12/05/2021 08:32 Websuggestion | Masterblog Sito Web metri con una potentissima arma da guerra: quel giorno il Papa doveva morire. E chissà come La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato sarebbe cambiata la Storia se Agca fosse riuscito nel suo intento. (ITALPRESS). LIBRI SAN PAOLO - Rassegna Stampa 18/03/2021 - 20/05/2021 241

12/05/2021 08:33 Economia Sicilia Sito Web \" Il Papa doveva morire \", il libro che ricostruisce l'attentato a La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Wojtyla Home » Italpress News » \"Il Papa doveva morire\", il libro che ricostruisce l'attentato a Wojtyla \"Il Papa doveva morire\", il libro che ricostruisce l'attentato a Wojtyla Postato da Italpress il 12/05/21 ROMA (ITALPRESS) - Sono passati quarant'anni dal 13 maggio del 1981: erano le 17.17 di un caldo pomeriggio romano in piazza San Pietro. Giovanni Paolo II benediceva e stringeva migliaia di mani tese di pellegrini accorsi a Roma per salutare il Papa polacco, il primo straniero dopo 650 anni di pontefici italiani. Quando alcuni colpi di pistola interruppero le grida di gioia dei fedeli e le trasformarono in urla di disperazione: il Papa venne colpito e si accasciò a bordo della \"papamobile\", la campagnola scoperta che lui stesso aveva introdotto per venire incontro ai fedeli. La notizia si diffuse in tutto il mondo e quel fatto di cronaca passerà subito alla storia. Quella giornata è raccontata come un film drammatico a lieto fine nell'ultimo libro del giornalista e scrittore Antonio Preziosi dal titolo \"Il Papa doveva morire\" ( edizioni San Paolo, 240 pagine, 22 euro). Il volume parte dal racconto degli spari, il ricovero al policlinico Gemelli a bordo di una vecchia ambulanza senza scorta e con la sirena rotta, la corsa verso la sala operatoria chiusa la cui porta viene abbattuta a spallate dai medici, il drammatico intervento chirurgico di oltre cinque ore che si conclude con la salvezza del Papa. Il \"film\" raccontato da Antonio Preziosi fa incrociare due \"regie\": quella umana e quella divina. Dell'intervento divino fu sempre convinto Giovanni Paolo II. \"Una mano ha sparato - ripeterà il Pontefice - e un'altra mano ha deviato il proiettile\", alludendo a un intervento diretto della Madonna di Fatima, di cui proprio il 13 maggio ricorre l'anniversario della prima apparizione ai pastorelli portoghesi. E in effetti, certificherà il chirurgo Francesco Crucitti che aveva operato il Papa, quella pallottola aveva fatto un percorso strano, quasi uno zig-zag nel ventre del Pontefice, schivando di pochissimo tutti gli organi vitali e i principali vasi sanguigni. Ancora più misteriosa, se possibile, è la \"regia\" umana dell'attentato: il killer turco, Alì Agca, cambierà 52 versioni sulle ragioni che lo spinsero a cercare di uccidere il Papa. E ancora oggi non è chiaro quanti colpi fossero stati sparati in piazza San Pietro e quanti fossero gli attentatori (o i possibili complici) presenti tra le colonne del Bernini. Forse aiuterebbe a fare chiarezza una perizia sul proiettile che colpì il Papa, attraversandogli l'addome, e che Giovanni Paolo II, un anno dopo la sparatoria, decise di incastonare nella corona della Vergine di Fatima. Una cosa è certa: l'attentato avviene nel contesto mondiale della Guerra Fredda. E monsignor Rino Fisichella, che del libro di Antonio Preziosi ha scritto la prefazione, racconta con alcuni aneddoti come i servizi segreti polacchi tenessero sotto controllo il cardinal Wojtyla e continuassero a seguirlo anche a Roma dopo la sua elezione a Papa. Nel volume di Preziosi si riportano le parole del giudice Ilario Martella che rimane ancora oggi un convinto sostenitore della cosiddetta \"pista bulgara\" che individua i mandanti oltre la cortina di ferro. Giovanni Paolo II mostrò di non essere particolarmente interessato da quello che una volta, conversando con Indro Montanelli, definì il \"garbuglio\" che si muoveva dietro l'attentato. A lui interessava unicamente la spiegazione mistica e pensava che quel giorno si fosse adempiuto il terzo segreto di Fatima, rivelato dalla Vergine ai tre pastorelli. E che la sua salvezza fosse dovuta all'intervento diretto della Madonna e della Divina Misericordia alla quale era molto devoto, che lo avevano strappato a una morte che considerava sicura. Lo stesso Agca si è sempre chiesto come avesse fatto a sbagliare il colpo. Lo chiese direttamente allo stesso Papa nel celebre incontro nel carcere di Rebibbia durante il quale avrebbe chiesto al Pontefice: LIBRI SAN PAOLO - Rassegna Stampa 18/03/2021 - 20/05/2021 242

12/05/2021 08:33 Economia Sicilia Sito Web \"perchè non sei morto? Come ho fatto a sbagliare?\". Lui, killer infallibile, aveva sparato da tre La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato metri con una potentissima arma da guerra: quel giorno il Papa doveva morire. E chissà come sarebbe cambiata la Storia se Agca fosse riuscito nel suo intento. (ITALPRESS). LIBRI SAN PAOLO - Rassegna Stampa 18/03/2021 - 20/05/2021 243

12/05/2021 08:37 Sito Web \" Il Papa doveva morire \", il libro che ricostruisce l'attentato a La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Wojtyla 'Il Papa doveva morire', il libro che ricostruisce l'attentato a Wojtyla redazione web 19 minuti fa ROMA (ITALPRESS) - Sono passati quarant'anni dal 13 maggio del 1981: erano le 17.17 di un caldo pomeriggio romano in piazza San Pietro. Giovanni Paolo II benediceva e stringeva migliaia di mani tese di pellegrini accorsi a Roma per salutare il Papa polacco, il primo straniero dopo 650 anni di pontefici italiani. Quando alcuni colpi di pistola interruppero le grida di gioia dei fedeli e le trasformarono in urla di disperazione: il Papa venne colpito e si accasciò a bordo della 'papamobile', la campagnola scoperta che lui stesso aveva introdotto per venire incontro ai fedeli. La notizia si diffuse in tutto il mondo e quel fatto di cronaca passerà subito alla storia. Quella giornata è raccontata come un film drammatico a lieto fine nell'ultimo libro del giornalista e scrittore Antonio Preziosi dal titolo 'Il Papa doveva morire' ( edizioni San Paolo, 240 pagine, 22 euro). Il volume parte dal racconto degli spari, il ricovero al policlinico Gemelli a bordo di una vecchia ambulanza senza scorta e con la sirena rotta, la corsa verso la sala operatoria chiusa la cui porta viene abbattuta a spallate dai medici, il drammatico intervento chirurgico di oltre cinque ore che si conclude con la salvezza del Papa. Il 'film' raccontato da Antonio Preziosi fa incrociare due 'regie': quella umana e quella divina. Dell'intervento divino fu sempre convinto Giovanni Paolo II. 'Una mano ha sparato - ripeterà il Pontefice - e un'altra mano ha deviato il proiettile', alludendo a un intervento diretto della Madonna di Fatima, di cui proprio il 13 maggio ricorre l'anniversario della prima apparizione ai pastorelli portoghesi. E in effetti, certificherà il chirurgo Francesco Crucitti che aveva operato il Papa, quella pallottola aveva fatto un percorso strano, quasi uno zig-zag nel ventre del Pontefice, schivando di pochissimo tutti gli organi vitali e i principali vasi sanguigni. Ancora più misteriosa, se possibile, è la 'regia' umana dell'attentato: il killer turco, Alì Agca, cambierà 52 versioni sulle ragioni che lo spinsero a cercare di uccidere il Papa. E ancora oggi non è chiaro quanti colpi fossero stati sparati in piazza San Pietro e quanti fossero gli attentatori (o i possibili complici) presenti tra le colonne del Bernini. Forse aiuterebbe a fare chiarezza una perizia sul proiettile che colpì il Papa, attraversandogli l'addome, e che Giovanni Paolo II, un anno dopo la sparatoria, decise di incastonare nella corona della Vergine di Fatima. Una cosa è certa: l'attentato avviene nel contesto mondiale della Guerra Fredda. E monsignor Rino Fisichella, che del libro di Antonio Preziosi ha scritto la prefazione, racconta con alcuni aneddoti come i servizi segreti polacchi tenessero sotto controllo il cardinal Wojtyla e continuassero a seguirlo anche a Roma dopo la sua elezione a Papa. Nel volume di Preziosi si riportano le parole del giudice Ilario Martella che rimane ancora oggi un convinto sostenitore della cosiddetta 'pista bulgara' che individua i mandanti oltre la cortina di ferro. Giovanni Paolo II mostrò di non essere particolarmente interessato da quello che una volta, conversando con Indro Montanelli, definì il 'garbuglio' che si muoveva dietro l'attentato. A lui interessava unicamente la spiegazione mistica e pensava che quel giorno si fosse adempiuto il terzo segreto di Fatima, rivelato dalla Vergine ai tre pastorelli. E che la sua salvezza fosse dovuta all'intervento diretto della Madonna e della Divina Misericordia alla quale era molto devoto, che lo avevano strappato a una morte che considerava sicura. Lo stesso Agca si è sempre chiesto come avesse fatto a sbagliare il colpo. Lo chiese direttamente allo stesso Papa nel celebre incontro nel carcere di Rebibbia durante il quale avrebbe chiesto al Pontefice: 'perchè non sei morto? Come ho fatto a sbagliare?'. Lui, killer infallibile, aveva sparato da tre LIBRI SAN PAOLO - Rassegna Stampa 18/03/2021 - 20/05/2021 244

12/05/2021 08:37 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Sito Web metri con una potentissima arma da guerra: quel giorno il Papa doveva morire. E chissà come sarebbe cambiata la Storia se Agca fosse riuscito nel suo intento. (ITALPRESS). LIBRI SAN PAOLO - Rassegna Stampa 18/03/2021 - 20/05/2021 245

12/05/2021 08:43 cataniaoggi.it Sito Web \" Il Papa doveva morire \", il libro che ricostruisce l'attentato a La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Wojtyla \"Il Papa doveva morire\", il libro che ricostruisce l'attentato a Wojtyla 12 maggio 2021 04:10 Fonte: Italpress ROMA (ITALPRESS) - Sono passati quarant'anni dal 13 maggio del 1981: erano le 17.17 di un caldo pomeriggio romano in piazza San Pietro. Giovanni Paolo II benediceva e stringeva migliaia di mani tese di pellegrini accorsi a Roma per salutare il Papa polacco, il primo straniero dopo 650 anni di pontefici italiani. Quando alcuni colpi di pistola interruppero le grida di gioia dei fedeli e le trasformarono in urla di disperazione: il Papa venne colpito e si accasciò a bordo della \"papamobile\", la campagnola scoperta che lui stesso aveva introdotto per venire incontro ai fedeli. La notizia si diffuse in tutto il mondo e quel fatto di cronaca passerà subito alla storia. Quella giornata è raccontata come un film drammatico a lieto fine nell'ultimo libro del giornalista e scrittore Antonio Preziosi dal titolo \"Il Papa doveva morire\" (edizioni San Paolo, 240 pagine, 22 euro). Il volume parte dal racconto degli spari, il ricovero al policlinico Gemelli a bordo di una vecchia ambulanza senza scorta e con la sirena rotta, la corsa verso la sala operatoria chiusa la cui porta viene abbattuta a spallate dai medici, il drammatico intervento chirurgico di oltre cinque ore che si conclude con la salvezza del Papa. Il \"film\" raccontato da Antonio Preziosi fa incrociare due \"regie\": quella umana e quella divina. Dell'intervento divino fu sempre convinto Giovanni Paolo II. \"Una mano ha sparato - ripeterà il Pontefice - e un'altra mano ha deviato il proiettile\", alludendo a un intervento diretto della Madonna di Fatima, di cui proprio il 13 maggio ricorre l'anniversario della prima apparizione ai pastorelli portoghesi. E in effetti, certificherà il chirurgo Francesco Crucitti che aveva operato il Papa, quella pallottola aveva fatto un percorso strano, quasi uno zig-zag nel ventre del Pontefice, schivando di pochissimo tutti gli organi vitali e i principali vasi sanguigni. Ancora più misteriosa, se possibile, è la \"regia\" umana dell'attentato: il killer turco, Alì Agca, cambierà 52 versioni sulle ragioni che lo spinsero a cercare di uccidere il Papa. E ancora oggi non è chiaro quanti colpi fossero stati sparati in piazza San Pietro e quanti fossero gli attentatori (o i possibili complici) presenti tra le colonne del Bernini. Forse aiuterebbe a fare chiarezza una perizia sul proiettile che colpì il Papa, attraversandogli l'addome, e che Giovanni Paolo II, un anno dopo la sparatoria, decise di incastonare nella corona della Vergine di Fatima. Una cosa è certa: l'attentato avviene nel contesto mondiale della Guerra Fredda. E monsignor Rino Fisichella, che del libro di Antonio Preziosi ha scritto la prefazione, racconta con alcuni aneddoti come i servizi segreti polacchi tenessero sotto controllo il cardinal Wojtyla e continuassero a seguirlo anche a Roma dopo la sua elezione a Papa. Nel volume di Preziosi si riportano le parole del giudice Ilario Martella che rimane ancora oggi un convinto sostenitore della cosiddetta \"pista bulgara\" che individua i mandanti oltre la cortina di ferro. Giovanni Paolo II mostrò di non essere particolarmente interessato da quello che una volta, conversando con Indro Montanelli, definì il \"garbuglio\" che si muoveva dietro l'attentato. A lui interessava unicamente la spiegazione mistica e pensava che quel giorno si fosse adempiuto il terzo segreto di Fatima, rivelato dalla Vergine ai tre pastorelli. E che la sua salvezza fosse dovuta all'intervento diretto della Madonna e della Divina Misericordia alla quale era molto devoto, che lo avevano strappato a una morte che considerava sicura. Lo stesso Agca si è sempre chiesto come avesse fatto a sbagliare il colpo. Lo chiese direttamente allo stesso Papa nel celebre incontro nel carcere di Rebibbia durante il quale avrebbe chiesto al Pontefice: \"perchè non sei morto? Come ho fatto a sbagliare?\". Lui, LIBRI SAN PAOLO - Rassegna Stampa 18/03/2021 - 20/05/2021 246

12/05/2021 08:43 cataniaoggi.it Sito Web killer infallibile, aveva sparato da tre metri con una potentissima arma da guerra: quel giorno La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato il Papa doveva morire. E chissà come sarebbe cambiata la Storia se Agca fosse riuscito nel suo intento. (ITALPRESS). LIBRI SAN PAOLO - Rassegna Stampa 18/03/2021 - 20/05/2021 247

12/05/2021 09:01 obiettivonews.it Sito Web \" Il Papa doveva morire \", il libro che ricostruisce l'attentato a La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Wojtyla \"Il Papa doveva morire\", il libro che ricostruisce l'attentato a Wojtyla ROMA (ITALPRESS) - Sono passati quarant'anni dal 13 maggio del 1981: erano le 17.17 di un caldo pomeriggio romano in piazza San Pietro. Giovanni Paolo II benediceva e stringeva migliaia di mani tese di pellegrini accorsi a Roma per salutare il Papa polacco, il primo straniero dopo 650 anni di pontefici italiani. Quando alcuni colpi di pistola interruppero le grida di gioia dei fedeli e le trasformarono in urla di disperazione: il Papa venne colpito e si accasciò a bordo della \"papamobile\", la campagnola scoperta che lui stesso aveva introdotto per venire incontro ai fedeli. La notizia si diffuse in tutto il mondo e quel fatto di cronaca passerà subito alla storia. Quella giornata è raccontata come un film drammatico a lieto fine nell'ultimo libro del giornalista e scrittore Antonio Preziosi dal titolo \"Il Papa doveva morire\" (edizioni San Paolo, 240 pagine, 22 euro). Il volume parte dal racconto degli spari, il ricovero al policlinico Gemelli a bordo di una vecchia ambulanza senza scorta e con la sirena rotta, la corsa verso la sala operatoria chiusa la cui porta viene abbattuta a spallate dai medici, il drammatico intervento chirurgico di oltre cinque ore che si conclude con la salvezza del Papa. Il \"film\" raccontato da Antonio Preziosi fa incrociare due \"regie\": quella umana e quella divina. Dell'intervento divino fu sempre convinto Giovanni Paolo II. \"Una mano ha sparato - ripeterà il Pontefice - e un'altra mano ha deviato il proiettile\", alludendo a un intervento diretto della Madonna di Fatima, di cui proprio il 13 maggio ricorre l'anniversario della prima apparizione ai pastorelli portoghesi. E in effetti, certificherà il chirurgo Francesco Crucitti che aveva operato il Papa, quella pallottola aveva fatto un percorso strano, quasi uno zig-zag nel ventre del Pontefice, schivando di pochissimo tutti gli organi vitali e i principali vasi sanguigni. Ancora più misteriosa, se possibile, è la \"regia\" umana dell'attentato: il killer turco, Alì Agca, cambierà 52 versioni sulle ragioni che lo spinsero a cercare di uccidere il Papa. E ancora oggi non è chiaro quanti colpi fossero stati sparati in piazza San Pietro e quanti fossero gli attentatori (o i possibili complici) presenti tra le colonne del Bernini. Forse aiuterebbe a fare chiarezza una perizia sul proiettile che colpì il Papa, attraversandogli l'addome, e che Giovanni Paolo II, un anno dopo la sparatoria, decise di incastonare nella corona della Vergine di Fatima. Una cosa è certa: l'attentato avviene nel contesto mondiale della Guerra Fredda. E monsignor Rino Fisichella, che del libro di Antonio Preziosi ha scritto la prefazione, racconta con alcuni aneddoti come i servizi segreti polacchi tenessero sotto controllo il cardinal Wojtyla e continuassero a seguirlo anche a Roma dopo la sua elezione a Papa. Nel volume di Preziosi si riportano le parole del giudice Ilario Martella che rimane ancora oggi un convinto sostenitore della cosiddetta \"pista bulgara\" che individua i mandanti oltre la cortina di ferro. Giovanni Paolo II mostrò di non essere particolarmente interessato da quello che una volta, conversando con Indro Montanelli, definì il \"garbuglio\" che si muoveva dietro l'attentato. A lui interessava unicamente la spiegazione mistica e pensava che quel giorno si fosse adempiuto il terzo segreto di Fatima, rivelato dalla Vergine ai tre pastorelli. E che la sua salvezza fosse dovuta all'intervento diretto della Madonna e della Divina Misericordia alla quale era molto devoto, che lo avevano strappato a una morte che considerava sicura. Lo stesso Agca si è sempre chiesto come avesse fatto a sbagliare il colpo. Lo chiese direttamente allo stesso Papa nel celebre incontro nel carcere di Rebibbia durante il quale avrebbe chiesto al Pontefice: \"perchè non sei morto? Come ho fatto a sbagliare?\". Lui, killer infallibile, aveva sparato da tre LIBRI SAN PAOLO - Rassegna Stampa 18/03/2021 - 20/05/2021 248

12/05/2021 09:01 obiettivonews.it Sito Web metri con una potentissima arma da guerra: quel giorno il Papa doveva morire. E chissà come La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato sarebbe cambiata la Storia se Agca fosse riuscito nel suo intento. (ITALPRESS). LIBRI SAN PAOLO - Rassegna Stampa 18/03/2021 - 20/05/2021 249

12/05/2021 09:03 ilsitodisicilia.it Sito Web \" Il Papa doveva morire \", il libro che ricostruisce l'attentato a La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Wojtyla \"Il Papa doveva morire\", il libro che ricostruisce l'attentato a Wojtyla Di redazione ilsitodisicilia - mercoledì 12 maggio 2021 0 0 ROMA (ITALPRESS) - Sono passati quarant'anni dal 13 maggio del 1981: erano le 17.17 di un caldo pomeriggio romano in piazza San Pietro. Giovanni Paolo II benediceva e stringeva migliaia di mani tese di pellegrini accorsi a Roma per salutare il Papa polacco, il primo straniero dopo 650 anni di pontefici italiani. Quando alcuni colpi di pistola interruppero le grida di gioia dei fedeli e le trasformarono in urla di disperazione: il Papa venne colpito e si accasciò a bordo della \"papamobile\", la campagnola scoperta che lui stesso aveva introdotto per venire incontro ai fedeli. La notizia si diffuse in tutto il mondo e quel fatto di cronaca passerà subito alla storia. Quella giornata è raccontata come un film drammatico a lieto fine nell'ultimo libro del giornalista e scrittore Antonio Preziosi dal titolo \"Il Papa doveva morire\" (edizioni San Paolo, 240 pagine, 22 euro). Il volume parte dal racconto degli spari, il ricovero al policlinico Gemelli a bordo di una vecchia ambulanza senza scorta e con la sirena rotta, la corsa verso la sala operatoria chiusa la cui porta viene abbattuta a spallate dai medici, il drammatico intervento chirurgico di oltre cinque ore che si conclude con la salvezza del Papa. Il \"film\" raccontato da Antonio Preziosi fa incrociare due \"regie\": quella umana e quella divina. Dell'intervento divino fu sempre convinto Giovanni Paolo II. \"Una mano ha sparato - ripeterà il Pontefice - e un'altra mano ha deviato il proiettile\", alludendo a un intervento diretto della Madonna di Fatima, di cui proprio il 13 maggio ricorre l'anniversario della prima apparizione ai pastorelli portoghesi. E in effetti, certificherà il chirurgo Francesco Crucitti che aveva operato il Papa, quella pallottola aveva fatto un percorso strano, quasi uno zig-zag nel ventre del Pontefice, schivando di pochissimo tutti gli organi vitali e i principali vasi sanguigni. Ancora più misteriosa, se possibile, è la \"regia\" umana dell'attentato: il killer turco, Alì Agca, cambierà 52 versioni sulle ragioni che lo spinsero a cercare di uccidere il Papa. E ancora oggi non è chiaro quanti colpi fossero stati sparati in piazza San Pietro e quanti fossero gli attentatori (o i possibili complici) presenti tra le colonne del Bernini. Forse aiuterebbe a fare chiarezza una perizia sul proiettile che colpì il Papa, attraversandogli l'addome, e che Giovanni Paolo II, un anno dopo la sparatoria, decise di incastonare nella corona della Vergine di Fatima. Una cosa è certa: l'attentato avviene nel contesto mondiale della Guerra Fredda. E monsignor Rino Fisichella, che del libro di Antonio Preziosi ha scritto la prefazione, racconta con alcuni aneddoti come i servizi segreti polacchi tenessero sotto controllo il cardinal Wojtyla e continuassero a seguirlo anche a Roma dopo la sua elezione a Papa. Nel volume di Preziosi si riportano le parole del giudice Ilario Martella che rimane ancora oggi un convinto sostenitore della cosiddetta \"pista bulgara\" che individua i mandanti oltre la cortina di ferro. Giovanni Paolo II mostrò di non essere particolarmente interessato da quello che una volta, conversando con Indro Montanelli, definì il \"garbuglio\" che si muoveva dietro l'attentato. A lui interessava unicamente la spiegazione mistica e pensava che quel giorno si fosse adempiuto il terzo segreto di Fatima, rivelato dalla Vergine ai tre pastorelli. E che la sua salvezza fosse dovuta all'intervento diretto della Madonna e della Divina Misericordia alla quale era molto devoto, che lo avevano strappato a una morte che considerava sicura. Lo stesso Agca si è sempre chiesto come avesse fatto a sbagliare il colpo. Lo chiese direttamente allo stesso Papa nel celebre incontro nel carcere di Rebibbia durante il quale avrebbe chiesto al Pontefice: \"perché non sei morto? Come ho fatto a sbagliare?\". Lui, LIBRI SAN PAOLO - Rassegna Stampa 18/03/2021 - 20/05/2021 250