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UN ANNO IN TOURNÉE 17 DI ANDREA CENNI L 'edizione 2019 de Il Piemonte sarà The 2019 edition of Il Piemonte is going to be A YEAR ON TOUR davvero... una regione in tour per un anno intero. exactly that... a touring region, and for a whole year. Parteciperà alle fiere di Mosca, Londra e Rimini e a missioni nel resto del mondo, It will make its appearance at several fairs, in come nel 2018 a Orlando negli Stati Uniti. Moscow, London and Rimini, and at missions across Porterà con sé il racconto di alcune tra le world – like in Orlando, United States, in 2018. migliori espressioni della nostra terra. Sarà It will carry a narrative about some of the best nelle edicole e nelle librerie, negli eventi e expressions of our land. It will be in newsstands nelle manifestazioni, nei luoghi più cool della nostra regione, dalle Langhe ai laghi, dalle and bookshops, events and demonstrations, in the terme alle località di villeggiatura montane. Da subito disponibile su Amazon per coolest places of our region, from the Langhe to the soddisfare le richieste dei lettori che sono giunte dal resto d'Italia. lakes, from spas to mountain resorts. Sarà, insomma, una vera locomotiva in giro Immediately available on Amazon, for the happiness per il mondo, indipendente e contemporanea. Una locomotiva a cui aggiungere, ogni anno, of our furthermost readers, eager to buy it from all nuovi vagoni carichi di contenuti mitici ed esperienze nuove. parts of Italy. Un gesto concreto di attenzione per la nostra It will be, in short, the leading locomotive of a terra. Un segno di civiltà che di questi tempi vale la train touring around the world, independent and pena di marcare. • contemporary. A train that will gain new carriages Andrea Cenni Direttore editoriale every year, filled with new extraordinary content and new experiences. A concrete gesture of attention toward our land. A sign of civilization that, at these times, is worth marking. •
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L’EDITORIALE IL PIEMONTE, UNICO PERCHÉ DIFFERENTE 19 DI GUIDO BAROSIO I più aggiornati studi di marketing In Francia, ad esempio, non è così e il recente stanno trasformando le strategie di comunicazione. Il moltiplicarsi delle riaccorpamento nazionale in grandi macroregioni piattaforme editoriali – magazine a lunga periodicità, prodotti online, reti televisive ha creato polemiche ed evidenti incongruenze. Ma dedicate, blog, social media – ha messo il Piemonte ha, più di altri territori, quelle vette in campo infiniti scenari di visibilità, ma, di eccellenza che possono fare di una regione parallelamente, impone di lavorare sempre una regione competitiva. La nostra testata – che meglio sui contenuti. In particolare quando ha scelto l’efficace pay off ‘il racconto di una il prodotto è un territorio, con le sue terra meravigliosa’ – ha la missione dichiarata di peculiarità ed eccellenze. Il semplice ricorrere individuarle portandole alla ribalta. all’enfatizzazione non paga più, con evidenti rischi di dispersione sul fronte economico e Così, in questo numero troverete le carte operativo. Occorre quindi saper scegliere, vincenti sui diversi, possibili tavoli da gioco. lavorare sulla narrazione, individuare i veri punti Le abbiamo individuate estrapolando le stelle di forza: economici, turistici, enogastronomici, Michelin dal panorama enogastronomico, storici e artistici. Perché tutto è sinonimo raccontando le emozioni del derby nella storia di nulla. Ogni regione europea ha un tessuto calcistica di Torino, riconoscendo il cicloturismo complesso, e valori evidenti, ma non tutte e il golf come elementi di valore assoluto le regioni sono turisticamente spendibili, o nel rapporto tra sport e territorio, narrando narrabili come eccellenze enogastronomiche. e svelando i migliori resort piemontesi per offrire una specifica opportunità di soggiorno, In questo scenario, il Piemonte dispone di una facendo ‘parlare’ Leonardo da Vinci nell’anno ricchezza valorizzabile, perché può mettere in delle sue celebrazioni, scegliendo l’Isola di San campo innanzitutto il valore ‘storia’. Non tutti Giulio – e l’anno scorso la Sacra di San Michele i competitor, a partire dalle regioni più vicine – come icona dell’arte immersa in un contesto – la Lombardia, la Liguria, i territori francesi di naturale mozzafiato. Magazine con la profondità prossimità – possono vantare confini storici, la di approccio di un libro, ma anche libro con tradizione di uno stato unitario con la propria la freschezza e l’incisività di un magazine, Il capitale, un patrimonio linguistico e gastronomico Piemonte consegna ai lettori il proprio territorio codificato e fortemente caratterizzato. Inoltre, il con quell’efficacia di narrazione che riteniamo sistema Italia ha il vantaggio di essersi aggregato necessaria per essere visibili e competitivi. attorno ad alcune forti regioni-stato. Affrontando gli scenari internazionali certi di emozionare, incuriosire, conquistare l’attenzione e il consenso. • PIEDMONT, DIFFERENT AND THEREFORE UNIQUE The most up-to-date marketing studies are transforming communication strategies. The increasing number of publishing platforms – long periodicity magazines, online products, dedicated television networks, blogs, social media – has revealed the existence of infinite scenarios of visibility, but, simultaneously, it requires a specific work on the content. Especially when the product is a territory, with its peculiarities and excellencies. The simple use of emphasis does not pay more, with obvious risks of disper- sion on both the economic and operational front. It is therefore necessary to know how to make a choice, to work on the narrative, to identify the real strengths: economical, touristic, food&wine, historical, and artistic. Because everything is synonymous with nothing. Each European region has a complex fabric and clear values, but not all regions are profitable from the tourist point of view, or have a strong narrative as food and wine excellencies. In this scenario, Piedmont shows a richness with a huge potential, because it can throw into the game, first of all, the 'history' card. Not all competitors, starting from the closest regions - Lombardy, Liguria, the French territories across the border - can boast historical boundaries, the tradition of a unitary state with its own capital, a linguistic and gastronomic heritage, with a strong identity and deep regional roots. In addition, the Italian system has the advantage of having gathered around a few strong state-regions. In France, for example, this is not the case, and the recent national reorganisation in large macro-regions has generated controversy and shown evident inconsist- encies. Instead, Piedmont has, more than other territories, those peaks of excellence that can make a region a valuable competitor. Our magazine – which has chosen the effective pay off 'the tale of a wonderful land' – carries the mission to identify those strengths by highlighting them. So, in this issue you will find the winning cards on different, possible game tables. We have identified them by extrapolating the Michelin stars from the food and wine scene, by telling the emotions of the derby in the football history of Turin, by recognizing cyclotourism and golf as elements of absolute value in the relationship between sport and territory, by narrating and revealing the best Piedmontese resorts to offer a specific opportunity to stop here, by making Leonardo da Vinci ‘talk’ in the year of his celebra- tions, by choosing the Island of San Giulio – and last year the Sacra di San Michele – as an icon of art, immersed in a breathtaking natural environment. A magazine with the deeply analytical approach of a book, but also a book with the freshness and incisiveness of a magazine, Il Piemonte delivers its territory to its audience, with that effective narration that we believe it is necessary to be visible and competitive. By addressing international scenarios to excite, intrigue, gain attention, and consensus. •
20 UNA SQUADRA PER IL PIEMONTE ILLUSTRAZIONI DI MATILDE MARTINEZ GUIDO BAROSIO GIAN PAOLO ORMEZZANO ROCCO MOLITERNI Giornalista, travelwriter, foodwriter, docente Per tutti GPO, Torino 1935, non laureato, Lucano d’origine e torinese d’adozione, pensa e responsabile di progetti formativi. Dirige Il nuotatore bravino e maratoneta fachiresco, di laurearsi, presto o tardi, in ingegneria Piemonte dal 2018 e Torino Magazine dal 1999. giornalista dalla seconda elementare (scriveva mineraria. Nel frattempo scrive di arte, viaggi Ha collaborato con numerose testate in ambito pensierini ai compagni). Tuttosport poi e gastronomia per La Stampa. Collabora alla turistico ed enogastronomico. Dal 2009 al 2011 La Stampa, Famiglia Cristiana trasversale. Guida dei ristoranti dell’Espresso e cura la ha diretto l’agenzia di stampa LaPresse, partner Zodiaco Vergine (non ci crede). rubrica ‘Quel cuoco è un artista’ sul Giornale italiana di Associated Press. Calcio Toro (ci credeeeee). dell’Arte. Ha pubblicato per Mondadori i libri Ha scritto ‘Europa vista dal cielo’ e ‘Marocco’ Reportage: Olimpiadi 25, Giri d‘Italia 28, ‘Parlami d’amore ragù’ e ‘Non so che pesci per White Star (con otto coedizioni Tour de France 15, Mondiali di calcio 7, pigliare’ e, per Svpress, ‘Non basta la pasta. internazionali, tra cui National Geographic) e ha uomo sulla Luna 1. Scritti 150 milioni circa 50 sughi mentre l’acqua bolle’. Gli piace far lavorato ai tre volumi ‘Europa città da scoprire’ di caratteri, da salvare un epigramma: da mangiare. Ama l’ironia in chi si occupa di (Touring Club). Nel 2017 si è aggiudicato il Al 4 senza/non far sapere/che il 4 con/ cucina e non sopporta quelli che si prendono Premio Stampa Israele. Ha realizzato oltre 150 ha il timoniere. reportage in 100 paesi. Ama Parigi, i gatti e il troppo sul serio. jazz, passione granata senza limiti. DARWIN PASTORIN RICCARDO AMAPANE ROSALBA GRAGLIA Nato in Brasile nel 1955, è figlio, nipote e Torinese doc, giornalista, una laurea in Torinese, una laurea in storia, scrive di luoghi pronipote di emigranti veneti e papà di sociologia, per vent’anni si è occupato di e di cibi per Bell’Italia, Bell’Europa, Santiago (Torino, 1998). Ha avuto buoni comunicazione a 360 gradi, passando dal In Viaggio, Gambero Rosso, La Stampa. maestri, come Giovanni Arpino e Vladimiro Gruppo FIAT, ora FCA, al Gruppo Generali, Autrice di guide e di numerosi reportage, cura Caminiti. E ha due squadre del cuore: dove ha vissuto un’esperienza brasiliana a Rio per l’ente nazionale del turismo francese Palmeiras di San Paolo e Juventus. Un solo de Janeiro. Juventino da quando è nato, grazie la rivista Rendez-vous en France. idolo: Pietro Anastasi (Catania, 1948). Adora alla forte passione tramandata da suo padre, A Torino ha dedicato molti articoli e una Hemingway e De André, Soriano e Guccini. per decenni dirigente bianconero ai tempi di guida insolita, ‘Torino al femminile’. Se fosse Torino è, per lui, una delle città più belle Boniperti, Sívori e Charles. Appassionato di vissuta nell’800 sarebbe stata una fan del del mondo. E non accetta discussioni. golf, dal 2014 è responsabile relazioni esterne verticalismo ossessivo di Antonelli, oggi è e rappresentante degli atleti dilettanti del affascinata dalla nuova Torino dei recuperi Comitato Regionale Piemonte, Liguria e Valle d’Aosta della Federgolf. Quest’estate urbani e delle architetture contemporanee. parteciperà agli European Masters Games.
21 LAURA PARIANI FRANCO FAGGIANI EDMONDO BERTAINA Attenta interprete del Lago d’Orta e delle sue Giornalista e scrittore, è nato a Roma ma ha Come suggeriva Wisława Szymborska, atmosfere, scrittrice, pittrice e fumettista, dagli il ‘campo base’ a Milano. Ha fatto il reporter «A prescindere da quanto si è vissuto, anni ’90 si dedica soprattutto alla narrativa. freelance in alcune zone ‘calde’ del mondo il curriculum dovrebbe essere breve». Tra i suoi libri più recenti: ‘Nostra Signora degli (nel posto sbagliato al momento giusto), ha Quindi: torinese doc, giornalista dal secolo scorpioni’ (insieme a Nicola Fantini, Sellerio, scritto di sport, economia, turismo, agricoltura, scorso per il gusto dell’effimero, invischiato 2014), ‘Per me si va nella grotta oscura’ (Didattica enogastronomia. Ha firmato una ventina di libri, nelle cose dell’arte contemporanea, Attiva, 2016), '«Domani è un altro giorno», tra manuali, guide, saggi, libri fotografici. indipendent scholar in disillusioni e amarezze disse Rossella O’Hara' (Einaudi, 2017), ‘La foto In carnet ci sono anche sei romanzi. comparate. di Orta’ (Interlinea, 2017), ‘Di ferro e d’acciaio’ ‘La manutenzione dei sensi’, Fazi Editore, Attualmente direttore di Gazzetta Torino, (NNE, 2018, Premio Mondello), ‘Il lago dove pubblicato nel 2018, è ambientato tra devoto a Cioran con cuore irrimediabilmente nacque Zarathustra. Guida letteraria di Orta’ le montagne della Val di Susa. granata. (Interlinea, 2018), ‘Il gioco di santa oca’ (La nave Nella primavera 2019, sempre per Fazi, di Teseo, 2019). Ha all’attivo una ventina di opere uscirà ‘Il guardiano della collina dei ciliegi’. teatrali rappresentate in Italia e all’estero. Ha Oggi alterna alla narrativa e ai progetti editoriali partecipato alla sceneggiatura di ‘Così ridevano’ lunghe escursioni ad alta quota. di Gianni Amelio (Leone d’oro 1998). WALTER COMELLO PAOLO VIBERTI ROBERTO MARTINEZ Chiedete a un bambino cosa farà da grande Sono giornalista, scrittore, emerodromo Nato a Torino, ma emigrato nel Canavese, e forse vi risponderà il pompiere; chiedetegli e mental coach. Ho lavorato 35 anni a è art director, scrittore, vignettista satirico cosa sarà da grande, vi dirà un bravo pompiere. Tuttosport, con un palmares visivo ed emotivo e killer seriale (se pagano bene). Sono un dottore della mente che cura la di 9 Olimpiadi, 30 Giri d’Italia, 17 Tour de I clienti lo apprezzano perché capisce mente quando si ammala e spesso il corpo per France, innumerevoli Mondiali o Europei di al volo e le riunioni durano poco. sua conseguenza. Se fai bene le cose puoi non ciclismo, basket, sci, fondo, slittino, baseball. Dotato di un fulminante sense of humor vincere, ma non perderai mai. E la vita? Ne sarà Da innamorato della bici, ho scalato da solo e di una capacità di scrittura non comune, valsa la pena! Ho attraversato oceani, deserti e tutte le vette di Giro e Tour. Ho scritto nove Roberto ha pubblicato quattro libri editi foreste, sono un esploratore dell’animo umano libri: ‘L’ultimo avversario’, ‘Coppi segreto’, da Comix, Battello a Vapore, GEMS e ho imparato che ogni volta che incontri un ‘Storia delle Olimpiadi’, ‘Storia delle Olimpiadi uomo non sarai più lo stesso, e neppure lui. invernali’, ’L’inconscio di Coppi’, ‘La storia del e L’Erudita. Sermig e di Ernesto Olivero’, ‘I dannati del pedale. Da Coppi a Pantani’, ‘Il Gran Piemonte ha fatto 100’ e ‘Bianchini, «Le mie bombe»!'.
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ANNO II numero 2 - 2019 www.ilpiemonte.eu Corso Palestro, 9 - 10122 Torino - Tel. 011.0364950 Il Piemonte è pubblicato da Metropolis Srl Registrazione Tribunale di Torino n. 7 del 17 marzo 2013 Direttore responsabile Guido Barosio Art Director Roberto Martinez Traduzioni Alessandra Cenni e Sara Beatrice Roberti Editing e correzione boze Sara Lanfranchini Hanno collaborato Riccardo Amapane, Alessia Belli, Edmondo Bertaina, Arturo Brachetti, Tommaso Cenni, Walter Comello, Franco Faggiani, Rosalba Graglia, Andrea Mezzanotte, Rocco Moliterni, Gian Paolo Ormezzano, Laura Pariani, Darwin Pastorin, Rita Rapisardi, Silvio Salvo, Laura Sciolla, Paolo Viberti Illustrazioni Matilde Martinez Fotografie Erminando Aliaj, Flavio Amelotti, Adriano Bacchella, Andrea Basile, Luca Biolcati, Marco Carulli, Virginia Chiodi Latini, Paolo Chiodini, Pietro D'Aprano, Colin Dutton, Davide Dutto, Francesco Gili, Beatrice Pilotto, Luca Privitera, Stefano Sciuto, Brambilla Serrani, Crosio Solange, Alessandra Tinozzi, Angelo Valazza, Lido Vannucchi, Marco Varoli Archivi: Deposiphotos, Distretto Fotografico, Federgolf Piemonte, Fondazione Sandretto Re Rebaudengo, Fotolia, Beppe Ghisolfi, La Madernassa, Lapresse, Luca Mercalli, Musei Reali Torino, Regione Piemonte, Synergie, Tallone-Polenghi, Thok E-Bikes, Vialattea, Silvio Vigliaturo Segreteria di redazione [email protected] Corso Palestro, 9 - 10122 Torino - Tel. 011.0364950 - Fax 011.0364951 Advertising [email protected] Nell’eventualità che testi e illustrazioni altrui siano riprodotti in questa pubblicazione, l’editore è a disposizione degli aventi diritto che non si siano potuti reperire. L’editore porrà inoltre rimedio, dietro segnalazione, a eventuali non volute omissioni e/o errori nei relativi riferimenti Distribuzione edicole Piemonte F.lli Devietti, Settimo (To) Tst Distribuzione, Leinì (To) Stampa Stige Spa San Mauro (To) In copertina l'isola d'Orta San Giulio, Deposiphotos
SOMMARIO 6 1 1 1 1 9542 26 L’ISOLA DI SAN GIULIO DI LAURA PARIANI 2 42 ARTE E CULTURA PER UN TURISMO VINCENTE DI ROSALBA GRAGLIA 56 PIEMONTE TERRA DI STELLE DI ROCCO MOLITERNI 72 LUCA MERCALLI: «TEMPUS FUGIT» DI ALESSIA BELLI 6 76 LA SIGNORA DELL'ARTE CONTEMPORANEA DI GUIDO BAROSIO 80 BEPPE GHISOLFI: È PIEMONTESE L’UOMO DELLE BANCHE DI EDMONDO BERTAINA 84 SCENARI INNOVATIVI PER LA MONTAGNA DEL FUTURO 2 DI ANDREA MEZZANOTTE 88 LAVORO IN PIEMONTE: OPPORTUNITÀ, DEBOLEZZE E SFIDE DI LAURA SCIOLLA 92 LEONARDO: CON GLI OCCHI E NELLA MENTE DEL GENIO DI WALTER COMELLO 100 IL PIEMONTE PER IMMAGINI 00 DI RITA RAPISARDI 116 VIGLIATURO, IL SEGRETO DI ESSERE ARTISTA DI RITA RAPISARDI 120 PEDALANDO CON IL SORRISO DI PAOLO VIBERTI 132 L'ALFABETO DEL CICLOTURISTA 20 DI PAOLO VIBERTI 136 100 ANNI DI COPPI E GIRARDENGO DI PAOLO VIBERTI 138 QUELLA LUNGA BATTAGLIA SENZA TREGUA DI GUIDO BAROSIO, GIAN PAOLO ORMEZZANO, DARWIN PASTORIN 38 152 PIEMONTE TERRA DI GOLF DI RICCARDO AMAPANE 166 L’ACCOGLIENZA È UN’ARTE RAFFINATA DI FRANCO FAGGIANI, FOTO DI ADRIANO BACCHELLA 183 LE 100 MIGLIORI RISTOTAVOLE DEL PIEMONTE A CURA DELLA REDAZIONE 66 207 CALENDARIO EVENTI A CURA DELLA REDAZIONE 240 IL PIEMONTE E QUELLA VOLTA CHE FUMMO MERAVIGLIOSI DI TOMMASO CENNI
PERLA D’ARTE E DI FEDE
28 MATER ECCLESIAE DI LAURA PARIANI, FOTO DEPOSIPHOTOS Il grande palazzo dell’ex Seminario Vesco- vile si impone per primo allo sguardo di chi Incastonata nel Cusio come un gioiello, l’isola prende uno dei tanti motoscafi che fanno di San Giulio regala al visitatore la dimensione la spola tra la terraferma e l’isola. Attual- del silenzio e del mistero. Luogo di incanti mente è occupato da un monastero bene- e di meraviglie create dall’uomo, ha sedotto dettino femminile di clausura. Dalla fon- santi, musicisti, scrittori e poeti. dazione, nel 1973 a opera di sei monache, la E il tempo sembra essersi fermato, assorto comunità è molto cresciuta – ora ci vivono di fronte a tanta bellezza un’ottantina di suore – tanto che è stata chiamata a sostenere realtà monastiche NELLA PAGINA A FIANCO: P iero Chiara, che di laghi se ne inten- molto antiche (abbazia di Sant’Antonio a deva, ne ‘Il silenzio di Orta’ (1983) Ferrara, monastero dell’Annunziata a Fossa- LA BASILICA DI SAN GIULIO racconta che durante la creazione del no e di San Raimondo a Piacenza), dove il NELLE VOLTE A CROCIERA SI POSSONO mondo Domineddio usò prevalentemente calo delle vocazioni rischiava di provocare tinte forti, dense e coprenti; ma, arrivato la chiusura. Inoltre, dal 2002 una parte del- AMMIRARE GLI AFFRESCHI OPERA nell’Alto Piemonte, preso da un estro ro- le consorelle si è trasferita in Valle d’Aosta DEL VALSESIANO CARLO BORSETTI, mantico, o forse per vincere una delle sue a Saint-Oyen, fondando il monastero Regi- TRA CUI 'L'ASCESA GLORIA DI SAN GIULIO divine malinconie, sulla seta intatta del cielo na Pacis, ora divenuto priorato dell’isola di impiegò colori all’acquarello… Fate la prova: San Giulio. Meriterebbe più di una pagina E DEI SANTI ELIA, DEMETRIO, imboccate la discesa che da Gozzano porta la vicenda della crescita eccezionale delle FILIBERTO E AUDENZIO' alla riva del Cusio e vi scoprirete ammalia- vocazioni femminili di clausura. ti di fronte alle mille sfumature di verde e d’azzurro da cui, tremolando dietro un velo Qui basterà ricordare che sicuramente gran di luce, emerge l’isola di San Giulio. E, im- merito va alla figura prestigiosa della madre mediatamente, non potrete che dar ragione badessa Anna Maria Cànopi, che per anni a Piero Chiara e alla sua definizione di Orta ha retto l’abbazia Mater Ecclesiae e che, per come ‘acquarello di Dio’. ragioni di età, si è dimessa nello scorso no- vembre; al suo posto le monache riunite in UN LUOGO DENSO DI MEMORIE capitolo hanno eletto Maria Grazia Giro- limetto, 55 anni, architetto comasco. Oltre L’isola di San Giulio fu all’inizio possedimen- alla preghiera, conformi alla regola benedet- to longobardo e poi, fin dall’Alto Medioevo, tina di ora et labora, le monache si dedica- divenne un’enclave vescovile autonoma, in no al restauro di paramenti e tessuti antichi, mezzo a territori appartenenti prima al Du- dipingono icone, compiono ricerche su testi cato di Milano e poi allo Stato sabaudo. I antichi, eseguono traduzioni; a questo pro- vescovi di Novara, che avevano il titolo di posito hanno una propria tipografia. conti dell’isola e della Riviera di Orta, vi ri- siedevano per alcuni mesi all’anno e, in tem- LA BASILICA DI SAN GIULIO pi di tumulti e pestilenze, anche più a lungo. Proprio per questo andirivieni della Curia da La tradizione vuole che sia stata fondata da Novara al Cusio, i residenti sull’isola erano San Giulio attorno all’anno 390. Avendo su- per la gran parte ricchi canonici, con codaz- bito un grave danneggiamento durante un as- zo di notai e burocrati ecclesiastici. Un’élite, sedio, dopo il 962, col benestare dell’impe- oltre che nobile, con un alto grado d’istru- ratore Ottone, inizia la ricostruzione: viene zione letteraria, giuridica e teologica. Alcuni, conservata l’abside antica, si realizzano la nave col titolo di magisteri, gestivano una scuola traversa, le tre navate, le due absidi minori e frequentata non solo da aspiranti alla car- la facciata. Successiva è l’aggiunta della cupo- riera ecclesiastica, ma dai rampolli delle più la ottagonale sulla crociera, su cui si innesta- cospicue famiglie del tempo. no i matronei. La torre campanaria, separata dalla chiesa, sarebbe invece opera dell’abate Guglielmo da Volpiano, nato sull’isola nel già citato assedio e tenuto a battesimo dallo stesso imperatore Ottone. La costruzione, in pietra viva, daterebbe intorno all’anno Mille, nello stesso tempo in cui l’abate stava realiz- zando l’abbazia di San Benigno a Fruttuaria. Il primo colpo d’occhio di chi entra va ai co- loratissimi dipinti tardo medievali e del pri- mo Cinquecento, che occupano non solo le
© ARCHIVIO FOTOGRAFICO ASSOCIAZIONE CUSIUS pareti perimetrali e le volte dell’edificio, ma © ARCHIVIO FOTOGRAFICO ASSOCIAZIONE CUSIUS anche i piloni che delimitano e separano la navata principale dalle due navate minori. L'AMBONE, OPERA DI MAESTRANZE COMASCO-LOMBARDE, È RISALENTE AI PRIMI DECENNI DEL Quando poi il visitatore si avvicina alle impo- XII SECOLO. DAL FASCINO ANTICO, RAPPRESENTA IN SÈ ALCUNE DELLE CLASSICHE ICONOGRAFIE nenti raffigurazioni dei santi sui pilastri, rima- MEDIEVALI, COME IL CENTAURO, IL CERVO, IL GRIFONE E IL COCCODRILLO ne colpito e abbastanza sconcertato dall’ab- bondanza di graffiti in lingua latina, lasciati nel corso dei secoli da numerosi pellegrini sui panneggi delle vesti dei personaggi affresca- ti. È quasi un diario del passato: dalle anno- tazioni sulla morte di prelati o sulla visita di personaggi eminenti («Regina Hispaniarum venit») alle cronache di pestilenze e gelate fuori stagione, fino alla segnalazione di esor- cismi praticati su una donna ‘ispiritata’, porta- ta qui a baciare le reliquie di San Giulio in una cerimonia affollatissima («multis videntibus»). Ma certamente il capolavoro che incanta e calamita gli sguardi dei visitatori è l’ambo- ne, opera di maestranze comasco-lombarde, nei primi decenni del XII secolo. Sarà forse il colore del materiale, l’oscurità profonda del serpentino delle vicine cave di Oira, fatto sta che, per l’occhio comune, il nero che la pietra ha assunto è la tonalità della perdi- zione, dell’inferno e del dolore; ma non do- vremmo dimenticare che è anche colore del
© ARCHIVIO FOTOGRAFICO ASSOCIAZIONE CUSIUS San Giulio – guance incavate, mento mas- siccio, calzari da camminante, mani pesanti che impugnano il bastone a tau tipico degli abati – è da tempo oggetto di discussione. Ma che importa che si chiamasse Gugliel- mo da Volpiano o in altro modo? In fondo, all’epoca in cui l’ambone fu scolpito, un fi- losofo ipotizzò che i nomi altro non fossero che vanità, vuoti suoni, flatus vocis. Nella cripta, in un’urna di cristallo con fregi d’argento, si venerano i resti di San Giulio, col bastone e la tazza di vetro az- zurro. Particolare è la storia di questo san- to venuto col fratello Giuliano dall’isola ESTERNO DELL'ABBAZIA MATER ECCLESIAE. sacro, come nell’immenso cubo della Kaa- IL MONASTERO BENEDETTINO FEMMINILE ba alla Mecca; o, addirittura, come dice San Giovanni della Croce, un colore dotato del- DI CLAUSURA È RISALENTE AL 1973. la più intensa luminosità. Oppure sarà per la OGGI CI VIVONO CIRCA 80 MONACHE CHE forza che ci trasmette la rappresentazione dei tanti animali – veri o immaginari, sel- SI ADOPERANO IN VARIE DISCIPLINE: vaggi o domestici – che ne percorrono le RESTAURO DI TESSUTI PREGIATI, RICERCHE pareti, combattendosi e avvinghiandosi: il nostro cuore di appartenenti a una civiltà SU TESTI ANTICHI E PITTURA DI ICONE urbanizzata e tecnologica sobbalza di fronte all’acre odore di bestia che pare esalare da Dopo la visione queste sculture. L’occhio rimira, affascinato. d’insieme emergono La mano si muove involontariamente nel i dettagli: la curva di desiderio di sfiorare il materiale che sembra un corno o di un’ala, umido, quasi untuoso, praticamente vivo. lo sporgersi di una bocca umida d’erba, Dopo la visione d’insieme emergono i det- una seghettatura tagli: la curva di un corno o di un’ala, lo di denti aguzzi, un sporgersi di una bocca umida d’erba, una battito di palpebre seghettatura di denti aguzzi, un battito di palpebre. Il tempo della narrazione si sfalda, le immagini galleggiano nella nostra mente sillabando la dimensione del silenzio e del mistero. Silenzio dello spazio sacro, ché – come ha scritto Carlo Carena in ‘Sculture dipinte’ (2011) – questo ambone «sta al cen- tro della cerchia del Cusio come la pietra del santuario di Apollo a Delfi era l’ombelico del mondo». Qui il mistero domina: non solo nei simboli del bestiario medievale, ma anche nella severità dell’angelo che sovrasta l’am- bone: a ricordarci che la salvezza non è una grazia che viene concessa, ma una condizio- ne che si conquista nella lotta. E l’enigma continua nella figura del pellegrino: qua- le sia l’identità del personaggio raffigurato sull’antico ambone della chiesa dell’isola di
greca di Egina a evangelizzare la Riviera L’interpretazione della leggenda vuole che 31 cusiana. La leggenda racconta che i bar- la figura del drago simboleggi il Male, cioè il caioli di Orta rifiutarono di traghettarlo culto di antiche divinità che si opponeva alla sull’isola, per paura dei draghi che vi re- gnavano. Perciò gli affreschi lo raffigura- diffusione del cristianesimo. Fatto sta che no nella sua personalissima traversata del nella sacristia della Basilica si può ammira- lago, usando a mo’ di barca il suo mantel- re la grossa vertebra fossile di un misterioso lo e come remo il bastone da pellegrino. animale emerso dai fondali del lago… In ogni Canta la canzone popolare: caso, sgominati col segno della croce i mo- «Voga, voga, o mia barchetta, non temer della tempesta; stri che infestavano l’isola, Giulio cominciò la voga, voga, l’onda è questa che San Giulio navigò». costruzione di una chiesa, mentre il fratello Giuliano rimasto sulla terraferma si metteva a edificarne un’altra. Il tutto con un unico mar- tello che i due santi fratelli si lanciavano da una riva all’altra per lavorare a turno.
34 Per il suo fervore ‘edilizio’ – narra infatti la CASA TALLONE leggenda che il pellegrino Giulio, durante Fu l’antica scuola, centro di produzio- il suo viaggio dalla Grecia al Cusio, costruì ne e formazione culturale del Novarese, ben 99 chiese – il santo è diventato pa- e nel contempo residenza dei canonici trono dei muratori, che lo festeggiano con dell’isola, che mantennero sempre, almeno una processione sull’acqua il 31 gennaio. Chi può non si lasci scappare in quell’occa- fino alla vigilia della Rivoluzione francese, sione il giro dell’isola in barca, per gustare una distanza aristocratica rispetto al resto il divino acquarello che sempre sgocciola della popolazione ortese. Qui, ospite del nell’aria brumosa. prevosto di San Giulio, passò varie estati il poeta milanese Carlo Porta, che aveva sposato nel 1806 Vincenzina Prevosti, di famiglia originaria della Riviera cusiana. Dal 1957 una sala, intitolata a Eleonora Tallone — moglie di Cesare e madre di Cesare Augusto — è stata aperta al pubblico divenendo sede di concerti «UN IMMENSO FINESTRONE SUGGERITO DA MIO PADRE, INQUADRA LA BASILICA DI SAN GIULIO. POSTO AL CENTRO DEL LAGO, LO DOMINA. ERA PER ME L'ANGOLO PIÙ BELLO DEL MONDO, VI TRASCORREVO INTERE GIORNATE IN CONTEMPLAZIONE» CESARE AUGUSTO TALLONE © ARCHIVIO TALLONE-POLENGHI
Passata di proprietà al conte Vincenzo Pe- © ARCHIVIO TALLONE-POLENGHI roli, naturalista, vi soggiornò fin dalla gio- ventù il pittore Cesare Tallone, direttore dell’Accademia Carrara di Bergamo e poi di quella di Brera a Milano: fu proprio per dar luce alla stanza dove dipingeva che vennero aperti due finestroni nella parte superiore dell’edificio. In seguito la casa fu comprata dal figlio, Cesare Augusto Tallone, «artefice di costruzioni sonore» a detta di D’Annunzio: studiando e speri- mentando, arrivò a produrre il primo pia- noforte italiano gran coda da concerto. Per il suo orecchio infallibile, l’altissima sensi- bilità musicale e la perfetta conoscenza del- lo strumento, lo volle con sé come accorda- tore personale il pianista Arturo Benedetti Michelangeli, che a volte qui amava isolarsi quando si preparava all’incisione dei suoi di- schi. Dal 1957 una sala, intitolata a Eleonora Tallone — moglie di Cesare e madre di Cesa- re Augusto — è stata aperta al pubblico dive- © ARCHIVIO TALLONE-POLENGHI
36 nendo sede di concerti: ogni anno, nel mese LA VIA DEL SILENZIO di giugno, vi si svolge il Festival Cusiano di L'APPRODO A CASA TALLONE Musica Antica, coordinato dall’Associazione Si chiama così l’unico stradello che corre in- Amici della Musica di Novara; a fine estate, torno all’isola, incassata tra le alte mura del poi, si apre il Settembre Musicale, dove gio- monastero e le cancellate delle ville nobi- vani pianisti di tutto il mondo si cimentano liari che si affacciano sul lago. «Il silenzio si su un pianoforte Tallone. addice a Orta», dice Piero Chiara nella pa- gina già citata. E il visitatore che andrà a San © ARCHIVIO TALLONE-POLENGHI
Giulio in un pomeriggio non festivo riuscirà a gustarlo, sorprendendosi all’unico rumo- re dei propri passi e sentendosi fuori dal mondo per il tempo di tutta la passeggia- ta. E forse perfino gli giungerà qualche voce d’altri tempi, non ancora spenta. UN PIZZICO DI LETTERATURA che il palazzo dell’ex Seminario sia sempre È L'UNICO STRADELLO CHE PERCORRE L'ISOLA presente nei romanzi. Qui per esempio è IN MANIERA CIRCOLARE. PASSEGGIANDO PER Da sempre l’isola di San Giulio è una delle ambientato ‘C’era due volte il barone Lam- LA 'VIA DEL SILENZIO' A SAN GIULIO SI PUÒ mete turistiche più prestigiose del Piemon- berto (ovvero I misteri dell’isola di San CAPIRE IL SIGNIFICATO DEL SUO NOME: te. Due secoli fa erano i poeti romantici che, Giulio)’ di Gianni Rodari, pubblicato nel PACE E QUIETE SONO DISTURBATE SOLO percorrendo la rotta del Grand Tour, veni- 1978. Proprio tra queste vecchie mura il vec- DAL RUMORE DEI PROPRI PASSI vano qui a cercare l’energia vitale emanata chio Lamberto, acciaccato da una quantità dai laghi alpini; e insieme a loro arrivavano di malattie – ventiquattro, tutte elencate di- Da sempre l’isola le carrozze di leggendari milord ricchi sfon- ligentemente in ordine alfabetico, dalla A di di San Giulio è una dati che viaggiavano con le tasche gonfie di artrosi alla Z di zoppia – resta in vita perché delle mete turistiche monete d’oro – e non le contavano mai… sei persone appositamente pagate, «più vit- più prestigiose – Poi venne il turismo di massa, raccontato to, alloggio e caramelle a piacere», pronun- del Piemonte nei suoi inizi dal romanzo di Achille Cagna, ciano ininterrottamente per settimane il suo ‘Alpinisti ciabattoni’ (1888): ai due protago- nome: «Lamberto, Lamberto, Lamberto…». nisti Gaudenzio e Martina Gibella, salumai E come poi non ricordare il racconto ‘L’ac- della Bassa venuti a passare una vacanza sul cordatore’ di Piero Chiara? Dedicato nel Cusio tanto decantato dal Baedeker allora 1983 al famoso Cesare Augusto Tallone, in voga, non interessano le bellezze natu- ha pagine dense sull’atmosfera invernale ralistiche né quelle artistiche, tanto che si dell’isola, con nebbia, persiane chiuse, albe- sganasciano dagli sbadigli durante la visita alla Basilica. Naturalmente ci sono stati, nel corso del tempo, visitatori più attenti che, affascina- ti dall’isola, l’hanno raccontata nei diari o in opere letterarie. Per citare gli esempi più famosi, basterà accennare al poeta milanese Carlo Porta che, ormai gravemente malato di gotta e quindi in preda al più funesto degli umori, qui ambienta il tragico finale del suo ultimo componimento ‘La guerra di pret’ (postumo, 1821): il disgraziato abate Ovina viene portato sull’isola e rinchiuso nel buio del torrione della prigione vescovile, a causa del suo amoreggiare con la ‘bella montagne- ròtta’ Luisa. Dei tempi aspri in cui qui sorgeva un castello – abbattuto nella prima metà dell’Ottocen- to insieme a quel che rimaneva delle fortifi- cazioni chiamate ‘il muro della regina’ – non resterebbe più niente se non rivivessero nel romanzo storico ‘Berengario e Villa’ (1883) di Carlo Calcaterra: vi si racconta come un re spodestato e una regina di sangue rabbio- so sfidarono l’esercito dell’imperatore Otto- ne asserragliandosi sull’isola. Ma l’assedio da loro voluto si rivelò, nella lotteria della so- pravvivenza, un biglietto perdente: termina- ti i viveri, ai soldati affamati non rimase che sedere impettiti nelle sale gelide del castel- lo, tenendo la testa alta sopra lo stomaco vuoto, in attesa della morte. Forse è la gran- diosità e la sua difficile accessibilità a far sì
38 ri spogli e, soprattutto, il ‘silenzio perfetto’. l’isolamento – o letteralmente sbarcando su un’isola – possiamo capire (complice il Giuseppe Tornatore vi Dopo di lui, a opera di una gran quantità di silenzio) alcune cose di noi. Forse per que- ha girato alcune scene giallisti contemporanei (dal thriller ‘I nu- sto il regista Giuseppe Tornatore vi ha gi- de ‘La corrispondenza’ meri della sabbia’ di Roger R. Talbot ai rato alcune scene de ‘La corrispondenza’ con Jeremy Irons e fumetti di Martin Mystère), è diventato con Jeremy Irons (2016) e Umberto Eco vi Umberto Eco vi ha di moda ambientare nell’isola di San Giulio ha costruito il finale dell’ultimo romanzo, costruito il finale ‘Numero zero’ (2015). dell’ultimo romanzo, storie truci e sgomentanti, spesso percorse ‘Numero zero’ IL TRAMONTO PIÙ ROMANTICO da una venatura esoterica. Probabilmente DEL PIEMONTE questo nasce dal fatto che un’isola è un Per un addio comme il faut converrà sali- re al Sacro Monte e guardare l’isola di San luogo capace di divenire, per la sua forza Giulio dall’alto, magari al calar del sole. Al- lora, davanti alla languente dolcezza della evocativa, metafora di situazioni esisten- luce riflessa dall’acqua, il visitatore farà sue ziali. E perciò San Giulio è un meccanismo le parole di Eleonora Duse, che per il terzo letterario quasi magico. Basti pensare alla atto de ‘La dame aux camélias’ chiese una forza della parola ‘isolarsi’, col suo richia- vestaglia color tramonto sul Lago d’Orta. • mo all’idea di spazio chiuso, protettivo o inquietante; e al concetto di distanza dalla terraferma da cui ci si allontana per scel- ta o per costrizione, per poco o in modo definitivo. È sempre la distanza a definire le relazioni umane: perciò, sperimentando
Nestled in Cusio BY LAURA PARIANI, PHOTOGRAPHY DEPOSIPHOTOS like a jewel, San Giulio island gift the tourist with Piero Chiara, who really knew about lakes, in the ‘Il silenzio di Orta’ (1983) says that during the creation of the world, The Lord used utter silence and mystery. mostly strong colours, thick and covering, but when he arrived in the high Piedmont, washed over by romantic feelings or, maybe, to It is a place of splendor overcome his divine melancholy, he used watercolours on the intact silk of the sky... You don’t believe it? Try to walk down the road that and marvels created by goes from Gozzano to Cusio shore, you will be enchanted by the thousand shades of green and blue from which, like behind a thin veil humankind. It has enchanted of light, San Giulio emerges. You won’t be able to disagree with Piero Chiara when he called Orta the ‘watercolours of God’. saints, musicians, writers and poets. The time seems to Land of memories have stopped, charmed by all The island of San Giulio was Lombardic land and, since the High Middle ages, it turned into a independent episcopal enclave in a territory that first belonged to the Duchy of Milan and then to the Savoy. The Viscounts of Novara, who had the title of Counts of the that beauty island and of the Riviera di Orta, used to live there for few months a year and, during times of epidemics or turmoil, even for longer. Because of this coming and going of the Curia of Novara to Cusio, the inhabitants of the island were mostly wealthy church men JEWEL OF ART AND FAITH with their mob of personal clerical bureaucrats and notaries. An élite that not only was noble, but with a high level of education in literature, jurisprudence, theology. Some of them with a magistrate title would run a school not only for those interested in an ecclesiastic career but also for the heirs of the most important families of the time. Mater Ecclesiae The huge palace that once was the Seminario Vescovile [Episcopal Seminary, ndt] is the first thing that catches the eye of those who take one of the many speedboats that go back and forth between the mainland and the island. Nowadays the building is a Benedictine mon- astery for cloistered nuns. From its foundation, happened back in 1973 by six nuns, the community of nuns grew exponentially and now they are eighty. The nun community is so well adjusted that has been called from ancient monasteries and Abbeys around Italy (Sant’An- tonio abbey in Ferrara, Annunziata monastery in Fossano and San Raimondo monastery in Piacenza) to help them since, with the decrease of the vocation, those centenary institutions risked to be closed. In addition to that, in 2002, some of the nuns moved to Valle d’Aosta, in Saint-Oyen and founded the Regina Pacis monastery, now Priory of San Giulio. The extraordinary increase of vocations in women to a cloistered life deserves more than a page, but it will have to suffice to know that all of this was possible mostly thanks to Mother Prior Anna Maria Cànopi who, for years, run Mater Ecclesiae Abbey and resigned from the role last November due to her advanced age. For the role was chosen Maria Grazia Girolimetto, 55, lawyer from Como. There is more to the nuns than the old Benedictine motto ora et labora, they also restore old vestments and fabrics, paint Holy icons, research and translate the ancient texts and, for this reason, they have their own typography. The Basilica of San Giulio Tradition claims that the Basilica was founded by San Giulio around the 390 A.D. It was heavily damaged during the siege so, after 962, with the approval of the Emperor Otto, they started rebuilding it: they kept the original apse and built the nave, three isles, two minor apses and the front. Later on a octagonal dome on the cross vault with the Matroneum [structural part for counter-thrust towards the central vault of a basilica reserved to women in palaeo-Christian basilicas ndt]. The bell tower, detached from the church, was abbot Guglielmo da Volpiano’s work. He was born on the island during the siege and baptized by the emperor Otto himself. The building, made of natural stone, is dated around the year 1000 and, at the same time San Benigno Abbey was built in Fruttuaria. The first thing to catch the eye upon entering the Basilica are the very colourful paintings dating from the late Middle age, first years of the XVI century. They fill not only the walls of the perimeter and the vaults, but also the columns that mark and divide the central aisle from the two minor ones. When the visitors get closer to the majestic saints illustrations on the columns, they are amazed and shocked to see the many graffiti in Latin language left by the pilgrims on the draperies of the saints over the centuries. It is almost like a diary of the past: from the annotations about the deaths of the abbots and the visits of eminent people («Regina Hispaniarum venit»), the chronicles of the plagues and frosts out of season to the reports on an exorcism performed on a ‘possessed’ woman, brought there to kiss the remains of San Giulio in a very crowded ceremony («multis videntibus»). But the masterpiece that enchants and attracts the gaze of the visitors is the ambo, result of masters from Como and Lombardy in the first years the XII century. It may be the colour of the material, the deep darkness of the serpentine from the nearby Oira quarries: that hue of black the stone has, to the eye of the people, is associated to the colour of perdition, of hell and of pain. We shouldn’t forget, although, that it is also a sacred colour, like the immense cube of the Kaaba in the Mecca or, like San Giovanni della Croce said, a colour of the greatest brightness. It might also be for the strength that the portrayal of so many animals - real and fantastic, wild or tame- on the body of the ambo instills in us. The animals run, chase each other, fight: our hearts, that belong to a civilised and technological reality, skip a beat at the pungent smell of beast that seems to seep out those sculptures. Our eyes admire it, we are fascinated. Our hands twitch with the almost uncontrollable desire to touch the material that looks wet, almost sleek, so alive.
40 After we took in the whole picture, we start to notice the details: the shape of La via del silenzio (Road of Silence) a horn or of a wing, a mouth wet with fresh grass, the texture of sharp fangs, the That is the name of the only path that runs around the island, embedded between blink of an eye. The time of the narrations comes undone, the images float in the high walls of the monastery and the gates of the noble estates that face the our mind enunciating the dimension of silence and mystery. The deep silence lake. Piero Chiara says that «silence suits Orta» and, whoever goes on the island in of the holy space of the ambo, as Carlo Carena wrote in ‘Sculture dipinte’ a non festive day, will be able to enjoy it, marveling that the only sound is made [painted sculptures ndt] (2011) – «it is the centre of Cusio, like the stone of the by their own footsteps and feeling out of the world for the whole walk. And Apollo temple in Delfi was the centre of the world». Here, mystery reigns: not maybe, if they are lucky, they could hear the echo of voices from another time only in the symbolism of the medieval bestiary, but also in the sternness of that has not been silenced yet. the angel that overlooks the ambo that reminds us that salvation is not some- A bit of literature thing freely given, but you have to fight to deserve it. The riddle continues in the San Giulio has always been one of the finest touristic destination of Piedmont. figure of the pilgrim: the identity of this character on the ambo of San Giulio Two centuries ago, the romantic poets were the one that, following the Grand island church – sunken cheeks, pronounced chin, sandals, heavy hands holding Tour route, would come here to seek the vital energy that came off the Alpine the tau-shaped walking stick typical of the Abbots – has been topic of discussion lakes in waves. Along with the poets, there were the filthy rich lords, with their for some time, now. But who cares if his name was Guglielmo da Volpiano or pockets full of gold coins, and they never counted them… And the the mass tour- some other name? After all, when the ambo was carved, there was a philosopher ism, described, when it began, by Achille Cagna in his novel ‘Alpinisti Ciabat- hypothesizing that names where vain, empty sounds, flatus vocis. toni’ [mountaineers in flip flops, ndt] (1888): the two protagonists of the novel, In the crypt, in a crystal urn with silver friezes, are kept and venerated the re- Gaudenzio and Martina Gibella, butcher from La Bassa, came to spend a holiday mains of San Giulio, with the stick and the mug in blue glass. It is an unusual in the ever so famous Cusio described by Baedeker, that was popular at the story the one of this saint, come with his brother Giuliano from the Greek island time, and they did not care one bit for the natural or artistic beauties of the land, Egina to indoctrinate Cusio shores. The legend says that the boatmen of Orta and they would yawn to death while visiting the Basilica. Of course during the refused to bring him on the island for fear of the dragons that lived there. So, all years of mass tourism, there were more attentive people who fascinated by the the frescos, show him crossing the lake using his cape as a boat and his pilgrim island, wrote about it in their diaries or in books. It will be enough to quote, as an stick as an oar. The ballad goes: example, the poet from Milan, Carlo Porta, who, severely afflicted by the gout «Voga, voga, o mia barchetta, and, understandably, always in foul mood, set here the tragic ending of his last non temer della tempesta; work ‘La guerra di pret’ (The war of pret ntd) (postum 1821): the disgraced Abbot voga, voga, l’onda è questa Ovina is brought on the island and closed in the dark tower of the Bishop’s prison because he was kissing the ‘beautiful mountaineer girl’ Luisa. che San Giulio navigò». Nothing would remain of the dark times when on the island the castle – taken («Row, row, my little boat, down in the first half of the IX century along with the fortifications called ‘Queen’s wall’ – if it wasn’t for the historical novel ‘Berengario e Villa’ (1883) by don’t fear the storm; Carlo Calcaterra: it tells the story of how an overthrown king and a rabid queen row, row, this is the tide challenged the army of the Emperor Otto barricading themselves on the island. that San Giulio sailed upon») But their siege turned out to be the losing ticket of a raffle: when they run out of food, the soldiers had no other choice but to sit in the freezing cold rooms of the According to the interpretation of the legend, the dragon symbolises the Evil, castle, their heads high over their empty stomachs, waiting to die. the cult of the old gods that prevented the spread of Christianity. Although, in the Maybe it is because of its grandiosity and its difficult access that the palace sacristy, it is possible to see the fossil of a massive rib of a mysterious animal of the former seminary is always present in these novels. It is the setting of found in the depth of the lake… Anyway, defeated the monsters that inhabited ‘C’era due volte il barone Lamberto (ovvero I misteri dell’isola di San Gi- the island with the Sign of the Cross, Giulio started building a church, while his ulio)’ (Twice upon a time there was a baron called Lamberto or ‘The secrets of brother Giuliano, who stayed behind on the mainland, built another church. All the island of San Giulio) by Gianni Rodari, published in 1978: in those walls, the old Lamberto was afflicted by several diseases – 24, all listed in alphabetical order of it was possible using a single hammer that the brothers would throw at each – goes on living because six people were paid «more room, more board, candies other, from one shore to another to take turn in the building of their churches. no stop»[ndt] to constantly repeat his name for weeks: «Lamberto, Lamberto, Thanks to his building ‘fervor’- the legend says that during his journey, from Lamberto…». Greece to Cusio, he built 99 churches – he became the Saint patron of the And how can we omit the short story ‘L’accordatore’ [The tuner, ndt] by Piero bricklayers and they celebrate him with a parade on the water every 31st of Chiara? It was dedicated in 1983 to the famous Cesare Augusto Tallone and its January. pages are dense with the atmosphere of the island during winter time, with the Tallone House fog, the closed shutters, the bare trees and, above all, the ‘perfect silence’. It was the old school, centre of cultural production and formation of Novara and, After him, among many contemporary crime writers (from the thriller ‘I numeri at the same time, house of the religious men of the island that always kept their della sabbia’ by Roger R. Talbot to Martin Mystère comics), it was in vogue to polite distance from the inhabitants of the mainland, at least until the French set on San Giulio their shocking, violent stories, often with an esoteric underline. Revolution. The poet Carlo Porta from Milan, who in 1806 married Vincenzina Prevosti of Cusian family, spent many summer guest of the provost of San Giulio. This is probably because the island is a place that is capable of becoming, thanks The house then was passed down to Vincenzo Peroli, naturalist. The painter Cesare Tallone lived there since his young age. He was the Director of the Car- to its evocative force, a metaphor for existential situations. For this reason, San rara Academy of Bergamo and then, Director of the Brera Academy in Milan. It Giulio is almost a magical literal mechanism. It is not hard to see it, if we think was because he required more light in the rooms where he painted that they at the power behind the word ‘isolation’ that recalls the idea of a closed space, made two huge windows in the upper part of the building. The house was then protective and yet unsettling; the idea of how far the mainland is, the same main- bought by his son, Cesare Augusto Tallone who, according to D’Annunzio, was «architect of sound constructions»: studying and experimenting he invented the land from which we get away, willingly or against our will, for a while or forever. first Italian grand piano for concerts. Thanks to his infallible ear, his incredible music sensibility and the great knowledge of the instrument, was called to be It is always the distance that define our human relationships: so, by experimenting the personal tuner of the pianist Arturo Benedetto Michelangeli, who often the isolation – or literally disembarking on an island – we can understand, with the silence as an accomplice, some things about ourselves. Maybe it is for this reason that the director Giuseppe Tornatore shot some of the scenes of ‘La corrispondenza’ with Jeremy Irons (2016) and Umberto Eco set here the ending of his last novel ‘Numero Zero’ (2015). wanted to live in isolation when recording a new album. The most romantic sunset of Piedmont Since 1957 the room named after Eleonora Tallone is opened to the public and is For a goodbye worthy of this name, we’d better reach the summit of Sacro Monte used as a concert sala: every year, in June, in the room is held the Festival Cusiano and look at San Giulio island from above, maybe while the sun is setting. Just then, di Musica Antica, coordinated by the Associazione Amici della Musica di Novara. facing the languid beauty of the light reflecting on the water, the visitors will fully At the end of summer, opens Settembre Musicale, where young pianists from understands Eleonora Duse’s words in the third act of the ‘La dame aux camélias’, around the world try their hand with a Tallone piano. when she asked a robe with the colours of the sunset on the Orta Lake. •
ARTE E CULTURA Sono l’arte e la cultura PER UN TURISMO VINCENTE la chiave del turismo contemporaneo? A giudicare dal Piemonte si direbbe proprio di sì. Merito di una strategia portata avanti negli anni dalla Regione e di una sinergia declinata dagli Stati Generali del Turismo e dei riconoscimenti Unesco DI ROSALBA GRAGLIA, FOTO ARCHIVIO REGIONE PIEMONTE
IL LABIRINTO DEL CASTELLO DI MASINO È IL SECONDO LABIRINTO BOTANICO PIÙ GRANDE D’ITALIA. IL GIARDINO DELLA DIMORA È TIPICO DELL'ARTE INGLESE E RISALENTE AL 1800. L'INTRICATO DISEGNO DI SIEPI, RICOSTRUITO GRAZIE AL DISEGNO SETTECENTESCO, È COMPOSTO DA 1400 PIANTE DI CARPINI. LA TORRETTA SERVE A CHI SI È PERSO: CI SI ARRAMPICA E DA LÌ SI PUÒ SCORGERE LA VIA D'USCITA
44 L a ciliegina sulla torta arriva dalla guida e vini prima di tutto) e su un evento clou del 2019, ‘Best in Travel’ della Lonely Planet, che ovvero l’esposizione, nell’anno del cinquecentena- PAESAGGI VITIVINICOLI DI LANGHE, rio della morte, dell’‘Autoritratto’ di Leonardo ROERO E MONFERRATO, ha collocato il Piemonte al primo posto da Vinci, tesoro custodito nella Biblioteca Reale. Aggiungeteci «gli splendidi e remoti sentieri alpini, PATRIMONIO UNESCO DAL 2014 fra le regioni top da visitare nel 2019. Un ricono- i magnifici villaggi e le valli bucoliche» e avrete la scimento tanto più importante perché inserisce la ricetta secondo Lonely Planet di una regione che nostra regione in una prospettiva internazionale, vale la pena di scoprire e che ha battuto concor- renti di tutto rispetto, dalle Highlands alle isole è stato assegnato da una giuria rigorosamente in- della Scozia e alla Normandia, solo per rimanere ternazionale e, last but not least, perché si basa in ambito europeo. su un giudizio positivo sull’importanza della nostra scena delle arti contemporanee (musica, cinema, arti figurative), dell’arte di vivere (cibi – il tartufo! –
GLI STATI GENERALI DEL TURISMO vo – che si inserisce in modo coerente nel Piano 45 Strategico di Sviluppo del Turismo 2017/2022 Insomma, gli investimenti strategici nel settore a livello nazionale – sono gli Stati Generali del La ciliegina sulla del turismo della Regione Piemonte hanno paga- Turismo. Dietro quell’etichetta che ci riporta ai torta arriva dalla to, stanno pagando. Un po’ di dati, allora, per co- prodromi della rivoluzione francese, c’è un ap- guida ‘Best in Travel’ minciare. Nel biennio 2016-2018 sono stati messi proccio nuovo, di fatto davvero ‘rivoluzionario’ della Lonely Planet, in campo 130 milioni di euro per permettere la nella sua semplicità: ascoltare i diretti interessati. Il che ha collocato il crescita e la competitività del settore. Per il 2019 percorso partecipato si è basato infatti sul coin- Piemonte al primo verranno investiti altri 20 milioni per migliorare volgimento ampio e rappresentativo di soggetti posto fra le regioni l’offerta turistica regionale. Ma da dove arrivano pubblici e privati, sul confronto, sullo scambio di top da visitare le linee operative? La novità di maggiore rilie- esperienze tra i protagonisti locali del turismo. Un nel 2019 tour di otto tappe per la regione, in otto mesi di lavori, che ha coinvolto oltre 1100 partecipanti tra NONOSTANTE ABBIA ORIGINI operatori del settore, dall’ospitalità alla ristorazio- SABAUDE, RISALE INFATTI ne, enti locali, istituzioni, operatori privati. AL 1740 E FU PROGETTATO DA FILIPPO JUVARRA, IL TEATRO A tirare le somme, l’evento conclusivo di fine REGIO COME LO CONOSCIAMO novembre 2018 al Teatro Regio di Torino. Ne è NOI È OPERA DELL'ARCHITETTO venuta fuori l’immagine di una regione ‘3A’, ovve- CARLO MOLLINO: CRITERI ro attiva, autentica, affascinante. Tre aggettivi MODERNI E GUSTO non banali che possono fare la differenza dell’of- AVVENIRISTICO CON L'USO ferta turistica piemontese, rispetto alla domanda GENIALE DI LINEE del turista-viaggiatore di oggi, sempre di più alla CURVE E SINUOSITÀ. ricerca di proposte autentiche – sapori, cultura, FU INAUGURATO NEL 1973 tradizioni – capaci di affascinare con un ricco re- pertorio di paesaggi incontaminati, borghi, castelli, chiese e abbazie, insieme al patrimonio immate- riale e a un bel po’ di proposte legate ad attività outdoor ‘a misura d’uomo’. Dagli Stati Generali è emersa insomma l’esigenza, per il Piemonte, di puntare a proporsi sul mercato turistico come destinazione ‘cultural-slow’ da scoprire. Un turismo lento in cui contano i piaceri dell’enogastronomia vissuta come esperienza d’ec- cellenza, e il patrimonio storico e artistico, mate- riale e immateriale, in grado di tradursi in proposte originali, creative e di qualità. Perché oggi i turisti sono alla ricerca proprio di questo: di esperienze nuove, fuori dagli schemi e dagli itinerari più battuti.
46 L’IMPORTANZA DI CHIAMARSI UNESCO nel 2018, Ivrea. Tutti siti che fanno riferimento alla storia e alla cultura della nostra regione. Con i Sacri Monti E così si torna alla cultura e al patrimonio d’arte, è entrata in scena architettura, storia, tradizioni: quello che i nostri Le Residenze Sabaude rimandano a Casa Savoia l’espressione artistica vicini francesi definiscono in modo onnicom- e a quel percorso architettonico e urbanistico che della devozione che, prensivo ed efficace ‘arte di vivere’. Un percor- da Torino si è irradiato sul territorio attorno, inven- nel XVI e XVII secolo, so in cui un punto fermo lo hanno segnato i siti tando una ‘Corona di delizie’ che dai palazzi del ha creato una vera entrati nel Patrimonio dell’Unesco. In Piemonte potere urbani – Palazzo Reale, Palazzo Madama, Pa- ‘barriera’ di edifici ad sono cinque, inseriti fra il 1997 e il 2018: cifra lazzo Chiablese, Palazzo Carignano, Armeria Reale, arginare la diffusione non di poco conto se si considerano i rigidi criteri Archivio di Stato, Palazzo della Prefettura, Cavalle- del protestantesimo fissati e il lungo iter per la presentazione della rizza, l’ex Accademia Militare, l’ex Zecca di Stato, la candidatura, con dossier corposi da consegna- facciata del Teatro Regio, Castello del Valentino e re, cui segue l’ispezione del sito candidato per il Villa della Regina – spazia alle villeggiature e alle verdetto, che in genere arriva 18 mesi dopo. In residenze di piacere, dal Castello di Moncalieri a totale, fra individuazione del sito, presentazione quello di Stupinigi, dalla Reggia di Venaria al Bor- al Ministero, iscrizione alla Tentative List Unesco, go Castello alla Mandria, dai Castelli di Rivoli, Agliè, dossier di candidatura, ispezione e verdetto fina- Racconigi, Govone all’Agenzia di Pollenzo. le passano anni, anche otto o dieci. Con i Sacri Monti (condivisi con la Lombardia) è Le prime a entrare nella prestigiosa lista sono sta- entrata in scena l’espressione artistica della de- te, nel 1997, le Residenze Sabaude, nel 2003 si vozione che, nel XVI e XVII secolo, ha creato una sono aggiunti i Sacri Monti, nel 2011 sono arrivati vera ‘barriera’ di edifici ad arginare la diffusione i Siti Palafitticoli, nel 2014 i Paesaggi Vitivinico- del protestantesimo, da Belmonte a Crea, Domo- li di Langhe, Roero e Monferrato. Ultima entry dossola, Ghiffa, Oropa, Orta e Varallo.
Due i siti piemontesi inseriti fra i Siti Palafitticoli Adriano Olivetti, con edifici progettati da alcu- 47 dell’arco alpino, un patrimonio che si declina su ni dei più noti architetti e urbanisti italiani del sei nazioni, dalla Svizzera alla Slovenia, passando tempo. per Francia, Austria, Germania e Italia: Viverone, con gli abitati dell’età del bronzo, e Mercurago, Non dimentichiamo, poi, un altro riconoscimen- prima stazione palafitticola del Piemonte, sem- to Unesco per Torino, dichiarata nel 2014 ‘città pre dell’età del bronzo. creativa del design’, una vocazione profonda- mente legata alla cultura industriale. E il ricono- Oltre 10mila ettari sono la superficie dei Paesag- scimento di Alba come ‘creative city Unesco’ gi Vitivinicoli di Langhe, Roero e Monferrato, per la gastronomia. fra colline di vigneti, borghi e castelli: sei aree ar- ticolate all’interno delle province di Alessandria, Ma quanto conta diventare Patrimonio Unesco? Asti e Cuneo e 29 comuni nel comprensorio delle L’impatto sulla crescita dei flussi turistici è ri- levante, non c’è dubbio. Nelle Langhe Roero e Langhe, dell’Alto Monferrato e Basso Monferrato. Monferrato, dall’inserimento nel Patrimonio IL SACRO MONTE A VARALLO SESIA, Ovvero la Langa del Barolo, il Castello di Grinza- Unesco nel 2014, nel solo 2017 si è registrata una PATRIMONIO UNESCO, SORSE PER ne Cavour, le Colline del Barbaresco, Nizza Mon- crescita negli arrivi pari quasi al 5%, più alta della INIZIATIVA DEL BEATO BERNARDINO ferrato e il Barbera, Canelli e l’Asti spumante, il media nazionale. CAIMI, CHE, DI RITORNO DALLA TERRA Monferrato degli infernot. SANTA (ALLA FINE DEL 1400), VOLLE L’iscrizione nel Patrimonio Mondiale si è rivelata RICREARE IN PICCOLO I LUOGHI Infine Ivrea, iscritta nel Patrimonio Mondiale un eccellente volano anche per realtà turistiche DELLA PALESTINA dell’Unesco come ‘città industriale del XX se- semisconosciute (significativo l’esempio dell’Eco- colo’, esempio della sperimentazione di idee so- museo della Pietra da Cantoni, nel Monferrato ciali e architettoniche sui processi industriali nel Casalese, che ha visto crescere il numero dei visi- periodo degli anni ’30 e ’60, sotto la direzione di tatori quasi del 90% dal giugno 2014).
FU LA RESIDENZA DI CASA SAVOIA FINO AL 1865. IL PALAZZO REALE, PROGETTATO DALL'ARCHITETTO AMEDEO DI CASTELLAMONTE, RICORDA VERSAILLES PER LA SUA SFARZOSITÀ: ALL'INTERNO SALE DA BALLO, ARAZZI E L'ELEGANTE SALA DEL TRONO
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