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AD Architectural Digest

Published by admin, 2022-08-18 07:36:48

Description: AD Architectural Digest

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ARCHITECTURAL DIGEST CASE Achilles Ion Gabriel ha tre cose in comune con sopra Nel living, scacchiera di Marion de Babbo Natale: la passione per i colori (anche Raucourt e arazzo di Thomas Perroteau. se ammette di preferire il grigio al rosso), una pagina accanto Poltrona blu Extra Bold gioia traboccante che si diffonde dalla pun- di Moustache, lampada Snoopy di ta dei piedi a chiunque gli stia vicino e il fatto Castiglioni (Flos), sgabello Wiggle di di essere nato vicino al Circolo Polare Artico, Gehry (Vitra) e pouf Boa di Marcelis (Hem). in Lapponia. Originario di Rovaniemi, la città dell’eterno Natale, la sua vita sembra essere le- poi trasferiti in una villa molto più gran- gata al cambiamento. È stato a causa, o meglio de, contemporanea e con tanto di piscina. grazie, a un opuscolo pubblicitario incrociato «Era troppo», ammette. «A volte avevo la sul suo cammino che ha deciso di abbandona- sensazione di essere da solo e all’improvviso re la scuola di architettura per imparare a fare scoprivo che Romain era tornato e io non me scarpe. Il sogno di ogni madre, si direbbe con ne ero accorto. Avevamo bisogno di qualco- ironia. Ma quella che sembrava una follia ha sa di più intimo». funzionato bene e così Achilles ha lasciato la Finlandia per lavorare per case di moda come Ancora una volta, il destino è intervenuto Marni, Sunnei, Courrèges e COS. nella vita di Achilles e un divorzio precoce ha messo sul mercato la residenza in cui la cop- Da quel momento, Parigi è diventata la pia vive adesso. «Sempre la solita vecchia sto- sua seconda patria: «Mi sono trasferito a vi- ria». Con soffitti alti e al centro di un terreno vere lì appena ho potuto e la verità è che con- isolato da cui è impossibile vedere i vicini, il tinuo ancora ad andare avanti e indietro», di- cottage, come lo chiamano, sembra fatto ap- ce. Fino a oggi, ovviamente. Nominato diret- posta per loro. «È molto più accogliente, no- tore creativo di Camper nel 2020, la pandemia nostante l’altezza. Facile, semplice. Pensavo gli ha fatto cambiare idea. «Ho sempre vissuto che sarebbe stato divertente vivere in una vil- in città, ma ho scoperto di essere comunque un la, ma non faceva assolutamente per me. Ora ragazzo di campagna», dice ridendo, «quando abbiamo quello che ci serve, né più né meno». c’è stato il primo lockdown, ho chiamato Mi- guel Fluxá, il nostro amministratore delegato, e gli ho detto che forse aveva più senso che io venissi a vivere qui, a Maiorca, dove l’azienda è nata. Lui ha risposto che pensava che non avrei mai voluto!». Detto fatto, Achilles ha prepara- to le valigie ed è sbarcato su un’isola che aveva già visitato in diverse occasioni, ma che non aveva mai conosciuto veramente. Dopo essersi sistemato in una vecchia ca- sa provvisoria e aver trascorso il primo inver- no in un’altra, lui e il suo compagno si sono «Pensavo che sarebbe stato divertente vivere in una villa, ma non faceva assolutamente per me» Achilles Ion Gabriel 197

ARCHITECTURAL DIGEST CASE sopra Nella camera da letto, scultura di Piia Hiltunen e sedia Groovy di Pierre Paulin. pagina accanto Achilles Ion Gabriel indossa un lungo cappotto di Prada, t-shirt bianca di Camper e scarpe di CamperLab, modello Traktori. Sullo sfondo, la scacchiera di Marion de Raucourt, con due pezzi mancanti: il re e la regina. «Erano un regalo di nozze», ci dice, «ma ha promesso di rifarli per me». 198



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CASE «Se ci si avvicina, si possono notare i fossili nelle pareti» Achilles Ion Gabriel a sinistra Il soggiorno sopra In cucina, scultura era una tela bianca che di Pep Canyelles e dipinto Achilles ha riempito realizzato dallo stesso di tappeti vintage, pezzi proprietario di casa. d’arte e oggetti di design Anche in soggiorno ci acquistati nei negozi sono alcune delle sue di antiquariato e nei opere, testimoni di un mercatini delle pulci. eclettico talento creativo. 201

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ARCHITECTURAL DIGEST CASE La nuova casa è una costruzione moderna, sopra In un angolo del salone poltrona a pianta aperta, a cui non è stato necessario ag- Wiggle Side di Frank Gehry per Vitra. giungere o togliere nulla – tranne le porte di Quadri e oggetti sono stati acquistati entrambe le camere da letto –, e che è rifinita nei mercatini delle pulci. pagina accanto con le pietre che provengono da quello stesso Davanti alla piscina, un pezzo in ceramica terreno: «Se ci si avvicina, si possono notare customizzato da Achilles e sedie vintage. i fossili nelle pareti». Da ogni angolo si può ve- dere la piscina, il vecchio pollaio dove, purtrop- «Il mio mobile preferito è la poltrona che ho in po, non ci sono più galline, e persino un sotto- marino giallo semisepolto che l’ex proprieta- camera da letto, ma è così bassa che è difficile rio, di professione scenografo, aveva costrui- to in giardino. da collocare, di solito non si adatta al resto del- «Non sappiamo a cosa serva, ma è bel- le cose che ho». Collezionista nato e “impulsi- lo». Molto più antica è la casita (Achilles la chiama così), una vecchia capanna di pietra vo”, Achilles non pensa all’utilità (o alla conve- che funge da lavanderia e che la coppia inten- de trasformare in futuro in uno studio d’arti- nienza) del pezzo finché non l’ha ormai porta- sta. «Mi piace dipingere per evadere, perché di solito penso sempre al lavoro, ed è Romain to a casa. «Una volta ho comprato una bellissi- che deve tirarmi fuori dalle mie fantastiche- rie perché le ore passano e io non me ne ac- ma tigre che è tipo, non so, due metri o qualco- corgo», spiega Achilles con l’imbarazzo di chi pensa di star solo imbrattando la tela per di- sa del genere, tutta di legno. Gigantesca. Nella vertimento. «Avevo molti quadri accatastati e sono stati i miei amici a incoraggiarmi a tirar- mia testa la immaginavo su un tavolo, ma poi li fuori». Ora le sue opere condividono la sce- na con una Extra Bold armchair di Moustache, mi sono guardato intorno e mi sono reso conto uno sgabello e una sedia di Frank Gehry, di- versi pezzi della scultrice galiziana (ma basa- che non avevo un posto dove metterla». ta a Maiorca) Sara Regal e altri tesori raccol- ti negli anni tra mercatini delle pulci e negozi Lo stesso è accaduto per l’arazzo che rico- di design e antiquariato. pre completamente l’unica parete senza fine- «Il mio pezzo preferito è la poltrona che ho in camera stre della casa: «L’ho ricevuto per caso e ricor- da letto, ma è così bassa che è difficile da collocare» do che mentre ero in macchina pensavo “oops, Achilles Ion Gabriel potrò appenderlo da qualche parte?”. La veri- tà è che alla fine uno spazio lo trovo sempre e tutto finisce bene». ○ 203

ARCHITECTURAL DIGEST CASE Ibiza Il grande camino a centro stanza, vero cuore della villa, è di Focus. Divano su disegno, lampade e pouf marocchini sul pavimento in microcemento con riscaldamento integrato. Ritorno alle origini

ARCHITECTURAL DIGEST CASE Un progetto costruito su dettatura del destino. testo Valentina Raggi Un villaggio domestico che parla al paesaggio styling Nail Mani foto Nicola Carignani

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ARCHITECTURAL DIGEST CASE sopra L’ingresso di casa con porta a vetri scorrevole di Vitrocsa e una vecchia sedia in legno. pagina accanto Un corridoio collega i diversi cubi di cui si compone il complesso. La sedia è in legno e pelle e, a parete, attrezzi agricoli locali d’epoca acquistati in asta. 207

ARCHITECTURAL DIGEST CASE La grande cucina a vista, dove si radunano famiglia e amici, è realizzata su disegno con elementi contenitori e blocco con isola in quercia, il top è in acciaio satinato. Sedie CH24 Wishbone di Hans J. Wegner (Carl Hansen & Søn), lampade a sospensione in paglia intrecciata. Stoviglie di Le Creuset. 208



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La terrazza principale, che guarda il mare e il tramonto. Sul pavimento in microcemento, tavolo e panche custom in massello di quercia e sedia sospesa in rattan. Per vedere le stelle, il binocolo Carl Zeiss.

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ARCHITECTURAL DIGEST CASE sopra Nel bagno degli ospiti, lavabo di antoniolupi su vecchie tavole in quercia, e specchio di Gubi. A parete, fotografie di famiglia e di Ibiza degli ultimi cinquant’anni. pagina accanto La camera da letto padronale, con porte finestre in corten traforato. Copriletti e pouf marocchini. 213

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ARCHITECTURAL DIGEST CASE « P O C H I E S E L E Z I O N AT I I PEZZI DI ARTE E DESIGN, L E S TA N Z E D E VO N O PARL ARE DA S OL E» annette Annette e Maurice si incontrano e inna- costante tra interno ed esterno». Agli arre- morano più di vent’anni fa. Ma solo qual- che anno più tardi fanno una piccola sco- di su disegno si affiancano rarefatti pezzi di perta che rivoluziona le loro vite. Sfoglian- do vecchi album di famiglia si accorgono maestri e opere d’arte: «Pochi e seleziona- che i genitori di entrambi negli anni ’70 an- davano in vacanza a Ibiza in un piccolo e ti, perché la casa e le stanze devono parla- incantevole villaggio di bungalow vicino San Carlos. Ma non si erano mai incontra- re da sole», continua Annette. ti. La passione infantile di entrambi per l’i- sola così si riaccende, e i due cominciano Invisibili pannelli fotovoltaici, im- a passare del tempo a Ibiza tanto da sposar- si qui. Passano altri anni e, nel 2012, Mau- pianti geotermali e di desalinizzazione rice trova un terreno montuoso, selvaggio e silenzioso affacciato sul mare sulla costa dell’acqua contribuiscono al rispetto della a ovest, e si innamora un’altra volta. natura circostante. Che si fa giardino gra- I due decidono di costruire qui la pro- pria casa di famiglia, da vivere tutto l’an- zie all’inserimento di piante di specie di- no. La prima idea è un simbolo: mettere un grande camino al centro della villa, verse, ma abili a resistere alla siccità, e di proprio come in un tipico villaggio spa- gnolo dove tutti si incontrano. Animo cre- una piscina. «Ci sono anche il vicolo d’in- ativo, è Annette stessa a occuparsi del di- segno della struttura e dei mobili, con l’a- gresso in sabbia, invece che il classico in iuto di un architetto e di artigiani locali. Per integrare il progetto nel paesaggio, erba, per sentirsi al mare restando tra le tra quelle pietre secolari vengono edifica- te varie casette/stanze cubiche, collegate montagne, e una capanna sull’albero con da un lungo corridoio e disposte attorno al nucleo centrale, con il camino e il diva- una vista spettacolare», aggiunge la padro- sopra La camera da letto affacciata sulla no circolare incastonato nel pavimento. montagna ha pareti in pietra naturale, letto na di casa. Infine, a concludere il progetto in quercia custom e sedia CH24 Wishbone «Abbiamo voluto combinare elemen- ti architettonici moderni e minimalisti con ci pensano Annette, Maurice, i due figli, i di Carl Hansen & Søn. pagina accanto elementi tradizionali locali come compro- Sotto il gazebo, lettini provenienti da Bali. messo per le nostre preferenze personali», gatti, le galline, la vita. ○ spiega lei. La camera da letto padronale ha un bagno incastonato in una piccola torre con mura in pietra, le altre quattro camere da letto guardano, rispettivamente, due il mare e due la montagna. L’accogliente cu- cina è custom realizzata da maestri loca- li in legno di quercia. Per le grandi finestre Annette sceglie portali in corten traforato che lasciano filtrare i raggi di sole, crean- do poetici giochi di luce. «Ho scelto mate- riali e palette naturali per creare un dialogo 215

Water Mill, New York Vita di campagna Un tetto di tegole di legno, un orto, i toni del rosa, il silenzio: negli Hamptons, il retreat da sogno dello stilista Joseph Altuzarra e della sua famiglia testo Derek Blasberg styling Mieke ten Have foto Ngoc Minh Ngo

Nel living, una fotografia di Candida Höfer è appesa dietro a un divano di Dmitriy & Co. rivestito in un tessuto di Schumacher. Specchio Rogan Gregory, pouf di Karl Springer, tavolino di Bjørn Wiinblad, poltrone di Vladimir Kagan.   217

Una fotografia di Simen Johan in sala da pranzo. Lampadario di Apsara, tavolo di Josh Greene Design e sedie di Gallotti & Radice. Vasi di Sara Paloma Pottery, la sedia accanto alla foto è di Faye Toogood. pagina accanto, dall’alto Altuzarra nel suo studio. Divano di Lawson- Fenning in un tessuto di Scalamandré; tavolini custom in travertino di Il Granito. Sulla scrivania di Room & Board, lampada di Franco Albini.   Emma nella nursery. A parete, una fotografia di Simen Johan, parati di Rebecca Atwood, daybed di Josh Greene Design. La sedia di rattan è di Maisonette, il lampadario di macramè e il lama a dondolo sono di RH, il tappeto è di Anthropologie.

ARCHITECTURAL DIGEST CASE «Adoro tutti i toni del rosa, la rotondità dei mobili, le diverse texture del living» Joseph Altuzarra All’inizio c’è stata la sfida a colpi di mood board. «Do- po aver comprato il terreno, abbiamo creato ognuno la propria bacheca su Pinterest, e poi le abbiamo con- frontate», dice Joseph Altuzarra, stilista parigino di ba- se a New York. Il progetto: costruire un retreat da so- gno con il marito in un terreno agricolo protetto, in fon- do a una strada tortuosa nel cuore del villaggio di Wa- ter Mill, negli Hamptons. «La mia casa era molto Dia- ne Keaton in Tutto può succedere. Tetto in stile gambrel, cucina perfetta, ortensie». «La mia invece era un fieni- le nero, sono un minimalista», dice ridendo il marito, il promotore immobiliare e uomo d’affari Seth Weis- sman. «Poveri architetti». Quello che avrebbe potuto portare al dissidio coniu- gale si è risolto in armonia architettonica. «È il frutto del- la nostra unione», dice Weissman, indicando la casa con otto camere da letto in cui la coppia e le loro figlie, Em- ma, due anni, e Charlotte, appena nata, vengono nei fine settimana e in estate. Con l’aiuto di Matthias Hollwich di HWKN, Architecture Altuzarra ha avuto le tegole in cedro che rivestono il tetto a falde, che, su richiesta di Weissman, non presenta finiture, persiane o grondaie. «Avevamo entrambi idee molto precise sulla casa, e ora, quando la guardo, penso che alcune siano più simi- li al mio gusto, altre al suo», dice lo stilista. Altuzarra e Weissman si sono conosciuti in un locale di New York, il Duvet (oggi chiuso), nel 2005. Quell’anno si sono en- trambi diplomati al college, Altuzarra allo Swarthmore e Weissman alla Pennsylvania University. Hanno passa- to insieme le prime estati a Fire Island Pines, dove Weis- sman era comproprietario del distretto commerciale. Nel 2014 hanno iniziato a frequentare gli Hamptons. Dopo aver lavorato per Marc Jacobs e Riccardo Tisci per Gi- venchy, Altuzarra ha lanciato il suo brand nel 2008, con Julianne Moore e Rihanna fra le prime clienti celebri. La griffe si è fatta subito notare per il mix di eleganza eu- ropea e gusto classico americano, con un pizzico di allu- re francese. Al Met Gala di quest’anno ha vestito Hillary Clinton, la top model Precious Lee e Rachel Brosnahan, la star di The Marvelous Mrs. Maisel. La coppia si è trasferita in questa casa nel luglio 2019, ben prima che molti newyorkesi si riversassero fuori città durante il lockdown. «La prima volta che ab- biamo dormito qui è stato il weekend del 4 luglio. 219

ARCHITECTURAL DIGEST «È importante avere una visione chiara di ciò che si desidera, ed essere in grado di esprimerla» J o s e p h A l t u z a r r a sopra Le pareti della family room sono rivestite in lino belga. Divano a L in velluto di RH, tavolino e poltrone di Lawson-Fenning, tappeto di Soufiane Zarib. A parete, fotografie di Charles Fréger. pagina accanto, dall’alto La camera principale è rivestita in ultrasuede. Letto di Christophe Delcourt, panca di BDDW. Sui comodini, lampade di Eny Lee Parker. Nel bagno principale, vasca di Lacava con rubinetti Kallista, applique di Apparatus, sgabello di Charlotte Perriand. 220

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ARCHITECTURAL DIGEST CASE «La prima volta che abbiamo dormito qui i mobili non erano arrivati, ricordo di aver ordinato pizza e pasta e di aver fatto un picnic nel living » J o s e p h A l t u z a r r a I mobili non erano arrivati, ricordo di aver ordinato piz- za e pasta e di aver fatto un picnic nel living», dice Al- tuzarra.«Seth e io proprio non riuscivamo a credere che questa fosse davvero casa nostra». Con l’aiuto dell’interior designer Josh Greene, i car- toni della pizza sono spariti e i mobili arrivati, e questa è la stanza preferita di Altuzarra. «Volevo un living nei toni del rosa fin dall’inizio», dice lo stilista, riferendosi al di- vano modernista di Dmitriy & Co. in un tessuto di Schu- macher color cipria, che sembra un bijou. «Adoro tutti i toni del rosa, la rotondità dei mobili, le diverse textu- re. E adoro il camino. Mi distendo lì davanti tutte le sere con un libro, estate e inverno». L’home office al secondo piano diventa il quartier generale quando crea le nuove collezioni, spesso con il suo team di designer, tutto al femminile. Lo studio di Weissman è un piano sotto. «Mi piace sedermi al tavolo della cucina», spiega. «Stare dove c’è il cibo». Karen Altuzarra, la madre di Joseph, presidente del consiglio di amministrazione del suo marchio, è ospite abituale: le piace stare vicino alle nipoti. Il suo più gran- de contributo alla casa è stato un orto, con more, lampo- ni, fragole, peperoni e cavolo riccio. Il resto del giardino è stato progettato da Summerhill Landscapes con la con- sulenza dello Studio Lily Kwong (Kwong è la cugina di Altuzarra, e a volte musa del brand). La famiglia trascorre molto tempo in un soggiorno con le pareti in lino belga dai toni neutri, che, ammetto- no, non è l’ideale per una bambina di due anni. «Gli ami- Pag. 217: foto © 2022 Candida Höfer/Artists Rights Society (ARS), New York ci ci dicono: “Siete pazzi?”», racconta Weissman, indi- cando il lungo divano a L color crema di RH e il morbi- do tappeto marocchino bianco. Altuzarra indica due pol- trone rivestite in uno shearling acquistato da un’azien- da tessile con cui collabora spesso. «Quando si progetta è importante avere una visione chiara di ciò che si desi- sopra Joseph Altuzarra e Seth pagina accanto La casa con il tetto dera, ed essere in grado di esprimerla», afferma. «Che si Weissman (a sinistra) con la figlia di tegole in legno di cedro è un Emma e Ben, il loro Schnauzer nano. progetto di HWKN Architecture. tratti di disegnare un abito che faccia sentire “powerful”, o di progettare una stanza che ci renda sereni, è sempre l’espressione di uno stato d’animo o di un sentimento». Anche se la famiglia cresce, la coppia non chiederà più a nessuno di creare mood board su Pinterest. Come, infatti, racconta sorridendo Weissman: «Per convincere Emma a trasferirsi in una camera più grande, le abbiamo detto che poteva scegliere la carta da parati. Poi Joseph le ha fatto vedere tre opzioni, ma le aveva ovviamente già decise lui». ○ 222





ARCHITECTURAL DIGEST B A C K S TA G E a cura di Giovanni D’Odorico Borsoni N E L LO S T I L E D E L L A CA SA A WAT E R M I L L , N E W YO R K ( PAG . 2 1 6) ALTER EGO Progetti utili quanto decorativi, in cui i designer esprimono la più vasta creatività. Dal minimalismo intramontabile a forme sempre più sperimentali. A ciascuno il proprio specchio VERDI LICHEN MIRROR H A RVAT PAL ME A The New Craftsmen JCP Universe Nilufar Gallery Disegnato dall’artista inglese Charlotte Kingsnor- Concepito come un drappo che orienta e trasfor- Parte di una collezione di Khaled El Mays, questo th su ispirazione dei licheni, è realizzato in bron- ma l’identità dello spettatore, grazie alla sua for- complemento ornamentale di art design è realiz- zo patinato lavorato con pigmenti e agenti chimi- ma irregolare e tridimensionale, questo specchio, zato in maniera artigianale in Libano utilizzando ci per ottenere effetti cangianti iper naturalistici. in vetro fuso stampato, è firmato Damien Gernay. legno, vimini, filo e specchio. D1-FE-M 01 OMEGA FLUXUS Vero Riflessi Sicis Frutto di una ricerca di Federica Elmo sull’ibrida- Semplice e d’effetto, ha cristallo specchiante o Classico contemporaneo. Ha finitura laccata pa- zione e il riuso dei materiali, ha una cornice creata bronzato e cornice in metallo verniciato grafite, tinata e cornice con mosaico artistico minuto, re- riunendo in una forma fluida sei pezzi di legno, con oro rosa, champagne perlato, oppure in metallo alizzato a mano secondo tradizione, che integra finitura laccata lucida color rosso ossido. spazzolato con finitura ottone, titanio o cobalto. un’illuminazione Led. Design Massimiliano Raggi. 225

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Una townhouse georgiana rinasce grazie a una ristrutturazione che ne valorizza l’eredità L U I & L E Istoricaeneammorbidiscelelineemaschiliconunaquotarosadidettagliearredisoft Dublino testo Elena Dallorso pagina accanto Nella sala da pranzo tavolo foto Ruth Maria Murphy Barry di Miniforms e sedie Paloma di Fortigiorgio. Sospensione Ball and Shade di Square in Circle. Armadietti in lacca rosso scuro. Sulla mensola del camino vasi Cerere, Vesta e Bacco di Laesse per Artemest.

La cucina disegnata da KLD è stata realizzata su misura da O’Gorman Joinery. I dettagli dei mobili riprendono i fregi antichi in stile contemporaneo. Sgabelli in legno ML42 di Byflou. Lampade a sospensione Nuura di Hicken Lighting.

«Abbiamo riconfigurato lo spazio nel rispetto delle proporzioni originali, ma secondo l’uso meno formale di oggi» R ó i s í n L a f f e r t y

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In uno dei bagni carta da parati di Rockett St. George, lampade di Soho Home, lavabo e rubinetto di Sonas Bathrooms. pagina accanto Nella camera degli ospiti il pavimento è in terrazzo. Poltrona e pouf Bubble Chair di Roche Bobois, come la lampada Nomade. Sospensione Nelson Saucer Bubble di Hay.

ARCHITECTURAL DIGEST CASE Nel living, lampadario Sputnik in ottone anni ’50, divano Rico di Ferm Living e divano Ploum di Ronan & Erwan Bouroullec per Ligne Roset, come lo sgabello in legno Monolog. Coffee table in marmo nero di Pols Potten. Glenn Cabinet di Woo design. 232

«Nella scelta dei mobili ha prevalso una linea morbida, femminile, in contrasto con la mascolinità dell’intera struttura della casa» Róisín Lafferty

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Sulla scala principale finestra originale a doppia altezza con vetri colorati. Sedia in legno antico e velluto, acquistata da Joy Thorpe. Alle pareti colore Purbeck Stone di Farrow & Ball. pagina accanto La camera padronale. Lampadario italiano vintage (Vinterior). Letto in noce con piedini in ottone (Etsy) e sospensioni laterali Fulcrum (nest.co.uk). Panca Bailey di DFS. Il tappeto è di Rug Art.

ARCHITECTURAL DIGEST 236 Foto Ruth Maria Murphy/Living Inside

CASE Le case non sono entità neutre. Gusci, sì, ma non vuoti. Pare- In quest’ottica abbiamo creato una connessione tra il grande li- ti, sì, ma che parlano. Hanno un carattere. E un sesso. Questa townhouse in una delle zone a più alta presenza di architetture ving e la cucina, che occupano entrambi la parte frontale dell’e- georgiane di Dublino, il sobborgo di Kenilworth Square – cresciu- to a circa cinque chilometri dal centro intorno al 1858 –, è certa- dificio, affacciata su un meraviglioso parco a uso dei residenti e mente portatrice di cromosomi XY. «È squadrata, con angoli ret- ti, simmetrica», dice Róisín Lafferty, fondatrice e Creative Direc- su altre bellissime case della stessa epoca». A fungere da trait d’u- tor di Kingston Lafferty Design (KLD), lo studio che l’ha restitu- ita, in tutta la sua gloria, ai nuovi proprietari, che se ne erano in- nion le sfumature black del parquet originale a grandi listoni di namorati nonostante nei decenni avesse subito parecchi rima- neggiamenti e partizioni che avevano trasformato i grandi spazi pispagno, con tutti i segni del tempo e le imperfezioni del legno. originali in un alveare di stanzette adibite a uffici. «I pavimenti originali, che negli anni erano stati coperti da una Triste sorte di bistrattamenti architettonici capitata a questo edificio a tre piani come a molti altri durante gli anni in cui i “li- pesante moquette, una volta liberati hanno rivelato un carattere sted buildings” non si sapeva neppure che cosa fossero, né che con un vincolo del Dublin Civic Trust si potesse preservare l’e- incredibile, così abbiamo deciso di tenerli e di tingerli di un in- redità del passato. Nella caratterizzazione cromatica Lafferty ha seguito la mascolinità della casa: una palette di grigi, blu e tona- tenso color ebano», racconta Lafferty. lità di verde richiama la vocazione marinara e migratoria della città e dell’isola e sottolinea che sì, lo stile georgiano è uno sti- Per enfatizzare i dettagli d’epoca la designer si è rivolta ad ar- le per gentlemen. Ingentilito da stucchi, architravi, soffitti altis- simi e finestre luminosissime, ma pur sempre maschile. Per tro- tigiani di fiducia, come la falegnameria O’Gorman Joinery, che vare una sorta di equilibrio, Lafferty ha introdotto forme morbi- de negli arredi e lampadari Mid-Century (originali e in stile) che ha integrato in ciò che era preesistente elementi contemporanei aggiungono un tocco soft, femminile, al tutto. dando alla casa linearità e rigore. «Questo tipo di intervento è ri- «Nella ristrutturazione abbiamo pensato prima di tutto a ri- configurare lo spazio nel rispetto delle proporzioni originali, ma uscito a collegare tutti gli spazi attraverso pannelli, armadiatu- secondo l’uso meno formale che una famiglia come quella che è venuta ad abitare qui – due genitori molto impegnati profes- re e pareti a specchio in bronzo che riflettono i vari ambienti. Se sionalmente e tre figli, di cui uno appena nato – fa delle diverse stanze», spiega Lafferty. «I proprietari volevano dare risalto al- devo pensare a una parola chiave per questa casa è rispetto», ag- la zona al piano terra collocando qui anche la cucina e la sala da pranzo anziché nel basement più buio dove si trovavano prima. giunge l’interior designer. «Rispetto per la sua storia, per il con- testo in cui è stata costruita, per ciò che è sopravvissuto o che sia- mo riusciti a far rivivere». Come i camini in sala e in cucina, abbracciati da cornici con- temporanee di marmo disegnate dallo studio di interior in modo da riprendere lo stile dei fregi antichi, o le enormi finestre, valo- rizzate da un layout che le rende sempre protagoniste, e arredi che non riempiono mai troppo e volutamente informali. «Non vole- vamo niente di pesante, né in termini di colore né di forma. Nel- la scelta dei mobili e delle lampade ha prevalso una linea morbi- da, femminile, in contrasto con la mascolinità dell’intera strut- tura della casa», dice Lafferty. Il divano blu navy di Ligne Roset e quello in lana bouclé panna di Ferm Living nel soggiorno ne sono la testimonianza, così come le lampade italiane Mid-Cen- tury. Al primo piano si trova la zona notte, con una grande sui- te padronale affacciata sulla piazza. Uno spazio guardaroba che contenesse la grandissima quantità di abiti e oggetti della fami- glia è stato ideato da O’Gorman Joinery, quasi fosse una boise- rie, per questo spazio, e scorre dalla camera da letto principale pagina accanto, fino al bagno, pannellando le pareti. L’altissima testata del letto dall’alto in senso orario Nell’ingresso, rubinetteria di Sonas. copre la parete che ospitava in passato un camino, trasforman- dettaglio di un Nel living al piano architrave originale interrato, divano dola in una quinta teatrale. con specchio fumé Nuela in pelle di DFS e panca custom e e lampade scultoree «I proprietari ci hanno chiesto di trovare sempre un equili- lampadario italiano Up di Marcel vintage (Vinterior). Wanders per Roche brio tra formale e informale in modo giocoso e contemporaneo, Dettaglio di un Bobois. Mensole a bagno con armadietti incasso. Uno scorcio accentuando i dettagli antichi ma contrastandoli con forme più custom di O’Gorman del corridoio con Joinery, vasca e boiserie su misura moderne. Volevano un progetto che si basasse sugli elementi ori- di O’Gorman Joinery e gli scuri originali. ginali: la loro casa doveva raccontare una storia, incorniciare il modo in cui vivono oggi e fornire loro un rifugio per affrontare la vita frenetica di tutti i giorni». ○ 237



ARCHITECTURAL DIGEST B A C K S TA G E a cura di Giovanni D’Odorico Borsoni NEL LO S TIL E DEL L A CA SA A D UBL INO (PAG. 2 26) EVERGREEN Una composizione di arredi e complementi, modulata sulle sfumature di un unico colore dominante, crea una ritmica domestica che fluisce tra armonie e contrappunti PA R S I FA L O R I E N TA L M O O N PATC H A Fendi Casa Hyejeong Kim cc-tapis Disegnata da Thierry Lemaire, la poltrona ha base La giovane e pluripremiata ceramista mixa influen- Utilizzando un patchwork di trame, altezze di tes- rotonda girevole con finitura oro spazzolato. Strut- ze orientali e occidentali in creazioni dalle forme suti e colori misti, con materiali riciclati e tintu- tura in legno rivestita in poliuretano e Fiberfill. La organiche ispirate a fiori e frutti. Come questo va- re sostenibili, Patricia Urquiola crea un tappeto seduta è in tessuto. Esiste in varie altre versioni. so in gres, parte della serie Carpel. di stratificazioni che è un inno alla spontaneità. ARAD YO! BISOU Sahrai Milano Connubia Christian Fischbacher Parte della Parsa Collection, rivisita i tradiziona- Disponibile con o senza braccioli, con seduta in- Avvolgente e soft, il plaid in 100% cachemire ha li tappeti persiani con un design made in Italy. In trecciata o in polipropilene su telaio in alluminio, un’armatura panama che conferisce una mano ul- versione Grey, ma disponibile anche Beige, è in se- in vari colori, questa sedia è studiata per l’outdoor. tramorbida. È disponibile in cinque colori. Un ac- ta finemente annodata a mano. Impilabile, ha anche la versione sgabello. cessorio passe partout, senza tempo. 239

Parigi SPIRITO LIBERO Dal disegno dei più spettacolari set di sfilate nel mondo a quello della propria casa.L’elegante iper creatività di Alexandre de Betak testo Marina Hemonet styling Sarah de Beaumont foto Matthieu Salvaing

In sala da pranzo, tavolo e sedie di Joseph Pheromones (Paul Bert Serpette) e due sedie Nobody’s perfect di Gaetano Pesce. Wallcovering di Reese Studio. pagina accanto La scalinata su disegno di Alexandre e, sul fondo, un accumulo di Rock Lamp di André Cazenave.

ARCHITECTURAL DIGEST a sinistra, dall’alto Elementi in marmo disegnati da Alexandre, vasca di Bernard Tinivella (Paul Bert Serpette). Alexandre e Sofia de Betak nel living, con poltrone Amanta di Mario Bellini (B&B Italia vintage) e, sul fondo, opera luminosa Voyage n° III, 1958, di Frank Malina (RCM Galerie). 242

CASE «Non sono un collezionista nel vero senso del termine, ma sono un accumulatore delle mie ossessioni. Mi piace svilupparle e dissotterrarle» A l ex a n d r e d e B e t a k Nella camera padronale, una boiserie italiana del XVIII secolo (Paul Bert Serpette). Lampade disegnate da de Betak (Treca) e biancheria di Yves Delorme. 243

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CASE sotto Nello studio Mario Bellini (B&B di Sofia, un traliccio Italia vintage), e per rose rampicanti Bois et Daim di indoor disegnato Joseph Pheromones da Alexandre de (Paul Bert Serpette) Betak (realizzato attorno al tavolino di LaVerne. Sedia rossa da Tricotel) e Steltman di Rietveld. arredi di Art Déco Sulla consolle, giapponese (da speaker di Elipson Paul Bert Serpette). anni ’60 e quadro pagina accanto Un luminoso Voyage angolo del living con n° III, 1958, di Frank poltrone Amanta di 245

ARCHITECTURAL DIGEST «Quando abbiamo comprato questo posto c’erano solo macerie e cemento» Alexandre de Betak Dior, Yves Saint Laurent, Jacquemus... Con oltre 1.500 sfilate pezzi di Sottsass, Perriand, Bellini, Pesce o Matégot... «Non sono all’attivo, Alexandre de Betak è una figura chiave del mondo del- un collezionista nel senso tradizionale del termine, ma sono un la moda che, con la creazione del Bureau Betak, all’inizio degli accumulatore delle mie ossessioni, mi piace svilupparle e dissot- anni ’90, ha saputo reinventare completamente il concetto di fa- terrarle. Per esempio, ho sempre amato le Vespe da quando ave- shion. Oggi, dopo aver fondato la sua agenzia di design digitale vo 14 anni, l’hi-fi in generale e i diffusori Elipson in particolare, li Bureau Future nel 2016, sta lanciando Takbe Studio, una nuova ho ovunque», spiega. struttura dedicata all’architettura e all’interior design: «A diffe- renza di Bureau Betak, dove tutto va molto velocemente, l’idea La cucina è stata progettata da Alexandre in stile industriale di Takbe Studio è quella di realizzare qualcosa di duraturo. Ho con vetro fuso a mano e pietra dello Zimbabwe. È completamente passato la mia vita a fare sfilate di moda che durano dieci minuti aperta, in modo da poter cucinare e intrattenere allo stesso tem- o anche meno, ma è estremamente interessante e creativamente po. Ha progettato anche la scala dalle linee scultoree. Realizzata in stimolante passare il tempo a (ri)visitare concetti che dureranno calce e ricca di curve, ricorda la casa che la coppia possiede a Deià, più a lungo». Un modo di affrontare le cose controcorrente che lo ha guidato anche nella ristrutturazione di questa villa tipica- mente parigina dove vive dall’inizio del 2020 con la moglie ar- gentina Sofia Sanchez, creatrice del marchio Chufy e consulen- te di moda, e Sakura, la loro figlia di 4 anni. Situato a pochi passi da Notre-Dame, di fronte alla Senna, questo edificio del XVII secolo, che ha ospitato il Museo dell’As- sistance Publique-Hôpitaux de Paris dal 1934 al 2012, ha attira- to Alexandre per la prima volta nel 2013, quando lo ha visitato in occasione della mostra AD Intérieurs. Quando la proprietà è stata messa sul mercato qualche anno dopo, si è affrettato ad acquistarla nonostante l’entità del compito. Sono stati, infatti, necessari due anni di lavoro per collegare i diversi lotti che compongono la villa e trasformarla in un’accogliente casa di 350 metri quadrati su tre livelli. La coppia non ha esitato a trasferirsi mentre i lavori erano ancora in corso: «Quando abbiamo comprato questo posto, tutto era stato demolito. C’erano solo muri, niente elettricità, niente ri- scaldamento, niente scale, niente pavimento, solo macerie e ce- mento. Sofia e io abbiamo deciso di accamparci lì mentre lo dise- gnavo. I miei figli (nati da un primo matrimonio, ndr) ci andavano con lo skateboard e facevano le “tag” sui muri. C’era una libertà di vita totale. Abbiamo amato questo periodo un po’ distruttivo, che però ha creato un legame con il luogo, una memoria». Alexandre ha scelto di mantenere questo spirito con le pareti, alcune delle quali sono rimaste com’erano, per lasciar trasparire gli strati del tempo. Un modo per rivisitare la classicità architetto- nica del luogo, con i cui codici de Betak gioca – dalle travi del sof- fitto alle infilate prospettiche, dalla pietra di Borgogna al parquet di Versailles fino alle maniglie del XVIII secolo trovate al merca- to delle pulci di Saint-Ouen: «Mi piacciono gli esercizi di stile ap- profonditi e molto diversi tra loro, che si tratti di un loft newyor- kese, di una casa balearica degli anni Settanta o di questa villa privata del XVII secolo». E ciò che gli piace di più è mescolare sti- li e influenze con grande spontaneità, in base ai suoi desideri, ai viaggi della coppia giramondo o alle peregrinazioni virtuali. Ete- roclita, la mise en scène riunisce oggetti anni Settanta, arte africa- na, mobili anni Quaranta, arte cinetica e greco-romana, cineserie, 246


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