ARCHITECTURAL DIGEST EDITORIALE Sicuri che non c’è niente di nuovo? Di tanto in tanto, nel mondo del design si levano vo- con un grande potenziale. E allora perché non concepi- ci che dicono: «Non c’è niente di nuovo sotto il sole. Il tema è stato raccontato fino all’esaurimento». Meri- re il tavolo da pranzo come un palcoscenico per rappre- ta di certo una riflessione, ma occorre anche chiedersi: da quando è così? Da 10, 50 o 100 anni? Tanto per fare sentazioni surreali? Personalmente, non ho mai visto un esempio, anche i geni del XX secolo, da Josef Frank a Charlotte Perriand, da Verner Panton a Ettore Sott- una cosa simile e sono molto curioso di capire che co- sass, non hanno scoperto l’acqua calda – chi l’avrebbe mai detto? Eppure, quanto sarebbe più povera la nostra sa si inventeranno prossimamente queste due pioniere. cultura dell’abitare se, perplesse e scoraggiate, queste nature curiose avessero, a un certo punto, dato forfait? Oppure, prendiamo l’eredità della più grande cop- Storicamente orientata e rivolta al futuro, originale pia della storia del design: Ray e Charles Eames. La figlia e pronta a contribuire a dare nuova espressione al pre- sente, questa rivista racconta come si può portare avanti Lucia aveva meticolosamente conservato tutto quello e come si porterà avanti il design. Pensate al lavoro an- cora acerbo delle sorelle Laila e Nadia Gohar (da pag. che i genitori avevano usato come materiale illustrati- 135). Con Gohar World, le due newyorkesi nate in Egit- to stanno mettendo in discussione la cultura della tavo- vo per le loro ricerche. Tantissima roba! La figlia di Lu- la. Le camicie diventano tovaglie e le candele assumo- no la forma di salami o ricotte. Un grande divertimento cia, Llisa Demetrios, dona nuova vita a questo grande, ma anche piccolo, patrimonio – non tanto per accre- scere ulteriormente la fama dei suoi nonni (cosa prati- camente impossibile), ma per consentire di impiegare il loro originale pensiero per attività inedite (da pag. 93). Attività del futuro. Chi è scettico sul domani del design, dovrebbe prendere in considerazione un viaggio a Peta- luma, California. Non a caso Demetrios ha chiamato la sua organizzazione no-profit Eames Institute of Infinite Curiosity. Letteralmente. ○ Ritratto: René Fietzek Oliver Jahn 47
Milano, Corso Venezia 14 - Tel. +39 02 76 26 02 30
ARCHITECTURAL DIGEST EDITORIALE STILE LIBERO Mi è sempre piaciuto Charles Bukowski quando diceva: «Se hai Francesca Santambrogio stile, hai il tuo metodo che continua mentre tutte le cose vacil- Head of Editorial Content AD Italia lano». Cambiasse tutto, lo stile AD resta. Resta perché è uno stile in ascolto, vibrante e sempre riconoscibile nella diversità. E il nostro Style Issue è qui a provarlo. Come faremmo altrimenti a trovare un filo che unisce il castello da fiaba in Cornovaglia dei fondatori del marchio di interior decoration House of Hackney, la villa a Noto di Jac- ques Garcia e, accanto, il cottage dello stilista Joseph Altuzar- ra negli Hamptons, e, perché no, una casa-galleria reinventa- ta a Parigi da Vincent Van Duysen? La risposta è nel mare, nel- lo “stile” del mare. Anzitutto perché lo abbiamo ancora davan- ti agli occhi, evviva, e poi perché la fluidità, la freschezza, la profondità del blu ispira il nostro sguardo aperto su ogni terra del design: dallo speciale Living, con i nuovi divani e poltrone in ambienti illustrati e creati apposta per noi, fino all’inserto speciale Yacht. Mare, dunque, e nel numero abbiamo tre isole, Irlanda, Maiorca, Ibiza. Un tempo le nostre lettere viaggiavano per mare, per terra, per aria, e visto che le Poste Italiane compiono quest’anno ben 160 anni raccontiamo la bellezza modernista dei più straordina- ri uffici postali, da Trieste a Palermo. E poi dico ancora una vol- ta mare, e penso al suo colore, e mi vengono in mente le parole di Miles Davis «La musica e la vita sono solo questioni di stile». Ecco, rimetto sul piatto Kind of Blue, vinile ovvio, e sono già persa alle prime note di So what. Quindi cosa dovrei aggiungere? ○ Il mio carnet Ritratto: Beppe Brancato. ©Wearecontents_Arsham-MAMO 12 34 Per essere le uniche dovevano essere davvero speciali. Un’unica donna in mezzo a un gruppo di musicisti, chef, operai, diplomatici, cow boy, come raccontano le fotografie anonime del libro The Only Woman, appena pubblicato da Phaidon (phaidon. com, 4). Unica è anche Lola Montes che ha scoperto l’altra faccia degli angeli come raccontano i bassorilievi in ceramica, titolo Faccia d’angelo. Every angel has another face, esposti nella galleria Nino Mier a Los Angeles (miergallery.org, 2). Ritrovo la stessa energia a Marsiglia, naturalmente Unité d’Habitation di Le Corbusier, fondale per le sculture in bronzo di Daniel Arsham (danielarsham.com, 1). Altra sponda del Mediterraneo e sono a Istanbul di fronte a Waving Towers, istallazione creata da Cristián Mohaded per Between Humankind and Nature (instambul74.com, 3). Spiaggia, rocce, intrecci di rattan. Quando si dice una scultura che il vento attraversa. Ed è esattamente quello che voglio, farmi attraversare dall’ultimo vento dell’estate. 49
Deputy Global Editorial Director Head of Editorial Content PUBLISHED BY CONDÉ NAST Chief Executive Officer Roger Lynch Oliver Jahn Francesca Santambrogio (direttore responsabile) Chairman of the Board Jonathan Newhouse Global Chief Revenue Officer & President, U.S. Revenu Art Director Europe Senior Art Production Designer Pamela Drucker Mann Chief Content Officer Anna Wintour Inka Baron Daniela Sesenna (caporedattore) President, Condé Nast Entertainment Agnes Chu Chief Financial Officer Jackie Marks Digital Director Europe Senior Features and Digital Editor Chief Marketing Officer Deirdre Findlay Chief People Officer Stan Duncan Andreas Kühnlein Alessandra Pellegrino (vicedirettore) Chief Communications Officer Danielle Carrig Chief of Staff Elizabeth Minshaw Editorial Operations Director Features and Style Editors Chief Product & Technology Officer Sanjay Bhakta AD Europe Chief Content Operations Officer Christiane Mack Elena Dallorso (vice caporedattore) Laura Newrzella Valentina Raggi (vice caporedattore) IN THE UNITED STATES Chief Business Officer, U.S. Advertising Revenue and Global Production Director AD Europe Editorial Operations Manager Video Sales Craig Kostelic Michael Gschrei Silvia Stefani WORLDWIDE EDITIONS France: AD, AD Collector, GQ, Vanity Fair, Vogue, Audience Development Europe Art Prod Designer Vogue Collections Germany: AD, Glamour, GQ, Vogue India: AD, Condé Nast Traveller, GQ, Vogue Italy: AD, Condé Viktoria Vokkri Michela Buzzoni Nast Traveller, GQ, La Cucina Italiana, Vanity Fair, Vogue, Wired Japan: GQ, Rumor Me, Vogue, Vogue Girl, Vogue Visuals Europe Adaptation Editor Visual Editor Wedding, Wired Mexico and Latin America: AD Mexico and Latin America, Condé Nast College Américas, Glamour Thomas Skroch (lead), Anna Busch Paola Corazza Federica Clari Mexico and Latin America, GQ Mexico and Latin America, Vogue Mexico and Latin America Spain: AD, Condé Nast Art Department Europe Social Media Editor College Spain, Condé Nast Traveler, Glamour, GQ, Vanity Fair, Vogue, Vogue Niños, Vogue Novias Taiwan: GQ, Vogue Viviana Tapia (lead), Selina Lang, Elisa Mencarelli United Kingdom: London: HQ, Condé Nast College of Annika Eichkorn (trainee) Fashion and Design, Vogue Business; Britain: Condé Nast Johansens, Condé Nast Traveller, Glamour, GQ, GQ Style, TALENT TEAM GROUP: House & Garden, Tatler, The World of Interiors, Vanity Fair, Senior Entertainment Editor Daniela Ravaglia, Associate Editor Valentina Vespasiani Vogue, Wired United States: Allure, Architectural Digest, Ars Technica, basically, Bon Appétit, Clever, Condé Nast HANNO COLLABORATO: Traveler, epicurious, Glamour, GQ, GQ Style, healthyish, HIVE, Marina P. Asins, Derek Blasberg, Fiona Bornhöft, Antonella Cotta Ramusino, Giovanni D’Odorico La Cucina Italiana, LOVE, Pitchfork, Self, Teen Vogue, them., Borsoni, Ilaria Ferraris, Marta Galli, Fanny Guénon Des Mesnards, Marina Hemonet, Bettina Krause, The New Yorker, The Scene, Vanity Fair, Vogue, Wired Alessandra Laudati, Laura Leonelli, Nicolas Milon, Marco Morello, Patrizia Piccinini, Maite Sebastiá PUBLISHED UNDER JOINT VENTURE TRADUZIONI: Language Consulting Congressi S.r.l. REVISIONE TESTI: Studio Diwa Brazil: Casa Vogue, Glamour, GQ, Vogue FOTOGRAFIE DI: Markus Burke, Nicola Carignani, Bruno Ehrs, Nacho Errando, Ruth Maria Murphy, PUBLISHED UNDER LICENSE Ngoc Minh Ngo, Carlo Piro, Matthieu Salvaing OR COPYRIGHT COOPERATION ILLUSTRAZIONI DI: Filipe Jardim Australia: GQ, Vogue, Vogue Living Bulgaria: Glamour China: AD, Condé Nast Traveler, GQ, GQ Lab, GQ Style, EDIZIONI CONDÉ NAST S.p.A Vogue, Vogue+, Vogue Café Beijing, Vogue Café Shanghai, Vogue Film, Vogue Business in China Czech Republic Managing Director NATALIA GAMERO DEL CASTILLO and Slovakia: Vogue Greece: Vogue Hong Kong: Vogue, Chief Revenue Officer FRANCESCA AIROLDI Vogue Man Hungary: Glamour Korea: Allure, GQ, Vogue, Wired Malaysia: Vogue Lounge Kuala Lumpur Consumer Business Country Lead ALESSANDRO BELLONI, Circulation Director ALBERTO CAVARA Middle East: AD, Condé Nast Traveller, GQ, Vogue, HR Director GIORGIO BERNINI, Production Director Europe ENRICO ROTONDI Vogue Café Riyadh, Wired Poland: Glamour, Vogue Finance Director LUCA ROLDI, Controller CRISTINA PONI Portugal: GQ, Vogue, Vogue Café Porto Romania: Glamour Digital Director ROBERTO ALBANI, Enterprise CTO AURELIO FERRARI Scandinavia: Vogue Serbia: La Cucina Italiana Social Media Director ROBERTA CIANETTI, Head of Digital Marketing GAËLLE TOUWAIDE Singapore: Vogue South Africa: Glamour, GQ, Head Data Marketing TERESA ROTUNDO, Head of Digital Video RACHELE WILLIG GQ Style, House & Garden Thailand: GQ, Vogue The Netherlands: Vogue, Vogue Living Turkey: GQ, Vogue, Advertising sales Vogue Restaurant Istanbul Ukraine: Vogue, Vogue Man Fashion, Luxury, Beauty Sales Director, Vanity Fair & Vogue Lead MICHELA ERCOLINI Bizfitech, Cpg, Media/Entertainment & Auto Sales Director, GQ Italia & Wired Italia Lead LORIS VARO Condé Nast is a global media company producing Home & Travel Sales Director, La Cucina Italiana, AD Italia e CN Traveller Italia Lead CARLO CLERICI premium content with a footprint of more than 1 billion Cnx Italia Director VALENTINA DI FRANCO, Account Strategy Director SILVIA CAVALLI consumers in 31 markets. Digital & Data Sales Director MASSIMO MIELE, Advertising Marketing Director RAFFAELLA BUDA condenast.com Regional Sales Director ANTONELLA BASILE, Beauty Director MARCO RAVASI Fashion & International Director MATTIA MONDANI Direttore Responsabile: Francesca Santambrogio. Copyright Account Strategist/Brand Ambassador AD CRISTINA RONCAROLO © 2022 per le Edizioni Condé Nast. Registrazione del Tribunale di Milano n. 98 del 7.3.1981. La Edizioni Condé Nast S.p.A. è iscritta nel Sede: 20123 Milano, piazzale Luigi Cadorna 5 - tel. 0285611 - fax 028055716 Registro degli Operatori di Comunicazione con il numero 6571. Tutti i diritti Padova, c/o Regus Padova Est, Sottopassaggio Mario Saggin 2 - tel. 0285611 - fax 028055716 riservati. Spedizione in abbonamento postale - D.L. 353/03 Art. 1, Cm. 1, Bologna, c/o Copernico, Via Altabella 17 - tel. 0285611 - fax 028055716 DCB - MI. Distribuzione per l’Italia: SO.DI.P. “Angelo Patuzzi” S.p.A. via Roma, c/o Copernico Termini, Piazza indipendenza 23 B/C - 00185 Roma - tel. 0285611 - fax 028055716 Bettola 18, 20092 Cinisello Balsamo (Mi), tel. 02660301, fax 0266030320. Distribuzione Estero Sole Agent for Distribution Abroad A.I.E. - Agenzia Redazione: 20123 MILANO — Piazzale Cadorna 5 — Tel. 0285611 — Fax 0285612698 Italiana di Esportazione SpA, via Manzoni 12, 20089 Rozzano (Milano) tel. 025753911. fax 02 57512606. www.aie-mag.com. Stampa: Elcograf S.p.A.Verona - Printed in Italy. Numeri arretrati € 10,00. Inviare importo a IeO Informatica e Organizzazione Srl Ufficio Arretrati, a mezzo c/c postale n. 56427453, tel. 039.5983886 - fax 039.9991551 - e-mail: [email protected]. Per spedizioni all’estero maggiorare l’importo di € 2,50 per le spese postali. ACCERTAMENTI DIFFUSIONE STAMPA CERTIFICATO N. 8957 DEL 06-04-2022
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ARCHITECTURAL DIGEST GALLERIA Come eravamo,come saremo.Dalla storia delle Poste Italiane al fascino di un castello normanno in Inghilterra,passando per la creatività contagiosa delle grandi maison della moda.E poi via,alla scoperta di Noto con Jacques Garcia e a Firenze con Ólafur Elíasson GALLERIA Foto courtesy Istanbul’74 e Rachel Hayes PRIMA PAGINA Quando magiche cromie trasformano il paesaggio testo Alessandra Pellegrino C’è un grande pannello di tessuto patchwork in segmenti con- colorati, semitrasparenti, scintillanti, che possono essere attra- centrici di 10 metri quadrati, posizionato orizzontalmente, ap- versati, sfiorati o aggirati. La voglia di farsi accarezzare da que- pena sopra l’altezza degli occhi. È nel cortile del Chiostro Gran- ste morbidezze caleidoscopiche, quasi fossero le lenzuola fresche de della Certosa di San Giacomo a Capri. Dodici lembi più pic- del bucato di mamma, è fortissima. coli di stoffa leggerissima si allungano verticalmente dai cavi che sospendono l’arazzo principale, creando una rete di tessuti Siamo dentro un’installazione dell’americana Rachel Hayes che, con i suoi murales animati per la mostra A Moment In Time 53
ARCHITECTURAL DIGEST GALLERIA da sinistra, in senso orario L’installazione per la mostra A Moment In Time di Istanbul’74 a Nomad, Capri; Mirage al White Sands National Park per la campagna Missoni (2017); Sun Sails (2016) in nylon, organza e cavi in acciaio, com- missionata dalla città di Wichita, Kansas. pagina precedente L’opera Checkers, del 2020, realizzata a Greenwood, Missouri. «Mi piace suscitare emozioni attraverso i miei lavori:è questa la grande magia dell’arte» Rachel Hayes della galleria Istanbul’74, ha attratto collezionisti, curiosi e gior- umana voler sperimentare le cose attraverso il tatto, per questo Foto courtesy Istanbul’74 e Rachel Hayes nalisti durante l’ultima edizione di Nomad, fiera di arte e design. voglio che la mia arte venga vissuta». Arte di difficile classifica- Hayes, nata a Kansas City nel 1977, vanta un BFA in Arte Tes- sile e un master in Pittura. Vive a Tulsa (Oklahoma) e si dedica a zione. «Tratto linguaggi comuni a diversi campi: dalla pittura al- una pratica artistica che ricorda gli interventi di Christo e Jean- ne-Claude, la psichedelia su larga scala di Katharina Grosse, le ge- la trapuntatura, dalla scultura al design tessile, dall’architettura ometrie di Gene Davis: suggestioni concettualmente giustappo- ste a una visione craftman-centrica, dove l’arte tipicamente fem- alla pianificazione spaziale, fino al placemaking creativo. Ma c’è minile del “taglia e cuci” torna in auge, in chiave contemporanea. una costante: le persone sono attratte da materiali, colori, textu- «Colleziono tessuti dal mondo, i loro motivi sono l’input per il processo di lavorazione, l’ispirazione arriva dai materia- re e movimento». Tutto vero. «Mi piace provocare una risposta li», spiega Hayes. «Viaggio parecchio e mi piace scoprire nuo- vi siti, dove sogno di poter realizzare le mie opere site-specific». emotiva. È questa la magia dell’arte, no?». ○ Il luogo. Una variabile fondamentale. Il paesaggio è architettu- ra, l’elemento delle possibilità. Prendono vita così universi cuci- ti, dalla forte componente moda. Non a caso Missoni l’ha scel- ta per una serie di progetti nel 2017-18, partendo da un’installa- zione in passerella per la fashion week di Milano, seguita da una mostra nel negozio di Manhattan e dalla campagna pubblicita- ria con Kendall Jenner nel Parco Nazionale White Sands in New Mexico. A fare da sfondo, i suoi tessuti in technicolor. Queste installazioni, fragili e potenti allo stesso tempo, ap- pagano la vista, ma sono anche interattive. «Nelle gallerie e nei musei, ci viene sempre detto di non toccare. Ma è nella natura 54
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ARCHITECTURAL DIGEST GALLERIA E testo Laura Leonelli T U S C R I Foto Massimo Listri V La facciata I delle Poste M di Grosseto, I realizzate da Angiolo Mazzoni nel 1932. Sopra il monumentale portale d’ingresso il gruppo scultoreo in marmo La Maremma domata, opera di Napoleone Martinuzzi. Un patrimonio di arte, architettura e design, la storia di un Paese, il nostro, e grandi fotografi per un bellissimo libro che celebra i 160 anni delle Poste Italiane 57
ARCHITECTURAL DIGEST GALLERIA Prima che le email togliessero peso alla nostra corri- riscoprire uno straordinario patrimonio d’architettura, Foto Luciano Romano spondenza, prima che le parole di qualunque tempera- arte e design, che di posta in posta, di tappa in tappa – tura emotiva perdessero corpo, la posta era un tempio, questo significava il termine, una fermata per le carroz- un castello, una cattedrale. Un luogo altro e alto, eleva- ze e i corrieri – attraversa l’Italia, da nord a sud. to per efficienza e monumentalità al quale lo Stato, dal- la fine dell’Ottocento al secondo dopoguerra, aveva affi- E se gli uffici di Trieste, progettati dall’architetto dato il compito di mettere in comunicazione l’intero Pa- viennese Friedrich Setz nel 1894, sono ancora in stile ese e quindi “essere”, più di qualunque altro ufficio, l’in- neorinascimentale e celebrano la quarta città dell’Im- tero Paese. Per questo, in occasione del 160° anniversa- pero austroungarico, le poste dell’Italia fascista appar- rio della nascita delle Poste Italiane, la riedizione del- tengono pienamente al Novecento e al Razionalismo lo splendido volume Le belle Poste. Palazzi storici di Po- più originale. Poste di regime, certo, e a lungo l’archi- ste Italiane, pubblicato da Franco Maria Ricci, invita a tetto che le ha disegnate con fedeltà politica e varietà di soluzioni spettacolari, Angiolo Mazzoni, è stato Razionalismo con forti richiami ai caratteri plastico-murari dell’edilizia partenopea. A questo connubio si ispirano le Poste di Napoli, di Giuseppe Vaccaro e Gino Franzi. Nel cuore del rione Carità, il trionfo dell’“Età delle macchine”, tra vetri curvi, acciaio e ottone. 58
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ARCHITECTURAL DIGEST GALLERIA La Sala della Sportelleria del Palazzo delle Poste di Agrigento, progettato da Angiolo Mazzoni come un edificio circolare fra il 1932 Foto Luciano Romano e il 1936. Unico nel suo genere, è decorato con i mosaici di Matilde Festa Piacentini e sculture di Quirino Ruggeri. 60
ARCHITECTURAL DIGEST GALLERIA volutamente dimenticato. Impossibile fare altrimenti. ingresso, cittadini e missive. Ovunque si legge la volon- Foto Luciano Romano Ma oggi forse questi palazzi parlano una lingua propria tà di andare oltre la densità del marmo, materia regina e non possiamo che stupirci della bellezza, per esempio, di ogni progetto. Così è la strabiliante quinta curvilinea delle poste di Grosseto, di ascendenza medievale nel bu- in vetro e acciaio delle poste di Napoli, progetto di Giu- gnato della facciata, e modernissime nel disegno, com- seppe Vaccaro, e così sono le poste di Palermo, altra idea presi l’orologio a palette al vertice della torre e sull’in- di Mazzoni, nelle quali splende uno dei capolavori del- gresso il gruppo scultoreo di Napoleone Martinuzzi, la pittura futurista. Per la precisione, aeropittura futuri- l’uomo che doma il cavallo, omaggio alla Maremma. sta. E per la precisione è una donna a crearlo, Benedetta Cappa. Di nuovo è Angiolo Mazzoni a mettere tutto in Le poste sono internazionali e locali insieme, so- moto. Quando nel 1932 sulla Gazzetta del Popolo Filippo prattutto quando diventano il perno del nuovo sviluppo Tommaso Marinetti presenta l’edificio delle poste di La- urbano o devono inserirsi nel tessuto storico. Radicate e tina, definendolo «superamento futurista del semplice fluide, tanto è in movimento tutto quello che varca il loro La Sala del Consiglio delle Poste di Palermo, in marmo rosso e libeccio di Trapani, con porte in lacca rossa e nera e rame e marocchino rosso per le sedie della ditta Ducrot. Alle pareti, le tele dell’aeropittura futurista, firmate da Benedetta Cappa Marinetti. 62
ARCHITECTURAL DIGEST GALLERIA Uno dei progetti più belli di Friedrich Setz, architetto dell’Impero austroungarico. Inaugurate nel 1894, i 7.000 metri quadrati delle Poste Foto Giovanni Ricci di Trieste rendono omaggio allo stile neorinascimentale. Attraverso la scalinata è come entrare in un palazzo italiano del Cinquecento. 64
ARCHITECTURAL DIGEST GALLERIA razionalismo», l’architetto, lusingato, invita a collabo- del Novecento» da Edoardo Pepino, curatore delle edi- rare non solo Depero, Fillia, Prampolini, Tato, ma arti- ste come Benedetta Cappa, Bruna Pestagalli e Matilde zioni Franco Maria Ricci e direttore del Labirinto della Festa. Un cambio di passo ra- Masone di Fontanellato (non si perda la mostra Dall’al- dicale rispetto al culto dome- stico della donna del Venten- to. Aeropittura futurista, aperta fino al 18 settembre). A nio. Ed è proprio Beny, così si firmava, l’autrice di una delle suggerire il paragone sono cinque tele gigantesche che opere più eccezionali del pe- riodo, i pannelli della Sala del celebrano le comunicazioni telegrafiche, radiofoniche, Consiglio di Palermo, defini- ta «quasi una Cappella Sistina terrestri, marittime e aeree. Nel 1931 Antoine de Saint-Exupéry pubblicava uno dei suoi romanzi più belli, Volo di notte, storia di un avia- tore postale. «Nubi pesanti spengono le stelle», scrive- va. Avesse visto la luce della pittura di Beny si sarebbe orientato in ogni cielo. ○ Foto Giovanni Ricci in alto Le Poste di La Spezia, progetto di Angiolo Mazzoni, 1933, custodiscono enormi a mosaico di ceramica firmati da Fillia ed Enrico Prampolini. sopra La copertina di Le belle Poste. Palazzi storici di Poste Italiane (Franco Maria Ricci Editore, 192 pagine). 66
ARCHITECTURAL DIGEST GALLERIA Foto Paola Pansini Un oggetto, insolito quanto archetipico, nasce dall’inedito mix&match di pezzi d’archivio di uno storico marchio e acquista una patina contemporanea grazie all’hi-tech. La seduta-progetto di StorageMilano NON LA SOLITA SEDIA testo Alessandra Laudati Nell’affollata settimana del Salone del Mobile si scoprono idee e progetti spes- so molto interessanti. Uno dei più par- ticolari ci è stato raccontato da Miche- le Pasini, uno dei fondatori, con Bar- bara Ghidoni e Marco Donati, di Stora- geMilano, uno studio ormai affermato da molto tempo nella creazione di un dialogo inedito tra forme della contem- poraneità e presenze vintage, spazian- do da showroom a eventi, edifici, hea- dquarters e abitazioni private. L’evento è stato intitolato AntiMeta, A•Typical Chair, non un prodotto fine a se stesso, ma una piccola storia: «Una storia di sinergia tra persone, aziende e capacità produttive che hanno radici in una tradizione di artigianato importan- te: Gebrüder Thonet Vienna, marchio che da quasi duecento anni crea mobi- li in legno curvato a mano, Materica, un atelier specializzato nella verniciatura metallica di alta qualità, e il nostro stu- dio. Per far nascere, sotto la nostra guida creativa, una sedia, un prodotto che rac- conta un approccio e una sensibilità co- mune», spiega Michele Pasini. «Il titolo specifica che in un’epoca in cui ciò che si definisce “meta” sta cambiando radi- calmente il nostro vivere e ci fa perdere il contatto con la realtà, AntiMeta signi- fica proprio dare importanza alle espe- rienze fisiche, emotive e cognitive lega- te alla materia, alla fisicità, all’interazio- ne», continua il progettista. Stiamo parlando di una sedia pen- sata site-specific per lo spazio del risto- rante Sogni, che aprirà a Milano in au- tunno; un progetto creato e curato in col- laborazione con l’imprenditore Claudio a sinistra La A•Typical Chair nell’allestimento AntiMeta, presso lo studio di StorageMilano in occasione della Milano Design Week. 69
ARCHITECTURAL DIGEST GALLERIA Antonioli. Per questo luogo occorreva un in alto Il render di una sala del Ritratto Helenio Barbetta pezzo speciale, che interpretasse, in mo- ristorante Sogni, con le sedute do contemporaneo, l’atmosfera di un po- A•Typical Chair. sopra StorageMilano, sto con profonde radici nel passato. da sinistra Michele Pasini, Marco Donati e Barbara Ghidoni. a destra «La sedia è composta da parti diver- La porta del ristorante Sogni che se, tutti pezzi presi dalla produzione sto- aprirà in via San Calocero 8 a Milano. rica Gebrüder Thonet Vienna: le gam- be davanti sono di un modello, le gam- 70 be dietro di un altro, gli archetti di un al- tro ancora, arrotondando un po’ di più lo schienale per dare una forma più “an- tica” o forse più contemporanea. È una sedia che sembra sia sempre esistita, una sedia italiana che in realtà è un insieme di pezzi diversi quindi è nuova, ma la sensazione è quella di una forma estre- mamente tradizionale». In questo modo StorageMilano non ha solo ricreato un oggetto con pezzi
ARCHITECTURAL DIGEST GALLERIA «È UNA SEDIA CHE SEMBRA S I A S E M P R E E S I S T I TA . U N A S E D I A I TA L I A N A C H E È UN INSIEME DI PEZZI D I V E RS I . Q U I N D I N U OVA » michel e pa sini della collezione storica dell’azienda, ma propria metallizzazione ottenuta grazie è riuscito a “sporcare” il tradizionale le- gno curvato di Gebrüder Thonet Vienna alle tecnologie e a un sistema di applica- con un elemento prezioso come l’ottone; l’applicazione del metallo, ideata da Ma- zione perfezionati proprio da Materica. terica, ha creato un effetto straordinario. Il loro metodo si basa sulla trasformazio- Il gioco è apparso così interessante che, oltre alla sedia per il ristorante, sono ne del metallo dallo stato solido al liqui- state messe le basi per una piccola collezio- ne che segua questo stesso pensiero pro- do, per poi essere spruzzato in micro par- gettuale, una capsule che Gebrüder Tho- net Vienna presenterà in autunno. ticelle sulla superficie. Gli oggetti così otte- «La particolare “metallizzazione” del- nuti hanno le stesse caratteristiche chimi- lo schienale e delle lamelle collegate alla seduta costituisce l’alterazione che dà un co-fisiche del metallo, ma avranno minor valore forte alla sedia. Non si tratta di una laccatura composta da polveri metalli- peso e non sarà necessario creare stampi. che mescolate a resine, ma di una vera e Il processo si può applicare con tutti i me- talli: rame, zinco, acciaio, peltro, ottone. Dobbiamo ancora sperimentare il ferro», prosegue Pasini. in alto Due disegni-schizzo di studio finale del- la sedia con matita e tempera oro su carta da Che conferma il proprio talento per lucido. sopra La metallizzazione dello schiena- le, ottenuta attraverso una particolare lavora- la sperimentazione materica inconsue- zione, mentre la superficie viene ricoperta dalle particelle di ottone. ta, che lega passato e futuro, e non smette di sorprendere. ○ 72
Photography: Beppe Brancato - AD: Studio MILO I CHING DESIGN ELISA OSSINO Un oggetto di calore dalla radicale semplificazione formale e perfezione in ogni dettaglio. I CHING è uno scaldasalviette in acciaio inox a funzionamento elettrico. Ogni modulo può essere installato in verticale o orizzontale offrendo la possibilità di creare a parete diverse composizioni grafiche. Leggero, minimale, essenziale. @tubesradiatori
ARCHITECTURAL DIGEST GALLERIA Foto Jens Ziehe © Ólafur Elíasson Immersione nell’arte Ólafur Elíasson arriva a Firenze.La sua grande personale a Palazzo Strozzi è un caleidoscopio di installazioni e opere site-specific testo Marta Galli 75
ARCHITECTURAL DIGEST 76 dall’alto Red window semicircle (Berlino, 2008) e Beauty, 1993 (al Long Museum, Shanghai, nel 2016), entrambe le opere sono reinstallate a Palazzo Strozzi. GALLERIA pagina precedente Firefly double-polyhedron sphere experiment, 2020. Foto Jens Ziehe. Anders Sune Berg. © Ólafur Elíasson
lo stato delle idee / the state of ideas
ARCHITECTURAL DIGEST GALLERIA «Ho pensato a Palazzo Strozzi non tanto Quando nel 2003 Ólafur Elíasson ha porta- come un ospite passivo,ma come un to un sole artificiale nella sala delle turbine alla Tate Modern con The weather project ha co-produttore della mostra» Ó l a f u r E l í a s s o n mostrato quel che un museo poteva essere nel nuovo secolo – spazio sociale, luogo per l’e- in alto L’opera Red double sperienza individuale e collettiva –, rimuoven- Ritratto Lars Borges. Foto Mathias Johansson. © Ólafur Elíasson kaleidoscope, 2005, di Ólafur do dall’arte la patina dell’elitarismo. Elíasson. a destra L’artista Dal 22 settembre, l’artista approda a Fi- scandinavo, che sarà in Italia renze con una grande mostra negli ambienti questo autunno con due mostre: del quattrocentesco Palazzo Strozzi: un per- una a Firenze, a Palazzo Strozzi, e corso site-specific pensato per dialogare con una al Castello di Rivoli (TO). gli elementi storici (come le bifore piomba- te) dell’edificio, capolavoro voluto da Filip- po Strozzi in un atto di rivalsa nei confron- ti dei Medici. Oggi è divenuto «il prototipo dell’architettura rinascimentale con deriva- zioni sparse per il mondo», fa notare Arturo Galansino – Direttore generale di Fondazio- ne Palazzo Strozzi e curatore della mostra –, 78
ARCHITECTURAL DIGEST GALLERIA L’installazione Room for one colour (1997) di Ólafur Elíasson alla galleria neugerriemschneider di Berlino. il quale racconta anche che Elíasson «si è in- Galansino. «Solidi platonici, ellissi e cerchi namorato di questo posto a prima vista». Lo stesso artista ribadisce la centralità del luogo sfideranno l’ortogonalità dell’architettura». nella progettazione della personale: «Questo meraviglioso palazzo ha compiuto un viag- Definito la moderna incarnazione dell’uo- gio nel tempo, dalle origini nel Rinascimen- to al suo odierno ruolo di spazio per accoglie- mo rinascimentale, Ólafur Elíasson – nato nel re centri di ricerca e mostre. Mi sono propo- sto di concepirlo non tanto come ospite pas- 1967 in Danimarca da genitori islandesi – me- sivo, sfondo o semplice contenitore, ma piut- tosto come un co-produttore dell’esposizione scola nella sua pratica scienza, pensiero eco- e spero che le mie opere lo rendano evidente ed esplicito al visitatore». logico e utopia sociale. Ha stabilito il proprio In preparazione dal 2015, la mostra in- studio a Berlino negli anni Novanta, una co- clude diversi lavori nuovi e riadattamenti di precedenti come Your uncertain shadow (co- munità di oltre cento persone di cui fanno par- lour), che proietta le silhouette dei visitato- ri su un pattern cangiante, o Beauty, con gio- te designer, architetti, film maker e cuochi. chi di nebbia di diverse sfumature. Una piace- vole smaterializzazione dell’arte, in un’epoca Il 3 novembre inaugurerà anche, al Castello in cui questa è sempre più commodity. «Sarà una magia di luci e ombre che ingannano i di Rivoli (TO), una sua installazione (a cura sensi, di grande impatto emotivo», prosegue di Marcella Beccaria) concepita per la secen- tesca Manica Lunga – una galleria di 147 me- Foto Anders Sune Berg, © Ólafur Elíasson tri, ex pinacoteca di Casa Savoia – che trasfor- ma lo spazio in una gigantesca macchina otti- ca ed esalta l’importanza della presenza fisica nell’era digitale. ○ La grande personale di Ólafur Elíasson è a Palazzo Strozzi di Firenze dal 22/09 al 23/1/2023. 80
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ARCHITECTURAL DIGEST GALLERIA Legare savoir-faire antichi e nuove tecnologie con un’attitudine “esplorativa”. L’approccio ludico e raffinato degli Objets Nomades raccontato dalla sua creative director HOME TOUR testo Marta Galli Ritratto Matthieu Salvaing. Courtesy Louis Vuitton Singolare personaggio dell’era coloniale, Objets Nomades è nato «con l’obiettivo di sopra, dall’alto Il divano modulare Bomboca dei l’esploratore Pierre Savorgnan de Brazza far evolvere quel savoir-faire», racconta in fratelli Campana. Nathalie Fremont, sulla poltrona fece confezionare nel 1874 dai laboratori esclusiva a AD Nathalie Fremont, Louis al centro, con alcuni designer della recente colle- Louis Vuitton di Asnières un bagaglio che Vuitton Architecture and Design Creative zione degli Objets Nomades. consisteva in una brandina ripiegabile in Director, «e trasportarlo nel design con- valigia. Oggetto di culto, il bed trunk rap- temporaneo». presenta un eccellente esempio della tradi- zione degli Ordini Speciali con cui la mai- Il debutto, a Miami, risale al 2012, e son francese ha interpretato l’arte del viag- Fremon ricorda che sebbene le prime in- gio. Attingendo a tale eredità, il progetto cursioni nell’arredo avessero carattere «esplorativo», l’incontro tra l’ingegno dei 83
ARCHITECTURAL DIGEST GALLERIA «CHIEDIAMO AI DESIGNER DI SPINGERSI IN TERRITORI CHE NON CONOSCONO; E CHE NON CONOSCIAMO NEANCHE NOI» n at h a l i e f r e m o n t progettisti e l’abilità degli artigiani «ave- sopra Sedute Dolls di Raw Edges, vaso Diamond di Marcel Wanders Studio in pel- va condotto da subito a risultati inediti». le rossa e fioriera Totem Floral di Damien Langlois-Meurinne, ispirata alla borsa Noé di Louis Vuitton. sotto Dondolo Cocoon in pelle dei fratelli Campana e lampa- In questi dieci anni diverse firme in- de Bell Lamp di Barber Osgerby, connubio tra hi-tech e craft. ternazionali – tra cui Barber & Osgerby, Marcel Wanders, Nendo, India Mahda- vi e Patricia Urquiola – hanno contribu- ito a costituire una variegata collezione. «È importante l’intesa che si crea con i designer perché possano scatu- rire conversazioni fertili; siamo creati- vi che fanno brief ad altri creativi» di- ce Fremont, riferendosi alla sua squadra come a una grande famiglia. La libertà è un altro elemento fondamentale in que- sto processo. «Anche se il rischio della li- bertà è perdersi: un pezzo può richiede- re oltre tre anni per vedere la luce ma, a differenza della moda, non siamo legati a un calendario. Un prototipo viene pre- sentato solo quando è perfetto». Fremont individua nel 2015 un mo- mento chiave nella storia degli Objets No- mades: l’approdo al Fuorisalone di Mi- lano. «Eravamo pronti a misurarci con i più importanti player del settore». Ma la strada intrapresa non era la più ovvia. «Di certo si aspettavano da noi dei bei mobili archetipici rivestiti in pelle», di- ce. «Invece abbiamo oggetti che sono in- novativi e sorprendenti». Diversi designer coinvolti rivelano di poter sperimentare, col supporto del brand, percorsi ambiziosi che da soli non sarebbero in grado di affrontare. «Chie- diamo loro di spingersi in territori che non conoscono; e che non conosciamo neanche noi, beninteso». La sfida rimane mantenere coe- sa una collezione che cresce espanden- dosi in nuovi ambiti (di recente è stato 84
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ARCHITECTURAL DIGEST GALLERIA sopra Lounge Chair di Marcel Wanders Studio in fibra di carbonio e rivestita in pelle. sotto Tavolo Anemona di Atelier Biagetti e paravento Diamond Screen di Marcel Wanders Studio. introdotto l’outdoor) e far dialogare for- il dondolo Cocoon dei fratelli Campana, Foto Tommaso Sartori, courtesy Louis Vuitton ti personalità creative con il Dna della era stato dapprincipio studiato per essere maison. «L’editing è cruciale: per quanto smontabile. «Ma il risultato non ci soddi- interessanti, alcuni disegni semplicemen- sfaceva. E del resto, la promessa del viag- te non vanno con lo spirito del progetto; gio è nell’oggetto stesso: accucciarsi lì den- altre volte qualcosa nasce come una sedu- tro significa farsi trasportare in un mondo ta e diventa un tavolo; facciamo attenzio- di sogni». Così, invece di portare questi og- ne a che tutti i prodotti si possano combi- getti in viaggio si cominciava a pensare di nare tra loro». portare il viaggio dentro casa. Se in origine, sulla scia degli Ordi- Un’avventura nell’universo domesti- ni Speciali, i prodotti erano pieghevoli e co che la fedele schiera di collezionisti rin- trasportabili – «questa limitazione pote- nova a ogni occasione. «Gli Objets Noma- va condurre a esiti interessanti anche da des, con la loro particolarità e il loro carat- un punto di vista estetico», nota Fremont tere ludico, risvegliano anche gli interni – col tempo il concept si è fatto meno let- più classici. E, come gli oggetti d’arte, so- terale. Uno dei best seller della collezione, no collezionati per la loro unicità». ○ 86
ARCHITECTURAL DIGEST GALLERIA sopra La pigrizia del discobolo di Emilio Isgrò, acrilico su tela. «Cancellare Brixia non significa cancel- lare realmente una città ma esattamente Emilio Isgrò a Brescia: una nuova, grande e originale il contrario», dichiara Emilio Isgrò. «Si- esposizione a 360° che coinvolge i più importanti luoghi gnifica riportare all’attenzione degli ita- storici della città, Capitale Italiana della Cultura nel 2023 liani e degli europei una comunità cul- turale e civile che ha dato molto al Pae- CANCELLA BRIXIA se e che continua a farlo in questi anni veramente difficili. La Cancellatura non testo Alessandra Laudati è fatta per uccidere o censurare, ma so- prattutto per preservare sotto l’inchio- 89 stro quelle parole di speranza e di fiducia che oggi mancano al mondo». Le cancellature di Isgrò non sono una banale negazione ma l’affermazio- ne di nuovi significati: trasformare un segno negativo in un gesto positivo, un modo per ricostruire la realtà. All’ini- zio degli anni Sessanta le prime idee di questa pratica mentre lavorava a un te- sto pieno di correzioni e ripensamenti.
ARCHITECTURAL DIGEST GALLERIA Correzioni che gli apparirono più for- ti delle parole stesse. Iniziò così la sua “cancellazione” secondo uno schema pensato che gli permise di creare nuo- vi modi di comunicare, intervenendo su testi, in particolare le pagine dei libri, coprendone manualmente una grande parte sotto rigorose griglie pittoriche. Intervenendo poi anche su carte geo- grafiche, manifesti, enciclopedie. Non sfuggirono al suo gesto artistico neppu- re la Costituzione Italiana e l’Enciclope- dia Treccani. Isgrò cancella Brixia, al Museo di Santa Giulia a Brescia (fino all’8/1/2023), pone in dialogo l’archeologia e l’arte Ritratto Leonardo Cendamo/Getty Images. Foto Andrea Valentini, courtesy Archivio Emilio Isgrò contemporanea, la storia e il presente, la cultura classica e la sua persistenza nel nostro tempo. «Una mostra dove ri- escono a convivere pittura e teatro, tec- nologia digitale e melodramma» spie- ga il curatore Marco Bazzini. Un im- portante esempio di valorizzazione in- tegrata, dove installazioni fisiche, digi- tali e performative, permanenti o effi- mere, di dimensioni monumentali, ide- sopra Emilio Isgrò, Le colonne ate e realizzate dall’artista per l’occasio- di Afrodite, acrilico su tela. ne, sono in stretta relazione anche con a destra La luce dell’agorà, acrilico su gli spazi non museali che le ospitano: tela sempre di Isgrò. il Chiostro rinascimentale, il Capito- in alto a sinistra lium, i giardini del Viridarium, la sta- Ritratto dell’artista, poeta, drammaturgo zione FS della metropolitana, oltre alla e regista Emilio Isgrò. messa in scena di un dramma autografo nel Teatro Romano. Tutto in un periodo disteso, destinato ad anticipare la gran- de stagione della Capitale Italiana della Cultura 2023. ○ 90
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ARCHITECTURAL DIGEST GALLERIA Curiosità infinita Imparare a pensare per trovare soluzioni creative:è questa la lezione degli Eames, alla base dell’istituto dedicato al futuro fondato dalla nipote testo Bettina Krause Foto Nicholas Calcott Ray e Charles Eames hanno eredi ricono- ad: Quando ha capito di avere degli ante- Il fienile diventa un think-tank: scenti. Oltre allo Eames Office e alla Ea- nati decisamente straordinari? la farm a Petaluma fu fatta mes Foundation, presto aprirà i batten- ti lo Eames Institute of Infinite Curiosity ld: Relativamente tardi. Charles è mor- costruire da Lucia Eames per a Petaluma, California. Nel fondare que- to nel 1978, quando avevo dodici an- ospitare l’eredità dei genitori. sto ente no profit, la curatrice Llisa De- ni, e Ray nel 1988, che di anni ne ave- Oggi diventa sede dello Eames metrios si è ispirata totalmente ai suoi fa- vo 22 e andavo all’Università di Ya- Institute of Infinite Curiosity, mosi nonni. le. A lei faceva piacere non tanto che studiassi a Yale, quanto piuttosto che fondato dalla figlia Llisa Demetrios. Trenta pecore e un lama possono restare. 93
ARCHITECTURAL DIGEST GALLERIA Foto Nicholas Calcott in alto Durante la «Charles e Ray erano Seconda guerra una coppia di designer straordinari,e come mondiale, gli Eames nonni erano ancora più condussero costosi meravigliosi» esperimenti con il Llisa Demetrios legno lamellare per creare deambulatori frequentassi un college progettato da ultraleggeri per i feriti Eero Saarinen, grande amico di en- trambi. Capii come stavano le cose di guerra e, dopo quando venne a New York per alcune poco, le iconiche conferenze: c’erano tantissime perso- ne ad ascoltarla! Fu allora che mi resi serie di sedie. conto di quanta fama godessero Ray e a destra La nipote Charles Eames. Llisa Demetrios fonda ad: Ricorda spunti di riflessione concreti che lo Eames Institute. le sono stati forniti dagli Eames? ld: Eccome! Dopo una cena a Venice, Ca- lifornia – all’epoca avevo otto anni –, il nonno mi chiese come avessi trovato il borsch. Gli risposi che non mi piace- va e lui chiese: «Tu come l’avresti fat- to?». Quella volta imparai che se cri- tichi qualcosa, devi trovare una strada per farla meglio. Fu una lezione stra- ordinaria per il resto della mia vita. ad: È questo modo di pensare che rende i due progettisti ancora oggi estrema- mente attuali? ld: Esatto. E per questo, in qualità di cu- ratrice dello Eames Institute, non vo- glio solo mostrare oggetti, ma anche tematizzare le storie e le domande che i due si posero. ad: Come le è venuta l’idea dell’Istituto? ld: Mia madre fece costruire la casa qui al ranch per conservarvi la collezio- ne dei suoi genitori. Voleva che fos- se possibile vedere e comprendere la complessità dell’intero processo di progettazione. Negli anni sono venu- ti in visita molti designer e curatori, per cui abbiamo iniziato a raccontare storie sugli oggetti. 94
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ARCHITECTURAL DIGEST GALLERIA sopra, dall’alto Il fienile progettato da William Turnbull. Oggi qui è esposta la collezione dello Eames Institute. Ancor prima dell’apertura Foto Nicholas Calcott ufficiale, tre mostre con una selezione di migliaia di pezzi sono disponibili sul sito eamesinstitute.org 96
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