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SAN CONTARDO D'ESTE

Published by matteo.caliogna, 2016-04-15 09:29:44

Description: San Contardo D'Este - Broni - Mino Baldi - Gruppo Archeologico Bronese

Keywords: San Contardo D'Este - Broni

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Sonetto in onore di San Contardo d'Este letto il giorno31 agosto 1822 in occasione della benedizione della nuo- va urna per il capo del Santo \"... Celebrandosi con magnifica pompa - Nella chiesa parrocchiale di Broni - All'i 31Agosto 1822 - La solenne festa di San Contardo - Decorata dell'assistenza di S. E. Mon­signor Vescovo di Tortona - Sonetto - Dedicato all'illustre merito del molto reverendo- Signor D. GianBattista Maggi -Arciprete degnissimo di detto Borgo, Vicario Foraneo,dottore in Sacra teologia ecc. L'Estense Eroe, che pien di santo Zelo Sprezzò di questa terra il ben fallace, E sol pel vero ben, superò audace Fame, sete, vigilie, ardore e gelo: Oggi dall'alto del stellato Cielo Ove coi santi regna in bella pace, Mira il novello onor (1) e si compiace Del luogo, ove à lasciato il suo bel velo, E fra sé dice, deh con quanta fede M'onora mai di Broni il popol degno! Ben merta tanto oprar degna mercede: Indi preci al Motor rivolge umile, Ch'accolga un di nel bel celeste Regno Col Pietoso Pastor l'amato ovile. In attestato di vera stima e sincera congratulazione NN ...\". (1) Si allude alla magnifica urna d'argento fattasi fare dal zelo del sullodato signorArciprete nella quale fu riposta la testa di detto Santo. Pavia dalla stamperia e libreria diGio. A. Cappelli. Da A. Cerioli, L'Eco di S. Contardo, Maggio 1906, p. 8. 251

Contardo figlio di Aldovrandino I d'Este, da Ferrara madre di Santi, di Mons. Vittorio Felisati Descrizione dell'appartenenza di Contardo alla Casa d'Este,come risulta nell'opera di Mons. Vittorio Felisati, Canonico dellaBasilica Cattedrale di Ferrara. L'autore a p. 39 del suo opuscolo, quando espone i dati biograficidi Contardo, afferma: \"... Premetto che San Contardo è fratello della Beata Beatrice d'Este, Regina d'Un­gheria; nipote della Beata Beatrice Id'Este, e cugino della Beata Beatrice II d'Este. Visono molte contestazioni sul casato d'origine e su l'epoca della nascita. Sopra gli ultimi,ben compassati, studi storici, sono basate le mie affermazioni nei brevi cenni storici delSanto, ... San Contardo che visse per 33 anni, è nato nel 1216 da Aldovrandino d'Este,fratello di Azzo VII, padre della Beata Beatrice II d'Este. Aldovrandino nel 1215 muoread Ancona, forse avvelenato dal partito ghibellino. I figli e la vedova vengono accolti dalfratello Azzo VII nel castello di Calaone d'Este. Beata Beatrice, poi regina d'Ungheria,non aveva ancora 2 anni, e Contardo era ancora nel seno materno, e nasce nel 1216 nelcastello dello zio: per tale ragione gli storici non fanno menzione di Contardo fra gli or­fani di Aldovrandino accolti da Azzo VII nel suo castello ...\". I figli e la vedova 1 di Aldovrandino I d'Este, va precisato chenon sono accolti da Azzo VII d'Este 2, che ancora fanciullo stava aFirenze ( 1214-1216), in pegno del prestito concesso dai banchierifiorentini, ma da Alisia terza moglie di Azzo VI d'Este 3, coadiuvatadalla figliastra Beatrice I d'Este. Dopo la morte di Aldovrandino,Azzo VII riscattato a Firenze crescerà con la nipote Beatrice III, equesta in seguito, con i figli dello stesso Azzo VII: Rinaldo, Costan-za, Beatrice II e Cubitosa. Contardo non può essere stato accolto inCasa Estense, altrimenti figurerebbe in qualche cronaca dell'epoca.Perciò si immagina la morte della madre dopo il parto, ma questonon avvenne in Calaone (Este). Beatrice fu cresciuta in Casa Esten-se dove era nata e Contardo in Ferrara. 252

Santa Maria degli Angeli, una chiesa dedicata a Contardo da Niccolò III d'Este nel XV sec. nelle vicinanze della Villa di Belfiore in Ferrara Il Muratori a proposito di Nicolò III scrive che: \"... Nel medesimo Anno 1414 non so se per voto già fatto, o pure per ispontanea divozione, il Marchese Niccolòintraprese adì 19. Giugno il viaggio a S. Jacopo di Galizia 4. Seco era Feltrino de' Boiardi prode Cavaliere con altriNobili, ... Non piaceva intanto al Marchese Niccolò di veder' andare miseramente al basso la potenza del Ducadi Milano, si perché gli portava amore, e si perché temeva, che la rovina di lui potesse tirarsi dietro delle cattiveconseguenze anche per i vicini. Però col tempo, che Borso suo figliuolo si lagnava forte di non essere pagato da 'Veneziani, al servigio de' quali militava con molte squadre, gli permise di passare nel Marzo del medesimo Anno(1440) al soldo di Filippo Maria Duca di Milano con mille e quattrocento diciassette Cavalli, ... Fondò in essoAnno (1440) il Marchese un Monistero dell'Ordine de' Predicatori, non molto lungi dalla Città di Ferrara, coltitolo di S. Maria di Belfiore 5, ... Erasi affezionato di molto Filippo Maria Duca di Milano al Marchese Niccolò,in occasione d'averlo adoperato tante volte ne' maneggi della Pace, e conosciuti sempre i di lui consigli figliuolid'una consumata Prudenza, e di un cuore onorato. Ma crebbe maggiormente un tale affetto in questi tempi; e per­ciocché il Duca si trovava già stanco per tanti affanni sofferti, e bisognoso d'aiuto, pregò il Marchese, che volessefermarsi in Milano, da che in niuna persona più che in lui dicea di poter deporre il peso del governo, e fidarsi. Infatti il dichiarò (1441) Governatore de' suoi Stati 6, e cominciarono a passar per le sue mani tutti gli affari., ... e aterminar per le poste la carriera della sua Vita in Milano. Il sospetto comune fu, che gli fossero abbreviati i giornidal veleno; e a ciò diede giusto fondamento la speditezza della malattia, ma più il sapersi, che ad alcuni non piacevala gran confidenza presa dal Duca in questo valoroso Principe, il quale già pareva destinato a succedergli nelloStato di Milano; e che perciò l'invidia manipolasse la morte di lui, ... Ebbe il tempo di fare Testamento, e fecelo netmedesimo giorno della sua morte 26. di Dicembre dell'Anno dalla Natività del Signore 1442, ... Il corpo di questogeneroso Principe, trasportato immediatamente a Ferrara, fu seppellito in Santa Maria degli Angeli di Belfiore 7...\". Il Frizzi nella sua opera citata 8 annota : \"... Nicolò III d'Este, marchese, dedicò una Chiesa a San Contardo, costruita nel 1437 nei pressi della villa diBelfiore 9 e in seguito chiamata Santa Maria degli Angeli ...\". Anche Fra Giovanni minorità l0 scrive: \"... Sanctae item Mariae Ecclesiam, quam longe prius ante eius, absolutionem ad onorem Beati Gontardi,quum podagra laboraret, appellari voluit ...”. Scrive della medesima chiesa Marc’Antonio Guarini nel suo “Compendio Historicodelle Chiesa di Ferrara”, 1621, riportata nella lapide murata in Corso Ercole I a Ferrara,che oggi la ricorda: “... Nella Chiesa degli Angeli gli Estensi vi hanno due sepolture nel mezzo avanti l’aitar maggiore senza alcu­na inscrizione, in una delle quali vi giace il Marchese Niccolò III, il Marchese Lionello, il Duca Hercole I e DonSigismondo. Nell’altra, Rizzarda dei Marchesi di Saluzzo ...”. “... Nell’anno 1916 furono cercate e rinvenute le due sepolture tra i ruderi dell ‘antica chiesa; e le neglette ossadegli Estensi vennero ricomposte nelle miserrime tombe 11 ...”. Il mausoleo Estense che raccolse le salme di Niccolò III, tre dei suoi quattro figlilegittimi, e la terza moglie Rizzarda, pare confermare la dedica della chiesa ad unBeato della famiglia. L’accenno alla gotta fatto da Fra Giovanni sarebbe un’aggiuntaarbitraria, oppure una delle tante malattie guarite da Contardo. 253

tav. 87. Piantina topografica di Ferrara (1770), contenuta nell’opera delFrizzi, dove colorata in rosso si individua l’Oratorio dedicato a S. Con-tardo. 254

Festa e Fiera di San Contardo a Broni Da \"L'Eco di S. Contardo\" luglio 1904, di A. Cerioli. \"... ( Usi e vicende) Questo è il titolo sei volte secolare delle feste annuali in onore di San Contardo, tantodel 16 Aprile, quanto dell'ultimo Sabbato d'Agosto. Le prime ricordano la gloriosa dor­mizione del celeste Patrono di Broni, avvenuta l'anno 1249, le seconde la di Lui più so­lenne traslazione seguita (appunto l'ultimo Sabbato dell 'Agosto dello stesso anno - cosìvuole la tradizione - ... E le due date servirono e servono ad un 'affermazione generale,costante, pari al vivissimo sentimento religioso che animò sempre il Popolo cattolico diBroni: poiché i miracoli del nostro Santo, Estense, produssero una enorme impressione,non solo nella Terra ove Egli chiese a Dio di riposarvi colle sue ossa, ma ancora in quelleprovince vicine e lontane, alle quali ne giunse l'eco clamorosa. Era giusto adunque chequesti due giorni memorabili fossero celebrati ogni anno con feste e fiera. Tale l'originedelle due solennità patronali del Borgo di San Contardo: anzi si può aggiungere che lavenerazione speciale ardente, per questo Santo sopravanzò di gran lunga quella per iltitolare della Pieve di Broni, il principe degli Apostoli. - E si comprende ancora come lafesta dell'Aprile sia stata e sia di minore concorso e perciò detta \"San Contardino \" per laragione che S. Contardo nel dì della Sua Morte era uno sconosciuto e povero Pellegrinoe, nonostante i suoi primi miracoli, le feste straordinariamente grandiose dell'Agosto fu­rono preparate per il succedersi di altri, che indussero i marchesi d'Este a recarsi a Broni.Allora concorse in questo Borgo una immensa moltitudine di Popolo, e questo costumedurò attraverso sei secoli e dura tuttora ...”. “... L'uso di tener fiere e mercati sotto le ali della Chiesa è antichissimo. - CarloGiulietti (lo storiografo della vicina borgata Costeggio, suo luogo natio) osserva che nel584 il longobardo Re Clefi, ariano, sposo alla cattolica Teodolinda, aveva concessi moltiprivilegi alle chiese, si che i commercianti disponevano le loro merci nelle vicinanze diesse per goderne la protezione (Not. stor. di Costeggio, 1903, pag. 59). Ed il costumetradizionale si conserva: infatti all'ombra della Madre comune, la Chiesa, vediamo anchequalche negoziante, poco o niente cristiano, collocarvi i propri banchi come cominciò adusarsi quattordici secoli or sono ... 2. - Le notizie più antiche sulle \"feste e fiera di S. Contardo\" le estraemmo, per buonaparte, dal \"Libro del Maneggio de la Cavata et de spese per la reverenda Fabrica de S.Contardo dell'anno 1570 inclusivo inante\" (Arch. Fabb. di Broni), cioè fino al 1674, peròda una importantissima lettera del notaio Francesco Truffi, cancelliere della \"Ammini­strazione delle Chiesa di Broni\" in risposta ad altra del 15 settembre 1844 dell'Ufficiodi Polizia (di Voghera) col numero di registrazione 1457, richiedente informazioni inproposito, togliamo le seguenti (fonti cit.): Negli \"atti di visita pastorale alla Parrocchialedi Broni \" del 20 Agosto 1529 di mons. Castellini, Vescovo della città di Rimini, nellasua qualità di visitatore apostolico della Diocesi di Piacenza inviato dal sommo PonteficeGregorio XIII (a rogito Gentile Abbati cancelliere della Curia Vescovile di Piacenza) èdetto che \"i fabbricieri affittano i posti ai mercanti \". (segue) 317 255

- In quelli del 13 Luglio 1569 il Beato Vescovo di Piacenza e conte Paolo da Arezzo,ordinò che i \"luoghi \", che si affittano ai mercanti nelle feste di San Contardo, \"si affitti­no dai fabbricieri ed esigano i denari dai mercanti, cui toccano i luoghi\". - Nel libro \"Descrizione dello stato della Chiesa parrocchiale e collegiata di S.Pietro del Borgo di Broni nell'anno 1614\", al foglio 5, si legge, che \"i Popoli conflui­scono da ogni parte a vedere in questa chiesa le Reliquie del Beato Contardo nell 'ultimoSabbato di Agosto. In tale occasione di concorso furono introdotte già anticamente festeper l'afflusso di mercanti da ogni parte, ai quali si affittano \"luoghi\" per impiantarvi bot­teghe, in detto Sabbato, e nella seguente Domenica, nella piazza della Chiesa, e attorno adessa, nei portici, che, qua e là costrutti da poco tempo, sono di diritto della stessa Chiesa,tanto presso il muro del Cimitero (vedi oltre) e sotto la \"Porta di S. Pietro\", che \"pressola fossa\", fuori di essa\". ... Gli affitti dei banchi, ascendono a circa \"duecento\". Questi diritti di fiera spettavano esclusivamente alla ven. Fabbrica di S. Contardo: lealtre \"Compagnie\" del SS. Rosario e del SS. Sacramento, ecc. non vi partecipavano. Dal titolo di un piccolo \"registro\", che comincia l'anno 1672 (Arch. Fabb.) si appren­de la disposizione dei banchi: \"Quenternetto delle Barache di questo anno 1672 comin­ciando fuora della Porta Gronda della Chiesa a man drita sino alla porta (di S. Pietro)della fera (Terra o Borgo), e poi in mezo alla Piaza sino al cemeterio (quello vicino allachiesa che cessò di funzionare l'8 ottobre 1801 ) e poi verso messer Iacopo Preti (De Pre­tis?) e poi altri Porticheti datorno al cemiteri sino alla casa del Sig. conte (Arrigoni, oraScanarotti Gavina ?). Tali mansioni furono disimpegnate dalla ven. Fabbrica di S. Contardo fino al 1804;come appare dai Registri della Amministr. della Chiesa (Arch. Fabb.). Soppressa in tale anno - il XIII della famosa nuova Era repubblicana francese, chedoveva durare in eterno e finì l'anno successivo - i \"Santesi\" (cioè i nuovi fabbricieri)mantennero li stessi usi. Ristabilito l'antico governo nel 1817, e ristabilite pure le varie associazioni religio­se, la ven. Fabbrica di S. Contardo, come tale, funzionò fino al 1818, e da quest'annoal 1844, sotto il nome di \"Amministrazione della Chiesa \", continuò nell'impianto deibanchi, ecc. Dopo tale epoca i commercianti provvidero da se stessi, pagando durante lafiera i diritti di piazza alla Chiesa, certo fino al 1864, quantunque con legge del 7 marzo1848 i cosiddetti diritti di piazza sieno passati al Comune. Ciò rileviamo da un libretto diannotazioni (1851-1864) dell'Archivio della Fabbriceria però l'anno 1864 non trovam­mo annotati che 14 negozianti che versarono L. 5,90 e due liste di ortolani che pagavanola Piazza. 3. \"Iportici della Chiesa o portichetti di S. Contardo\".Istituite le feste e fiera di S. Contardo dovevansi pure creare \"luoghi\" ove i mercantipotessero riparare. La notizia più antica su di essi è del 31 agosto 1568, a rogito di Simo­ne Bordone, notaio pavese e ci fu trasmessa dal diligente arciprete giureconsulto RoccoAntonio Rocchetta all'anno 1630 (Lib. cit.) Egli così comincia ad enumerarli: si faccianoli portici presso la \"porta piciola sul cimiterio\" da cominciarsi al cantone della sacrestia,sotto quali si faccino quattro sepolture generali per tutto il popolo, che così facendosi siprofanarà (cioè \"si toglierà all'uso sacro\") il restante del cimitero, nel quale poi si potran­no dare casamenti e boteghe stabili o movibili, a beneficio ed utilità della fabrica ecc. - .(Arch. Curia Vesc. piac. -Vis. past. ant.). (segue) 256

Prosegue il Rocchetta: - Altri sette portici all'incontro dei soprascritti, et sono dall'altra parte della mede­sima piazza della chiesa, sotto le case del Sig. Pisani, furono concessi dalli honorandifabricieri al quondam Messer Michele Pisano \"da mantenere fabbricati anco di sopra etda puotere parimenti habitarli di sopra \", riservando alla Chiesa la facoltà di valersene etaffittarli in occasione di fiere e mercati\". (Rog. Paolo Leggi causid. pav. l'8 luglio 1598)ecc.\" - Ora appartenenti ai Sigg. Riccadonna. \"Tutta la piazza avanti la facciata dellaChiesa, et sito \"sotto la porta di S. Pietro\" resta a servizio, et utile della Chiesa in tempodella fiera per le botteghe che ivi suol fare la Veneranda fabrica, et affittare a mercanti -.Accenna poscia ai - portighetti contigui al Cemeterio della Chiesa fabbricati a sue spesel'anno 1615. Durante il periodo rivoluzionario francese, l'anno 1799 agli 11 del mese di Luglio- la fabrica di S. Contardo - avendo rilevato che per \"essere tempo fa stati atterrati (daifrancesi7) li portichetti che servivano per comodo della fiera ed in vantaggio del Protet­tore nostro San Contardo mal sentendo il Pubblico detto atterramento, hanno avanzatole loro istanze alti delegati (del Governo provvisorio) in quel tempo venuti per la nuovariedificazione d'essi portighetti ecc. supplicando l'amministrazione presentanea di que­sto Comune per ottenere un provvedimento su quanto sopra, e frattanto protestandoper l'indenizzazione che ne possa la veneranda Fabrica, a cagione di detto atterramentorisentirne -.La protesta è firmata da Gio. Batta Maggi Arciprete coadiutore Prefetto, dalcanonico Bollani fabbriciere, dal Dott. Antonio Mussini e da Mauro Pisani, fabbricieri,Truffi G. P. segretario. (Fonte - Lib. Ven. Fabb. di S. Contardo 1772-1806.)Nella seduta del 4 luglio 1801 (vecchio stile!) e quindeci messidoro anno nono Repubbli­cano i fabbricieri medesimi, dietro ai comendevoli inviti e brame di non pochi divoti be­nefatori ecc. - si costruiscono di bel nuovo i demoliti Portichetti di S. Contardo - e in ciòannuì la municipalità con decreto dell '8 messidoro \", che incaricò il cittadino ing. Gio.Dezza di visitare il sito in cui sa ha a piantare la nuova fabbrica, ed il dissegno stesso ecc.I Portichetti sorsero - attacco e longo - il muro meridionale di questa Chiesa collegiata,ecc. Da varie scritture d'affitto del 1817, 1818 e 1819 rilevasi che detti portici furono tra­sformati in botteghe, coll 'obbligo di tenerle chiuse, durante la messa cantata, la dottrinacristiana, i vespri, di non tenervi compagnie e conversazioni licenziose (Arch. Fabb.).L'anno 1854 la Chiesa riceveva L. 889, come da nota, per l'affitto di dieci botteghe.(Fonte cit.)... . 4. - Offerte per la fiera, musici e cantori - Prima della fiera usavasi offerte in danaro,frumento, lino ecc. tanto per S. Contardino , come per S. Contardo. All'anno 1570 nel libro cit. del manegio ecc. troviamo: Per offerta cavatta il giornode S. Contardino in denari numeratti.... L. 8: s. 17: d. - E più per la cavatta dell'offertade lino qual'è statto \" lib. vintinovi, spinato il qualle s'è venduto al incanto a messerPretto Johanne sacrista a cunte de soldi dieci il mazo, quale se ne e cavato L. 7: s.5: d.- L'offerta del lino continuò certo fino al 1840 (loc. cit.) Al lino si aggiunse la canapafino a quest'ultimo trentennio. Da una memoria scritta di pugno del canonico AngeloBardotti del 12 Ottobre 1866, apprendiamo che in quell'anno durante la questua dellafesta di S. Contardo si raccolsero sei libbre di stoppa. (segue) 257

. facile capire che, se le quantità offerte furono sempre poco considerevoli, ciò spiegasisapendo che in Broni e nel territorio la coltivazione del lino e della canapa non fu mai unprodotto notevole, anzi oggi è completamente scomparso. - Non dimentichiamo l'offertadelle ciambelle dette \"brazzadelli\". - Nell'agosto del 1762 ne vediamo offerti alla chiesa per L. 66: s. 11 : denari 6.Questo costume andò decadendo si che nel 1820 il ricavo all'incanto, registrato, fu di L.5: s.3: d.6. In chiesa le offerte per sostituire le spese del culto a S. Contardo solevansi e soglionsiraccogliere alla porta maggiore della chiesa, sotto il pulpito (oggi di fronte: notando chefino al 1845 il pulpito attuale era collocato nella navata a destra entrando), presso la\"portino del cimiterio \" quella di fianco alla Cappella di S. Contardo, e sul \"Monte omo­nimo\" collocavasi una bussola o cassetta chiusa all'uopo. A rallegrare le feste religiose in onore di S. Contardo chiamavansi e chiamatisi musicie cantori \". 258

Fabrica S.ti Contardi, Libro del maneggio dela cavattaet de spese per la B. de Fabrica de S. Contardo dall'Anno 1570 Proprietà et ragione della Veneranda fabrica aedi in ... fol. 100ordini per regimento della fabrica inf. fol. 19 (XVII sec). 1649 arch.pi Andrea Gandino (nel frontespizio) Manoscritto cartaceo, ff. 222 = pp. 444 = mm. 238x348 dell'anno1674- 1675 e 1677. Le entrate consistono in elemosine e donazioni, sia in natura chein moneta: \"... Da moneta di Monferrato data all'Arciprete da cambiare, dalla cavata delle ima­gini di cera, da una mina di frumento offerta e poi venduta, ... da denari offerti per farebaciare la testa del Santo (1616), ... per tanti offerti alla Predica con intenzione di impie­garli in uno hospitale, se si farà qui in Broni, centoventitrelire e soldi diciotto (1629), ...cavati dalli banchi affittati a diversi marcanti nel tempo della fiera (1659), ... da ContardoPisano per il primo quadro di S. Contardo, da Gio Domenico Oramala per un altro similequadro (1662), ... il Serenissimo di Parma et la Signora Duchessa sua moglie venuti avisitare la reliquia del glorioso nostro S. Contardo quale omaggio per le orationi hannoofferto cinquanta doble che fanno la somma di lire 1025 (1669) , ecc.. Le uscite comprendono tutte le spese della Chiesa: dal salario dell'organista, dallariparazione della chiostra, da 202 assi di albera fatti per la fera, da quadri d'attaccare,da voti d'argento, da croce del cimitero, dati a cantori della fera, dati a cantori forestieri,da pagamento per la copertura della chiesa, da fattura alferraro, da fattura al sarto, dapagamento delli cardighieri, da spese per li musici per i dui giorni della fera, dai capellicomprati per la guardia fatte alla fera, da spese per una brenta di vino, da pagamento delpittore G.B. Tassinari per la pittura fatta al tabernacolo (1607), pagate a F.sco Bernardi­no Massari per la pittura della capello di S. Gio. (1607), per l'onoranza del Sig. Podestà,dell 'arciprete, dei canonici residenti, del sacrista, sborsato lire 466 e soldi sedici, qualisi erano prestati dalla Ven. Fabrica alla Communità di Brono adì 26 Agosto 1618, per lafabrica del campanile non ancora finita ( 1627), dati al Rev. Rettore di Cigognola a contodel debito delli Disciplinati di S.ta Marta, dati al muratore per accomodare nel camerinodell'orologio (1627), fatto accordo con il Sig. Gio Batta Del Sole Pittore milanese per faredipingere li primi sei quadri della vita e historia di S. Contardo nella capello del Santo,per il prezzi di lire 40, con le spese cibarie di lire 10 {1661), 19 gennaio, il Del Sole peri primi nove quadri, del costo totale di lire 410, riceve in saldo lire 359:12:-., il 10 aprileal pittore Carlo Sacchi per aver fatto alcuni disegni sulla Vita di S. Contardo riceve lire63:10:-.(1662), 23 settembre il pittore G. B. Del Sole conviene la somma di lire 480, dellequali in acconto riceve lire 303:-:-. (1663), dato al Sig. Gio Batta Turcazani Intagliatorea conto della Arca da fare all’Altare di S. Contardo (1665), pagati al Sig. Gio BattistaBianchi per la pittura fatta intorno alla Capella di S. Contardo (1670), spesi per acco­modare la strada dell’Acqua Calda (1672), ecc.. Sono inserite anche: ordini stabiliti daMons. Vescovo l’anno 1604; e contratti per l’affitto dei portici della chiesa da concederenei giorni della fiera ( 1630)...”. 320 259

Visite di illustri personaggi alle spoglie di San Contardo nel XVII e XVIII sec. 1626, - 11 giugno - Cav. Don Francesco d'Este Governatore delmarchesato di S. Martino in Rio (da I. Ciarlini). 1628, - Carlo Filiberto d'Este marchese di S. Martino in Rio Te-nente Generale della cavalleria di Spagna, con il fratello Don Al-fonso d'Este Commendatore di Malta (da I. Ciarlini). 1657, - Nelle feste di Natale - Francesco I d'Este, duca di ModenaGenerale delle Armi Cristianissime di Francia in Italia (Registro del­la veneranda Fabbrica di S. Contardo sev. XVII). 1669, - 23 aprile - Ranuccio II duca di Parma e Piacenza, con lamoglie Maria d'Este (Registro della veneranda Fabbrica di S. Contardosec. XVII). 1673, - [Laura Martinozzi, duchessa reggente del Ducato di Mo-dena nipote del Cardinale Mazzarino], con la figlia Maria Beatriced'Este [di anni 15], con il cognato Rinaldo [di anni 18, futuro ducadi Modena], si fermarono a Broni, pregarono e implorarono dalnostro Santo, pace e consiglio per il loro viaggio intrapreso versol'Inghilterra [dove Maria Beatrice diventerà regina] (da una letteradell'Arciprete di Broni Pier Paolo Zoppi). 1787, - Ferdinando di Borbone, divenne duca di Parma e Piacen-za ancora giovinetto (tenne gli Stati dal 1765 al 1801), e l'anno 1769condusse in isposa la duchessa Maria Amalia. Dal Registro delle entrate della Fabbrica di S. Contardo si rile-va: «A 4 settembre 1787, ricevuto dal fabbricere Giovanni Pedrazzi lirecinquantaquattro per dati da S. A. don Ferdinando duca di Parma e Pia­cenza nel ritorno da Tortona, avendo fata visita del Capo di S. Contardo».(da A. Cerioli, Il culto in onore di S. Contardo d'Este in Broni, 1918, p.43, r.). 323 260

L'Ordine Equestre del Santo Sepolcro di Gerusalemme Il fregio che figura sul petto del ritratto conservato nell'Archivio Vasa-ri - Roma - e nella copia del medesimo, ubicata nel Monastero di S. Anto-nio di Ferrara è la Croce Gerosolimitana dell'Ordine del Santo Sepolcrodi Gerusalemme. Esso fu fondato da Goffredo di Buglione (1099) durantela I Crociata, in occasione della sua nomina a re dei luoghi Santi, che pergenerosità non volle accettare. Emblema dell'Associazione fu subito \"l'u-niforme bianca, la Croce rosso sangue potenziata d'oro, con l'aggiunta diquattro crocette rosso sangue potenziate d'oro nei quattro cantoni, ideatada Papa Pasquale II su richiesta del duca di Lorena\". L'ornamento risulterebbe l'abbreviazione del nome della città e regnodi Hierusalem, usando la lettera H con all'interno la lettera I. Dal particolare che distingue l'iconografia di Contardo d'Este nel XVIsecolo, si può anche ipotizzare che il nostro Santo abbia partecipato a unaqualche campagna intrapresa a difesa dei Luoghi Santi. Come scrive il Bascapè 12: \"... La croce potenziata, accantonata da quattro crocette, è l'insegna di Gerusalemme(e per estensione lo stemma della Palestina), è anche la decorazione dell'ordine Equestredel Santo Sepolcro; qualche volta, in passato, fu pure distintivo dei pellegrini di TerraSanta, ma non mai di quelli di S. Giacomo ...\". L’episodio che distingue la croce sul petto di San Contardo, può averpreso assillo dai richiami che esercitavano su di lui quelle contrade e dal-la necessità spirituale di visitare la Terra Santa. Tentando di risalire a quale periodo questo può essere accaduto, ri-sulta per la data plausibile del 1241, contro gli slavi pagani, bandita noncontro i musulmani ma contro i non cristiani; egli potrebbe poi aver pro-seguito pellegrino attraverso la Turchia in seguito ad Antiochia di Siria,e come ultima tappa Gerusalemme. Il ritorno in patria dovrebbe essereavvenuto prima della caduta della Città Santa in mano musulmana( 1244) 13. Ma questa non è che una congettura che potrebbe essere messain discussione da una realtà diversa: infatti nulla vietava che si recasse inquei luoghi al di fuori delle organizzazioni più importanti. 325 261

tav. 88. Autore sconosciuto, San Contardo, recente copia della tele ferrare-se, Milano, Sede dell’Ordine del Santo Sepolcro. 262

Il nome Contardo e la sua origine L'origine del nome Contardo si presume, per l'usanza di dareil nome del casato della madre ai figli maschi, legata ad una dellefamiglie ferraresi dell'epoca. Trascriviamo dall'Op. cit., Vol. II, p. 205, dello storico ferrareseAntonio Frizzi, un brano che ci può illuminare in proposito: \"... L'autore anonimo della Chronica parva Ferrariensis il quale viveva alla fine delsecolo XIII e al principio del XIV ci ha conservate alcune pregevoli notizie di trentaquat­tro famiglie, le quali, per tradizione de suoi maggiori, erano già state prima di lui le piùricche ed autorevoli in Ferrara, e a' tempi suoi tali in parte si conservavano, in parteerano decadute, e in parte estinte. Il novero ch 'egli ne fa col quartiere ove abitavano è ilseguente: Nella parte superiore della città fino alla Chiesa di S. Maria Nuova: (segue unelenco numerato fino al 28) Al n° 19: Nella Parrocchia di S. Clemente - risulta la fami­glia Gontardi ...\". Nell'Archivio storico diocesano di Tortona troviamo usato nelXVI sec. il nome \"Gontardi\" per un'Oratorio titolato a nome di S.Contardo: in Ecclesia? et Cleris Diocensis Derthonensis, anno 1523B. 230, pag. 47 v. 48 r., è citata \"...Ecclesice Campestris Sancii Gon-tardi ...\" (Frugarolo, Tortona). Nel Sinodo Derthonense Tomo VIII, anno 1614, il medesimoOratorio viene aggiornato a \"... Ecclesia? Campestris ad tit. S.tiContardi ...\" Note biografiche: A sottolineare che San Gottardo non ha nulla in comune con SanContardo. Gottardo, \"... Vescovo di Hildesheim, santo. Nacque nel 960 a Reichersdorf(Ritenboch) presso Niederaltaich nella diocesi di Passavia; ... nel 993 fu ordinatosacerdote ... Dietro richiesta dell'Imperatore Enrico II fu nominato Vescovo il 30nov. 1022 ... Morì dopo breve malattia il 5 maggio 1038 ... alla fervida propagan-da dei Cistercensi e dei Benedettini di deve la rapida diffusione della venerazio-ne tributata al santo Vescovo nella Svezia, nella Finlandia, nei paesi slavi del sude nella Svizzera ...\". Da O. Schmucki in Bibliotheca Sanctorum, 1964. 327 263

Dal Dizionario dei nomi italiani di Emilio De Felice (Studio su gli elenchi ufficiali italiani degli abbonati al telefonodel 1981 ) \"... CONTARDO (650 persone) M. varianti: Contaldo (20). Alterati: Contardino(25). - F. Contarda (75). Alterati: Contardina (50). Distribuito nel Nord, e qui accentrato per la metà in Lombardia, continua un nomegermanico, di tradizione già longobardica, documentato dati ' VIZI sec. nelle formelatinizzate Guntardus e Cuntardus, composto di \"gunth -combattimento, battaglia\" e\"hardhu - valoroso\", quindi valoroso in battaglia. Alla diffusione può avere in parte contribuito il culto di S. Contardo d'Este morto aBroni (Pv.) nel 1249 (non compreso nel «Martirologio Romano») ...\".tav. 89. Aspetto dell’Arca di San Contardo, prima del rifacimento dell’an-no 1904. 264

Sulle traslazioni delle spoglie di San Contardo e pecu- liari sulle urne 1249 \"... Viene sepolto in terra comune ...\". “... Passarono parecchi giorni e fu tumu­lato nel cimitero dei pellegrini...\". (P. Crosnis) 1250? \"... chiesero [i famigliari] con supplichevoli preghiere che lo traslassero quantoprima alla chiesa ... Solennemente i familiari dispongono che si costruisca un sontuososepolcro sotterraneo ...\" . “... nella chiesa davanti all'altare in un cunicolo scavato ad unacerta profondità in modo che dall'alto si potesse ammirare ...”. (P. Crosnis) 1300? \"... Crebbe tanto la folla degli ammalati che quasi si uccidevano l'un l'altrosopra il sepolcro nel cercare la guarigione, ...piacque loro di donare al Santo di Dio unavello di marmo che era conservato nella chiesa per altro uso, come battistero: a stentodieci paia di buoi l'avrebbero trascinato...\" (P. Crosnis) . \"...In quell 'occasione fu sepa­rato il capo dal busto, acciò alle persone divote dimostrar si potesse ... in un 'assai bellacassetta, la quale modernamente ha voluto la divozione del popolo sia cangiata in unatesta d'argento ...\" (I. Ciarlini, Op. cit. p. 63) 1518 \"... Item caput sancii Contardi exintens in armario diete sacrestie, 7 settembre1518 ...\". (Arch. Curia Vescovile di Piacenza - Sez. visite pastorali antiche), A.Cerioli, L'Eco di S. Contardo, marzo 1906, p. 6.. 1560 \"... Si apprende che il Capo di S. Contardo era tenuto ancora in un armadio del­la sacrestia, «chiuso a tre chiavi» delle quali una la teneva il Canonico Filippo Albareto,le altre due ipodestà del borgo «potestates loci brone» ...\". (Arch. Curia Vescovile diPiacenza - Sez. visite pastorali antiche) , A. Cerioli, id. p. 9. 1587 \"... Il Vescovo di Piacenza Conte Filippo Sega con suo decreto del 9 settembre1587 : «Ordina si faccia un tabernacolo d'argento che sia in forma di capo umano,che si possa aprire da quel lato che sarà giudicato meglio dal perito, per conser-vare decentemente la testa del Beato Contardo, che si metterà nell'altare dellasua Cappella il giorno della sua festa» ...\" (Arch. Curia Vescovile di Piacenza -Sez. visite pastorali antiche), A. Cerioli, id.. 1608 \"... Il Vescovo di Piacenza Claudio Rangoni ordina il 1 maggio 1608: «Il Pode-stà tenera secondo il solito una delle chiavi dell'armadio (ove solevasi custodirela testa di S. Contardo)» ...\" (Archivio Parrocchiale di Broni), A. Cerioli, id.. (segue) 329 265

tav. 90. Teca in ebano ed argento custodia per il capo di San Contardo, donatada Carlo Filiberto d’Este nell’anno 1651. Broni Basilica San Pietro, Cano-nica.. 266

1633 \"... Il Vescovo di Piacenza conte Alessandro Scappi nella sua visita pastoraledel 22 aprile 1633 ordinò: «Il Capo di S. Contardo, che giace incluso in una tecad'argento e si custodisce in un armadio scavato nella parete della Chiesa dal latodell'Evangelo con tre chiavi diverse, si copra attorno ai cristalli sotto l'argento,perché non si mostri nudo ad alcuno, come venne altre volte sancito» ...\" (Archi­vio Parrocchiale di Broni, trascrizione dal nobile giureconsulto rev. arciprete d. RoccoAntonio Rocchetta - (A. Cerioli). 1651 \"... La teca d'argento prescritta dal Vescovo di Piacenza Claudio Rangonifuvenduta l'anno 1651, così risulta dal libro della Veneranda Fabbrica di S. Contardo dal1570 al 1674 ...\". A. Cerioli, L'Eco di S. Contardo, marzo 1906, p. 10. \"... Spesi adi 5 agosto nel far venire da Milano un orefice (mandato dall' Ecc .mosignor marchese d'Este a vedere la Testa di S. Contardo) per fare una nuova cassa dicristallo da reponere quella, atteso quella mandata l'altra volta era piccola si è restituitaquesta per haver l'altra urna che dona detto signor marchese con altre spese L.10 ...\". DalLibro della veneranda fabbrica di S. Contardo, p. 146, v.. \"... 1651 20 agosto «Itemcavati dal Cristo, et teca d'argento dove era riposta la testa di S. Contardo, che pesavaonce sessanta, si è venduta al signor Antonio Rastelli orefice in Milano a ragione di L. 4et soldi 16 per essere argento basso, che importa in tutto L. 288» ...\". Id. p. 148, r..\"... 20 agosto - “ ... E più spesi per venir da Milano l'orefice con la cassa di cristalloet ebano relegata in argento dove di nuovo si è riposta la testa di S. Contardo a Broniper il suo ritorno L. 12 ...\". Id. p. 148, v.. \"... 1651, 20 agosto - Spese nella nova Tecad'Argento fino, dove di presente è riposta la Testa di San Contardo, qual pesa once 34 alire cinque e soldi 17 l'oncia, importa L. 198: soldi 18:-...\". \"... E più dato al signor Ant.Rastelli orefice in Milano per la sua fattura di detta Teca spese in sue giornate et vitturadi cavalli e carrozza, in tutto L. 184: -:...\". Id.p. 149, r.. Ma probabilmente queste spese si riferivano alla base d'argentousata come appoggio del Capo. In L'Eco di S. Contardo, maggio 1906, il Cerioli continua le sueannotazioni sul Venerato Capo di S. Contardo : \"... Dell'urna di cristallo ed ebano rilegata in argento, donata l'anno 1651 dal mar­chese Carlo Filiberto d'Este, marchese di S. Martino in Rio, di Borgomanero, di Porlez­za, dì Lanzo e Corteolona, ecc. ( venuto in Broni con don Alfonso d'Este, suo fratelloa visitare il Santo l'anno 1618 - Ciarlini op. cit. pag. 77 e 78) trovammo traccia nelMaggio circa del 1900 col m. rev. d. Giovanni Cane gallo - ora preposto di Cannetopavese - (quand'egli era reggente la parrocchia di Broni) in una piccola croce di ebanocon piedistallo, ornata di lamine impresse, d'argento, e collo stemma degli Estensi pured'argento, conservata nel deposito costrutto l'anno 1652 ...\". L'urna è oggi conservata in canonica, ma della piccola croce conlo stemma Estense che doveva andare di misura nello spazio sovra-stante, ora vuoto, si sono perse le tracce. 331 267

tav. 91. Deposito per il capo di San Contardo, Broni Basilica San Pietro, Cano-nica. (usato dall’anno 1662 al 1820-1870 ? c.a.) 268

1652 \"... L'anno I652 fu rinnovato il \"deposito\" ove era stata collocata la Testa delSanto, il vecchio esisteva, come s'è visto più sopra, l'anno 1633. Nel ripetutamente citatolibro trovammo la : Notta delle spese del Deposito et suo ornamento della Testa di SanContardo ...\". A. Cerioli, L'Eco di S. Contardo, marzo 1906. \" ... A mastro Giovan Angelo (Galesino) l4 stuccatore, a conto della fattura d'essodeposito, qual importa in tutto, così d'accordo, scudi 30, che sono lire 180, dotto a bonconto L. 154: 10:-. - In più spesi nella cassa due assed'alice (larice) et fattura al lignamaioin tutto L. 15:6:-. -Per bombasina, per contrafodra di detta cassa brazza 6 e due teste L.5:6:-. - Per una vidriata per suddetto deposito ecc. L. 19:16:-.- Per indorare la detta vi­driata e fattura L. 4:5:-. - Per fare una tendina di cendalle cremisi le con i suoi pizzi d'oroda mettere alla vidriata L. 10:7:-. Per la ferrata di ferro con sua fattura a mastro Paolo inPavia, compreso le tre carte-chiavi e sue chiavi, in tutto L. 80:11:-. , p. 149, v.. Datto alsignor Pompeo indoratore per pigliare l'oro per il Deposito di S. Contardo L. 24:-:-. Itemspesi e dati a suddetto per sua mercede per l'indoratura soddetta 1.60:-:-...\". Id.p. 153, r..Dal Libro della venerata fabbrica di S. Contardo. 1662 \"... Adi 6 gennaio - Delibera della Comunità di Broni per la costruzione dell'ar­ca di San Contardo ... aprendo un credito di L. 1300» Ma all'intagliatore viene pagatain diverse rate la somma di L. 500, altre spese si devono sommare per il disegno per iltrasporto ecc. ( atta a conservare il resto del corpo del Santo) viene incaricato l'intaglia­tore milanese Gio Batta Turcazzano il quale dovrebbe consegnarla entro il 1665 ...\". DalLibro della venerata fabbrica di S. Contardo 1668 \"... Arrivo dell'Arca in Broni con tre anni di ritardo» L'arca era corredata da10 piccoli angeli posti attorno a detto mausoleo che costarono L. 67:-:- ... \".L'arca fu collocata entrando in chiesa a destra, e vi rimase fino al 1904; contenevail corpo del Santo senza il capo. A. Cerioli, L’Eco di S. Contardo. 1669 \"... Coi donativi del duca di Parma Ranuccio II e della serenissima dilui moglie Maria d'Este, nella visita da lor fatta al Santo fu poi tutto indorato ilmausoleo, posto sopra l'altare ...\". A. Cerioli, L’Eco di S. Contardo. 1700 \"... In un memoriale del nob. giureconsulto m. rev. Giacomo Bottigella arci­prete di Broni (1702-1759), su di una vertenza tra lui e la Compagnia dei Disciplinatidell'oratorio di Santa Marta, circa le tre chiavi della reliquia di S. Contardo si legge: “ ... Delle chiavi della Reliquia di S. Contardo, una è appresso il Signor Arci-prete, l'altra dal canonico fabbriciere (di S. Contardo) l'altra appresso i signoriFeudatari, come parlano le visite e la storia della vita del Santo ... Oggi nel cancellodi ferro dell'armadio che trovasi ancora nella parete dal lato dell'Evangelo vedonsi treserrature ...\". (Arch. parr. Cart. Fabbriceria e Comune) (segue) 333 269

tav. 92. Urna o tempietto per il capo di San Contardo, Broni Basilica San Pie-tro, sacrestia. (usato dall’anno 1871 al 1904) 270

1822 \"... Ma, nel 1822, l'arciprete Giovan Battista Maggi volle fornire di nuovaurna o tempietto, e splendida la Reliquia venerata. Il disegno scelto fu quellodegli orefici Giovanni Beltrami e Luigi Chatelaine di Milano. Dalla memoria chelasciò in astuccio di latta nella cassa che ne racchiudeva una seconda colle Ossadel Santo in data 23 agosto 1828, appare che la preziosa urna d'argento costòventimila lire di Milano. Aggiunge il Maggi: - Venne ordinata da me ed ultimata colconcorso di elemosine a non poca spesa della Chiesa l'anno 1822 -. Dal processo verba-le dello scambio di urne, risulta: ... alla presenza di tutti, la detta testa fu traslocatanella nuova urna d'argento, formata a tempio, sostenuta da sei colonne d'argento, cir­condata da angeli dorati e chiusa con campana di cristallo, apposti prima li sigilli di S.E.Rev.ma Mons. Vescovo Carnevale con piccolo cordone di seta colore celeste, ecc. ...\". L'urna o piccolo tempietto fu collocata sull'altare dell'Amati costruito apposi-tamente. 1871 \"... La notte del novembre 1871, l'urna o tempietto del Maggi fu rubata daignoti ...\" così apprendiamo dalle Notizie Storiche di Broni di Pietro Saglio (Vol.I. p 103). Non ci sono notizie in merito conservate in parrocchia. 1873 \" ... (L'urna o tempietto) venne sostituita nelle feste agostane del 1873 con unasimile di altro valente artefice milanese, Giuseppe Milanaccio: costò L. 2500, offerte dalPopolo Bronese e dei dintorni, dal molto rev. arciprete Giuseppe Galanti ...\". 1904 Da A. Cerioli in L'Arca di S. Contardo d'Este, Broni 1904, a p. 5 trovia-mo: \"... Nuova urna : La veneranda Fabbriceria di Broni, adunatasi il 23 ottobre 1903,... presenti i membri Arciprete Lorenzo Dardano arciprete, ... e un membro nominato dalComune, concorde deliberò, di restaurare l'arca di S. Contardo, di unire il Capo al restodel Corpo dello Stesso ...\" ( A pagina 6 ): \"... Ed all'uopo l'arca di S. Contardo, spedita alla stimata Ditta Ruffino & Griggidi Torino il 4 Febbraio 1904, il 16 Maggio dello stesso anno giunse a Broni, dopo esserestata restaurata e dorata (senza le speciali vetrine di cristallo) ...\". ( A pagina 8 ): \"... Descrizione sommaria dell'arca di S. Contardo. - Quest'arca, in legno di tiglio,artisticamente intagliata, dorata, di forma rettangolare, ad angoli smussi non ( compu­tando i piedi alti cm. 25 e la statuetta di S. Contardo ) è alta m. 0,80 : lunga m. 2,00:larga m. 0,78. I piedi ben torniti, non sono lodevoli ne per la forma a guisa di candelieri,ne adatta all'opera. Furono giudicati di epoca diversa, però dicesi fossero nascosti da dueangeli in atto di sostenere l'arca. La cornice superiore, assai regolare di elegante fattura,alta cm. 11 e simile a quella inferiore, o dello zoccolo, alata cm. 12. Il basamento con or­namenti decorativi in basso rilievo in legno è alto m. 0, 20, lungo m. 2,48, largo m. 1,12 .Sotto vedonsi gli incavi che servirono già per incastrarvi le stanghe usate a portar l'arcaprofessionalmente col Santo. Nel corpo dell'arca, all'intorno, sono disposti dieci riquadrisimmetricamente : (segue) 335 271

gli anteriori ed i posteriori misurano cm. 30 per 42, i laterali cm. 20per 30. Illustrano ilSanto - secondo tradizione - dall'epoca di sua partenza da Ferrara alla più solenne rico­gnizione del medesimo allorché i Suoi Augusti genitori, degli Estensi, vennero a Broniper questo scopo. Le figure sono alte cm. 20. Tra un riquadro e l'altro sono belle cariatidialte cm. 30, messe a sostenere il coperchio, del mausoleo, sul quale sono ordinati altridieci riquadri a vari disegni : notevoli le cartelle barocche, due per fianco, del secolo XVII.Agli angoli dei riquadri erano stati collocati dieci Angeli ...\" ( A pagina 16): \"... Nel libro citato sotto la data 27agosto 1669 si legge - Item per tanti pagati al Sig.Bianco per dieci Angelini fatti fare da esso in Milano da ponere attorno detto mausoleodi S. Contardo compreso la condotta de detti Angelini L. 67., che rendevano assai vagatal parte del mausoleo. Il coperchio, restringendosi regolarmente dal basso all'alto, servedi base a tre piccoli piedistalli de ' quali il mediano, più alto, porta una statuetta di S.Contardo, in piedi, alta m. 0,38 in veste da pellegrino, col cappello tondo, sospeso tra lespalle, a larghe tese, piatto anche ove accoglie il capo. La statuetta è priva, in parte, dellebraccia e delle gambe. Sugli altri piedistalli stavano, dicesi, i due pellegrini che, accom­pagnavano il Protettore di Broni ...\". ( A pagina 18): \"... Restauri - L'arca collocata a destra entrando, nella chiesa parrocchiale, dal 1822,all'altezza di m. 2,80, senza alcun riparo era rosa dal tarlo, sciupata dalla polvere ...\" La notizia è confermata dall'arciprete G.Battista Maggi, che per espresso suodesiderio si fece seppellire in fondo alla navata destra della chiesa -\" Che io pos-sa sempre vedere dal mio avello l'arca del Santo \" 15. \"... dei dieci angeli che adornavano il mausoleo non se ne trovò alcuno, vari pezzi dicornice o mancavano od erano staccati dal resto. Tutti si deplorava l'abbandono in cuigiaceva. Chi consigliava a non restaurare l'arca perché non fosse guastata, ma bensì apulirla ed a coprirla con gabbia di cristallo per ripararla da ogni ingiuria ulteriore altempo. Chi invece desiderava restauri: prevalse questa opinione «Raggiunta in modocollegiale con esponenti del popolo bronese e certo non soltanto dall'arciprete» e con essasi preparò un grande avvenimento per Broni, vale a dire quello di portare trionfalmente ilCorpo intero del Santo nella sua arca dorata per le vie del popoloso Borgo, il che non av­viene - certo - da sei secoli. Già da parecchio tempo è assicurato l'intervento di S. E. Rev.ma il Cardinale Giulio Boschi Arcivescovo di Ferrara e degli eccellentissimi Vescovi diTortona, di Bobbio e di Borgo S. Donino, nonché il concorso di una straordinaria moltitu­dine di fedeli, grazie ai ribassi speciali ferroviari ottenuti per la faustissima circostanza.Così ancora una volta sarà dimostrato di quanto bene spirituale ed economico Egli siafattore quale Patrono di Broni. Fu cura speciale della spettabile ditta Ruffino & Griggi dinon alterare l'artistico mausoleo affidatole, tanto apprezzato anche dallo Ufficio d'Artedi Torino. Al posto dei due piedistalli piccoli alti m. 0,08, situati ai fianchi della statuettadi S. Contardo, furono collocate due fiaccole alte cm. 20. L'arca tutta venne dorata a foglid'oro e alluminio; l'interno foderato di velluto bianco di pura seta. Ai piedi vecchi furonosostituite quattro zampe di leone. Al posto dei dieci angeli vennero collocate altrettantefiaccole alte cm. 15 . Si noti però che alla egregia ditta Ruffino & Griggi era ignoto che suipiedistalli ( sopra l’urna ) stavano i due compagni del Santo e che all’intorno del mauso­leo facevano bella corona al patrono di Broni i dieci angeli ricordati. Si pensò infine perlasciar meglio visibile il Santo di costruire coi dieci riquadri, chiusi da finissimi cristalli,un nuovo basamento. Non si è potuto conoscere l’ammontare delle spese dei restauri dell‘arca, ma certo non è inferiore a L. 1400,00 “ (segue) 272

( A pagina 21): \"... Appendice utile: Il nuovo basamento del mausoleo di San Contardo marchesed'Este, costrutto dietro iniziativa di monsignore Luigi Albuzzi di Milano, e - come sidisse - costituito dai vari riquadri che chiudevano in gran parte l'arca in giro. Esso fuadottato egregiamente dall'artista Francesco Annoni e dorato da Antonio Viscardi, mila­nesi entrambi. Giunse in Broni al 26 agosto, alla vigilia delle feste. Il Corpo del gloriosoTaumaturgo fu ricomposto il 25 agosto 1904 - con opportuno telaio d'alluminio - coll'as­sistenza dello scrivente dr. A. Cerioli nella sua qualità di medico-chirurgo (residente inBroni), dai Sigg. Gerolamo Magni - decorato della croce « Pro Ecclesia et Pontefice » edal cesellatore Sig. Giuseppe Guelfi, milanesi, alla presenza del delegato vescovile rev.can. Gio. Olivati Rettore del Seminario di Tortona, del rev. mons. Teologo Lorenzo Dar­dano Arciprete di Broni, Vicario Foraneo e Prefetto Regionale; dei RR., teol. D. GiacomoCarra, canonico onorario (nativo di Quargneto), D. Carlo Magnani di Broni (salesianodi don Bosco), D. Agostino Ferretti di Carezzano Superiore, dal Sig. Giuseppe Berninidi Ercole di Broni, da Mons. Albuzzi, ecc. Dopo la ricognizione, il Santo fu vestito dapellegrino (con stoffa di damasco in seta color marrone, ricamata d'oro, nel Pio laborato­rio di Via Olmetto, di stile bizantino e foderata di raso bianco), fornito di cappello, calze,calzari, guanti bianchi di seta ricamati in oro. L'abito assai ricco, ed il resto, vennerolodati da vari intelligenti. Il capo del Santo venne ornato della corona marchionale d'ar­gento cesellata con pietre preziose (ametiste, granate) dai Coccini. Nella destra si pose ilbordone di ebano da pellegrino, guarnito d'argento, pure con corona marchionale, dellastessa ditta milanese. A completare l'assetto di pellegrino, con squisito gusto, il Santo fumunito di una zucchetta e di conchiglia. La zucchetta (raffigurante una fiala, con liquidoristoratore) è al naturale, con tappo d'avorio, decorata a fiori e stemma c.s., del pittoreCarlo Grossi di Carpi (Modena), residente a Milano, e coll'arma di Broni. La conchigliaal naturale anch 'essa è ornata di gigli e di piccola, ma graziosa, croce d'argento del cesel­latore Guelfi. Le spese dell 'abito da pellegrino (alla bravura della signora Rosa Frazzinidi Milano devesi la preparazione della veste ) col relativo cappello e bordone, ecc. furonosostenute da mons. Albuzzi. Ricomposto il Santo nell'urna, si apposero i sigilli vescovili...\" La decisione di ampliare l'urna dovrebbe essere stata presa Mons. Albuzzi, lemodifiche vennero condotte in meno di due mesi, come risulta dalla pergamenaminiata dal pittore Carlo Grossi dettata dal Dr. Cerioli e conservata nell'arca. 337 273

tav. 93. Luigi Cagnola. Progetto per l’arco provvisorio della Porta Orientale,per l’ingresso di Napoleone I a Milano (1807). Esempio della tendenza esteti-ca dell’epoca in cui fu disegnato l’altare di San Contardo. Vedi tavola 33. 274

Altari dedicati a San Contardo nella Chiesa Parrocchiale di S. Pietro a Broni Alcune notizie sulla Pieve di S. Pietro di Broni provengono dadocumenti del X e XII sec, ma si suppone che nel nostro Borgo giàesistesse molti secoli prima (cfr. S. Simplicio in F. Ferrari). Dopo la morte di Contardo d'Este, quando la chiesa non avevaancora le dimensioni odierne (orientata a sud), il corpo del Santoera ugualmente conservato in un avello che funzionava anche daaltare. Nel 1564 si terminarono i lavori di ampliamento della chiesa(orientata a ponente): i lavori iniziarono nel 1546 e al Santo fu dedi-cata una Cappella grandiosa, alla destra del presbiterio, e decoratacon un ciclo di pitture che interpretavano i passi della Vita del San-to narrata dal Crosnis (1661- 63). Le decorazioni del soffitto furonoultimate nel 1754. Nel 1799 l'antico sepolcro, che non era certo all'altezza della famadel nostro Patrono, fu sostituito da un altare in marmo policromo,venduto in seguito (1829) alla signora Francesca Trotti Belcredi chelo donò alla chiesa plebana di Sant'Antonino di Montalto Pavese 16. Nel 1822 l'arciprete della chiesa di S. Pietro di Broni, Don Maggi,donò alla chiesa l'artistica urna o tempietto in argento in cui collocareil Capo del Santo. Ma allo zelo del Maggi e del popolo Bronese 17 pre-meva che tale urna, avesse un posto degno, sopra un altare comeadeguato. Si diede allora l'incarico al Prof. Architetto Carlo Amati di Mi-lano (celebre a quei tempi, per aver disegnato la facciata definitivadel Duomo di Milano), che lo portò a termine nel 1827, come risultadall'iscrizione in oro su marmo nero murata dietro l'altare: (segue) 339 275

Hocce Altare Divo Contardo Patrono Coelesti Conlaticia Ioh Bapt Maggi archipresb Plentium Mulierum Cultorumque Stipe Constructum Karolus Franciscus Carnevalius Pontifex Dertonensium Princeps Campi Beati Statore Lodovico Tosio Episc Ticinensi Consacravit XIV Kal. Decemb. An. MDCCCXXVII l8 Riportiamo anche la scrittura di convenzione o contratto delnuovo altare di San Contardo, conservata nell'archivio della Colle-giata di Broni, stilata di pugno dall'Amati e controfirmata dal mar-morino Giuseppe Buzzi di Viggiù, che ebbe l'incarico di realizzarlo: Scrittura di convenzione fatta dal Sig. Arciprete di Bronno in Piemonte D. Maggicol marmorino intagliatore d'ornamenti Giuseppe Buzzi di Viggiù per la costruzionedell'altare di S. Contardo da collocarsi nella Chiesa Arcipretturale di Bronno: sotto leseguenti obbligazioni e patti. Descrizione dell'altare, e detta opera a cui si assoggetta il Buzzi alla fattura, e allasomministrazione di marmi. Una statua Carrara d'altezza B 3 ed once 1. di zoccolo rappres.e S. Contardo pelle­grino. Due statue pure di marmo bianco Carrara d'altez.a once 27. ventisette rappres.euna - L'umiltà - l'altra - Lo sprezzo delle cose terrene e degl'onori - 19. Due angioletti once 17. circa a basso rilievo ne trapezi sopra l'arco della tribuna dimarmo come sopra. Due candelabri di marmo venato bianco alti B 2. Cimasa di marmo Carrara con ornamenti in basso rilievo che chiuda nel mezzo unacroterio di marmo griggio su cui pianterà la statua di S. Contardo. Attico con cimasa di marmo bradilio di Carrara chiaro dalla lungh.a di B 8 once 6.alt.a once 8 e mezzo. Trabeazione intagliata di marmo Carrara venato dell'altezza di B I once 11. e mezzonel di cui fregio sarà collocata un'iscrizione colla lettera alta once 2. Quattro capitelli, e quattro basi corintia di pietra di Viggiù da indorarsi a lucido conoro di zecchini di Venezia, a carico del Buzzi. Quattro fusti di colonna di marmo ammandolato di Verona lucidi, e ciascuno di unsol pezzo, dell'altezza di B 6 once 2. e mezzo, della grossezza al piede di once 8. per 3. noncompreso l'imo scapo, e del diametro all'alto di once 7. senza il sommo scapo, a tondino. I piedritti, la imposta, l'archivolta, la serraglia, la fascia con greca ed il monumenti­no, a basamento sotto il tempietto che contiene la preziosissima reliquia di S. Contardo,saranno di marmo Carrara venato. (segue) 340 276

Il fondo della tribuna, ed i due fianchi con nicchie interni ed esterni, ed i cinque cas­settoni nella profondità della tribuna, contenenti rosoni di marmo, saranno di marmogriggio levigato; così anco i due gradi circolari sotto il nominato basamento, a quello chechiude l'arcata al piede ed al livello delle basi della colonna. La largh .a dell 'arco è di B 3ponti 6. alt.a della aletta senza il zoccolo, e l'imposta B 4 once 4. largh.a once 5 e mezzonell'interno. La cimasa del secondo gradino, il tabenacolo con base superiore per l'esposizione dalS.S, il gradino inferiore, la cornice a livello della mensa, e tutta l'intelaratura a fiancodella mensa riquadrata, nonché la base contenuta nell'altezza della bradella saranno dimarmo bianco venato di levigato, nonché i fianchi della mensa e la cornice a piedi dellamensa stessa. I specchi nella riquadratura saranno seravezza, e di broccatello di Spagna levigati edil gradino sotto le colonne sarà di porfido svizzero levigato. I tre gradini dell 'altare, ed il zoccolo in giro saranno di macchia vecchia levigato. Il postico dell'altare sarà a grandi riquadrature in piano di marmo macchia vecchia,a fascia di bianco majolica; e di quest'ultimo marmo sarà la lastra grande che coprirà lamensa con cimasa di fronte. Due mensole ai lati della mensa saranno di marmo giallo Verona levigata. Il Padre eterno da dipingersi a colore nel semicircolo, e gli ornati di bronzo indoratinel gradino dell'altare, nonché la portina del ciborio e gli ornamenti di bronzo indoratisotto la S. Reliquia e le lettere dell 'iscrizione nel fregio, se non si volessero scolpite nelmarmo saranno a carico della Risp.e Committenta, ossia dela Chiesa, così pure il dipinto. Il cancello d'alt.a B 3 once 6. circa per chiudere parte della tribuna sarà pure a caricodella Chiesa ed il mormorino Buzzi dovrà eseguire la cannalatura, ed impiombare i fer­magli occorrenti perché scorra dati 'alto al basso con facilità e fermezza. I due cassettoni ne due intercolonni laterali alla tribuna, contenenti due rosoni, acornici in giro saranno di marmo Carrara levigato, ed i fondi de cassettoni sarà di porfidoSvizzero. 1° Tutte le sopra descritte cose, e quant 'altro abbisognassero non descritte, che ri­guardano l'opera di mormorino, per rendere perfezionato l'altare in tutte le sue parti,come appare dal disegno, e dai particolari delincati in grandezza naturale dal prof. e Arch.o C.o Amati s 'intenderanno come descritti, e compresi nel presente contratto. 2° Sarà a carico del mormorino Buzzi dare condotti sani ed in buon essere tutti limarmi non solo sino a S. Cipriano sul Po, ma dovrà anche da questo luogo ove la Chiesasi assume la condotta sino a Brono assistere e scaricare, e ricaricare li marmi, essendoesso responsale di tutto ciò che influisce alla perfetta riuscita dell 'opera . 3° I dazi che emergono per trasferire dalla Prov.a Lombarda allo stato di S.M.à il Redi Sardegna in Piemonte sarà in complesso a carico della Chiesa di Bronno. 4° I marmi in generale dovranno essere sani senza peli o macchia che deformasserol'armonia delle parti architettoniche ed ornamentali, e saranno bene levigati e appianatiin modo che non risultino serpeggiamenti di luce nelle parti levigate. 5° Dovrà il Buzzi presentare al Prof. Amati i modelli in creta di una parte degli orna­menti, cioè sacome intagliate, capitello, ec ec e per le tre statue dovrà il Buzzi rimettersialla scelta di qui scultori, che troverà più convenienti il Prof, sunnominato, perché leopere riescano di comune soddisfazione, (segue) 341 277

impegnandosi in pari tempo a procurare la possibili economia a vantaggio dell'intrapren­ditore Buzzi. 6°Sarà a carico della Chiesa la spesa di modica cibaria e d'aloggio per due od al piùtre marmorini nel tempo che si porrà in opera l'altare, nel qual tempo somministrerà benanco due muratori per eseguire fondamenti, incavi nei muri, piantar ponti e sussidiare ilmaneggio di marmi nelle loro posizioni in opera. 7° La calce i mattoni, le chiavette di ferro, ed il piombo sarà pure a carico della Chiesa,così pure i bronzi indorati, i quali si porranno in opera dal Buzzi. 8° Sarà obbligo del Buzzi il disfare l'attuale altare, e collocarlo in quel deposito che gliverrà ordinato dal Rev.o Mons. Arciprete. 9° Procurerà il mormorino di far in modo che le medaglie da conservarsi non abbianoa soffrire danno alcuno per l'opera da eseguirsi in marmo. 10° Se qualche pezzo di marmo si spezzasse o danneggiasse nel trasporto, o nel locarloin opera dovrà il Buzzi rifarlo a sue spese senza poter prettendere indenizazione alcunadal Sig. Comettente, o dalla Chiesa. 11° Dopo eseguita l'opera in tutte le sue parti si farà dal Prof. Amati la visita e rico­gnizione di tutte le opere col confronto de disegni in grande, ed in piccolo per passare allacollaudazione, ed emergendo qualche difetto, o nella qualità di marmi, tinta, o bontà demedesimi, o nella fattura degl 'ornamenti, potrà il perito prep. prettendere la sostituzionedi altro pezzo non difettoso, e se mai il difetto fosse di piccolo rimarco, potrà dedurre quel­la somma che equamente crederà proporzionata alla mancanza; Dichiarandosi per ciòarbitro assoluto il sudd. Prof .Amati, non potendo il Buzzi promuovere litizzi ad operadi giudice forense perché così ec. Se poi l'opera verrà pienamente collaudata, e riuscirà dicomune soddisfazione (anco avuto riguardo alla costosità delle statue e marmi per la me­desima) il Prof. Amati potrà arbitrare di una gratificazione non eccedente lire seicento,oltre il prezzo qui sotto stabilito, a titolo di incoraggiamento. 12° Perché non venga ommessa diligenza all'intento proposto di ottenere un operapossibilmente perfetta, si obbliga il Buzzi di condurre a proprie spese il Prof. Arch.oAmati in quel paese o luogo ove si eseguiranno i lavori per rilevare in prevenzione sevi fossero delle eccezzioni da farsi, o per diriggere l'esecuzione de lavoreri in marmo. Lavisita di perizia, li disegni e dettagli in grande per l'esecuzione saranno a carico dellaChiesa. 13° Tutti i marmi Carrara, bradiglio, dovranno essere massicci e non mai minoridella grossezza di un quarto d'oncia del Braccio di Milano, ad eccezione delli specchi diseravezza che saranno non minori della grossezza di un ponto e mezzo. 14° Il tempo prefisso per dare perfezionata l'opera da mormorino e da scultore è per lafine di Luglio del venturo anno 1827, in caso di tardanza subirà il Buzzi a quelle determi­nazioni che verranno esternate in iscritto dal perito Prof. Amati e così di qualunqualtrasiasi vertenza. 15° Il prezzo per l'esecuzione di quanto si è sopra descritto, è convenuto in mil­le zecchini effettui di Milano al corso delle attuali grida del Regno Lombardo. Questasomma si pagherà dal Sig. Committente o dalla Chiesa Arcip.e di Bronno all'intrapren­ditore Gius.e Buzzi ne modi seguenti. La prima rata di cento zecchini per anticipazionesi pagherà al Buzzi all'atto della sottoscrizione del presente contratto per fare alcuneprovviste di marmo. La seconda pure di cento zecchini si pagherà al Buzzi verso agostoo settembre del venturo anno 1826. Per queste due rate dovrà il Buzzi assicurare conconvenevole garanzia le somme rispettive che sarà per esigere (segue) 342 278

in sovvenzione. La terza rata si pagherà come sopra al Buzzi dopo perfezionato il lavoroe posto in opera alla fine di luglio dell'anno 1827. in cui eseguirà anco la collaudazioneper la somma di zecchini trecento. La rimanente somma di 500 zecchini si pagherà metànell'anno 1828, l'altra metà a saldo nel successivo anno 1929. che in tutto formano lasomma di zecchini mille effettivi come sopra. Tanto promettono le parti d'aver visto e fanno quanto è superiormente convenuto, edi mantenere in tutta l'estensione i patti ivi esposti, obbligandosi co propri beni mobilistabili, e di ritenere la presente convenzione come se fosse pubblico e giurato instrumen­to, ad in convalidazione si cono firmata le parti di proprio pugno con testimoni benavisi Firmato in Milano il g. 12. Dicembre 1825. Firmato Carlo Amati prof .e Archit.o qual comittente, direttore, e delegato con lettera4.X.re 1825. dal Risp.e Mons.e Arcip.e Maggi di Bronno prometto quanto sopra. Firmato Giuseppe Buzzi Donelli mormorino in obbligo come sopra. La base in marmo misura m. 5,45, l'altare m. 2,30. Per la riproduzione del progetto dell'Amati (cfr. Incisioni). Note biografiche: Amati Carlo. - Architetto e scrittore d'arte (Monza 1776 - Milano1852). Studiò con L. Polak e G.Albertelli a Brera, dove fu poi (dal 1798)professore. Collaborò al completamento della facciata del Duomo di Mila­no ( 1807-13). La sua opera principale, ispirata al Pantheon e al Palladio,la chiesa di S. Carlo a Milano (1832-47) a pianta centrale, con pronao acolonne, e la chiesa di S. Giorgio a Casatenovo (1815), sono esempi impor­tanti del neoclassicismo lombardo. Studioso di antichità milanesi, pubbli­cò tra l'altro Antichità di Milano, 1804; Memoria sullo Stato dell'archi­tettura civile nel MedioEvo, 1825. Da Lessico Universale Italiano, Treccani, Roma 1981. 279

tav. 94 e 95. Facciata della Basilica S. Pietro Ap. di Broni, nell’angolo de-stro della fotografia in alto si scorge la cappelletta del Santo sul Monteomonimo. Sotto pianta della Basilica. 280

Da La cappella di S. Contardo nella chiesa di Broni di Don Giuseppe Boni Nel 1902 il sacerdote Dott. Giuseppe Boni di Pavia diede allestampe due libretti di sedici pagine ciascuno: uno con il titolo Sullaricostruzione della chiesa di Broni nel 1547, il secondo, con alcunecorrezioni, La Cappella di S. Contardo nella chiesa di Broni, con-tengono la trascrizione del contratto per la costruzione della nuovachiesa con la Cappella di S. Contardo. L'atto, esistente nell'ArchivioNotarile di Pavia, tra quelli pertinenti al notaio pavese GiovanniAngelo Olearo (Pacco 1546-1547), venne portato a conoscenza delBoni per cortesia dall'amico Don Rodolfo Maiocchi. La seconda edizioni differisce dalla precedente, in vari brani edalla p. 9-10 al punto dove è aggiunto, a proposito della supposizio-ne dell'Ing. Saglio, circa la data dell'inizio della costruzione dellachiesa di S. Pietro (1564) : \"...che certamente si riferisce alla costruzioneod a restauri della casa parrocchiale, e che deve essere di alquanto antici­pata. Difatti la costruzione della cappella di S. Contardo fa supporre giàcompiuta quella della Chiesa ...\". Trascriviamo il testo del contratto per la costruzione della chiesaincluso nel libretto: \"... In Nominedni Amen. Anno Nativitatis ejusdem Millesimo quingesimo quadra­gesimo septimo indictione quinta die decima mensis lullii hora vesperarum vel circha interra Brone cifra padum comitatus Papié in claustro ecclesie S. Patri diete terre Brone etin quadam salla inferiori domus infrascripti Rdi Dni Archipresbiteri sita in dicto clau­stro: Ibique in mey notori et testium infrascriptorum presentia nec non et in presentiaspect. D. Alexandri de Tortis potestatis diete terre Brone sedentis etc. Rdus D. Donlohannes Ambrosius de Ferraris archipresbiter ecclesie S. Petri diete terre Brone nec nonet Ven. D. Presbiter Antoninus de Caxelis et Contardinus De Ramis dictus Cerachusfebricerii fabrice Sti Contardi diete terre Brone parte una et Magister Paulus de Negro­nibus magister a murofq. Mri Antonii de loco Viglevani parte alia, sponte etc. et aliasomni jure etc. fecerunt et faciunt pacta et conventiones inter sese bona fide et sine fraudeet inviolabiliter ettendenda observanda et adimplenda et execucioni mandando ut infravidelizet (segue) 345 281

1547 die 10 lulliiLista de pacti facti tra il Rdo S. Io. Ambrosio Ferraro arciprete de la Giexia de Sto Petrode la Terra di Brone insiema cum il Venie. Messer Prete Antonio da Casey e ContardinoDi Rami dicto Ceracho Fabriceri de la fabbrica de Sto Contardo de dieta terra per unaparte, et M. Paulo de Negroni fiolo del quodam M. Antonio habit. a Vigevano per l'altraparte, a la presencia del spectabile Messer Alexandro Torto podestà de dieta Terra percausa de la manifattura de la Giexia de Sancto Petro per la devocione et elemosina deSto Contardo Constructa in dieta Giexia Cum li pacti infrascripti zioè primo che dietafabrica sia obligata a dare ali M.ri tuta la materia sopra il locho a tute sue spese e essendode le prede vecchie li dieno nete de ogni fastidio de calcina. Item che dicti mayestri sienoobligatia meterli in opera secundo il desegno e modello de la chiesa greze senza fregarleexcepto li ornamenti et la fabriga sia obligata a pagarli soldi cinquanta ad essi mayestriper caduno miliaro posto in opera a tute loro mayestri spexe e acib le parti siano in con­cordia ne la mensura siano obligati essi mayestri farne insiema un miliaro e mansurarloe stare poy ala mensura de quelle sarano in opera per quella mensura et siano poste senzacalzino zioè greze: la quale mensura sia facta ala ellectione de mayestro Bernardino deLona. Et di più per il basso per li capitelli e per lo architravolo e per il cornisono et percaduno brazo de questi lavori forniti et intagliati per ornamento di essa chiesa e misso inopera a tute spese di essi mayestri essa fabrica gli dia soldi vinti per caduno brazo dessilavori mensurati al longo. E de più per ogni cento libre a guadagnarono essi mayestri infare dicti lavori essa fabrica li dia brente due di vino in dono. E de più dicta fabrica siaobligata adarli una camera con doy ledi forniti. Et de più che la dicta fabrica sii obligataa darli tufi li legnami e asse e altre cose andarono a fare tuti li ponti a ciò non patischanodanno essi mayestri. Il quale danno la abbia a patire dicta fabrica e dette asse siano braza cento cinquantae più essendo il bisogno. E se in dicti lavori acadese qualche cossa per deffecto dessi ma­yestri sieno obligati essei mayestri de ogni danno e spexe patirà dicta fabrica. Et de piùdicta fabrica sia obligata a dare ad essi mayestri libre ducento imperiali avanti per caparae a bon conto et perfino adesso dicto Mayestro Paulo se confessa habere habuto e receputolibre cento dece e soldi sey imperiali il resto ad ogni sua richiesta. E de più per sorte lacalcina fusse tanto dura che non se potesse rompere cum la sapa la fabricha la facia leyrompere a sue spexe. E più che dicti maystri siano obligati a fare la porta de dicta Giezaut supra dando la predicta fabrica tuta la materia ut supra. Et questo de qui ala festa deSto Martino proximo che vene e dicta fabrica sii obligata darli tuti li dinari secundo ha­vera meritato da boni mayestri e secundo il laudo del suprascripto mayestro Bernardinoo vero ogni altro inginiere sarà ellecto per le parti in absencia del suprascripto mayestroBernardino e Angelo fratelli de Lona inginieri. Antonio Maxemino, Steva Fragato, Mar­tino Fontana, Baptista Mazuche, Beccolino de Calabria, Perino de Homoboni, Jo JacoboPisani. Quas quidem conventiones et pacta ut supra diete partes promittunt sibi hincinde utsupra stipulantes habere ratta etc. et attendere ac observare etc. Et hec omnia simul etc.Credendo etc. etc. Presentibus Mro Jo Jacobo de Pisanis fq. Dni Michaelis, Mro MarioFontana fq. toh. Antonii et Baptista Mazuchis fq. Philippi omnibus habitatoribus dicteterre Brone inde testibus notis etc ...\". 282

Altare dedicato a San Contardo nell'Oratorio di Santa Marta in Broni Da A. Cerioli, in L'Eco di S. Contardo, gennaio, p. 5, 1906: \"... Nella visita pastorale del 2 Giugno 1575 20 i confratelli dell' Oratorio chiamavan­si Battuti di S. Contardo. In quella del 1 Ottobre 1599 2I è detto esplicitamente che seguein Broni all'Oratorio di Sta Maria degli angeli dei Disciplinati, ove un tempo - famavuole - il tugurio nel quale morì il Beato Contardo. Di qui si argomenta che l'oratorioche, dopo il 1607 22, chiamassi di S.ta Marta (quando i disciplinati o Battuti di S. Contar­do di Broni si aggregarono alla veneranda Arciconfraternita del Gonfalone di Roma) siastato eretto in onore di S. Contardo e conseguentemente nel medesimo sia sorto un altarenel Suo venerato nome. Infatti l'anno 1752 23, nell'antico oratorio reso rovinoso (comeappare da supplica dei Disciplinati al Vescovo di Piacenza e conte Alessandro Pisani)eranvi solo due altari, - il maggiore - ed a sinistra quello di S. Contardo. Deducesi per­tanto che quest'ultimo sia stato dedicato al santo di Broni quando fu edificato l'oratorioprimitivo. Ricostrutto l'anno 1774 (e non l'anno 1773, come dice una iscrizione latinapubblicata dal sacerdote don Contardo Riccadonna nel suo \"Broni Illustrato\" pag. 98)venne pure eretto in onore di S. Contardo un nuovo altare in cotto a stucchi - a destraentrando - presso l'altare maggiore, che fu ornato verso il 1810 di una bellissima tela adolio del chiaro pittore vogherese il Cav. Paolo Borroni, il quale ritrae S. Contardo negliestremi suoi momenti, circondato da angeli, pronti ad accoglierne lo spirito celestiale ...\". 347 283

La Cappella del Monte di San Contardo in Broni Da A. Cerioli, in L'Eco di S. Contardo, giugno ,1907: \"... Il popolo bronese la chiama semplicemente la Cappella del Monte. L'ingegnerePietro Saglio, nelle sue \"Notizie Storiche di Broni\" (Vol. II. p 38) , la dice di anticafondazione e chi scrive indarno ne ricercò l'origine ai Registri della Veneranda Fabbricadi S. Contardo. Nel più vecchio dal 1570 al 1674 non si accenna mai alla \"Cappella delMonte\". Però all'anno 1623 si legge: - Adi 17 maggio. La Comunità ha pagato lire14 e soldi 15 per tanti legnami venduteli (sic) per servizio della \"casa erema \"-.Dove fosse questa \"casa erema\" non risulta. ... In quello dell 'Entrata dal 1818 al 1848si leggono costantemente simili espressioni: - Nella bussola mandata sul Monte di S.Contardo L. 44-, ma della Cappella non si fa cenno. ... Nel 1833 ai 12 giugno nel Regi­stro uscite si legge: - Per fatture alla Cappella di San Contardo sul Monte giornateotto da muratore ed altrettante da garzone L.16 - . ... Codesta Cappella era munita di un cancello in legno. Infatti nel Registro delleentrate del 1843 ai 30 dicembre troviamo: Dal Sig. Arciprete pel rastello in legnousatissimo già chiudente la Cappella su Monte di S. Contardo L.6.- ... Nel 1839 l'Arciprete d. Antonio Tasso si fece promotore del rinnovamento dellaCappella ed il Popolo bronese concorse non solo con offerte, ma, colle proprie mani, egratuitamente, \"in catena\", fece giungere al Monte il materiale occorrente per la rico­struzione della Cappella. ... Dopo queste notizie non pare che sia molto antica: se fosse altrimenti se ne farebbemenzione nei registri della Venerata Fabbrica di S. Contardo, che venne sciolta nel 1805.Conviene pertanto pensare che una piccola Cappelletta sia sorta sul Monte poco dopoquest'epoca. Nel biennio 1839-40 venne ricostrutta più ampia, e restaurata, come apparedal Saglio nel 1880. ... Tra parentesi ricorderemo che in Broni, nel 1823, esisteva una Cappella dedicataal Santo di Casa d'Este: infatti nel Registro entrate di quell 'anno ai 27 agosto si legge:- alla Cappella di Casa d'Este in casa Piranega l. 71, 5, 6. E si noti che il Saglio (II.p 235) annovera tra le famiglie più ricche di Broni nel 1798 quella dei Piranega. ... L'attuale Cappella al Monte, assai modesta, di forma esagonale dell'altezza di m. 6circa, con due ampi finestroni a nord ed a sud, muniti di solida inferriata, è pure munitaad ovest di una bella cancellata in ferro che permette la visione dell' altare, sul quale, inuna nicchia, venne nel 1850 collocata una pregevole statua in legno del Santo. Costò L.300. Questa ne sostitu un 'altra. ... Fu benedetta dal Canonico d. Carlo Pisani, così lasciò scritto il Reggente d. LuigiMogliazza: - Venne esposta VII agosto, in giorno di Domenica nella Parrocchiale. Alle5 e mezza pomeridiane, terminati i Vespri, cominciò a sfilare la processione ... Giunta alMonte si cantò l' Iste Confessor, colla statua si benedisse il Popolo, indi la processionescese nella valle Maga e continuò fino alla Parrocchiale. Ogni anno, durante le feste patronali agostane, che soglionsi celebrare sempre congrande pompa, la Cappella sul Monte di S. Contardo viene illuminata di giorno e dinotte. L’effetto della illuminazione notturna è toccante ...”. “... Il 27 agosto 1910 Mons. Albuzzi donava alla cappella una campana; ma purtrop­po a spese dell’arte, cagionò infiltrazioni d’acqua che rovinò i bei affreschi del Gambini,fu riparata dall ‘Avv. Canepa, ora la campana giace in canonica ...”. 284

tav. 96. Cappelletta di San Contardo sul Monte omonimo in Broni. Da unacartolina illustrata dei primi anni del ’900, dove figura l’antica campana. 285

Verbale di ricognizione delle Sacre Reliquie di San Contardo Estense Confessore Fatta da S.E. Rma Mons. Igino Bandi Vescovo di Tortona, il 13 Maggio 1903. Il documento è intestato con stemma vescovile, e in caratterigrandi: - Igino Bandi Per grazia di Dio e della Santa Sede ApostolicaVescovo di Tortona, Principe di Cambiò, Prelato domestico di S.S. LeoneXIII e assistente al Soglio Pontificio -. \"... L'anno del Signore 1903 ed alli 12 del mese di maggio; nella Chiesa Parrocchialedi Broni; alle ore 9 antimeridiane; al suono festivo delle campane: Si è proceduto da S. Eccellenza Rma Mons. Igino Bandi Vescovo di Tortona alla rico­gnizione delle Reliquie di S. Contardo degli Estensi, Confessore: Presenti i MM. Illustri e RR.: - Mons. Lorenzo Dardano Arc. locale, - Allaria Teol. D.Giuseppe di Genova, - Laguzzi D. Giuseppe Can. On. di S. Alessandro in Alessandria,- Canegallo D. Giovanni Prev. di Canneto Pavese, - Carro Teol. D. Giacomo, Robiati D.Carlo, - Bertucci Avv. D. Circensio; - e gli Illustrissimi Signori: - Monti Avv. GiovanniPretore locale, - Rota Candiani Conte Giacomo, - Saglio Ing. Pietro, - Nervi Geom. Pie­tro, - Riccadonna Ing. Alfonso, - Guindani Capitano Cav. Giovanni, - Maga GiuseppePriore della Chiesa, - Bernini Giuseppe, - Farelli Angelo, - Bottarelli Ovidio; - nonchél'Onorevole Corpo sanitario del Luogo nei Signori: - Suardi Dr. Giuseppe, - Falciola Dr.Baldassarre, - Maccabruni Dr. Emilio, - Cavalli Dr. Vincenzo, - Cerioli Dr. Alessandro. Sì premette che il giorno 26 aprile di quest'anno 1903 alla presenza del prelato Mons.Vescovo, di Mons. Lorenzo Dardano Arc. locale, del Vice Parroco D. Carlo Robiati, e delSegretario sottoscritto, si estrasse di sotto all 'Altare di S. Contardo (dove si asserivaesistere le Reliquie del Santo meno il Capo che da molti anni si venera entro l'anconadell'altare suddetto in apposito tempietto) una grossa e pesante cassa di rovere delledimensioni di m. 0,76 - 0,54 - 0,36, chiusa conforti chiodi senza sigilli. Aperta la quale,vi si rinvenne dentro un 'altra più piccola cassa di castagno delle dimensioni di m. 0,66- 0,32 - 0, 28, chiusa con chiodi e tutta per in giro, informa di croce, con nastro di setarossa, fermato da otto sigilli aventi l'impronta dello stemma di S.E. Mons. Carlo France­sco Carnevale Vescovo di Tortona. Nella prima cassa si trovano pure tre lastre di piombo,sulle quali erano incise le iscrizioni: I. MDCIX. XI KAL. SEPT. AN. III PONT. S.D.N. PAULI PAPAE V. PHILIPPO III.HISPANIAR. REGE DUCE MEDIOL. PMO CLAUDIO RANGONO EPO. PLA-CENT. PETRO PAULO GALEATIO AC HORATIO FRATRIB. DE ARRIGONOFEUDATARIA ION. THOMA GARGANO I.U.D. ARCHIPRESBITERO BRO-NAE BEATI CONTARDI OSSA IN LIGNEA QUADAM SITA VETUSTATEQUECONSUMPTA CAPSULA INVENTA IN HAC MARMOREA PIXIDE IN EA-DEM PIXIDE RENOVATA TAMEN INVENTA IN HAC MARMOREA PIXIDEIN AEDEM PIXIDE RENOVATA TAMEN CAPSULA LIGNEA PLUMBOQUEMUNITA RECONDITA FUERUNT IN TRASLATIONE HUJUS ALTARIS ABANTERIORE AD POSTER. HUJUS CAPELLAE PARTEM. (segue) 286

II. CORPUS S. CONTARDI ESTENSIS CONFESSORIS RECOGNITUM P. PE-TRUM CRISTIANI PLACENTIAE EPISCOPUM IN PASTORALI VISITATIONEANNO MDCCLXI DIE XI JUNII. III. AN. MDCCCXXVII. XXI. NOVEMB. A VETREI CAPSULA IN NOVAMTRASLATUM ET RECOGNITUM CORPUS S. CONTARDI SUB ARA NOVIALTARIS COLLOCATUM PRAESENTIBUS EPPO. CARNEVALE DERTONEN-SI ARCHIPRESBITERO MAGGI ANATOMICO CASTELLI ET COMPLUMISBLANDERONIENSIBUS UT IN ACTIS CURIAE. Oltre le lastre, di cui sopra, si rinvenne pure una scatola di latta, entro cui era rin­chiuso un documento scritto di pugno dell 'Arciprete D.G.B. Maggi, il quale da diversenotizie dell 'ultima ricognizione fatta nel 1827 e delle spese incontrate per il nuovo Alta­re di S. Contardo. Alle ore 9 antim., come si è detto sopra, si precede la funzione della ricognizione collarecita del “Veni Creator”. Dinanzi al Presbitero vengono disposti tre tavoli ornati dibianche tovaglie. Sul tavolo di mezzo è deposta la grande cassa come sopra descritta. Altavolo in cornu Evangeli siedono i Medici, a quello in cornu Epistolae l'infrascritto se­gretario di S.E. Rma Mons. Vescovo. Monsignor Vescovo vestito pontificalmente ordinainnanzi tutto che si dia lettura della parte sopra riferita del presente verbale che riguardal'estrazione e l'apertura della prima cassa, compiutasi il 26 aprile u.s., come pure delletre iscrizioni sopra riferite e della relazione dell'Are. D. Maggi. Il che eseguitosi, Mons. Vescovo invita i presenti a visitare i sigilli apposti alla secon­da cassa. Constatata da tutti l'integrità dei medesimi, Mons. Vescovo procede alla rottu­ra dei sigilli, ed ordina l'apertura della seconda cassa, la quale vien trovata interamentefoderata di lamina di piombo dello spessore di mm. 2. Mons. Vescovo, aiutato dal RmoMons. Arciprete, estrae con venerazione le ossa ivi esistenti, che si passano ai Mediciper il debito esame. Oltre le ossa si trovano pure cinque ampolle di vetro delle quali si hamenzione negli atti di ricognizione fatta da Mons. Cristiani Vescovo di Piacenza nell'an­no 1761; atti esistenti in copia autentica nell'archivio parrocchiale di Broni. Interrogatii medici presenti da Mons. Vescovo a che potessero servire quelle ampolle, questi con­vennero nel dichiarare aver potuto servire a contenere balsamo od altri aromi per meglioconservare il sacro Deposito; il qual giudizio concorda perfettamente con quello emessodai periti nella ricognizione eseguita nel 1761. Frattanto, dietro accurato esame, i periti come sopra indicati, riscontrarono quantosegue, come da relazione rilasciata a Mons. Vescovo in copia a parte sottoscritta dai sin­goli, in data 15 maggio corr. anno. Elenco delle Ossa. Vertebre.- Si rinvennero quattro vertebre cervicali, di cui una incompleta, seidorsali, cinque lombari. Clavicole.- Clavicola destra, mancante dell'estremità esterna. Sterno.- Si trovò soltanto la parte superiore o manubrio. Coste.- Furono riconosciuti quarantotto frammenti di coste; dei quali alcunilunghi centimetri diciotto, altri cm. quindici, altri, i più corti cm. tre. Scapole.- Si rinvennero due grossi frammenti di scapola e tre piccoli. (segue) 352 287

Ossa iliache .- L'osso iliaco sinistro è completo: il destro manca della por-zione superiore. Osso sacro.- L'osso sacro è completo. Omeri.- Non si rinvenne che l'omero destro, mancante dell'estremità superiore. Radii.- I due radii sono interi e lunghi rispettivamente centimetri venticin-que. Ulne.- Le due ulne, pure intere, sono lunghe rispettivamente cm. ventisei. Carpo e metacarpo .- Dello scheletro della mano si trovarono nove ossa, duedel carpo, sette del metacarpo, e qualche falange delle dita. Femori.- Dei due femori si rinvenne solo il sinistro, lungo centimetro quaran-tacinque. Tibie.- Delle due tibie la sinistra è intera: la destra in due frammenti, di cuiil minore è rappresentato dall 'estremità inferiore. Rispettivamente le due tibiesono lunghe cm. trentotto. Peroni.- Si trovò un solo perone, invece di due, diviso in due frammenti, di cuiil minore corrisponde all'estremità inferiore. Tarso.- Il tarso posteriore e completo per entrambi i piedi. Si trovarono in-fatti interi i due calcagni ed i due astragali. Uno dei quali fu estratto da un Re-liquiario al momento. Del tarso anteriore si trovarono otto ossa, di dieci che locompongono. Uno si riconobbe per uno scafoide, gli altri per varii cuneiformi. Metatarso.- Del metatarso si enumerano dieci ossa intere . Frammenti di ossa ed ossa in polvere.- Una notevolissima quantità di fram-menti di ossa ed ossa in polvere non fu dato ai sottoscritti di qualificare. Rac-colta colla dovuta venerazione, fu introdotta in un vaso di cristallo a tapposmerigliato, della capacità di un litro e mezzo circa. Giudizio I cinque Sanitari sotto firmati giudicano unanimi, in base all 'esame sopra enume­rato, che le ossa indubbiamente appartennero a uomo adulto, dato lo sviluppo assai con­siderevole delle ossa in generale. Ritengono ancora, vista la lunghezza del femore (cm.quarantacinque) e delle tibie (cm. trentotto) che queste ossa abbiano appartenuto a uomoadulto, di alta statura, dai trenta ai quarant' anni. Nota bene.- Non fu preso in esame il Cranio di S. Contardo degli Estensi, collocatonotoriamente in apposita urna sull'Altare dedicato al medesimo. Letto e confermato e sottoscritto.(All'originale esistente in Curia Vescovile) -Dr. Suardi Giuseppe - Dr. Falciola Baldassarre - Dr. Emilio Maccabruni - Dr. VincenzoCavalli - Dr. Alessandro Cerioli. Broni 15 maggio 1903. Terminata la visita dei periti, e tenute dai medesimi le debite annotazioni per la com­pilazione della relazione data come sopra, il tutto venne riposto nella seconda cassa, ossianella più piccola; e cioè: il grosso vaso di vetro contenente i frammenti delle sacre ossa;le cinque ampolle, di cui una affatto rotta, e due altre alquanto guaste; e finalmente tuttele ossa come sopra elencate; ed affinché nello smuovere la cassa non venissero sbattutele ossa, venne sovrapposto uno strato di cotone fino al coperchio. La cassa veniva chiusacon forti viti e con nastro di seta gialla assicurato in nove parti con impronta di cera diSpagna rossa portanti lo stemma di S.E. Rma Mons. Bandi. (segue) 353 288

Quindi detta cassetta, come sopra descritta, la si inchiudeva nell'altra maggiore, del­la quale pure si è data descrizione più sopra; ed in cui erano di nuovo riposte le tre lastredi piombo comprovanti le passate ricognizioni, e la scatola di latta contenente una perga­mena, nella quale vien constata la odierna ricognizione come segue: \"L'anno del Signore 1903, ed alli 12 del mese di maggio, nella Chiesa Parrocchialedi Broni, S.E. Rma Mons. Igino Bandi Vescovo di Tortona riconosceva e dichiarava au­tentiche le sacre Ossa qui incluse di S. Contardo Estense, Confessore, alla presenza deitestimoni qui sottoscritti. \" (Seguono le firme dei testimoni enumerati al principio di questo verbale). La cassa maggiore veniva quindi chiusa con forti viti. E date le dovute grazie al Si­gnore, veniva essa trasportata sotto l'Altare di S. Contardo nel luogo di prima, in attesache la popolazione di Broni metta in maggior venerazione l'intero Corpo del suo SantoPatrono. Redatto il presente verbale sopra gli appunti presi da me Segretario infrascritto, inTortona alla 31 maggio, Solennità della Pentecoste, 1903. Timbro Episcopale e Firma Teol. D. Giovanni Rinaldi Log. Vesc.le ...\". II verbale è di notevole valore storico ed affettivo. Dopo la mortedi S. Contardo, nei secoli passati ne furono redatti altri, ma questo èil più preciso che si conosca. Meraviglia soltanto il fatto che in que-sta occasione non sia stato preso in considerazione anche il craniodel Santo 289

Luoghi dove per San Contardo vi furono e vi sono anco- ra manifeste attestazioni di culto S. Contardo fu venerato - tramite gli Estensi - a Modena, Sas-suolo, Reggio, Carpi, S. Martino in Rio, Ferrara (cfr. Lettere e Ap-pendice) Parma (cfr. Iconografia) e Piacenza 24; ma il luogo dove ledevozione al nostro Santo pare più persistente nel tempo, oltre cheBroni, è Altoè, frazione del Comune di Podenzano (PC). In questaterra hanno dimora i discendenti dei Conti Anguissola, che nell'O-ratorio di famiglia, recentemente (1967), hanno voluto una pitturacon il loro protettore S. Contardo (tav. 68). Nella località si festeggiaancora oggi \"l'Ultimo sabato d'agosto\". Il culto si manifestava già nel XVII secolo, quando, come risultada documenti antichi: \"... Ferrante Anguissola, capostipite del ramo diAltoè ottenne il titolo di Conte nel 1650, ... nell'inventario degli arredisacri dell'Oratorio di Altoè, compilato nell'anno 1861 risultava ... - Nel1666 Pietro Antonio Anguissola regalava una statua in legno di S. Con­tardo (tav. 28)...\", da A. Mariano, Podenzano uomo e territorio, 1986; ègiusto credere che questa manifestazione di fede si sia radicata dal \"... ma­trimonio tra Galvano Anguissola, nobile piacentino, e Tobia Malaspina(1327) ...”, (G. Fiori 1995, p. 35 e 324). Tobia era nipote di Cubitosad'Este, figlia di Azzo VII, maritata a Isnardo Malaspina di Varzi. In Ferrara, dove per il Palio cittadino il Massaro della contradaS. Giorgio porta un collare e un medaglione in bronzo con l'effigiedi S. Contardo, la devozione si deve al Sig. Alberto Beretta che per-sonalmente, a sue spese, ha voluto ricordare un Santo di origineferrarese. In Modena, dove l’Ordine Equestre del Santo Sepolcro mantiene ingrande considerazione la memoria di S. Contardo, la cui iconogra-fia comprende anche l'insegna del loro Ordine. Tra le altre inizia-tive ha recentemente restaurato la chiesa sconsacrata Santa Mariadegli Angeli detta il Paradisino ed il 16 Aprile verrà festeggiato ilSanto, celebrazione contemplata nell'Indicatore Ecclesiastico (1990)dell'Arcidiocesi di Modena e Nonantola ...A Lourdes (Francia), un albergo è titolato a S. Contardo. A San Martino in Terra d’Olto (Altoè?) 25. A Piacenza, nella chiesa di S. Alessandro. (segue) 355 290

In provincia di Piacenza, a Lugagnano Val d'Arda 26: in S. Ze-none un altare con un affresco, una statua lignea e quel che rimanedi una antica vasca in pietra (tutt’ora esistenti). Nel contenitore dipietra per l'acqua benedetta, i fedeli nella ricorrenza di S. Contardoimmergevano oggetti di devozione per ottenere grazie (cfr. Altreimmagini). A Castell'Arquato in Santa Maria: un altare dedicato alSanto (ora soppresso), a Travazzano e Bassano di Rivergaro 27. A Pavia: risultava in S. Francesco (grande) un ritratto del Santo 28,oggi perduto. In provincia di Genova, a Sant'Andrea di Foggia (Rapallo): un’altare, una pala con la figura di S. Contardo 29 (cfr. Altre immagini). A Sarissola nei pressi di Busalla in S. Giorgio Martire: una capelladedicata a S. Contardo 30. A Piandicoreglia in Coreglia Ligure, nel-la vallata di Fontanabuona: esiste una cappella campestre dedicataa S. Contardo e a S. Bartolomeo; all'interno si conserva una pala ilcui soggetto è La Madonna del Rosario adorata da due Santi, l'ico-nografia non è decifrabile. In provincia di Alessandria, a Frugarolo: una cappella campe-stre dedicata a S. Contardo risultava in un mappale del 1745, oradistrutta 3I. RECENTI NOTIZIE: Firenze, Chiesa di S. Maria del Suffragio al Pellegrino, Cappellamaggiore con due pale con le figure di S. Contardo e Beatrice patro-cinate da Rinaldo I nell’ anno 1734. Finale Emilia, Nella canonica del Duomo di questa città figura una tela checontiene le figure di S. Contardo e delle Beate Beatrice I e II, l’ope-ra di autore ignoto dovrebbe risalire al XVIII secolo, omaggio deiprincipi d’Este. Como, Villa d’Este, nel giardino figura un monumento a S. Con-tardo. Borgomanero In un parco pubblico di questa città vi è una statua di San Con-tardo, innalzata nell’anno 1721 per volere del Marchese GabrielFrancesco Saverio d’Este. Di Gianna Vancini, “San Contardo d’Este Patrono di Broni”, inBollettino della “Ferrariae Decus”, Ferrara, 1997. Di Gianna Vancini, “Contardo d’Este, Santo Pellegrino, Patronodi Broni”, Ferrara, 1999. Di Gianna Vancini, “Contardo il Santo Estense”, Ferrara, 2003. Di Luciana Beggi Miani, “San Contardo d’Este Compatrono diModena, Modena, 2009. Ed. Mucchi. 291

Note a personaggi della genealogia Estense Alisia d'Antiochia, nata tra il 1154 e il 1160 († 1236 Muratori) da Rinaldo diChàtillon signore d'Oltregiordano e da Costanza principessa d'Antiochia (Siria),sorella di Domina maritata all'imperatore di Costantinopoli Manuel, e di Agnesemaritata al re d'Ungheria Bela III. Personaggio di spicco del suo tempo, moltolegata alla Chiesa, sei anni prima del suo matrimonio era già stata oggetto di unaBolla (o Privilegio) in suo favore da parte di Innocenzo III, (Muratori, Tomo I, p.379). Alla morte del padre ( 1187), dopo le disgrazie dei Cristiani in Oriente, sistabilisce dalla sorella Agnese in Ungheria (Franceschetti, p. 8), dove si unisce in matrimonio con Azzo VI d'Este. Dopo la morte del marito (1212), e del figliastro Aldovrandino I d'Este (1215),l'amministrazione di Casa d'Este grava sulle sue spalle, si ritira con la corte aCalaone con Beatrice I d'Este, dove ha cura di Azzo VII ancora fanciullo e diBeatrice III d'Este nata l'anno prima (Franceschetti, p. 9), e vi rimane fino al 1222(Muratori, Tomo I, p.423); \"... Si vede nominata questa Principessa Aliz, Alisia, Alai­de, Adelice, Aylis, che infine vuol dire Adelaide, nome soggetto a grandi metamorfosi frale genti d'allora ...\", (Muratori, Tomo I,p. 378). L'anno 1236 risulta ad Este (Franceschetti, p. 12). Aldovrandino I d'Este, ( 1 190-1215), figlio di Azzo VI e una Aldobrandini diToscana (Franceschetti, p. 4), diventa padre di Beatrice III a 23 anni, di Contardoa 25, è probabile come asserisce (Franceschetti, p. 6)., che \"... abbia avuto in prece­denza altri figli Bonifacio, Alessina di cui non si conosce le sorti ...”. Per un confronto con l'età in cui prendevano moglie: il padre Azzo VI d'Estecontrae il suo primo matrimonio a 19 anni, si deduce che l'altro figlio Azzo VIId'Este non può essere nato prima del matrimonio certo di sua madre (1204, Mu-ratori, Tomo I, p. 378). Aldovrandino per le condizioni di Casa d'Este diventaprecocemente capo famiglia, e non dovrebbe aver avuto figli prima dei 18 anni(1208). Beatrice I d'Este, Beata, (1191-1226) nel 1217 pensa già al convento, tanto chesostiene una divisione dei beni con la Contessa Alisia, per la costituzione dellasua dote (M. Tomo I, p. 407); gli altri componenti della famiglia rimangono conAlisia. Beatrice II d'Este, Beata, (1221/33-1262), legata a Galasso Manfredi con vin-colo matrimoniale dal 1249 (Chiappini, p. 18), morto in battaglia il giorno primadelle nozze (Frizzi, p. 172). Fonda il Monastero di S. Antonio in Ferrara (Murato-ri, Tomo I, p. 408). Il Ciarlini la considera vergine. Beatrice III d'Este, Beata, presunta sorella di Contardo, nasce a Este nel 1214,è figlia naturale di Aldovrandino I d'Este, nel 1233 sposa Andrea II re d'Unghe-ria (Muratori, Tomo I, p. 419) nipote di Alisia; ritorna forse a Calaone vedovanel 1235, dove nasce il figlio Stefano; nel 1239 entra nel Convento di Gemmola,fondato da Beatrice I d’Este sorella di Aldovrandino I, ove muore nel 1245 (Fran-ceschetti, p. 13). Iscrizione che figura sotto la statua della Beata, in S. Agostino diModena: B. Beatrix III. Atest. M. et Vngariae Regina S. Benedicti dv meto coronadeligit MCCXXXIX. 357 292

Stefano d'Ungheria, principe d'Ungheria figlio di Beatrice III d'Este e AndreaII, dopo la morte del padre nasce forse a Calaone nel 1235, vive a Este, dopo il1245 a Ferrara con Azzo Novello VII d'Este; nel 1262 sposa una Traversari diRavenna morta nel 1263, in seconde nozze nel 1264 sposa Tomasina Morosinipatrizia veneta, da cui nasce nel 1265 Andrea futuro e ultimo re d'Ungheria dellastirpe degli Arpad (Franceschetti, p. 15). Lionello d'Este, (1407-1450) Signore di Ferrara, Modena e Reggio, primoge-nito di Niccolò III d'Este. Alfonso I d'Este, (1476-1534) duca di Ferrara, di Modena e Reggio, nipote diNiccolò III; marito (1491) di Eleonora di Galeazzo Maria Sforza; 2° ( 1501 ) percalcolo politico di Lucrezia Borgia († 1523). Principe intelligente, amante dellearti, studioso dell'arte militare fu un rappresentante di quel mecenatismo checostituì un merito della sua famiglia. Laura Martinozzi, da Fano, nipote del Cardinale Mazzarino, sposa (1655) perprocura, a Parigi, Alfonso IV d'Este duca di Modena e Reggio. Alla morte del marito (1662), assume il governo degli Stati di Modena e Reg-gio a nome del figlio unigenito Francesco II d'Este, ancora infantile. Nel 1673concede la mano della figlia Maria Beatrice d'Este, a Giacomo II duca di York, poiper breve tempo re e regina d'Inghilterra. Nel 1674 lascia il governo al figlio. Muore a Roma nel 1687 (Muratori, TomoII, p. 598). Cesare d'Este, (1552-1628), ottiene da Papa Urbano VIII, nel 1628, la santifica-zione di S. Contardo. Francesco I d'Este, ( 1610-1658). (cfr. Iconografia, S. Contardo cacciato dall'o-steria di Broni, La Vergine appare a S. Contardo alla beata Beatrice d'Este e adaltra monaca Salesiana). Rinaldo d'Este, (1655-1737), duca di Modena (dal 1694), I duca di Mirandola,(cfr. Iconografia, monete). Francesco IV d'Este, (1779-1846). (cfr. Iconografia, monete). Francesco V d'Este, (1819-1875). (cfr. L'Ordine equestre dell'Aquila Estensesotto l'invocazione di S. Contardo). 293

tav. 97. Antonio Pisano detto Pisanello, Lionello d’Este (1441). BergamoAccademia Carrara. di fianco il Capo di San Contardo d’Este nell’inci-sione del Borde, per un confronto e per la grande rassomiglianza che siincontra tra il personaggio di Casa D’Este e Contardo. 294

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L’ Ordine Equestre dell'Aquila Estense sotto Vinvoca- zione di San Contardo d'Este Dallo Statuto stampato in Modena il 30 dicembre 1855. \"... Nel 1855 in Modena, Francesco V. Arciduca d'Austria, Principe Realed'Ungheria e di Boemia, per grazia di Dio Duca di Modena, Reggio, Mirando-la, Massa, Carrara, Guastalla, istituiva l'Ordine Cavalleresco dell'Aquila Estensesotto l'invocazione di S. Contardo d'Este, con carattere Militare e Civile. Era de-stinato principalmente ad onorare coloro che devotamente prestavano servigialla famiglia ducale ed al ducato. I Cavalieri erano distinti in tre Classi: I Classe,Cavalieri Gran Croce, oltre la placca sulla parte sinistra del petto, portavano leInsegne appese ad una larga fascia trasversale dalla spalla destra al fianco sini-stro non più di dieci, trasmissibile ai propri discendenti in linea diretta; II Classe,Cavalieri Commendatori che portavano sospese ad un nastro pendente al collo,non più di venti, non trasmissibile; III Classe, Cavalieri che le appendevano,mediante un nastro minore, all'abito dalla parte destra, non più di sessanta, nontrasmissibile. Le insegne consistevano in una croce di smalto bianco listata di azzurro ol-tremarino e suddividevasi in otto punte terminate da globetti d'oro. Il mezzodella Croce rilevava in uno scudo azzurro contornato da una lista bianca, e so-vrammessa l'aquila bianca insegna di Casa d'Este. Nella lista in alto stava scrit-to l'antico motto Proxima Soli, ed in basso l'anno della fondazione. Nella parteposteriore dello Scudo che era invece bianca contornata da una lista azzurra, erasovrapposta l'effigie in oro di S. Contardo, e nella lista si leggeva S. ContardusAtestinus. Le quattro principali braccia della Croce, movendo dallo scudo, eranocollegate principalmente dalle quattro lettere -E - S -T - E- ...\". Le cerimonie di investitura si tenevano in Modena nella chiesadi S. Domenico. Sotto le varie riproduzioni delle decorazioni, in una stampaconservata nell’Archivio di Stato di Modena. 296

Il vero e il falso Ordine dell'Aquila Estense Da \"Atti e Memorie delle antiche province Modenesi”, Serie VIII, Vol.VI- p. 162 \"... Nel 1948 si tentò di ristabilirlo in Italia con un decreto fasullo da un tal PrincipeBoris de Rachewitz, Duca di Baviera, di Toscana e Lorena per atavico diritto, che nel1949 aveva domicilio a Roma in Via Velletri 24. Ma questo non poteva essere in quantooggi l'unico depositario delle tradizioni dinastiche di Casa d'Este è l'Arciduca Roberto,nato nel castello di Schónbrunn a Vienna l '8 febbraio 1915 e sposato dal 29 dicembre1953 con la Principessa Margherita di Savoia - Asti. A mettere un freno a tutta la sequela di simili abusi è venuta provvidenziale la leggedel 3 Marzo 1951, n. 178 che ne vieta il suo conferimento al pari di altre onorificenze nonconcesse dalla Repubblica Italiana ...\". L'Ordine ebbe vita breve, e dopo l'avvento del Regno d'ItaliaFrancesco V d'Este dovette riparare in Austria, dove pare concessealcune di queste onorificenze. 297

La Cappellania sotto l'invocazione di S. Contardo d'Est e in Broni \"... La Cappellania sotto l'invocazione di S. Contardo fu fondata, daCastellino Beccaria di Musso (Principe di Pavia), che nel 1356 possedevail Castello di Broni. Secondo gli Statuti della Pieve S. Pietro in Bronidell'anno 1398, aveva l'obbligo di celebrare una Messa quotidiana. Il patronato passò ai Del Poggio con il matrimonio di Bianca Beccariadi Montecalvo con Eliseo, decurione della città di Pavia (1614-1619?). Il iuspatronato si divise nel 1716, con una meta ai Del Poggio e l'altraai Pietragrassa-Berzio-Beccaria. Con la Legge Francese 8 Germile Anno IX (29 Marzo 1801 ) la Cap­pellania fu soppressa ...\". Da A. Cerioli in L'Eco di S. Contardo, giugno1906, p. 5. Da un documento dell'Archivio Parrocchiale di S. Pietro in Bro-ni trascriviamo un elenco dei beni della Cappellania a titolo S. Con-tardo: \"... 1719. il Primo Agosto. Misura e pianta fatta da me Ingeg.o Infrascritto delli seguenti pezzi di terra a Casache formano il Beneficio del Can.to ovvero all'Altare di S. Contardo nella Chiesa Coll.tae Parrocchiale di S. Pietro di Broni situati nel territorio sud.to, et in parte di Barbianelloet in parte di Montué de ' Gabbi, oltre Pò Principato di Pavia occupato dall'III.mo Sig.rMarchese Gaspare Pietra Grassa Beccaria. Il tutto fatto con l'intervento di M.r BernardoBazino Fittabile prosentaneo d'una Porzione d'essi Beni, e pratico de' confini, e delleCon.e più veridiche, quali sono come Ac. 1. Cullino affillag.o detto il Poggio con edificio di Casa sotto il Com.e di Montuéde' Gabbi, dove vi è Con.e a Matt.a Strada vicinale, a Mezzo Giorno Strada che va allaChiesa di Caneto, et in parte la Sig.a Contessa Albergati a Sera Strada che va alla Casabassa; a Niun hora la prepositura di Caneto Pe. 17.5.9.13. 2. Cullino in Prizola sotto il Com.e di Broni, dovi è Con.e a Matt.o il Torrente Scur­passo: a Mezzo Giorno il Sig.r Gaspare Leggi; a Sera il Sig.r Conte Giuseppe Scaramuc­cia Visconti; a Niun Hora il Sig.r Conte Antonio Gambarana tutti a solco di Pe. 7.9.11.. 3. Cultino detto Castelaro sotto il Com.e di Broni con la ragione di notar sopra Benidelli Sig.ri Conti Feudatari Arigoni e Prata andando alla Strada di Casa l'agnello, doveè Con.e a Matt.o il Sig.r di Marc'Antonio Menocchio; a Mezzo Giorno il Sig.r ConteGiuseppe Scaramuccia Visconti, ed il Sig.r Conte Antonio Gambarana; a Sera il Sig.rPrata; a la Ven.da Compag.a del Sant.mo Sacr.to; a Niun hora il Sig.r Conte Mandeli,e l'Arcipretura della Chiesa Colleg.ta e Paroc.le di S. Pietro di Broni, e li Sig.ri ContiFeudatari Arrigoni tutti con il fosso di 1/2 di Pe. 127.26.4.8. 4. Cultino detto la Gandiola sotto il Com.e di Broni, dove vi è Con.e a Matt.o il Sig.rMarchese Fabbio Giorgi; a Mezzo Giorno li Sig.ri Conti (segue) 365 298

Feudatari Arrigoni; a Sera il Torrente Scurpasso; a Niun hora li sud.ti Sig.ri Conti Feu­datari Arrigoni tutti a solco di Pe. 7.16.13.6. 5. Cultino detto li Arbadioli nel Com.e di Broni, dove vi è Con.e a Matt.o il Sig.rGiuseppe Reale; a Mezzo Giorno il Sig.r Domenico Guarino; a Sera il Sig.r Fenaroli tutticon fosso di metà di Pe. 9.23.13.11.6. a Niun hora strada vicinale. 6. Cultino detto il Campo di Bottarolo sotto il Com.e di Broni, dove vi è Con.e aMatt.o il Sig.r Conte Mandeli et il Sig.r Giovanni Trovamala ambi con fosso di Metà; aMezzo Giorno il Sud.to Sig.r Giovanni Trovamala a solco; a Sera strada Comunale; et aNiun hora il soprascritto Sig.r Conte Mandeli a solco. Pe. 2Ó.-.9.-. . 7. Campo detto Triprosoli sotto il Com.e di Broni, dove à Con.e a Matt.o il Beneficiodi S. Maria di Bottarolo; a Mezzo Giorno strada Com.e; a sera, et a Niun horal'Arcipre­tura della Chiesa Collg.ta, e Paroch.le di S. Pietro di Broni tutti a solco di Pe. 5.20.-.5.-.. 8. Cultino detto Vigna del Mogna sotto il Com.e di Broni dove vi sono Con.i aMatt.o li Sig.ri Candiani; a Mezzo giorno Strada Com.e; a sera il Ven.do Capitolo dellaChiesa Collg.ta e Paroch.le di S. Pietro di Broni, et in parte li Sudd.ti Sig.ri Candiani; aNiun hora parimenti detti Sig.ri Candiani di Pe. 9.13.-.-. . 9. Cultino affillag.o detto la Peschiera sotto il Com.e di Broni, dove vi è Con.e aMatt.o Mr Antonio Crubellati con fosso di metà; a Mezzo giorno il Sig.r Giuseppe Tra­vanino a solco, a sera il Sig.r Lorenzo Pisani con fosso di metà, a Niun hora il Ven.doCapitolo della Chiesa Collg.ta e Paroch.le di S. Pietro di Broni a solco di Pe. 13.22.6.-. . 10. Cultino affillg.o detto la Tomasa sotto il Com.e di Broni; dove vi è Con.e a Matt.oil Sig. Abate Robollino; a Mezzo Giorno la Ven.da Compag.a del Sant.mo Rosario dellaChiesa Collg.ta e Paroch.le di S. Pietro di Broni con fosso di metà; a sera Giuseppe Giorgia solco; et a Niun hora Mr Bernardo Bazino, et in parte io Ingeg.o Infras.to con fosso dimetà di Pe. 7.16.8.1.-. . 11. Cultino affillg.o detto la Romera sotto il Com.e di Broni, dove vie Con.e a Matt.oil Sig.r Agostino Bottigella a solco; a Mezzo Giorno strada Romera; a sera li Fra.lli Cru­bellati et a Niun hora il Ven.do Collegio del Seminario di Pavia con fosso di metà di Pe.4.27.9.22.-. . 12. Cultino detto La Guardia, sine Olmazzo sotto il Com.e di Broni, dove vi eCon.e a Matt.o il seguente Campo; a Mezzo Giorno strada Com.e; a sera la Sig.ra d.Emilia Fornari con fosso di metà; et a Niun hora li R.R. P.P. di S. Lanfranco, et in parteil Ven.do Capitolo di S. Giovanni in Borgo di Pavia ambi a solco di Pe. 6.28.4.-. . 13. Altro Campo contiguo detto anch'esso La Guardia sine (Dimazzo sotto il Com.edi Broni, dove vi è Con.e a Matt.o Pietro Bagnoli livell.o d'un certo Beneficio; a MezzoGiorno strada Com.e; a sera il Campo soprascritto; et a Niun hora il Ven.do Capitolo diS. Giovanni in Borgo di Pavia a solco di Pe. 4.6.20.-. . 14. Cultino detto Boifana sine Prati grandi sotto il Com.e di Broni; dove vi è Con.ea Matt.o il Sig.r Marchese Fabbio Giorgi, et in parte il Sig.r Conte Mandeli; a MezzoGiorno l'istesso Sig.r Conte; a sera gli eredi del fu Sig.r D. Plesso, et in parte il Sig.rCap.o Prata; et a Niun hora il Ven.do Ospitale di S. Matheo di Pavia, et in parte dettieredi come sopra tutti con fosso di metà di Pe. 25.20.6.4.6. . 15. Campi due alle Alborelle, sine chiossi sotto il Com.e di Broni dove vi sono Con.ia Matt.o il Sig.r d. Marc. Antonio Menochio, et il Sig.r Andrea de Gasparis e stradaCommune; a Mezzo Giorno li Sig.ri Conti Feudatari Arrigoni, et il soprascritto Sig.rAndrea de Gasparis, a sera il Sig.r Giuseppe Maggi, et il Sig.r Michele Farina; a Niunhora il sudeto Sig.r Marc. Antonio Menochio, e strada vicinale tutti con fosso di metà diA. Pe. 25.15.5.8. , B. Pe. 25.18.9.9. . 299

16. Vigna, e Cultino detto di S. Contardo sotto il Com.e di Barbianello dove vi è Con.ea Matt.o il Sig.r Giuseppe Poggio; a Mezzo Giorno strada Com.e, a sera li Sig.ri MinoriCaponagi, et a Niun hora il Sig.r Gerolamo Beccaria, et in parte Giacinto Manghisonetutti con fosso di mezzo di Pe. 19.120.-.9. . 17. Altri due Campi detti di S. Contardo sotto il Com.e di Barbianello, dove vi è Con.ea Matt.o il Sig.r Conte Giuseppe Scaramuccia Visconti; a Mezzo Giorno, et a sera stradaCom.e; et a Niun hora il Sig.r Conte Antonio Gambarana tutti con fosso di metà di A.Pe. 26.2.-.4., B. Pe. 23.12.4.6. . Io Contardo Bazino lngeg.o aff.o A proposito della Cappellania da A. Cerioli, in L'Eco di S. Con-tardo, Luglio Agosto 1906, p. 7, trascriviamo: \"... Con Decreto della CuriaVescovile di Tortona del 31 Gennaio 1845 la Messa quotidiana all'altare di S. Contardovenne ridotta a tante Messe quante bastassero ad esaurire colla elemosina di trenta soldimilanesi il reddito delle simili lire 453:12:3, ceduto alla Chiesa col citato istrumento del1824. Queste note sulla Cappellania di S. Contardo, esistenti nell'Archivio della Fabbri­ceria di Broni, portano il timbro della Regia Giudicatura di Broni, la data del 22 Gennaio1851 ed il visto del Giudice Cavalli. Non sappiamo se la Cappellania di S. Contardo sia stata trasformata in rendita go­vernativa colla famigerata legge del 29 Maggio 1855. Ma non crediamo. Per informazioni assunte, dal 1885 circa non si celebra più la Messa quotidiana equesta deficienza sarebbe in parte dovuta al deposito dei titoli di rendita della Chiesaparrocchiale di Broni rilasciati presso la Cassa di Risparmio di Milano a garanzia delprestito che l'Amministrazione della Chiesa fece per le spese di costruzione della cupolae di restauri, per i quali occorsero trentatremila lire. Auguriamoci adunque che quando sarà pagato tutto il debito per i restauri del 1885,si celebrino ancora molte Messe in onore del Santo che protegge il nostro Borgo, dilaniatooggi da lotte intestine che segnano un periodo di manifesta decadenza morale e civile ...\". 300


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