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Case&Dimore - Numero Speciale

Published by Videorunner ADV Design&Strategy, 2015-01-09 11:02:18

Description: Nato nel 2008 con l’intento di entrare nelle case dei vicentini, Case & Dimore è un quadrimestrale a diffusione gratuita allegato a Il Giornale di Vicenza e prodotto da videorunner.com

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38 ENNIO MASSIGNAN Qui sopra: Gabriella, moglie di Ennio, nel giardino di casa. Ha accompagnato il marito in diversi viaggi africani visto da Nicola Zanettin In basso a dx: una foto di Ennio con Duma, l'amico ghepardo che ha aiutato a ritrovare un rapporto con la natura

39 Qui sopra un piccolo studio ricavato sotto le scale dove Ennio conserva i ricordi del padre risalenti alla guerra d'AfricaUna vita di viaggiDa quel primo viaggio sono passati 35 anni, ma ogni voltaè come la prima, che si tratti di viaggiare comodamenteseduti su un aereo, o all’avventura, partendo da Vicenza abordo di una Land Rover primo modello. Kenia, Tanzania,Congo, Mali, Ciad… serie e successioni di paesi che rac-contano il volto multiforme di un continente ora martoria-to dalle guerre e dai problemi, ma capace di conservarequel fascino che nessun altro luogo può vantare. Saràper i colori, per i profumi, per quel senso d’infinito che lanatura riesce a regalare, ma per Ennio Massignan l’Africaha aperto una nuova via, una nuova era. E l’ha fatto conun ruggito.

40 Un felino per amico undici anni, con all’attivo già diverse esplorazioni. Sono stati gli animali a catturare lo spirito di Ennio. Animali Inutile dire che la casa parla di tutto ciò, dalle maschere congo- liberi, selvaggi, istintivi. Come Elsa, protagonista di Nata libera, lesi alle statue Masai ritraenti i famosi uomini che saltano. Ogni best seller internazionale scritto da Joy Adamson, moglie del viaggio, ogni reportage, è una storia a se. Si fanno incontri, si guardiacaccia ambientalista George, da cui è stato poi tratto un scoprono mondi nuovi che non si immaginava di poter conosce- film al quale anche Ennio ha lavorato. Il fotoreporter vicentino e re. Perché non c’è una sola Africa, ci sono molte afriche quanti la moglie Gabriella incontrano gli Adamson dando vita ad un’a- sono i luoghi e quanti i tempi che essa riproduce. C’è l’Africa micizia che si interrompe solo nel 1980, quando George muore che ha scoperto in una gara di corsa da 100 Km nel deserto tragicamente assassinato. Storie come queste non son mai fini Tunisino, c’è l’Africa del coast to coast da cinque settimane in a se stesse, raccolgono un’eredità che si diffonde e si ripete, battello, l’Africa dei villaggi turistici e l’Africa della Savana. come per una linea di successione. Sarà per questo che Ennio E poi c’è l’Africa di Ennio Massignan, in una casa in collina a ha stretto amicizia con Duma, un ghepardo in cura in una riserva Costabissara, dove tra manufatti Dogon e bracciali Masai si può keniota e che ad ogni suo ritorno dimostra di riconoscerlo, arri- trovare un bicchiere di vino e una sopressa nostrana. In pieno vando addirittura a fare le fusa a Beatrice, la nipote di appena stile africano. In alto Giardino e bosco sulle colline di Costabissara, per alcuni aspetti ricordano paesaggi africani

A CASA DI 45 Casa Bicego Dominano il bianco ed i toni morbidiin una dimora di Trissino concepita per la vita in famiglia Foto di Silvio FogaroloDietro il tavolo da pranzo vintagedisegnato da Eero Saarinen nel 1957,il mobile contenitore Piroscafo di Molteni

46 In questa pagina, a sinistra una cucina all'americana, di stile tradizionale ma dal tocco contemporaneo. Sul piano di lavoro realizzato in resina di pietra lavagna spicca il grande lavabo e in basso a destra luce diffusa, e sullo sfondo il calore del camino Trissino caput mundi. Non lo dice un Giulio Cesare romano, ma Marco Bicego, gioielliere che nel paese già citato da Plinio il Vecchio ha tutta la sua vita. A Trissino Marco nasce, crea e sviluppa la sua azienda, conosce e poi sposa Valentina. Un paese dal quale non aveva senso staccarsi e dove c’era ancora molto spazio per case importanti. Da qui la decisione di affidare il progetto per la costruzione della dimora di famiglia all’architetto di fiducia, per coronare un sogno: vivere con i propri figli (Benedetta, Giulio, Carolina), e assaporare il più possibile quelle aree della casa dove poter ospitare gli amici e passare insieme il tempo. È la cucina che regna sovrana nella sua essenza minimalista. Qui Valentina si diletta nel preparare manicaretti da chef e a sfidare Marco, che al barbecue vince ogni confronto.

47Valentina e Marco Bicegodavanti al focolare della cucina,nella loro casa di Trissino.Sopra, un quadro di Ventrone

48 Valentina in cucina con Terri Pecora, direttrice artistica di Marco Bicego Spa e preziosa consulente della coppia per la ristrutturazione della villa e la scelta degli arredi CASA BICEGO vista da Nicola Zanettin Outdoor Il grande portico davanti alla casa comprende una zona barbeque e una cucina esterna, dove vivere momenti conviviali con gli amici nella bella stagione

49 A sinistra Mix tra contemporary design e stile classico al tavolo da gioco: le sedie in stile '800 sotto alle luci a sospensione del designer inglese Tom Dixon Sotto Le poltroncine vintage di Charles Eames ben si abbinano al divano Minotti e alla grande lampada Arco di Castiglioni Iconografica ad illuminare l'ingresso dell'abitazioneArtichoke Lamp disegnata da Poul Henningsen nel 1957 Ispirata ai loft newyorkesi La lunga parete in mattoni a vista collega i tre grandi open space del piano terra: il salotto, la \"family room\" e la cucina. Una formula dalle note grunge (stile apprezzato da Valentina che ama gli ambienti caldi e vissuti) studiata per lasciare piena libertà di movimento e comunicazione tra un locale e l'altro

50 Una casa dove lo spazio entra in contatto con il verde grazie alle grandi vetrate che si affacciano sul giardino allargando gli orizzon- ti. La natura va vissuta in pieno, aprendo una finestra su di essa e godendo di quanto possa offrire. Forse Trissino non è caput mundi, ma di sicuro caput vitae, almeno per Marco e Valentina Bicego. La serra è riscaldata anche d'inverno per vivere \"fuori\" il più possibile. Attorno al grande tavolo amato dai ragazzi per studiare, sedie vintage Bertoia degli anni '50. Sopra, le luminose lampade a sospensione Flos di Achille Castiglioni

<< Un viaggio con C&D nelle case di vacanza dei vicentini: mare, montagna, campagna, A CASA DI 19 barca o camper, questo mese usciamo insieme a loro dai confini della città >> Vivere in vacanza: UNA DIMORA DI CAMPAGNALA CASA MADRE La nostra curiosa ricerca inizia a casa di Giuliana Teso top brand d'alta moda di Simone Ariot - Foto di Nicola ZanettinUna tavola imbandita sotto al portico, la piscina sullo sfondo. Arte di ricevere da Giuliana Teso

20 Un restauro attento e rispettoso della storia. Da una casa contadina del 1760, una dimensione bucolica, tra fiori e piante, nel mezzo della campagna vicentina

21 Nelle barchesse dove un tempo trovavano spazio l'aia per i polli e la porcilaia, oggi vi è la dimora di Giuliana Teso e del marito Luoghi di convivialità en plein airAd aspettarci non c’è un maggiordomo, ma Max, ricavati da un vecchio magazzino di bachi da seta, e dall’altra un Bearded Collie che accoglie gli ospiti in arrivo, le abitazioni, più defilate e nascoste all’occhio indiscreto del mentre lancia sguardi d’intesa al gatto (ex tro- passante. Proprio queste ultime sono state progettate ex novo vatello) Pasha. Siamo nella campagna vicentina, pur mantenendo cubatura e caratteristiche strutturali dellecomune di Longare, in quella stessa terra in cui nel 1760 è vecchie aie e porcilaie che occupavano la superficie interessa-stata posata la prima pietra di un complesso architettonico ta. Un restauro ventennale, eseguito a regola d’arte, addirit-ora saggiamente vincolato ai beni ambientali. La stilista e tura riutilizzando gli stessi mattoni ancora integri recuperatiimprenditrice Giuliana Teso, insieme al marito, l’ha scelta dall’abbattimento della struttura originaria. Non si tratta dicome residenza di campagna, per tornare alle origini e per uno stravolgimento, ma di una restituzione che riconsegna unoffrire al proprio marchio una bellezza che non restasse valore, così come fa quotidianamente Giuliana Teso, avendoconfinata nei preziosi tessuti degli abiti ma si proiettasse nel costruito un marchio partendo dal nulla e ora insediatosi acontesto in cui è inserita. Da una parte gli uffici, fronte strada, diritto nel Gotha dei brand di moda di calibro internazionale,

22 La piscina al coperto e le pareti decorate a mosaici

23 Anche l'esterno merita attenzione e comfort. In un parco di oltre 5 ettari, un luogo dove riposare a contatto con la naturapremiando il gusto e la costanza che in questi 35 anni ha con- rappresentano certamente una passione per questo fiore chetraddistinto i suoi sforzi d’imprenditrice. è allo stesso tempo forte e delicato, coperto dalla foglia maMa dietro la donna che lavora e manda avanti un’azienda c’è capace di difendersi grazie alle proprie spine. I limoni, invece,anche la persona. Giuliana è imprenditrice, donna e madre. altra presenza ricorrente al punto da raccoglierne centinaia diE da qualche tempo anche nonna insostituibile di Riccardo ceste ogni anno, devono difendersi solo dal vento, che nellae Edoardo, nipoti di dieci e otto anni. Proprio partendo da campagna Veneta non è una presenza costante. Certamentequesto collegamento intuiamo e comprendiamo la scelta della meno costante rispetto alla Puglia, dove Giuliana ama rifu-campagna come realtà in cui l’individuo realizza sé stesso a giarsi con il marito Riccardo per produrre un buonissimo olio,contatto con la natura, la sua dimensione sociale di vicinanza nuova passione legata ad antiche radici. Le radici, in tutte lecon l’altro, prima di tutto con la terra. E qui di terra ce n’è persone che hanno una vita impegnata e ricca di esperienza,molta. Dal salotto si aprono vetrate che danno su un giar- sono spesso ben salde, rendendo difficile la separazione versodino inglese che si estende in profondità, segnato solo dagli ciò che si è conquistato, come può essere la casa. E questoalberi e dai roseti da cui è contornato. Non un solo tipo, ma vale anche per Giuliana, che ben conosce quali possono essereben 650 qualità differenti di rose importate dall’Inghilterra le difficoltà nel gestire una grande dimora di campagna che

24 Lo stile Impero e il Biedermeier regnano nella sala da pranzo, dove i fiori giocano sempre un ruolo da protagonista Ritratto di Giuliana e Max, il Bearded Collie di casa Giuliana Teso chiama “la casa Madre”, senza farsi troppo intimorire e godendosi la sua conquista, in una dimensione che rappresenta la sua vita, anche nei Riconosciuta firma della moda, Giuliana Teso inizia nel contrasti, come quelli che emergono dallo stile degli interni, ricercati e 1975 affiancando il marito in un'impresa che si occupa- preziosi nel rigore dello stile Impero che incrocia il Biedermeier. È qui va del commercio di pellami. Un anno passato solo ad che l’armonia e la sobrietà dialogano in un costante richiamo nei par- osservare gli operai, poi piano piano le prime creazioni ticolari, come le stampe antiche appese alle pareti ritraenti immagini di pelletteria che negli anni sono state affiancate da altre bucoliche, o i mobili acquistati alle aste, un po’ alla volta, e godendosi in tessuto, completando una gamma d’alta moda che si quanto si è potuto fare nel tempo, lentamente e senza accelerare, rivolge ad una donna elegante e amante della qualità. seguendo i ritmi naturali proprio come avviene per la campagna. La In Veneto lo showroom accanto alla villa è il solo punto sua campagna. vendita, poi vengono le realtà di Milano e New York, oltre a selezionatissimi punti vendita nelle più importanti capitali. Giuliana Teso mantiene la produzione in Italia, nello stesso ambiente in cui vi sono gli uffici, per poter seguire passo dopo passo lo sviluppo di ogni singolo capo, e mantenere con il personale lo stesso rapporto inaugurato trentacinque anni fa

27 La casa di vacanza: AD ASIAGODettagli in quota L'attico di Villa Franceschini, dimora libertyrestaurata e valorizzata dagli interventi della padrona di casa Foto Nicola Zanettin

28 La vista preferita da Antonia Bianco, marrone e tortora il soggiorno affaccia direttamente Pochi colori ma perfettamente associati sul centro di Asiago per valorizzare un arredamento Per l’imprenditore Francesco Spillere, Asiago significa dai particolari importanti qualcosa di più di una località dove potersi rifugiare in vacanza e nei momenti liberi. Da sempre appassionato come lampadari (Antichità Rossi), di montagna e di passeggiate, il nostro Altopiano gli boiserie e tendaggi in canapa e cachemire ricordava la sua infanzia, passata in colonia insieme ad altri bam- bini. È da questa spinta che quattro anni fa insieme alla moglie Antonia si interessa all’attico di villa Franceschini, dimora liberty edificata tra il 1918 e il 1920 appena sottoposta ad un restauro conservativo dal Gruppo Lievore. Per una persona come Antonia la possibilità di trovare una casa al grezzo significa potersi sbizzarrire in una sua passione, quella dell’arredamento, saggiamente consi- gliata dall’architetto Denise Panciera, con la quale è sempre riuscita a creare quel dialogo umano e professionale che è stato alla base di molti interventi di arredamento nella casa dove vivono tutto l’anno, a Zanè. Da qui è partita un’operazione che ha voluto valorizzare gli spazi e la luce, concentrandosi su quei colori caldi come il tortora ed il marrone dei pavimenti in teak originale dell'800 che vanno a dialogare con il bianco creando giochi di luce coadiuvati dalle ampie finestre e dagli abbaini. I mobili, realizzati dal falegname Martino Pesavento e dipinti dal pittore Domenico Bernardi, hanno trovato lo spazio che cercavano, dialogando con l’antico camino settecen-

Ostiorem odignias porem rem 29hilis mo cume lacea perumfugiatque dolorestis nonsed eum Il sottotetto chiaro illumina la camera da letto Ostiorem odignias porem rem dove imbottiture e tessuti hilis mo cume lacea perum impreziosiscono l'atmosfera fugiatque dolorestis nonsed eum expligentiis qui re eat andel modis etus mostius danimus. Ostiorem odignias porem rem hilis mo cume lacea perum fugiatque dolorestis nonsed eum expligentiis qui re eat andel modis etus mostius danimus.

30 A sinistra: il terrazzo con accesso diretto dalla I vicentini e l'Altopiano mansarda, per godere del panorama sulle montagne e sul centro storico di Asiago. D'estate come d'inverno, Asiago rappresenta la meta A destra: particolari delle boiserie molto chiare, preferita dai vicentini amanti della montagna, per la sua come in gran parte della casa, anche nel bagno inconfondibile accoglienza e l'indimenticabile storia. tesco con forno per il pane incorporato, ed incrociandosi nei giochi di luce con le porte bianche come da tradizione liberty delle case Sotto, una cartolina del 1920 ritrae Villa Franceschini ap- Asiaghesi. Aria di montagna in pieno centro, questa la filosofia che pena dopo la costruzione originale. Il restauro conservativo porta i padroni di casa ad aprire le porte della propria dimora agli amici che passeggiano in centro, ed è così che vengono organizzate ne ha mantenuto colori e peculiarità estetiche cene, prestando sempre molta attenzione alla composizione della tavola, o partite a Burraco come la tradizione montana impone. Una casa accogliente, calda, comoda, così vicino all’abitazione prin- cipale per poterla raggiungere velocemente, ma allo stesso tempo sufficientemente lontana per sentirsi scollegati dalla routine e in pace con se stessi.

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36 La casa di vacanza: SULL'ISOLA Il mare all'orizzonte In un contesto esclusivo, sulle sponde dell'Adriatico, sorge una villa che del mare riprende leggerezza e trasparenza Foto Arnaldo Dal Bosco

37 Circondata dalle placide acque della laguna veneta, la villa affaccia su un giardino appena sopra il livello del mareQualcuno sostiene che la laguna veneta e la baia di New York si somiglino. Gli Hampton, Long Island e altre mete che negli anni hanno visto celebrare l’icona w.a.s.p americanapossono trovare nella vecchia Europa un luogo altrettantoaffascinante e particolarmente ben inserito nella natura.Questo è quanto accade ad Albarella, isola privata col-legata alla terra ferma da un ponte, a sud della LagunaVeneziana.Un imprenditore vicentino e la sua famiglia hanno trovatoqui la tranquillità che cercavano, in una villa progettata daMarcella Gabbiani, ispirata al movimento dell’acqua e ingrado di creare con essa un dialogo sorprendente. Bianco,luce, spazi aperti, negli interni come negli esterni si comu-nica il senso di libertà che solo i grandi volumi open spaceriescono a trasmettere, in un momento storico in cui siriscopre il valore dello spazio e della libertà. Già da lontano,magari dal mare, la copertura ondulata e curvilinea richia-ma alle dune di sabbia che naturalmente si formano in que-sta zona dell’Adriatico, dove la Bora soffia modellandone leforme e avvicinandola alla natura. Affacciarsi alla grandeparete specchiata che da sul mare, per godersi il tramonto,è un’emozione che ripaga di tutte le fatiche della settimana,quando il lavoro e gli impegni scandiscono le giornate inmodo puntuale e regolare. Qui invece la regolarità lascia ilpasso al caso e alla quiete, quella dell’anima, e le personepossono staccare veramente, lasciando fuori dall’isola iproblemi per godersi un quadro naturale in cui dominano ilbianco della casa, l’azzurro del mare, il verde del giardinorigoglioso che sfuma a pelo d’acqua, confondendosi in essa.

38 Ostiorem odignias porem rem hilis mo cume lacea perum fugiatque dolorestis nonsed eum Ampio uso del vetro, particolarmente nella zona giorno dove il mare sembra entrare in casa

LA CASA DI 39 Nel salone a doppia altezza gli spazi si snodano fra le candide pareti e il contrasto dei legniLa continuità del giardino e le ampie vetrate non interrom- pavimenti rivestiti di un mosaico che impreziosisce e rendepono questo gioco, ricordando le case di film americani ancora più personale l’atmosfera, regalando una tocco dicome “Tutto può succedere”, ma mantenendo la propria unicità e atipicità per le case di vacanza, dove solitamenteidentità. Come la piscina, a ridosso del living che sottolinea questi dettagli non sono considerati. Una volta entrati all’in-la continuità tra acqua e terra, tra lo spazio privato e l’ampio terno, la sensazione è proprio quella che si prova nei grandiorizzonte della laguna. E’ certo che le case non sono fatte loft in cui lo spazio primeggia, grazie anche alle scelte disolo per immaginarle, bisogna viverle. Ed è così che, per alcuni dettagli come il pavimento in legno di teak, la pietragrandi e piccini, è stata creata una zona fitness con pareti e naturale, la scala interna e i parapetti in acciaio inox e vetro.

40 Dalla piscina, il tramonto sulla laguna ad ovest Non pensiamo ad una casa fredda però, tutt’altro. Questi materiali si L'isola di Albarella integrano perfettamente nella struttura ed il calore che offre il pavi- mento in legno, seppur ci si trovi al mare, non è assolutamente fuori Albarella è un’isola privata situata nella laguna a sud di luogo, favorendo al lo sviluppo di quelle emozioni che, come dicevamo Venezia, nel Parco Regionale Veneto del Delta del Po; è all’inizio, ricordano i film americani e l’America stessa, Luogo di libertà collegata alla terraferma con un ponte, e misura 5 Km di e occasioni. Come ad Albarella lunghezza per 1,5 di larghezza. Il suo nome deriva dal piop- po bianco, “Populus Alba”, che fa parte delle 150 specie arboree diverse che coprono i 528 ettari dell’isola. Il 100% della superficie, sia terrestre che acquatica, è sotto stretta tutela ambientale. Acquistata dal Gruppo Marcega- glia nel 1988, Albarella rappresenta una delle più eleganti e attrezzate mete dell'Adriatico. Marcella Gabbiani Rovigo Venezia Attraverso la professione di architetto e un'intensa Golfo di Venezia Chioggia attività culturale e associativa si occupa Isola di Albarella della promozione dell'architettura e Delta del Pò dell'interazione tra diverse discipline e arti. Ha progettato questa villa per un imprenditore vicentino

A CASA DI 43 La casa di vacanza: LA BARCAIN MARE APERTO Le vacanze sullo yacht di Flavio Albanese, una barca da lavoro recuperata, da vivere come una casa Foto di Francesco Bolis

44 Sul ponte in teak un tavolo per la colazione. Sullo sfondo Pantelleria in una giornata estiva, base di partenza per escursioni in mare aperto

45 Negli interni sobri domina il bianco su particolari poco appariscentiUno scorcio sul corridoio che porta allacabina dell'armatore con le fotografieoriginali di noti artisti contemporaneiRosso, come passione, e grigio, colore neutro, come al mattino per tornare la sera tardi. Ma a volte si prolunga simbolo del lavoro. Passione e lavoro. Sono i due la navigazione, magari per raggiungere Stromboli, una delle colori della barca di Flavio Albanese, architetto “sette sorelle” come la chiamano gli appassionati delle Eolie, senza bisogno di presentazioni, ma sono allo stes- e proiettare il film che ha fatto innamorare Ingrid Bergmanso tempo l’alfa e l’omega che descrivono la persona e non solo e Roberto Rossellini, girato in quella stessa isola, in modoil personaggio, che oggi conosciamo nella veste di armatore. da rivivere dal vivo quello straordinario capitolo di storia delNon una tradizionale barca da vacanza, ferri da stiro che sol- cinema. Giornate in barca senza troppe pretese, tra partite dicano il Mare Nostrum, e nemmeno una performante e snella basket sul pontile e pranzi leggeri, chiacchierate con gli ospitibarca a vela, ma un peschereccio, come quelli di una volta. Per e nuotate in libertà.farlo realizzare ha dovuto comprare il capannone dei cantieri Ma per chi vuole è possibile starsene sotto coperta, per legge-navali siciliani e ingrandirlo, perché i 25 metri di lunghezza re un libro in biblioteca o ammirare le opere d’arte presenti,e i 6,5 di larghezza sconfinavano fuori, quasi a volersi già come le opere originali di artisti del calibro di Boetti, Peyton,tuffare nel mare di Palermo, dove ormeggia durante l’anno, Jodice, Starling, Eliasson e Newton.prima di essere trasferita a Pantelleria, che da 34 anni ospita Il pericolo di perdere l’equilibrio mentre si è immersi nellaAlbanese rendendolo isolano, e non semplicemente vacanzie- lettura non c’è, perché i 16 nodi di velocità non disturbanore. Ci sono voluti 18 mesi di progettazione per un’imbarca- affatto, e la voglia di scendere difficilmente pervade. In questazione che supera le esperienze marinaresche per entrare in barca ci si sente a casa e in qualsiasi momento dell’anno èquelle della socialità, abituata com’è ad essere frequentata da pronta ad ospitare chi voglia farsi cullare dalle onde.volti più o meno noti, in quelle giornate estive in cui si esce Una casa viaggiante, per chi è abituato a immaginarle, dise-

46 Sul deck: di giorno campo da basket per ritornare bambini, di sera cinema all'aperto Vivere e navigare Gelkhammar gnarle e progettarle. Una casa per pensare da differenti punti di vista, lontani dalle tradizionali dimore ma alloPer Flavio Albanese il mare della Sicilia è un amore di vecchia data, stesso tempo sentendosi al loro interno. A proposito di che lo ha portato a restaurare il dammuso pantesco interni, dalle cucine industriali Zanussi in grado di cuci- che è diventato la sua casa sull'isola di Pantelleria. nare per 120 persone ai divani di design, nulla è lascia- to al caso ma pensato per assicurare il comfort in un \"Luogo della Luna\", la traduzione letterale di \"Gelkhammar\", dialogo continuo con la bellezza, dove forma e sostanza il nome sia della casa che dello yacht di queste pagine s’incontrano, a passo lento, e navigano piano piano verso Gelkhammar, la casa di Pantelleria che da il nome anche Eolie al peschereccio. Significa “Luogo della luna”. Forse perché è lontano da quella che siamo abituati a Palermo chiamare “Terra”, o forse perché è nella luna che vanno a perdersi i pensieri, forse un po’ pazzi, che animano la Isola mente dei creativi, come diceva Ludovico Ariosto. Ma di Pantelleria questa è un’ altra storia.

A CASA DI 51 La casa di vacanza: IL CAMPER Vacanze libere Vacanze in camper con Maurizio Tobaldini. Camperista libero per scelta Foto di Nicola ZanettinMaurizio Tobaldini e Agataamano le vacanze da nomadee il camper è la loro seconda casa

52 Una casa turbodiesel Il camper del servizio è stato progettato su specifiche indicazioni del proprietario, privilegiando la mobilità in situazioni difficili, piuttosto che la dimensione degli spazi interni. È omologato per 7 posti e presenta soluzioni come l’estensione di un letto in lunghezza e un altro letto sopra la dinette ad altezza variabile. Le prestazioni? Velocità di crociera di 140 Km/h, cambio automatico e motore 2700 turbodiesel a trazione integrale Dimmi che vacanza fai, e ti dirò chi sei. permette di progredire su una strada sconnessa e inneva- Dall’avventuroso che dorme all’addiaccio all’e- ta, o su un campo dopo un temporale. Capo Nord, paesi co chic che assaggia solo colazioni a km zero, Baltici, Portogallo, Russia, Turchia, Libia, Tunisia,Marocco, Siria, di sicuro la vacanza rivela molto di chi la vive. Giordania, sono state le mete di questi anni, oltre alla montagna. Tra le tante categorie possibili c’è quella dei camperisti,dove Non nelle località dei VIP dove gli amministratori pubblici non approdano gli amanti del viaggio, self made men in grado di vogliono bene ai camperisti, ma in località più accoglienti, in trasformare il proprio camper in una seconda casa, magari cui si respira ancora quella pura aria di montagna amata dagli su misura. spiriti liberi incondizionati dalle rotte dell’overbooking segnate dagli albergatori. Un esponente vicentino del popolo in oggetto è l’imprenditore Viaggiare in camper significa anche partire all’ultimo momento, non Maurizio Tobaldini, viaggiatore, alpinista, uomo di mondo e solo per vacanza ma anche per lavoro, come ci racconta Maurizio: di compagnia. 30 anni fa il primo di sei camper, 5 dei quali “Pochi giorni fa mi aspettavano alla fiera di Hannover, gli alber- progettati da lui stesso. 15000 km l’anno per 60-70 gior- ghi erano tutti pieni e il più vicino a 75 km di distanza. Che ni di utilizzo, anche d’inverno. Il suo camper, su meccanica senso aveva andare in auto per poi farmi ogni giorno un paio d’ Mercedes, è un mezzo a trazione integrale, molto agile, che ore per arrivare alla fiera? Ho preso il camper e sono partito con

53i miei collaboratori, senza bisogno di un Hotel”. Il camperista Nel camper di Maurizio Tobaldini grandeinfatti non è un lupo solitario,ama il branco, parcheggia vicino al attenzione ai dettagli funzionali, indispensabilisuo simile, fa la strada in compagnia e in caso di si trova sem- compagni di chi viaggia molto: ben visibile sulpre un camperista pronto all’aiuto, un vero e proprio tesoro. tetto una coppia di pannelli fotovoltaici assicuraMaurizio e la moglie Agata scelgono anche le vacanze di la ricarica delle batterie anche a motore spentogruppo e tra manuali da viaggio e navigatore si parte in unaquindicina di camper incontrati grazie ad agenzie specializzate. Camper trendsE con i bambini? Quando sono piccoli il camper è ideale eli disintossica dalla TV. Quando crescono rimane un’ oppor- 250.000 camper in Italiatunità per restare ancora insieme, alla pari, offrendo occa- 3.3 milioni di italiani hanno sperimentato le vacanze in campersioni di crescita e arricchimento culturale. Poi, una voltacompiuti i 18 anni, saranno loro a voler pilotare il camper, Il 64% dei camperisti ha un’età superiore ai 51 anniimmaginando tour europei con tanto di amici al seguito. La famiglia del camperista è composta per il 72% di sole due personeE a quel punto il camper bisogna giocarselo. O comprarne unodi riserva. Il 65% utilizza il camper da 30 a 60 giorni l’anno Il 74% dei camper ha meno di 5 anni Il 71% ha speso oltre 30.000,00 euro per l’acquisto Il pannello solare è l’accessorio che tutti vogliono 26% dei camperisti non ha con sé alcun televisore

26 A CASA DI A CASA DI RICCARDA SILICANI CECCATO DOMICILIO D'ARTE di Simone Ariot - foto di Nicola Zanettin Un’iniziativa unica nel suo genere riporta in vita una dimora ricca di fascino, dove l’arte

27 In questa pagina, in alto Alberto Peruffo, direttore artistico della Casa di Cultura Cibernetica, Riccarda Silicani Ceccato e l’architetto Nicola Resta che ha curato il restauro A fianco, Il terrazzo ricavato dal tetto della “stanza del biliardo”, che in passato era la “casa delle carrozze” A destra Le scale conducono al giardino simmetrico eregolare, progettato dall’agronomo, architetto di giardini Emanuele Bortolotti, seguendo la tradizione veneta Nella pagina precedente Villa Ceccato è a Montecchio Maggiore, proprio a metà collina. Una dimora cinquecentesca che nei secoli ha subito diverse trasformazioni. Nel giardino che richiama lo stile “all’italiana”, era un tempo presente una grande fontana, ora rimossa per non appesantire gli spazi. Per ottenere il particolare rosso, sono state necessarie sette mani di colore date da un esperto artigiano La \"casa Rossa\" è molto più che una casa, è uno spazio per l'anima, un contenitore culturale. E anche un'azienda agricolaG li abitanti del paese la chiamavano casa rossa, e del colore della padrone di casa apre le porte ad artisti, scrittori, musicisti affinché possano diffon- passione doveva rivestirsi. Parte da qui, da un colore, una storia dere il proprio sapere e la propria sensibilità attraverso mostre, rassegne, workshop. che non è ancora finita, una storia appena cominciata. Inaugurata nel 2011, sono stati realizzati diversi appuntamenti con l’arte figurativa Sulle colline di Montecchio Maggiore, seguendo la strada che e la fotografia, come quelli che hanno visto protagoniste le opere di Vittorio Matino porta ai famosi Castelli di Romeo e Giulietta, c’è una dimora e Bruna Lanza, suscitando attenzione e ammirazione di folte platee. Perché se l’arte ha un valore, il contenitore che l’espone non è da meno, ed ecco che emergono i cinquecentesca che ha visto nascere illustri personaggi. Primo fra risultati di un restauro perfettamente eseguito dall’architetto Nicola Resta. La situazione all’inizio dei lavori era preoccupante, il restauro è stato impegnativotutti Silvio Ceccato, esponente italiano della cibernetica (scienza del confine centra- e totalizzante, partendo dalla dimensione strutturale per arrivare agli arredi. Un restauro conservativo che ha voluto utilizzare materiali locali e saperi ormai rarita sull’incontro tra intelligenza naturale e artificiale) che ha lasciato la sua eredità da scovare ma ancora in grado di sopravvivere grazie a maestranze locali abili nel custodirne i segreti. Gli esterni sono stati affidati all’architetto di giardini Emanueleculturale alla nipote Riccarda, ma non solo. Perché oggi Villa Ceccato è molto più Bortolotti, che con sobrietà ha voluto far emergere le linee ottocentesche, nel dialo- go con il vicino uliveto in cui si produce un olio sopraffino (Casa Ceccato è anchedi una casa. È luogo dell’anima, contenitore culturale, aggregatore di risorse umane azienda agricola). Una casa i cui confini degli spazi fisici non coincidono con quelli della mente, dove cultura è apertura, dove la cibernetica e il dinamismo creato sonoe artistiche. Al termine dei lavori di ristrutturazione conclusi nel 2009, a velocità pronti a perpetuarsi, in un presente che diventa futuro.sorprendente, si è deciso di affrontare un percorso folle e ambizioso, aprendo la casaall’arte e ai suoi esponenti. Nasce così la Casa di cultura Cibernetica (www.casadicultura.it), spazio virtuale e reale diretto da Alberto Peruffo chevuole convogliare cultura e arte per il raggiungimento di una bellezzaconcreta, senza fini di lucro e libera da interessi politici.Una realtà nuova nel panorama provinciale e probabilmente nazionale, dove il

28 A CASA DI \"Nel 2009, la casa che ha visto nascere Silvio Ceccato diventa Centro Culturale Cibernetico, uno spazio reale e virtuale promotore della bellezza concreta\" Nelle immagini sopra All’interno della casa dominano i colori chiari, in grado di comunicare con l’esterno. A destra una libreria \"atipica\" nella quale l'identità dei libri è volutamente celata dalla padrona di casa. L'esposizione delle opere inizia una volta varcata la soglia: spunti di contemplazione si trovano ad ogni angolo della casa per poi sfociare al piano interrato, raggiungibile con una lunga scala antica A destra e nella pagina a fianco L’ala della casa dedicata alle esposizioni è il luogo più protetto della struttura, quello più antico e suggestivo dove i volti in pietra alternati ai soffiti profondi creano un'atmosfera irripetibile. Questa è la location delle presentazioni e delle piccole conferenze organizzate dal Centro Culturale

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30 A CASA DI VOLARE ALTO Contenuti extra UNA DOTE DI FAMIGLIA GUARDA IL FILMATO DI CASA CECCATO Riccarda Silicani Ceccato (ritratta qui a lato da Lorenzo Rui) ha un sogno nel Inquadra il Qr Code cassetto: organizzare un nuovo raid, con uno smartphone in ricordo di Arturo Ferrarin. oppure Il celebre aviatore italiano, del visita il canale YouTube di C&D: quale Riccarda è discendente, dopo www.youtube.com/CandDmagazine aver preso parte alla prima guerra mondiale come valoroso pilota da caccia, nel 1920 acquistò fama con il raid Roma-Tokio. Insieme al tenente Guido Masiero a bordo di velivoli S.V.A.9 della Regia Aeronautica coprirono i 18 000 chilometri del percorso in 109 ore di volo Nelle immagini sotto Dall'ala della casa dedicata al Centro si accede ad uno spazio dove prende posto una dimensione più intima e familiare: la sala biliardo. All'ingresso il ritratto di Arturo Ferrarin. Illuminata da una parete interamente finestrata che si affaccia al giardino, in questa stanza Silvio Ceccato elaborava le sue prime teorie di cibernetica. Alle pareti del soggiorno, una collezione di stampe di uccelli



32 A CASA DI Un open space affacciato sulla città dove la grande zona living si riempe di luce, opere d'arte, elementi di design. In primo piano, il tavolo-scultura in pietra con cerniera di Italo Tuffi, alla parete “figure” di Arthur Duff: una sagoma d’uomo modellata da un filo sul telaio di un letto A CASA DI CRISTIANO SEGANFREDDO SPAZIO AGLI ARTISTI In un angolo della città in perenne mutamento, l’attico di un poliedrico produttore culturale. Arte, design e idee per reinventare un passato prossimoL ungo viale Milano, dove negli anni Ottanta si seguiva il sogno dello da cui si può osservare la città del presente e immaginare quella del futuro. Magari skyline, c’è oggi una concentrazione di forze che viaggia in direzioni con un concentrato d’arte più significativo, per respirare quella dimensione che nel ancora indecise. Per stabilire una rotta, che vuole andare verso la salotto di Cristiano appare evidente. Senza intimorire, ma cullando l’ospite con una restituzione di una nuova identità, si può guardare al passato e a melodia interpretativa che dialoga tra contemporaneo e post moder- quell’energia che sprigionava idee di design e urbanistica che hanno no, tra galleria d’arte e bottega del rigattiere. Dove tutto ha una storia e tutto racconta una storia, come la scultura-tavolo di Italo Tuffi in pietra di Vicenza, trasformato la città. Cristiano Seganfreddo, poliedrico produttore custode dei segreti del tempo, o la cucina in stile Versace in colore rosso lacca cinese, che riporta a quelle rare atmosfere anni Ottanta in grado di esprimere buon gustoculturale impegnato in sinergiche attività, ha scelto di vivere all’ultimo piano di e raffinatezza. Il tutto in una casa che racconta anche attraverso le parole, a volte appese al muro, a volte sospese, in una continua trasformazione.un palazzo che domina la realtà urbana, a due passi dalla stazione e in Una casa che cambia ogni giorno, a cui si aggiunge e si sottrae, si sposta e si man- tiene. Come fa l’arte, in perenne oscillazione tra recupero del passato e ricerca delgrado di dialogare con il verde cittadino. nuovo.Lo stabile, completamente ristrutturato nei primi anni Ottanta dall’architetto MircoAmatori, mantiene il sapore caratteristico dell’epoca, reinterpretato con l’inseri-mento di opere e pezzi di design che raccontano la vita di chi ci abita. Un atticoopen space, illuminato dalle grandi vetrate che si affacciano sul terrazzo pensile

33Nell'immagine sopra In altoUna casa dove si mescolano oggetti di design all’antiquariato. Dal pezzo da collezione Un tavolino completamente coperto da libri, cataloghi, appunti,al reperto trovato dal rigattiere. La lavorazione del pavimento alla palladiana collega gli natura che rappresentano la poliedrica dimensione culturale di Cristiano,ambienti della zona giorno. La cucina si stacca nettamente grazie alla parete rossa che sempre pronto ad affrontare nuove sfide e integrarle tra lororiprende poi il colore dei mobili al suo interno.Qui sottoOriginale degli anni Ottanta, la cucina è stata volutamente mantenuta dal padrone dicasa al momento dell’acquisto dell’appartamento, nel 2009. La particolarità sono lefinestre sul piano di lavoro che danno luce e calore alla zona e al top di granito

34 A CASA DIContenuti extra GUARDA IL FILMATO DI CASA SEGANFREDDO Un cocktail di stili In alto a destra: Cristiano Seganfreddo Inquadra il Qr Code con uno smartphone Sul tavolo, il pallone di Arcangelo Il padrone di casa è un produttore Sassolino e un vaso di Matteo Cibic. culturale, interessato al rapporto tra oppure visita il canale YouTube di C&D: Dietro il cactus di Piero Gilardi. Sembra impresa, cultura e società, è attivo in www.youtube.com/CandDmagazine un pay off pubblicitario la trovata numerosi campi: dall’editoria all’arte, di Seganfreddo: la vecchia insegna dalla creatività all’organizzazione di eventi dell'Aperol, l'ingrediente del cocktail più culturali, oltre ad essere l’ideatore di inflazionato del Veneto, se scomposta INNOVeTION Valley, network italiano e anagrammata diventa \"Parole\". Ecco di aziende creative e presidente perchè sembra così familiare di Fuoribiennale Nelle immagini sotto, il terrazzo Uno spazio di oltre 300 mq dove cenare, stare con gli amici, organizzare feste. O più semplicemente guardare Vicenza dall’alto, per capire dove andrà e controllare bene come si muove. Magari attraverso un’installazione, come forse avverrà tra qualche tempo. In basso a sinistra, una veduta dell' Everest, il grattacielo vicentino.

Tutto ha inizio con un disegno... Dal 1940, l’esperienza artigianale si coniuga alle nuove tecnologie dando forma a cucine sartoriali e uniche, in cui la personalizzazione non è un optional, ma lo stile che la distingue. Materiali di pregio, interamente lavorati da maestranze interne, creano l’esclusività del pezzo unico e della qualità che ben si esprime nel tempo Via Degli Alpini, 5 - Montecchio Precalcino (Vicenza) - Ph. 0445 864551 www.todeschinicucine.it

36 A CASA DI SUI TETTI DI VICENZA LA CASA PER LE CARTE di Simone Ariot - foto di Arnaldo Dal Bosco e Nicola Zanettin Uno studio professionale racchiuso in una scatola di vetro sopra ad una vecchia ferriera in mattoni rossi. Protesa verso l’alto, è la casa delle carte e dell’arteC ase&Dimore può smentirsi e contraddirsi, lanciandosi in esplora- d’origine medioevale, dove il bello non invasivo si manifesta anche nelle opere d’arte zioni di contenitori umani che non sono più “case”, e vengono chia- contemporanee esposte all’interno, come l’installazione di Giulio Frigo, fatta di fili mati “studi”. Professionali in questo caso. Una casa fatta anche di con integrate palline di plastilina nel grafito, materiale del futuro. E se la dinamica carte, perchè sono loro che dominano, carte piegate, firmate, notifi- che si viene a creare dal rapporto tra pavimento in rovere sbiancato, mobili chiari, cate. Carte che riempiono mobili e armadi, carte mai impolverate. vetro, e tanta luce, vuole assumere movimento, Onda anomala è l’opera pensata a tale scopo. Scultura di Ciribifera, perugino con la passione del movimento, che ha creato È il colore chiaro e la luce infatti che spicca in questo anomalo cilindretti somiglianti a strisce, d’ottone, piegate a mano e in grado di muoversi for- mando un’onda. Una dimensione di spazio e movimento, dove monoliti in lamierastudio professionale posizionato nella parte ovest della città, dove gli affari si sono incisi con lame di luce, anch’essi fermati pr ima di toccare il soffitto, con uno slancio vitale verso l’alto, dove l’uomo ambisce ad arrivare. Uno studio pensato anche perspostati qualche decennio fa. l’uomo che deve viverci e soprattutto lavorare, a contatto con colleghi e clienti, ma che può allo stesso tempo distrarsi, nei momenti giusti. Grazie alla cucina pensataSiamo all’ultimo piano di quello che si potrebbe chiamare un moder- come un’isola, a disposizione dei dipendenti, alle vetrate che danno su piccoli giar- dini giapponesi, alla scala che si avvita creando un vortice di movimento, alle opereno loft, ricavato dagli spazi di una vecchia ferriera dove un tempo non d’arte fuse con il tutto. In uno spazio di lavoro, ed evidentemente non solo.carte ma uomini accaldati muovevano macchine e battevano il ferro. Ora la lucedomina in questa sorta di parallelepipedo a due piani, a contatto con il cielo dellacittà, sviluppato in lunghezza e sovrastato da una scatola di vetro come soffitto,impercettibile, in grado di regalare sensazioni di libertà. Uno spazio ora divenutocontemporaneo, dove si sono scardinati i severi canoni di una realtà professionale

37 \"Less is more\" Il meno è più, come diceva Mies Van der Rohe. Bianco, nero e trasparente, per offrire un effetto di profondità e donare ad un rigoroso studio professionale una nuova prospettiva. Sul tetto della città, scatole di vetro in cui organizzare riunioni, librerie monocromatiche, luce che cade dall'altoUno spazio di lavoro che diventa contenitore d’arte.In alto a sinistraAll’entrata dello studio, ai piedi della scenografica scalaa chiocciola: Onda Anomala, scultura del peruginoMichele Ciribifera. Cilindretti d’ottone piegati a manoin grado di muoversi in modo asimmetrico, creando uneffetto visivo di ondulazione che simula la dinamicità,della vita e dell’arteSi notano le vetrate che percorrono in lunghezza tutto ilcorridoio per sviluppare luminosità, segno distintivo diquesto spazio lavorativoQui a sinistraUn'istallazione di Giulio Frigo, artista arzignanese constudio a Berlino: palline di plastilina sospese,a rappresentare l’uomo e sé stesso.I manuali della professione, colorati e posizionati inrigoroso ordine, fanno risaltare il bianco della libreria, intinta con le travi e il pavimento in rovere sbiancato.

38 A CASA DI Nell'immagine sopra Giardino pensile di richiamo giapponese, perché anche nella zona con la più alta concentrazione commerciale della città esiste una sensibilità ecologica e un’attenzione al verde A sinistra L’interior designer Dario Pretto ha progettato gli interni, seguendo una filosofia della spazialità che vuole offrire spazio alla luce e alla profondità, eliminando le barriere. “Volevo scardinare i canoni classici dello studio professionale, rendere contemporaneo lo spazio, accogliere persone senza farle sentire oppresse, irradiate da luce e dallo spazio, sempre più raro. Donare, a chi lo usa per lavorare, un bello non invasivo, una pulizia formale che consente di elaborare altro, anche al di là della dimensione professionale” Di notte il profilo dello studio, morbido e lineare, ricorda un’onda di un mare trasparente. Osservandolo, si può immaginare che al suo interno trovi spazio una software house o uno studio di design, invece...

A CASA DI 43Una mansarda open space si riempe di lucegrazie ai lucernari e agli abbaini saggiamente rimodernati,insieme a pavimento, soffitto, pareti e arredi tutti a toni molto chiari A CASA DI CINZIA MEZZALIRA RITORNO IN CITTÀ Una luminosa mansarda nel centro cittadino riporta in città chi ha vissuto per anni in campagna. Senza scordare la luce della naturaU n ritorno in città dopo una vita vissuta in campagna, all’aria aiutano ad allargare la visuale facendo dimenticare l’immagine delle vecchie e buie aperta, abituati a confrontarsi con la natura, non è cosa sempli- mansarde dei palazzi centrali. Nel living, un arredo mai forzato o pesante, dove ce. Trovare la casa giusta è ancora più complesso, e incontrare emergono le opere d’arte scultorea, come i pezzi di Nereo Quagliato che raffigu- quella giusta può richiedere anni di ricerche. A Cinzia ne sono rano Cinzia e i figli e che richiamano il tavolo in onice che dialoga con il camino serviti cinque. E alla fine, è stata ripagata. a gas, soluzione ottimale quando si vive in città e non si vuole rinunciare al calore del fuoco. Spostandosi in cucina, una grande isola di Artigiana Arredi definisce uno Una mansarda in centro storico, all’ultimo piano di un palazzo spazio vissuto dove la padrona di casa ama sperimentare i piatti della tradizione e dell’innovazione, magari serviti in terrazzo, sul tetto della città, dove una copertu-di fine '800. Per rendere meno traumatico l’arrivo in città c’era bisogno di grandi ra estraibile e un pavimento in veneziana antiscivolo invita anche nelle giornate non troppo limpide. Tornando all’interno, sulla via che porta alla scala in pietracambiamenti, aperture, nuove definizioni di spazi e finiture. di Vicenza che conduce al reparto notte, la passione artistica di Cinzia si misura nelle lampade di Cattelani&Smith “Fil de fer” e “Moon”, e sui vasi di Venini cheE la parola d’ordine era aprire e illuminare. Gli architetti dello studio Archi2 omaggiano di ulteriore luce e colore. Come nelle stanze dei tre figli, in cui la scelta cromatica riporta luce e movimento in una zona della casa che ne sarebbe invecesono riusciti nell’intento, creando una soluzione unica nel suo genere. Gli oltre priva, dove si dorme e si riposa, proprio come si faceva in campagna, ma a due passi dalla piazza cittadina.400 mq dell’abitazione, distribuiti in due piani, hanno subito unostravolgimento inconsueto che ha portato la zona notte al piano infe-riore e quella giorno al superiore, dov’era più immediato e semplice crearespazi aperti. Grazie ai velux e agli abbaini dalle ampie vetrate, l’assenza di paretidivisorie e una scelta dei colori che va nella direzione dell’ampliamento. Roveresbiancato nei pavimenti, importanti travi dipinte di bianco, arredi dalle tinte chiare,

44 A CASA DI \"La scelta di spostare la zona giorno al piano superiore mansardato nasce dall'esigenza di vivere i momenti social in un ambiente ancor di più luminoso e dall'atmosfera accogliente\"

45In questa pagina la grande lampada Fil de Fer di Cattelani&Smith. Fascino di famigliaAcciaio e legno nella cucina Artigiani Arredi si intrecciano Siamo in un open space moderno, con travi sbiancate per Nell'immagine qui sotto, Cinzia Mezzalira insiemein un ambiente spazioso e neutro, dove dominano gli spazi alleggerire il peso del soffitto. Dialogano mobili d'epoca,importanti e la massima libertà di movimento come il pianoforte suonato dalla figlia e le sculture alla figlia maggiore. Abitano in città, dopo di Nereo Quagliato, amico di vecchia data. una vita passata nella campagna vicentina.Nella pagina a fianco Non manca il camino a gas, per non rinunciare al caloreAd illuminare la sala da pranzo comunicante con la cucina è del focolare senza doversi occuparsi della legna Nella mansarda in centro storico l'aria della natura è ancora protagonista, grazie alla luce diffusa e al movimento creato dai figli

46 A CASA DI Contenuti extra GUARDA IL FILMATO DI CASA MEZZALIRA Inquadra il Qr Code con uno smartphone oppure visita il canale YouTube di C&D: www.youtube.com/CandDmagazineA sinistraDal piano superiore, si accede alla zona notte dove ad una spaziosa sala di disimpegnosi collegano le camere da letto. Divani e arredi colorati sono stati pensati che renderevibrante l'atmosfera senza incupirlaSottoLe camere da letto di Cinzia e della figlia più piccola. In entrambe l'elemento baldacchino,richiama alle regine del castello


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